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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 19 luglio 2025
CARCERI
di Angela Stella
L’Unità, 19 luglio 2025 Parla Glauco Giostra. “Altro che istigazione per delinquere!” Tuona il giurista, che nel 2017 fu a capo della commissione per la riforma dell’ordinamento penitenziario. La task force di Nordio? “Senza senso”. In questi ultimi giorni, il ministro Nordio si è reso protagonista di pensieri davvero poco encomiabili sulla situazione carceraria. In più ha messo su una task force che dovrebbe risolvere il sovraffollamento, ma che in realtà è solo uno specchietto per le allodole. Ne parliamo con il professor Glauco Giostra, già Coordinatore del Comitato Scientifico degli Stati Generali dell’Esecuzione penale ed ex Presidente del Gruppo di studio per elaborare una proposta di interventi in tema di ordinamento penitenziario e, in particolare, di misure alternative alla detenzione.
Ristretti Orizzonti, 19 luglio 2025 Il Portavoce, Ciambriello: “Bisogna fermare la strage di vite e di diritti delle carceri italiane”. “Da decenni i numeri dei suicidi, del sovraffollamento, delle pessime condizioni igienico-sanitarie, dei detenuti chiusi per venti ore al giorno nelle celle, delle poche misure alternative al carcere, dell’eccessivo uso del carcere preventivo ci inducono a pensare che è difficile parlare di un carcere nella Costituzione, perché semplicemente non esiste nella realtà. Non esiste oggi un carcere che incarna i principi costituzionali.”.
di Osservatorio Carcere e Osservatorio Doppio Binario e Giusto Processo dell’UCPI
camerepenali.it, 19 luglio 2025 La tenuta costituzionale del regime differenziato del 41 bis resta ancorata alla sua temporaneità e alla stretta correlazione a comprovate esigenze di sicurezza. La Cedu ha messo un freno all’automatica privazione dei diritti fondamentali della persona umana, ancorché detenuta. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha di nuovo riscontrato una violazione dei diritti di un detenuto sottoposto al regime differenziato di cui all’art. 41-bis Ord. pen., recentemente agli onori delle cronache per la assurda vicenda che ha interessato diversi difensori, destinatari di segnalazione ai rispettivi Consigli dell’Ordine di appartenenza per aver salutato troppo affettuosamente i loro assistiti al termine di un colloquio. La “specialità” del regime detentivo, evidentemente, passa anche per la censura di rapporti umani considerati addirittura “criminalmente solidali”.
di Norina Di Blasio
La Repubblica, 19 luglio 2025 La salute nei luoghi di pena è un tema spesso trascurato, quasi un tabù. “Entrare in un carcere per vedere con i propri occhi come vivono i detenuti è un’esperienza che andrebbe resa obbligatoria nella scuola dell’obbligo”. Lo afferma Antonella Camposeragna, del Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio, Asl Roma 1. Prima di entrare in stato di reclusione sei costretto a lasciare tutto fuori: tutti gli effetti personali, a partire dal telefono; entrare di per sé significa essere esclusi dal mondo. Poi c’è il rumore dei blindati alti quattro metri, di acciaio, che si chiudono alle spalle, a confermarti che sei in un luogo ‘a parte’. Eppure, il carcere è un mondo osmotico: persone entrano ed escono, operatori entrano ed escono.
di Bernard Bolze
L’Unità, 19 luglio 2025 La festa è finita! Gli Incontri estivi sul confinamento, dal nome Concertina*, hanno appena smontato, a Dieulefit, nella provincia francese della Drôme, il loro tendone. Si va avanti verso il 2026 e alla sesta edizione. “Appetiti” è stato il tema di questa quinta edizione, così pensata: “Negli Appetiti c’è il desiderio. L’esperienza della privazione della libertà è infinitamente più complessa di come ci viene rappresentata. I luoghi di confinamento celano le più grandi frustrazioni e gli appetiti più sfrenati. La prigionia li acuisce, privando di tutto. L’alterazione dei sensi può anche portare alla perdita dell’appetito. Orco o passero, a ciascuno il suo (...)”.
di Giuseppe Bonaccorsi
Il Dubbio, 19 luglio 2025 “Se nulla fa la società, che non urla per denunciare quello che sta succedendo nelle nostre prigioni e per difendere la dignità dei detenuti, nulla fa la politica che è lo specchio della società ed è alla perenne ricerca del consenso”. “Spesso sento dire: “Chi ha sbagliato deve pagare”. Ed è vero. Ma la pena in carcere, per essere giusta, deve contenere in sé un seme di speranza. Non può ridursi a un parcheggio di carne umana, non può diventare una condanna all’asfissia, alla solitudine, alla follia”. Lo dice il segretario della nuova Dc, ex presidente della Regione Sicilia e soprattutto ex carcerato Totò Cuffaro.
di Oliviero Mazza
Il Dubbio, 19 luglio 2025 Per contrastare la montante ondata di populismo punitivo, Vittorio Manes e Nicolò Zanon hanno recentemente suggerito, dalle colonne de Il Sole 24 Ore, di introdurre nella Costituzione la previsione di maggioranze parlamentari qualificate per l’adozione di ogni nuova legge penale. Proposta certamente interessante e suggestiva, ma non inedita, dato che già Enzo Musco, nel 2004, l’aveva formulata nel suo bel volume dal titolo “L’illusione penalistica”. Questo va sottolineato perché sono trascorsi inutilmente oltre vent’anni da quando Musco notava che “la legislazione penale non può più essere il frutto della mera discrezionalità politica di una maggioranza, ma necessita di un larghissimo consenso parlamentare, al fine di evitare abusi e prevaricazioni”.
di Gianni Alati
Il Dubbio, 19 luglio 2025 “Sarà una vera riforma, fa paura ma state certi che la faremo”. Ha detto ieri il ministro della Giustizia Carlo Nordio alla quarta edizione dell’evento “Parlate di mafia”, organizzato dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia. “All’inizio nessuno credeva in questa riforma perché tutte le volte che si era cercato di farla c’era stato un niet della magistratura. E la politica ha sempre ceduto perché aveva paura: noi non abbiamo paura. Sappiamo che ci saranno aggressioni di vario tipo - alcune in linea con la democrazia ossia in parlamento - altre meno quando la stampa altera alcune ricostruzioni e poi ne avremo anche delle altre”. “Ai miei amici scherzosamente ho detto: non c’è niente da fare ogni aggressione in più, è un pizzico di adrenalina che aumenta”.
di Luciana Cimino
Il Manifesto, 19 luglio 2025 Il venerdì nero in cui Carlo Nordio è esondato (per usare un’espressione cara al ministro della Giustizia, tanto da rivolgerla ai magistrati che criticano il suo operato). Ieri il guardasigilli, trovandosi nel contesto amico di “Parlate di mafia”, evento organizzato da Fratelli d’Italia, ha dichiarato a tutto campo. Mal gliene incolse. Anche perché questa volta non si tratta di gaffe, come l’ultima risalente a neanche 48 ore prima, sul sovraffollamento delle carceri che avrebbe contribuito a sventare i suicidi tra i detenuti, ma di attacchi alla magistratura di particolare virulenza.
di Edmondo Bruti Liberati
La Stampa, 19 luglio 2025 Nel nuovo ordinamento la competenza disciplinare è affidata ad un’Alta Corte bizzarra e disfunzionale. Il Senato, respinti tutti gli emendanti, si appresta ad approvare il Ddl S. 1353. Presentare la riforma come “Separazione delle carriere tra giudici e Pm”, è “frode di etichette” (per usare una espressione della dottrina giuridica). Di altro, infatti, si tratta: si riscrivono, ben oltre quanto richiederebbe la separazione, i due articoli della Costituzione su composizione e attribuzioni del Consiglio Superiore della Magistratura, “pietra angolare” del nuovo ordinamento giudiziario (così Corte Costituzionale sent. n. 4/1986). Rimane sì all’esordio dell’art. 104 la proclamazione dell’indipendenza della magistratura da “ogni altro potere”, ma con le modifiche dei commi successivi e dell’art. 105 si ridefinisce il rapporto tra potere politico e potere giudiziario.
di Danilo Paolini
Avvenire, 19 luglio 2025 A oltre trent’anni da Tangentopoli un invito alla prudenza: la giustizia spettacolarizzata s’è spesso fusa con una narrazione mediatica che ha condannato gli indagati prima di qualsiasi sentenza. La buona notizia è che il bavaglio non c’è o che, se c’era, è caduto. Dell’inchiesta di Milano sul presunto giro di corruzione finalizzato al saccheggio edilizio della città sappiamo tutto. O meglio, sappiamo tutto quello che la Procura ha ritenuto di allegare alle richieste di arresto per alcuni indagati. Insomma, il divieto di pubblicare integralmente o per stralci le ordinanze di custodia cautelare - previsto appunto dalla cosiddetta “legge bavaglio” approvata nel dicembre scorso - si è sciolto come neve sotto il sole di luglio, paradossalmente grazie a una norma voluta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio per consentire agli indagati di difendersi: l’ordinanza cautelare, eventuale, è infatti anticipata dall’avviso di “interrogatorio preventivo”, a garanzia delle persone di cui gli inquirenti chiedono l’arresto.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 19 luglio 2025 Trentatré anni sono passati e il dolore bruciante non si placa: notti insonni, lacrime trattenute e un lutto mai davvero compiuto, soffocato dalle inchieste giudiziarie che si rincorrono senza fine. In questo mare di tensione, Lucia, Fiammetta e Manfredi, figli di Paolo Borsellino, camminano a testa alta, custodi di una memoria rispettosa delle istituzioni. Sul fronte opposto esplode il caos: fanatismi, accuse scomposte e tesi sempre mutevoli, come onde in tempesta. Oggi, 19 luglio 2025, la commemorazione in via D’Amelio raduna migliaia di persone perbene, ignare di essere pedine di un copione già scritto: si deresponsabilizza in primis chi ha contribuito al mascariamento e isolamento in Sicilia, terra in cui Cosa Nostra ha prosperato, e si scaricano le colpe su Roma, sui vertici politici, sullo Stato. Così si offre alla mafia l’alibi che da sempre attende.
di Davide Mattiello*
Il Fatto Quotidiano, 19 luglio 2025 Chiara Colosimo, meloniana di ferro, ha fatto della “strage di via D’Amelio” il grimaldello per entrare dentro quel pezzo di passato drammatico e consegnarlo ai posteri in un’altra versione. Mentre la vendetta della destra attraverso la strage di Via D’Amelio potrebbe consumarsi definitivamente, c’è il rischio di trovarsi ad un passo da un nuovo 12 marzo 1992, nella distrazione quasi totale.
di Enrica Riera
Il Domani, 19 luglio 2025 Il 25 luglio dello scorso anno l’attivista aveva denunciato quanto accaduto dopo un’azione dimostrativa e pacifica realizzata dal movimento presso il palazzo comunale. Oggi il gip archivia la posizione dell’agente donna che aveva realizzato la perquisizione. Ma chiede una nuova imputazione. C’è una novità sulla vicenda giudiziaria che riguarda l’attivista di Extinction Rebellion che il 25 luglio dello scorso anno aveva denunciato la perquisizione personale subita all’interno della questura di Bologna dopo un’azione dimostrativa e pacifica realizzata dal movimento presso il palazzo comunale.
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 19 luglio 2025 L’istituto che prevede prima la sospensione del processo e poi, in caso di esito positivo sul reinserimento sociale dell’imputato, l’estinzione del reato non dispone alcuna preclusione per la carcerazione cautelare o i domiciliari. La richiesta dell’imputato maggiorenne di sospensione del processo per ottenere l’estinzione del reato tramite un percorso di messa alla prova che dia esito positivo è richiesta che necessariamente il giudice deve vagliare in base agli elementi sulla gravità del reato come indicati dall’articolo 133 del Codice penale.
di Valter Canavese
manifestosardo.org, 19 luglio 2025 Di persone recluse, istituti di detenzione in Sardegna e, più in generale, dei temi che emergono nel mondo penitenziario in Sardegna, ne abbiamo parlato con Irene Testa, Garante regionale delle persone private della libertà personale all’indomani della presentazione della relazione sulle carceri in Sardegna relativa al 2024. Da sempre impegnata nei diritti civili, anche per l’estrazione politica che la vede da anni nel partito Radicale, la garante traccia un quadro con molte ombre - in Sardegna c’è un sovraffollamento della popolazione carceraria dell’83% - e ben poche luci.
di Camilla Curcio
Il Sole 24 Ore, 19 luglio 2025 L’intervista a Lucia Castellano, provveditrice regionale dell’Amministrazione penitenziaria della Campania: “Non basta offrire opportunità di lavoro, serve responsabilizzare i detenuti”. Plasmare un carcere “umano” e attento ai diritti delle persone non è una missione impossibile. E passa da una sinergia positiva che mette in campo azioni di sistema mirate, investimenti intelligenti e percorsi di reintegro sociale proiettati oltre le quattro mura della cella. Ne è convinta Lucia Castellano, provveditrice regionale dell’Amministrazione penitenziaria della Campania e, tra i vari incarichi, anche ex direttrice del carcere di Bollate.
di Mauro Gentile
La Voce e il Tempo, 19 luglio 2025 Dal ministero della Giustizia arrivano alla Regione Piemonte oltre 2 milioni e 600 mila euro per finanziare la realizzazione di percorsi di orientamento, formazione, housing sociale e attivare una rete per favorire il reinserimento sociale e lavorativo di persone sottoposte a misura penale esterna o in uscita dagli istituti penitenziari. “Il sostegno finanziario al progetto regionale da parte del ministero della Giustizia” commenta Bruno Mellano, garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione “appare come una conferma per il lavoro messo in campo in questi anni.
di Fulvio Fulvi
Avvenire, 19 luglio 2025 La Procura indaga sul decesso, in cella, di un detenuto romeno di 58 anni. L’uomo, in buona salute, sarebbe uscito tra sette mesi. Nel 2024, alla Dogaia in sei si sono tolti la vita. Sulla “strana” morte di un detenuto romeno di 58 anni in una cella del reparto isolamento della Casa di reclusione della Dogaia di Prato, una delle più turbolente carceri d’Italia, la procura ha aperto un’inchiesta per omicidio. Il corpo senza vita del recluso, che stava scontando una sanzione disciplinare, è stato rinvenuto ieri mattina dagli agenti di polizia penitenziaria durante un normale controllo. All’interno della camera, come ha sottolineato lo stesso procuratore Luca Tescaroli in un comunicato, non sono stati trovati lacci, corde, lenzuola o altri strumenti che possano far pensare a un suicidio.
di Luca Serranò
La Repubblica, 19 luglio 2025 L’autopsia chiarirà le cause del decesso di un detenuto romeno di 58 anni. Alla Dogaia è l’ennesimo caso nel giro di pochi giorni. Lo scorso 5 luglio aveva guidato la rivolta nel carcere, insieme ad altri dieci detenuti. Ieri, nella cella di isolamento in cui era stato confinato in seguito alla protesta, l’hanno trovato morto nel suo letto. Una morte sospetta, secondo la procura, forse legata proprio al ruolo di vertice nelle dinamiche criminali della casa circondariale. Si indaga per omicidio volontario sul caso di Costel Scripcaru, 58 anni, cittadino romeno che stava scontando condanne per diversi reati (anche violenza sessuale) alla Dogaia di Prato; solo l’ultima tragedia nel carcere della città toscana, teatro dall’inizio dell’anno di una impressionante catena di violenze - compresa l’aggressione con olio bollente ...
di Bernardo Bassoli
latinatu.it, 19 luglio 2025 Morto un detenuto lo scorso 16 luglio all’interno del carcere di Latina. Le cause della morte, ufficialmente, sono ascrivibili a un malore. “La morte di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato. Quello che è accaduto a Latina è un grido d’allarme che non può essere ignorato,” dichiara Massimo Costantino, Segretario Generale Fns Cisl Lazio. “Abbiamo bisogno di assunzioni straordinarie e di un piano serio per ridurre il sovraffollamento, anche utilizzando le misure alternative previste per chi ha pene residue inferiori ai due anni”. Secondo Costantino, la situazione attuale ostacola il percorso rieducativo dei detenuti. “Non possiamo permettere che le carceri diventino luoghi di abbandono e di tragedie annunciate”.
di Paolo Marino
Libertà, 19 luglio 2025 Svolta nelle indagini sulla fine del 27enne originario del Burkina Faso che era legato a Lugagnano. Svolta nelle indagini sulla morte di Adama Compaore, il 34enne originario del Burkina Faso - molto legato a Lugagnano, dove aveva familiari e amici - morto il 12 giugno scorso in un letto d’ospedale, dove era stato ricoverato dopo il trasporto d’urgenza dal carcere di Parma. Un uomo di 27 anni nato in Nigeria è indagato per omicidio volontario. Si tratta di un altro detenuto, anch’egli custodito nella casa circondariale di Parma. Potrebbe trattarsi di un compagno di cella, ma in merito gli inquirenti mantengono il massimo riserbo.
di Giacomo Costa
La Nuova Venezia, 19 luglio 2025 Il 23enne di origini rumene, residente a Mestre e incarcerato a Santa Maria Maggiore, si suicidò la vita subito dopo il trasferimento nel carcere di Verona. La difesa dei quattro agenti: il detenuto aveva avuto scontri con altri detenuti. Il sindacato: “Se hanno sbagliato pagheranno, ma è difficile gestire certi casi”. “La rottura della milza è avvenuta in due passaggi, come è stato evidenziato nel parere medico di parte che abbiamo già depositato. Prima si è verificato un ingrossamento e un conseguente indebolimento della membrana protettiva, poi l’effettiva lacerazione.
di Christian Donelli
parmatoday.it, 19 luglio 2025 La paradossale vicenda che riguarda un detenuto di 64 anni, da dieci nel carcere di via Burla a Parma, la testimonianza del figlio: “Ha diverse patologie, certificate dai medici del carcere, e gravi problemi di salute, che si sono aggravati in 15 anni di detenzione”. Ogni martedì va a trovare il padre di 64 anni, detenuto da circa dieci anni nel carcere di via Burla a Parma ma secondo quanto riportato nel documento che rigetta la richiesta degli arresti domiciliari - presentata proprio per il padre gravemente malato - risulta lui stesso “attualmente sottoposto alla misura della detenzione domiciliare”.
di Claudio Desideri
Il Resto del Carlino, 19 luglio 2025 Cinque in dieci metri quadri con tavolini, sedie, letti, tavoli e bagno. La visita di Garante, Osservatorio carceri, Camera penale e Magistratura. La situazione di sovraffollamento in cui versa la maggior parte degli istituti penitenziari italiani non lascia indenne il carcere anconetano di Montacuto visitato ieri da una folta delegazione dell’Osservatorio carceri UCPI, del CNF, della Camera Penale marchigiana, del Garante regionale dei detenuti, accademici e membri della Magistratura di sorveglianza.
di Paolo Piffer
giornaletrentino.it, 19 luglio 2025 Il consigliere Civico chiede correttivi: “Serve una direzione duratura, che prenda in mano la gestione della struttura”. Il nuovo carcere di Spini di Gardolo, inaugurato nel febbraio del 2011, è costato alla Provincia 112,5 milioni di euro. Un carcere modello, di nuova concezione, se non fosse che, come sta evidenziando l’inchiesta del Trentino, è già sovraffollato e con meno personale rispetto a quanto necessario e previsto. Nonostante l’accordo di programma quadro tra Provincia e governo sia molto preciso al riguardo. Mattia Civico, consigliere provinciale del Pd, che di questo tema si occupa da tempo, non ci sta. “Oggettivamente - attacca - il sovraffollamento porta ad una vivibilità interna molto più ridotta.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 19 luglio 2025 Un dato impressionante, ma che si ritrova anche nelle altre carceri minorili del Nord Italia, dice don Claudio Burgio, cappellano del Beccaria. “È cambiato il progetto migratorio, molti di questi ragazzi girano l’Europa in cerca di soldi, verosimilmente legati a una organizzazione. Altri dall’Ipm potrebbero anche uscire, ma mancano le comunità”. “Al Beccaria, in questo momento circa l’87% dei ragazzi presenti è costituito da minori stranieri non accompagnati, tra i 14 e i 17 anni”. A parlare è don Claudio Burgio, da vent’anni attivo nell’istituto penale per minorenni Cesare Beccaria di Milano, dove è diventato nel 2024 cappellano al posto di don Gino Rigoldi. Don Burgio è anche fondatore della comunità Kayrós.
di Andrea Alberizia
ravennaedintorni.it, 19 luglio 2025 La struttura è attiva dal 1909 e ha una capienza di 49 persone, gli stranieri sono un terzo Numerose attività di rieducazione. Ispezione Ausl: temperature a 30 gradi e muffa sui muri. Il carcere di Ravenna, aperto nel 1909, è strutturato per ospitare al massimo 49 detenuti, ma ormai da anni sono stabilmente una ottantina (negli ultimi dodici mesi sono stati tra 68 e 87). Nell’edificio oggi sono in servizio 64 agenti di polizia penitenziaria, ma la pianta organica ne prevede una quindicina in più. L’ultimo suicidio all’interno risale al 2023.
asl5oristano.it, 19 luglio 2025 L’istituto penitenziario, che ospita circa 220 detenuti, può contare oggi su un team sanitario, organizzato dalla Asl 5 di Oristano e composto da una dirigente sanitaria e sei medici che garantiscono l’assistenza di base, più uno psichiatra, uno psicologo, diversi specialisti otto infermieri e due operatori socio-sanitari. All’interno anche la videointervista al giovane medico, che lavora in carcere. “Ho scelto questo lavoro perché sono affezionato agli ultimi”. Sono le parole di uno dei medici che lavorano nel carcere di massima sicurezza di Massama.
di Paola Gregorio
Giornale di Brescia, 19 luglio 2025 Nel pomeriggio la manifestazione organizzata da “Carcere e territorio” e patrocinata dalla Loggia per la giornata dedicata a Nelson Mandela. “Abbiamo perso la libertà, ma voi non perdete l’umanità”: è uno dei messaggi scritti sui cartelloni in largo Formentone realizzati dai detenuti di Canton Mombello e Verziano che si sono interrogati su come portare nel mondo esterno il loro vissuto. L’occasione è la manifestazione organizzata da “Carcere e territorio” e patrocinata dalla Loggia per il “Mandela’s rule day”, la giornata dedicata a Nelson Mandela per promuovere i diritti dei detenuti e far conoscere alla comunità le regole internazionali sulla detenzione e sul giusto trattamento dei detenuti approvate dalle Nazioni Unite.
di Enrico Ronchetti
voce.it, 19 luglio 2025 Il Laboratorio Gastronomico Sant’Anna è un progetto della cooperativa sociale Eortè con il quale i detenuti del carcere di Modena vengono coinvolti in un percorso di inclusione e riscatto attraverso la cucina. Le loro produzioni artigianali finiscono infatti al Mercato Contadino di Carpi ogni sabato mattina. Utilizzando materie prime locali, a cominciare dalle verdure coltivate nell’orto del carcere, ogni settimana il laboratorio produce in media 120-130 chili di pasta fresca ripiena (tortellini, tortelloni, tortelli e tortellacci) e 150 chili di prodotti secchi da forno, dolci e salati (biscotti, grissini, streghette). A guidarne la realizzazione c’è il cuoco carpigiano Nicola Bertoncelli.
sassarinotizie.com, 19 luglio 2025 La Casa circondariale di Uta si apre all’arte per trasformare uno dei suoi spazi più delicati e carichi di emozioni: la sala d’attesa destinata ai visitatori. Grazie all’intervento dello street artist Manu Invisible, questo “non-luogo”, dove familiari e, in particolare, i figli minorenni attendono i controlli prima di incontrare i detenuti, ha assunto un volto nuovo, più accogliente e a misura di bambino. Lo spazio è stato presentato alla stampa questa mattina alla presenza di Pietro Borruto, direttore della Casa circondariale di Uta, Manu Invisible, Elenia Carrus, responsabile del progetto Liberi dentro per crescere fuori (e rappresentante della coop Elan, capofila) e Ugo Bressanello per Exmè & Affini.
di Luna Casarotti*
napolimonitor.it, 19 luglio 2025 Sembra un mosaico in accurata composizione, tassello dopo tassello per rafforzare il potere di chi lo esercita e silenziare la voce di chi lo subisce. Nelle carceri italiane, il tasso di sovraffollamento ha superato il 133 per cento nel giugno 2025: Milano San Vittore ha raggiunto il 220 per cento, Foggia il 212. Secondo il ministero della giustizia, tra gennaio e giugno si sono registrati trentasei suicidi, cui si sommano i novantuno del 2024, triste record assoluto nella storia penitenziaria. È il segno di un sistema al collasso, dove i corpi diventano esuberi amministrativi e la dignità si riduce a statistica.
di Marco Birolini
Avvenire, 19 luglio 2025 “Maranza? È una parola che non dice nulla”. Vista dalla strada, è solo un’etichetta appiccicata su una scatola vuota, dove puoi metterci dentro tutti e nessuno. Le Giovani Onde, gli educatori del Consorzio Solco arruolati dal Comune di Bergamo per intercettare i gruppi di giovani (tra cui tanti nordafricani) che fluttuano tra i quartieri cittadini, lo spiegano senza tanti fronzoli: “Nessuno si riconosce in quella definizione - spiega la coordinatrice Arianna Boroni. E se anche qualcuno si descrive così, lo fa per sfida. In strada esiste una grande pluralità, è difficile e anche inutile stabilire delle categorie”.
di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 19 luglio 2025 L’Ufficio del Massimario della Cassazione fa il punto sulle conseguenze della decisione n. 96/2025 della Consulta negando il potere di disapplicazione delle Corte di appello. C’è il rischio che una valanga di nuove eccezioni di costituzionalità blocchi il sistema dei CPR. A lanciare l’allarme è l’Ufficio del Massimario della Cassazione, che nella Relazione n. 65/2025 analizza le conseguenze della sentenza n. 96 della Corte costituzionale, e nega alle Corti di appello il potere di disapplicare direttamente le norme sui trattenimenti degli stranieri.
di Marco Cremonesi
Corriere della Sera, 19 luglio 2025 “Qualche pm evidentemente non si rassegna”. Matteo Salvini è torvo. Il ricorso della Procura di Palermo contro la sua assoluzione nel processo per i fatti della nave Open Arms non era affatto inatteso: “I miei avvocati si aspettavano la mossa della Procura”. Il vicepremier ha appreso la notizia mentre era “in viaggio da Palermo a Milano, me l’ha riferita Giulia Bongiorno che ringrazio sempre per la straordinaria vicinanza umana oltre che per la nota professionalità”. Salvini ammette però di non averla presa bene: “Onestamente, la mia prima reazione è stata un mix di stupore e di rabbia. Incazzatura, anche”. Il leader leghista si ferma prima di riprendere, di getto e in crescendo: “Ma come? Come è possibile? Dopo quattro anni di processo?
di Luca Masera*
Il Manifesto, 19 luglio 2025 La sentenza del Tribunale di Palermo appare giuridicamente molto debole, e il ricorso della Procura era scontato, oltre che doveroso. Se non fosse ormai scontato l’attacco ai magistrati che prendono posizioni non gradite alla maggioranza, ci sarebbe da stupirsi delle durissime reazioni di diversi esponenti di Governo nei confronti del ricorso della Procura di Palermo contro l’assoluzione del ministro Matteo Salvini.
Il Fatto Quotidiano, 19 luglio 2025 La stretta di Germania, Francia e altri quattro Paesi Ue. Il ministro degli Interni tedesco, Alexander Dobrindt, ha riunito gli omologhi di Austria, Danimarca, Francia, Repubblica Ceca e Polonia: “Nel nostro Paese non esiste alcun diritto di soggiorno per i criminali gravi”. “Oggi sappiamo che con tutta evidenza in questo ambito non ce l’abbiamo fatta, come lei intendeva allora”, ha detto il cancelliere tedesco Friedrich Merz a proposito della frase dell’ex cancelliera Angela Merkel che nel 2015, nel pieno della crisi migratoria, coniò il celebre slogan “ce la facciamo” ma anche “andrà tutto bene” (Wir schaffen das). A segnare la svolta arriva anche l’iniziativa che vede la Germania unirsi alla Francia e ad altri quattro Paesi Ue in una dichiarazione congiunta per una stretta sul diritto d’asilo e in particolare sui rimpatri degli irregolari.
di Walter Veltroni
Corriere della Sera, 19 luglio 2025 I dazi, le guerre, la fame e i morti di Gaza ci spingono verso ansia e angoscia. Ma bisogna reagire e agire. E recuperare il valore della speranza. Certe volte penso se nel 1943, durante il bombardamento di San Lorenzo o uno dei tanti attacchi aerei che hanno distrutto case, scuole, ospedali e seminato sangue e disperazione nel nostro Paese, un bambino come quello di Germania anno zero, quello che cammina tra le macerie di Berlino distrutta, fosse andato in mezzo alle persone che contavano i danni o che piangevano i loro cari morti dicendo: “Abbiate fiducia, perché tra 15 anni il mondo sarà in pace, conoscerà la più impetuosa fase di sviluppo mai vista”. E dicendo ancora: “Coloro che oggi si combattono l’uno contro l’altro si stringeranno la mano, si abbracceranno, collaboreranno tra loro.
agenparl.eu, 19 luglio 2025 Il numero di detenuti ogni 100 posti disponibili è aumentato da 93,5 a 94,9 tra il 31 gennaio 2023 e il 31 gennaio 2024. “Il sovraffollamento carcerario rimane una sfida importante per un terzo delle amministrazioni penitenziarie in Europa”, secondo le statistiche penali annuali del Consiglio d’Europa sulla popolazione carceraria (Space I) per il 2024, pubblicate oggi. Nel complesso, in Europa, il numero di detenuti ogni 100 posti disponibili è aumentato da 93,5 a 94,9 tra il 31 gennaio 2023 e il 31 gennaio 2024, con differenze significative tra i Paesi. Nei Paesi con una popolazione superiore a 500.000 abitanti, quindici amministrazioni penitenziarie hanno segnalato un sovraffollamento grave: Slovenia (134 detenuti ogni 100 posti), Cipro (132), Francia (124), Italia (118), Romania (116) e Belgio (113).
di Elena Zacchetti
ilpost.it, 19 luglio 2025 Si trova poco lontano da Istanbul, in Turchia, e al suo interno sono detenuti migliaia di dissidenti e oppositori del presidente Erdogan. Mercoledì Ekrem Imamoglu, ex sindaco di Istanbul, è stato condannato da un tribunale turco a scontare 20 mesi di carcere per aver criticato un pubblico ufficiale. La sentenza non cambierà le sue condizioni: dalla fine di marzo è già detenuto sulla base di altre accuse ritenute politicamente motivate nella prigione Marmara a Silivri, una settantina di chilometri a ovest di Istanbul. Marmara è il più grande carcere di massima sicurezza in Europa per numero di detenuti, e anche il posto dove si sono tenuti alcuni tra i processi politici più importanti in Turchia degli ultimi quindici anni. Qui sono incarcerati migliaia di oppositori politici, intellettuali, attivisti e giornalisti arrestati con ...
di Elisabetta Zamparutti
L’Unità, 19 luglio 2025 Grande è l’attenzione sulla guerra tra Iran e Israele o sul programma nucleare di Teheran. Totale la distrazione sull’impressionante numero di esecuzioni compiute dal regime clericale nei confronti dei propri cittadini. Cifre destinate ad aumentare e che non possiamo ignorare.
DOCUMENTI
Articolo. "Il reato di rivolta all’interno di un istituto penitenziario", di Cristian Scaramozzino
Tesi di laurea. "Vizio di mente e neuroscienze", di Francesco Gandolfi
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 21 al 27 luglio 2025
Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)
56° Convegno nazionale SEAC: "Le pena e le leggi" (Bologna, 24 e 25 ottobre 2025)
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
CONCORSI E BANDI