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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di venerdì 18 luglio 2025
di Franco Corleone
L’Espresso, 18 luglio 2025 Il 2 luglio è stata ricordata a Firenze la figura di Alessandro Margara a nove anni dalla scomparsa e a cinquant’anni dalla riforma penitenziaria di cui fu uno degli ispiratori. Il “cavaliere dell’utopia concreta” offrì un contributo essenziale alla legge Gozzini del 1986 e scrisse il Regolamento penitenziario approvato nel 2000 che sostituiva quello di Alfredo Rocco del 1931; infine, consapevole dei limiti di quei testi, elaborò una proposta di legge per un “Nuovo ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle pene e delle altre misure privative o limitative della libertà”.
di Angela Stella
L’Unità, 18 luglio 2025 Coro di critiche per la task force sulle misure alternative annunciata dal ministero che tirerà le somme solo dopo l’estate. Giachetti: “Modo per bloccare la nostra pdl”. Serracchiani: “Servono misure immediate”. Due giorni fa il governo ha deciso di affrontare l’emergenza carceraria. Come? Con l’istituzione di una task force tra Ministero della Giustizia, magistratura di sorveglianza e singoli istituti penitenziari per favorire la definizione delle posizioni di 10.105 detenuti cosiddetti definitivi (6079 italiani, 4026 stranieri, con pena residua sotto i 24 mesi, per reati diversi da quelli ostativi di cui all’articolo 4 bis della Legge di ordinamento penitenziario e che negli ultimi 12 mesi non hanno riportato sanzioni disciplinari gravi) potenzialmente fruitori di misure alternative alla detenzione in carcere.
di Gianni Alemanno* e Fabio Falbo**
L’Unità, 18 luglio 2025 La costruzione di nuove carceri, l’idea di usare le caserme e poi quella di mandare i detenuti in comunità. Ora la task force. Intanto da quando c’è questo governo il sovraffollamento è aumentato dal 107% al 134,3%. La Task Force proposta dal Ministro Nordio per l’emergenza carceri sembra servire solo a perdere tempo, mentre il sovraffollamento continua a crescere ogni giorno. Sarà sicuramente vero che più di 10.000 persone detenute potrebbero ottenere l’accesso alle pene alternative, ma è assolutamente impensabile che questo possa essere propiziato dall’istituzione di una commissione ministeriale.
di Federica Delogu e Marica Fantauzzi
valigiablu.it, 18 luglio 2025 Al suo 180º giorno di detenzione, Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, scrive una lettera dal carcere romano di Rebibbia. Se le lettere precedenti avevano creato un certo dibattito mediatico, questa volta il testo viene letto in Parlamento dal senatore del Partito Democratico Michele Fina: “La politica dorme (con l’aria condizionata) e si dimentica delle carceri sovraffollate e surriscaldate, aspettando indifferentemente che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sanzioni l’Italia per trattamento inumano e tortura delle persone detenute. Nel 2024, 71 persone detenute si sono tolte la vita, nei primi sei mesi del 2025, siamo già a 38, un suicidio ogni cinque giorni, numeri che gridano vendetta, ma che non fanno rumore, perché chi muore in carcere, spesso, muore due volte, nella cella e nell’indifferenza collettiva”.
di Carmelo Palma
linkiesta.it, 18 luglio 2025 Chi si oppone a qualunque misura volta a ridurre la popolazione carceraria, invocando la certezza della pena, finisce per garantire un’altra certezza: quella della recidiva, tanto più inevitabile quanto più la carcerazione si fa afflittiva e disumana. Il problema del sistema di esecuzione penale in Italia non è la certezza della pena, ma quella della recidiva. Circa due detenuti su tre escono di galera per rientrarvi non troppo tempo dopo, mentre, tra quanti usufruiscono di misure alternative alla detenzione, il tasso di recidiva è di tre volte inferiore. Questi ultimi sono ovviamente un campione, per così dire, migliore, proprio per il fatto di non avere condizioni ostative, ed essere eleggibili a questi e altri benefici previsti dall’ordinamento penitenziario. Ma eleggibili lo diventano anche se la detenzione consente loro di diventare migliori di com’erano entrati.
dire.it, 18 luglio 2025 Il Ministro della Giustizia: “Sono problemi gravi ma non correlati. È la solitudine che porta al suicidio”. No, le inquietanti statistiche sui suicidi in carcere non sono legate all’endemico sovraffollamento delle prigioni italiane. Sono “due problemi gravi, ma non connessi”, dice il Ministro Carlo Nordio intervistato dal Corriere della Sera. “Anzi - rilancia - paradossalmente il sovraffollamento è una forma di controllo: alcuni tentativi di suicidio sono stati sventati proprio dai compagni di cella. È la solitudine che porta al suicidio. Ma soprattutto la mancanza di speranza e l’incertezza del domani. Molti si uccidono proprio quando è imminente la loro liberazione. Il sostegno psicologico è essenziale. Abbiamo stanziato risorse importanti”.
di Fabrizio Roncone
Sette - Corriere della Sera, 18 luglio 2025 Questa, dai cronisti che s’occupano di politica, verrà ricordata anche un po’ come la calda estate del camerata Gianni Alemanno, costretto a starsene in una cella del penitenziario romano di Rebibbia, costruito negli anni Settanta e quindi tutto cemento armato e niente coibentazione, d’inverno i reclusi battono i denti avvolti nelle coperte e d’estate stanno come dentro un forno - scrive proprio così Alemanno, nel suo tragico diario pubblicato su Facebook, rispettando le procedure previste dalla legge: stanno dentro un forno acceso in cui cercano di sopravvivere, già ben stretti, ammucchiati, come in una galera settecentesca. Alemanno scopre, sulla sua pelle, il dramma del sovraffollamento delle carceri e certe disumane condizioni di vita quotidiana.
di Diana Ligorio
Il Domani, 18 luglio 2025 Per due anni è uscita ogni giorno per frequentare il liceo di scienze umane. Dall’istituto penale all’istituto scolastico: “Sono tre minuti a piedi. Tre minuti di libertà”. Il tema che ha scelto è quello sul rispetto: “Significa riconoscere la dignità dell’altro, accettare le differenze, dialogare senza prevaricare, ascoltare senza giudicare”. Cloe ha fatto colazione ed è uscita per andare a fare l’esame di maturità come tutti gli studenti della sua età. Ma a differenza dei ragazzi della sua età, Cloe non ha salutato la famiglia, non è uscita di casa. Ha firmato, ha oltrepassato un cancello che si è chiuso al suo passaggio e si è lasciata alle spalle l’istituto penale minorile femminile di Pontremoli al confine tra Liguria e Toscana. Cloe viene da una città del nord. Ha 19 anni, in carcere da quando ne ha 17: “Manca ancora un po’ per la fine della pena”.
di Alessandro Parrotta*
Il Dubbio, 18 luglio 2025 La riforma ha accentuato il conflitto tra sicurezza soggettiva e legalità penale Di fronte a questo scenario era lecito attendersi una presa di posizione chiara. Con l’entrata in vigore del nuovo Decreto sicurezza - varato con l’intento dichiarato di rafforzare la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza urbana - il Legislatore ha mancato un’occasione importante: quella di intervenire nuovamente in materia di legittima difesa, offrendo un quadro normativo più equilibrato, razionale e rispettoso dei principi costituzionali.
di Claudio Cerasa
Il Foglio, 18 luglio 2025 Politici, giornali. Il caso Sala? Termometro del rispetto delle garanzie (con eccezioni). C’è una cosa che il centrodestra dovrebbe smettere di fare: parlare di garantismo, se poi ogni volta che un politico di centrosinistra finisce in un’inchiesta giudiziaria, il principio di non colpevolezza si scioglie come neve al sole. L’indagine sulla giunta milanese e sul sindaco Sala ne è la prova più clamorosa. I titoli di alcuni quotidiani di destra - con la sola, significativa eccezione del Giornale di Sallusti - si lanciano in un poco elegante linciaggio. “Un mattone in testa a Sala”, titola la Verità. “A Milano si bevono il Pd”, rincara Libero. Cronache o sfoghi?
di Virginia Piccolillo
Corriere della Sera, 18 luglio 2025 Nordio: “Evitano la cella grazie a me, che cosa ne pensa il Pd? Ecco come ridurrò i detenuti”. “Con la mia riforma, a Milano oggi hanno tutti evitato il carcere. Vorrei sapere cosa ne pensa il Pd”. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, parte dall’operazione anticorruzione sull’urbanistica milanese per parlare delle carceri e annunciare le nuove misure in arrivo “a breve”. Rivendica la sua norma sull’arresto posticipato all’interrogatorio. Non coglie l’invito a ritirare la legge Salva Milano: “Le leggi non vanno presentate o ritirate sulla base di ciò che suscita emotività”. E sulla corruzione dice: “Nel merito non so se ci sia o no. Le leggi ci sono. Ma è illusorio pensare che possano fermare un fenomeno che c’è dai tempi di Cicerone”.
di Enrico Bellavia
L’Espresso, 18 luglio 2025 Puntare soltanto sul dossier del Ros è fuorviante. Nell’anniversario della strage, ricordiamo il contesto. Ostacolato, ignorato. Tradito. Ucciso. E poi tradito ancora. Per 33 anni. È una gigantesca perpetua impostura quella perpetrata ai danni della memoria di Paolo Borsellino. Iniziata, nel nido di vipere del Palazzo, ben prima del furto dell’agenda rossa, in mezzo ai resti fumanti della carneficina di via D’Amelio. Seguita nel buio di un’indagine sbilenca. Schiantatasi sulle bugie di Scarantino, il pupo vestito da pentito. Protrattasi nella rincorsa a verità di comodo. Continuata nel vortice di carte mischiate a proteggere carriere, complicità, connivenze e silenzi inossidabili. Proseguita ora nell’obliquo tentativo di revisionare l’intera storia.
di Paolo Persichetti
insorgenze.net, 18 luglio 2025 Ho conosciuto Vincenzo T nel carcere Mammagialla di Viterbo. Era il 2003, da pochi mesi ero stato riconsegnato all’Italia dopo undici anni di esilio. Ceduto con un sotterfugio in un’alba di fine agosto alla polizia italiana sotto il tunnel del Monte Bianco. Le televisioni avevano lungamente diffuso le immagini del mio arresto attorniato da poliziotti nel cortile della questura torinese, evento salutato con un brindisi nella dimora in Costa Smeralda dell’allora capo del governo Berlusconi. Trascorse alcune settimane in osservazione ero stato trasferito nella sezione penale del carcere. Si faceva sera, il corridoio del reparto era affollato perché le celle in quel luogo venivano aperte per le ore di socialità pomeridiana.
di Valentina Santarpia
Corriere della Sera, 18 luglio 2025 “Lo abbiamo bastonato di brutto”. Oggi Federico, all’epoca 18enne, avrebbe compiuto 38 anni. Il padre: “I nostri sogni spazzati via dalla pazzia criminale degli uomini”. Le telefonate al 113, le manette e le botte: la storia dall’inizio. Il telefonino di Federico Aldrovandi squilla a vuoto su una panchina la mattina del 25 settembre 2005. Il suo corpo giace tumefatto, sdraiato supino sull’asfalto, con le braccia allargate che disegnano una croce, così come lo ha mostrato Filippo Vendemmiati nel suo bel documentario, È stato morto un ragazzo. Il papà Lino lo sta aspettando con angoscia, quando intorno alle 11 del mattino vede arrivare due poliziotti al cancelletto di casa. Non è un bel segnale. Chiede, a bruciapelo: “È morto?”. E loro non dicono di no.
di Ruben Razzante*
Il Giorno, 18 luglio 2025 Il degrado in cui versano le carceri italiane ha stimolato nelle settimane scorse alcune ferme prese di posizione da parte di associazioni culturali e di intere categorie di professionisti. Anche l’Ordine degli Avvocati di Milano ha deciso di non tacere. Il suo presidente, Nino La Lumia, ha annunciato nei giorni scorsi il progetto “Aria di umanità”, per cercare di garantire un ventilatore in ogni cella, come segno concreto di rispetto della dignità della persona anche nei mesi estivi, quando le condizioni ambientali nelle carceri diventano insostenibili. Il direttore dell’Ordine degli Avvocati di Milano, Carmelo Ferraro, anche come presidente del comitato “Mi’mpegno”, ha aderito alla giornata di digiuno a staffetta promossa da operatori della giustizia contro il sovraffollamento carcerario.
di Stefania Totaro
Il Giorno, 18 luglio 2025 Denuncia in piazza degli avvocati della Camera penale di Monza sulle condizioni di tanti detenuti. Cosa accadrebbe se vi rinchiudessero insieme ad altri in una cella di 4 passi per 2 che si trasforma in un forno in piena estate? Che ne sarebbe della vostra dignità di persone? Ieri una struttura delle stesse dimensioni è stata montata all’Arengario dagli avvocati delle Camere penali del distretto di Corte di Appello di Milano-Lombardia occidentale (Busto Arsizio, Como-Lecco, Milano, Monza, Pavia, Sondrio, Varese) per sperimentare concretamente cosa significa vivere nelle condizioni che migliaia di detenuti subiscono ogni giorno nelle carceri, Monza compresa. In uno spazio da condividere ridotto al minimo che con il caldo diventa l’inferno.
ilgerme.it, 18 luglio 2025 Tappare la bocca per mangiare ma non per denunciare l’indifferenza sui suicidi e il sovraffollamento nelle carceri italiane. Anche l’avvocata del foro di Sulmona, Alessandra Faiella, inizia lo sciopero della fame in segno di protesta per le condizioni precarie in cui vivono i detenuti delle case di reclusione. Faiella aderisce alla staffetta di protesta che a macchia d’olio si sta espandendo a livello nazionale, tra magistrati e avvocati. “Non riesco più a restare in silenzio”, spiega Faiella, snocciolando i dati horror in merito ai suicidi dietro le sbarre. Già 40 i detenuti si sono tolti la vita nel 2025. Un problema legato anche alle condizioni di vita quotidiane.
di Francesca Melis
L’Unione Sarda, 18 luglio 2025 Carla Puligheddu denuncia una situazione aggravata dagli effetti distorti del cosiddetto Decreto Caivano, in vigore dal settembre 2023. Un tasso di affollamento che sfiora il 150%, celle piene oltre ogni limite, spazi educativi ridotti al minimo e una tensione crescente tra le mura dell’Istituto penale per i minorenni di Quartucciu. A lanciare l’allarme è la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Puligheddu, che denuncia una situazione mai vista prima, aggravata - secondo lei - dagli effetti distorti del cosiddetto Decreto Caivano, in vigore dal settembre 2023. “Quartucciu è l’IPM più colpito in Italia per sovraffollamento”, afferma la Garante, aderendo all’appello promosso da Antigone, Defence for Children Italia e Libera per chiedere un ripensamento radicale del decreto.
cremonasera.it, 18 luglio 2025 Le parole e i racconti di don Roberto Musa, cappellano del carcere di Cremona. Una serata molto partecipata quella promossa lunedì scorso a Pieve d’Olmi dall’associazione Olmo APS presso la Casa della Cultura: un momento intenso e toccante che ha messo al centro il tema dell’umanità carceraria, grazie alla presenza e alla testimonianza di Don Roberto Musa, cappellano del carcere di Cremona: “Vi racconto l’umanità del carcere” il titolo scelto per la serata di riflessione introdotta da Thomas Priori e moderata dalla giornalista Michela Garatti che ha guidato gli interventi e facilitato un dialogo tra don Roberto e il pubblico.
reggiotoday.it, 18 luglio 2025 Nasce a Reggio Calabria “Cinema Dentro” un progetto ambizioso e coinvolgente ideato dalla sezione distrettuale di Magistratura Democratica in collaborazione con il Circolo del cinema C. Chaplin. Un’iniziativa che vuole superare le barriere del mondo giudiziario e penitenziario per creare un vero e proprio spazio di incontro e dialogo tra magistrati e persone detenute. Da luglio a novembre 2025, negli istituti penitenziari G. Panzera di Reggio Calabria si svolgeranno dieci appuntamenti in cui la visione condivisa di film selezionati si alternerà a momenti di riflessione e confronto. Attraverso il linguaggio universale del cinema, “Cinema Dentro” mira a stimolare consapevolezza, ascolto e capacità di mettersi nei panni dell’altro.
sguardoadest.it, 18 luglio 2025 “Benu” è il progetto site-specific permanente nel carcere di Rebibbia. Non potete ammirarlo come fate di solito con le consuete mostre che puntellano la città di Roma. È un viaggio virtuale, che il vostro cuore può fare guardando le foto che sono state scattate all’interno del penitenziario. È un percorso che ci fa fare l’arte, la bellezza che salverà il mondo come diceva Dostoevskij, dove la bellezza è quella spirituale, quella che ognuno di noi può coltivare per rinascere, proprio come hanno fatto le donne del Carcere di Rebibbia. L’arte è un mezzo, un veicolo che ci libera e ci libra verso la speranza, quella che bisogna coltivare, nutrire con ogni pretesto, ogni giorno.
di Flavia Belladonna
asvis.it, 18 luglio 2025 Affrontare sovraffollamento, suicidi e reinserimento richiede politiche strutturali, coordinate e rispettose dei diritti fondamentali. Lo racconta chi le storie di fragilità e solitudine celate dietro alle sbarre le vive da vicino. Una ragazza di 17 anni che ha perso da poco la madre. Un forte legame con il padre. Una vita a scuola come tante. Poi, un giorno, una lite con la nuova compagna del padre mentre è in cucina. Riceve uno schiaffo. E d’istinto lei, con il coltello che ha in mano per cucinare, trafigge la donna. Poi il carcere. E il tentato suicidio. È la storia di Sofia, protagonista del film “Una figlia” di Ivano De Matteo, con Ginevra Francesconi e Stefano Accorsi.
di Gabriele Rosana
Il Messaggero, 18 luglio 2025 I cronisti Lattanzi e Maimone nel libro “Innocenti” analizzano i molti casi in cui si e sbagliato. Le vittime? 100 mila in 30 anni. Centomila persone. Quelle che entrano allo stadio per un derby, o che, se si tenessero per mano, formerebbero una catena umana da Roma a Napoli. Centomila persone finite in carcere ingiustamente. Innocenti ma detenute, in attesa di giudizio, spesso in condizioni disumane. Centomila persone in 30 anni, di cui soltanto un terzo saranno risarcite dallo Stato: molti non presentano nemmeno la domanda per ottenere l’indennizzo, perché non ne vogliono più sapere della loro vicenda o non hanno più i soldi per le pratiche.
di Manlio Pisu
Il Sole 24 Ore, 18 luglio 2025 Un lembo di terra a pochi chilometri dall’Elba, l’isola era stata scelta dai romani come luogo di esilio di lusso, poi trasformata in colonia penale illuminata, da sempre votata all’agricoltura. Oggi rimane un borgo affascinante e semiabbandonato, con un futuro tutto da scrivere. A partire da una mobilità sostenibile e selvaggia. C’è una perla nascosta in mezzo al Tirreno. È rimasta miracolosamente al riparo dai flussi turistici di massa, protetta dalla sua storia e dalla geografia. È talmente bassa sul livello del mare che a poche miglia di distanza non si riesce neanche a vederla. Fin dai tempi dei romani è stata luogo di esilio, di isolamento, sofferenza e reclusione. Ma è stata anche un granaio fiorente, centro di produzione agricola che regalava ogni ben di Dio, esportava vino, olio, pollame.
di Fabrizio Sinisi*
Il Domani, 18 luglio 2025 La dialettica destra-sinistra degli ultimi anni si può riassumere pressappoco così: da un lato qualcuno dice qualcosa di “scorretto”, e di là qualcun altro s’indigna. È un dispositivo semiautomatico, che va avanti a fasi alterne da una trentina d’anni. Un ingranaggio che, a guardarlo un po’ più dall’esterno, pare il più collaudato gioco delle parti, l’eterna declinazione della stessa scena. Al punto che questa sembra essere diventata l’unica vera formula della vita politica italiana: una pochade grottesca dove a identificare i personaggi non è l’ideologia o la rappresentanza, ma il modo di reagire a certe affermazioni.
di Lorenzo D’Avack
Il Dubbio, 18 luglio 2025 Come è stato anticipato dal Dubbio, sembra esserci ancora del tempo per ottenere dal Parlamento un testo sull’aiuto al suicidio medicalizzato, che possa, come richiesto dalla Corte costituzionale, riempire alcuni vuoti inevitabili della sentenza n. 242/2019. Il ddl più recente, presentato al Senato dai relatori Pierantonio Zanettin e Ignazio Zullo, si allontana dal disposto della Corte costituzionale, prevedendo nuove regole fondamentali: un comitato nazionale di valutazione, così da accantonare i diversi comitati etici regionali; la “privatizzazione” dell’aiuto al suicidio medicalizzato, così che il personale, strumenti e farmaci del servizio sanitario nazionale non saranno utilizzati per pratiche di aiuto al suicidio medicalizzato.
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 18 luglio 2025 La valanga non c’è stata. Il testo della maggioranza sul fine vita se la “cava” con circa 140 emendamenti, di cui oltre un centinaio da parte delle opposizioni. Il termine per presentarli è scaduto ieri alle 11, proprio nel giorno inizialmente cerchiato sul calendario per l’approdo in Aula al Senato. Che ovviamente slitta, e con ogni probabilità a settembre. Il Pd spererebbe di avviare la discussione nelle commissioni riunite Giustizia e Affari sociali prima della pausa estiva, per non perdere di vista l’obiettivo. Ma sarà l’ufficio di presidenza, la prossima settimana, a stabilire l’iter e i tempi.
di Giuliano Tortolano
L’Espresso, 18 luglio 2025 Il Governo non trova la quadra sullo ius scholae. Mentre l’opposizione non è unita dallo ius soli. Così la revisione delle norme del 1992 slitta un’altra volta. Come da tradizione parlamentare. Per come si è ingarbugliata la matassa, molto probabilmente sarà solo un tema elettorale delle prossime Politiche, saltando a piè pari l’ultimo tratto di legislatura. Dopo l’allineamento Giorgia Meloni-Antonio Tajani sulla “non priorità” dello ius scholae, appare particolarmente difficile che una nuova legge sulla cittadinanza possa essere approvata da questo Parlamento.
di Mario Giro*
Il Domani, 18 luglio 2025 Il pontefice è rimasto solo a parlare di pace con convinzione. Da Washington a Mosca, dal Congo a Gaza, da Kiev alle capitali europee, gli altri leader pare detestino l’ipotesi della pace, considerandola irrealistica o cercando di trarre vantaggio dal caos attuale. Papa Leone XIV insiste sul tema della pace. I nemici devono parlarsi - sostiene - e invita ad incontrarsi in Vaticano. Proseguendo nella tradizione della chiesa cattolica, il papa di Roma è l’unico leader globale a parlare di pace con convinzione. Gli altri leader pare detestino l’ipotesi della pace, considerandola irrealistica o cercando di trarre vantaggio dal caos attuale. Benjamin Netanyahu e Hamas esecrano la pace proseguendo nella spirale dell’odio che annienta Gaza e ora minaccia la Cisgiordania. Entrambi cadono nell’impotenza: alla fine nessuno vince.
di Fabio Marcelli*
Il Fatto Quotidiano, 18 luglio 2025 Sono ripartite le litanie ma la responsabilità dell’efficacia non è “del diritto internazionale”. Sono gli Stati, come il nostro, a rifornire di armi e appoggio politico chi compie reati. La situazione internazionale, col suo odioso corredo di guerre e genocidi, in un mondo apparentemente sempre più proiettato verso la catastrofe bellica definitiva e il conseguente ritorno all’Età della Pietra (copyright Albert Einstein), sta scatenando le consuete lamentose litanie sulla fine del diritto internazionale e sull’impossibilità della giustizia internazionale (di cui il 17 luglio si celebra la Giornata mondiale, ndr). Prima di pronunciare sentenze definitive e inappellabili, che solitamente si coniugano all’instaurazione di uno stato di frustrazione psicologica che spinge coloro che ne sono colpiti all’inazione, all’abbandono di iniziative politiche e giuridiche e alla contemplazione dei paradisi artificiali, occorre tuttavia riflettere attentamente sulla natura del diritto internazionale stesso.
di Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni
L’Espresso, 18 luglio 2025 Colloquio con John Burris, avvocato per i diritti civili. “Trump cavalca la furia giustizialista: riapre prigioni, allarga penitenziari e aumenta le detenzioni. Così la giustizia diventa un dramma sociale. E un business senza scrupoli: intorno alle carceri private ci sono interessi economici importanti, è una filiera da cui sono in molti a trarre profitto. Per questo vogliono che la gente continui a finire in gabbia”. In principio era il muro. Ora sono le sbarre. Nel secondo tempo di Donald Trump alla Casa Bianca, le carceri sono diventate il nuovo feticcio. Rinchiudere e ostentare i muscoli: la ricetta del “law and order” è servita ogni giorno alla base più intransigente del popolo Maga.
di Luca Celada
Il Manifesto, 18 luglio 2025 La testimonianza di Gabriel Valladolid, bracciante agricolo. “In questi giorni si raccoglie la lattuga. Un lavoro che spezza la schiena, non si ferma mai. Chi di voi con la previdenza sociale lo farebbe con questo caldo? Nessuno, ve lo dico io”. All’annuncio dello sciopero parliamo con Gabriel Valladolid, sulla cinquantina, scarponi da lavoro sporchi di fango (“ne vado orgoglioso”). Ci racconta i suoi 35 anni nei campi, la sua storia, antica come la terra riarsa dal sole della Central Valley, il paniere che sfama mezzo paese. La pianura che da sopra Sacramento scende fin sopra Los Angeles, 500 km irrigati intensivamente che sono la regione agricola più produttiva del paese.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 20 luglio 2025
Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)
56° Convegno nazionale SEAC: "Le pena e le leggi" (Bologna, 24 e 25 ottobre 2025)
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
CONCORSI E BANDI