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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di venerdì 6 giugno 2025

CARCERI

Carceri, la politica batta un colpo

di Gian Luigi Gatta, Cesare Parodi, Francesco Petrelli*

La Repubblica, 6 giugno 2025 Il sovraffollamento delle carceri ha raggiunto livelli intollerabili. Il 30 aprile scorso i detenuti erano 62.445, a fronte dei teorici 51.292 posti disponibili. Vi sono dunque almeno 11.153 persone detenute in più rispetto alla capienza regolamentare. È un problema che periodicamente si manifesta in modo critico. Dopo le misure emergenziali adottate durante la pandemia, il numero dei detenuti è cresciuto in modo considerevole. Nel 2020 erano infatti 53.363, cioè 9.000 in meno rispetto ad oggi. Continui interventi con i quali sono stati introdotti nuovi reati e nuove ostatività o aumentate le pene, come nel caso del d.l. sicurezza o del d.l. Caivano, promettono di aumentare l’entità del sovraffollamento.

 

Anm: “In un anno 1.200 detenuti in più, sovraffollamento intollerabile”

La Stampa, 6 giugno 2025

Nell’ultimo anno i detenuti sono cresciuti di quasi 1.200 unità e che la capienza inedia di un carcere è di 300 posti: solo per non aggravare il sovraffollamento occorrerebbe aprire 4 nuovi penitenziari all’anno. “Il sovraffollamento delle carceri ha raggiunto livelli intollerabili. Il 30 aprile scorso i detenuti erano 62.445, a fronte dei teorici 51.292 posti disponibili. Vi sono dunque almeno 11.153 persone detenute in più rispetto alla capienza regolamentare”. È quanto si legge nella lettera pubblicata da Repubblica e firmata dal presidente dell’Associazione italiana dei professori di diritto penale, Gian Luigi Gatta, dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Cesare Parodi, e dal presidente dell’Unione delle camere penali italiane, Francesco Petrelli.

 

Intervista a La Russa: “Restituire subito dignità ai detenuti”

di Mauro Bazzucchi

Il Dubbio, 6 giugno 2025 Il presidente del Senato insiste sulle carceri: “Di sovraffollamento si muore. Intollerabili le minacce agli avvocati sui social”.

Presidente Ignazio La Russa, qualche giorno fa lei, dopo aver ricevuto il deputato di Iv Roberto Giachetti e la presidente di Nessuno tocchi Caino Rita Bernardini, ha dichiarato in una nota di essere favorevole a una misura che, per un periodo limitato, aumenti gli sconti di pena già esistenti per i detenuti che abbiano avuto un comportamento irreprensibile. Ci può dire come si è fatta strada in lei questa presa di posizione?

 

“Santa Maria Capua Vetere, cure negate ai detenuti”. Ma è emergenza nazionale

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 6 giugno 2025 Interrogazione choc del Pd. Il caso, sollevato da “Sbarre di Zucchero”, approda in Aula grazie a Serracchiani ed altri deputati dem. Nel frattempo “Antigone” fotografa la drammatica realtà sanitaria del Paese. Un’interrogazione parlamentare mette nero su bianco quello che i detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere gridano da mesi, senza ricevere risposte. Il 29 maggio, Debora Serracchiani del Partito Democratico ha formalmente chiesto ai ministri della Giustizia e della Salute di intervenire, dopo aver ricevuto - tramite l’associazione “Sbarre di Zucchero” - una lettera firmata da numerosi ristretti della Casa circondariale “Francesco Uccella”.

 

“Il mio primo giorno in cella, uno choc che da cui non mi sono ancora ripresa”

di Alessandro Trocino

Corriere della Sera, 6 giugno 2025 Alcuni detenuti raccontano come è stato il primo giorno in carcere. La seconda puntata della serie “Voci dal carcere”. Con il tempo, il mondo di fuori diventa un ricordo impreciso, annebbiato. La vista si accorcia, mutilata da una parete nuda a due metri, una porta con blindo e un pezzo di cielo senza sole incorniciato da una grata. L’udito diventa prima ipersensibile, torturato da rumori metallici e porte blindate che sbattono, poi affetto da una sordità difensiva, mentre il silenzio diventa un ricordo lontano. L’odore di candeggina e di muffa si mischia con quello del cibo, cucinato a un metro dal cesso, e invade il corpo e il cervello. Le malattie psicologiche e fisiche verranno dopo.

 

GIUSTIZIA

Occorre separare le carriere tra opposizione politica e alzata di scudi demagogica

di Giuliano Ferrara

Il Foglio, 6 giugno 2025 Capisco molte delle obiezioni politiche e legislative al disegno di legge sulla Sicurezza approvato dalla maggioranza alle Camere con il voto di fiducia e le condivido. La definizione di nuovi reati, l’inasprimento delle pene, le nuove aggravanti hanno spesso, non sempre, il sapore di misure che puntano a un consenso facile e generico piuttosto che a un’efficienza dissuasiva e repressiva difficile. Questo governo di destra, che forse ci darà la separazione delle carriere tra accusa e difesa, un pilastro dello stato di diritto, un antidoto al giustizialismo, una pratica ovvia per il garantismo anglosassone, cioè il più avanzato nel mondo democratico e liberale, ha scelto di procedere, immagino anche per temperare i costi politici di una scelta che è liberale e di sinistra, una spolverata legislativa di securitarismo ...

 

La bufala sulla legalizzazione del “terrorismo di Stato” e il ruolo dei servizi segreti

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 6 giugno 2025 Parla Mario Mori. L’ex direttore del Sisde spiega perché non è vero che il decreto Sicurezza consentirà ai servizi di compiere un colpo di Stato, come denunciato dall’inedita coppia Boldrini-Renzi. E dice: “Gli agenti dei servizi devono poter agire agli alti livelli delle organizzazioni terroristiche”. “Per i servizi segreti un conto è avere all’interno di un gruppo terroristico o mafioso una fonte che è un semplice simpatizzante, insomma un picciotto di mafia. Ben altro conto è avere una fonte che partecipa alle riunioni della direzione strategica del gruppo. Cosa si vuole dai servizi? Che svolgano le loro operazioni fiancheggiando la costa, oppure che vadano al largo, cercando di capire a fondo come funzionano le organizzazioni terroristiche e mafiose?”.

 

Brusca, fine pena: perché giustizia non fa rima con vendetta

di Giovanni Tizian

Il Domani, 6 giugno 2025 La scarcerazione definitiva del mafioso che azionò la bomba di Capaci e sciolse nell’acido il piccolo Di Matteo ci mette di fronte a un bivio: vendetta o giustizia? Brusca si affiliò alla mafia nel 1976. Aveva solo 19 anni e già contava nel curriculum due omicidi. Un predestinato per il crimine, a tal punto da aver avuto come padrino nel rito di affiliazione Totò Riina in persona, il capo dei capi della mafia stragista. Insomma, se fosse il personaggio di un film, sarebbe il cattivo per antonomasia, di quelli che creano una forte repulsione. Eppure il nostro non è un set cinematografico, ma una società fondata sul diritto, con la Costituzione come faro a far luce nell’oscurità della barbarie.

 

La liberazione di Giovanni Brusca prova che lo Stato è più forte della vendetta

di Sergio Lima*

Il Fatto Quotidiano, 6 giugno 2025 La legge, per essere credibile, deve valere anche per chi ci ripugna. È questo il paradosso dell’essere giusti. La liberazione di Giovanni Brusca non è solo una eclatante - per quanto attesa - notizia di cronaca giudiziaria. È la riapertura di ferite mai rimarginate. È lo scontro tra memoria e sentimento collettivo e il diritto. È la durissima prova a cui siamo, tutti e tutte noi, sottoposti e sottoposte. Testimoniare che lo Stato, le sue leggi e il suo ordinamento, può essere anche più forte dell’istintivo desiderio di vendetta. Ma resta una verità scomoda, insopportabile per molti: il debito che Brusca ha con la Sicilia, e l’Italia tutta, non si può ripagare. Neppure con 500 ergastoli, uno per ogni chilo di tritolo fatto detonare a Capaci.

 

La riforma fallita di Bergoglio sulla mafia. Moralismo penale e divino vanno insieme, ma zoppi

di Maurizio Crippa

Il Foglio, 6 giugno 2025 Papa Francesco aveva promesso la scomunica per i mafiosi, ma la Chiesa si è fermata prima di passare ai fatti. Il caso Brusca rivela il fallimento di una riforma rimasta solo nelle intenzioni. Sempre con tutto il rispetto per Francesco buonanima, la faccenda della definitiva liberazione di Giovanni Brusca u verru per avere scontato interamente la pena - 25 anni in virtù dello sconto per i collaboratori di giustizia - costringe a riflettere anche sulla distanza incolmabile tra i proclami morali, e persino le minacciate scomuniche della Chiesa, e i loro esiti nella realtà effettuale. Lo stragista di Capaci, il boss che fece sciogliere nell’acido il bambino Di Matteo, il capomafia e poi collaboratore cruciale nella lotta ai clan è libero.

 

TERRITORIO

Roma. Detenuto di 27 anni trovato morto in carcere. Il Garante: “Non è un suicidio”

di Lorenzo Nicolini

romatoday.it, 6 giugno 2025 È stata disposta l’autopsia per accertarne le cause. A dare l’allarme il personale di polizia penitenziaria. Un detenuto di 27 anni è stato trovato morto in carcere a Roma. Lo scorso 4 giugno l’uomo stato trovato senza vita nel suo letto a Regina Coeli. “Non si è trattato di un suicidio, né aveva condizioni di salute note che potessero far temere un evento simile. È stata disposta l’autopsia per accertarne le cause”, ha reso noto Stefano Anastasìa, garante delle persone private della libertà della Regione Lazio. A dare l’allarme il personale di polizia penitenziaria. Secondo quanto appreso, da un primo esame del medico legale sul corpo del 27enne non sarebbero emersi segni di violenza o ferite riconducibili a una aggressione. L’ipotesi è quella di un malore fatale in carcere.

 

Genova. Dopo la rivolta in carcere ispezione ministeriale e inchiesta sullo stupro

di Marco Lignana e Stefano Origone

La Repubblica, 6 giugno 2025 Insieme al bilancio dei danni e degli agenti feriti, a Marassi è l’ora delle domande sui tre giorni di sequestro e abusi sul 18enne. Il giorno dopo la violenta rivolta dei detenuti nel carcere di Marassi per denunciare gli stupri e le sevizie subite per tre giorni da un detenuto 18enne da parte dei suoi compagni di cella, senza che nessuna guardia se ne accorgesse, si scatena il dibattito politico. Con il centrodestra che protegge l’operato della polizia penitenziaria e il centrosinistra che chiede la grazia per il giovane detenuto in carcere per una rapina di poco conto e un passato in una comunità. Ma non solo. La pace è ancora lontana nel carcere, perché la rivolta segna anche una spaccatura tra i vertici dell’istituto penitenziario e le guardie, e la prova sono le dichiarazioni del sindacalista ...

 

Genova. Un istituto da abolire, il carcere

di Agostino Petrillo

terzogiornale.it, 6 giugno 2025 “Celle come tombe, clima insopportabile”: così un anno fa il Garante regionale per i detenuti, Doriano Saracino, aveva denunciato le condizioni del carcere di Marassi a Genova, dove ieri (4 giugno) è scoppiata una rivolta poi rapidamente rientrata. Marassi ospita 684 detenuti rispetto a una capienza massima di 550 posti; 317 persone sono in attesa di giudizio definitivo, e la loro custodia in carcere è cautelare. Il tasso di sovraffollamento è del 130%. Da mesi, a Marassi, si sono succeduti episodi di violenza, pestaggi, stupri, in un clima arroventato dall’affollamento cronico delle celle.

 

Verona. Il calvario di una detenuta trans

di Beatrice Branca

Corriere di Verona, 6 giugno 2025 Chiede di essere assistita solo da donne. Il reclamo al tribunale di sorveglianza. Una detenuta di 38 anni si trova da febbraio in carcere a Montorio. In passato si è sottoposta a un intervento di transizione per essere considerata a tutti gli effetti una donna. La 38enne si trova in un regime di sorveglianza particolare e da mesi chiede di poter essere assistita solo dal personale femminile della polizia penitenziaria. Una richiesta che sarebbe rimasta inascoltata e che ha spinto i difensori a presentare un reclamo al tribunale di sorveglianza.

 

Roma. Nuova vita per un campo da calcio e corsi di aiuto allenatore

di Andrea Oleandri*

antigone.it, 6 giugno 2025 Il progetto ha contribuito a costruire percorsi di solidarietà e promuovere valori positivi tra i giovani della Comunità di accoglienza Ceis e i giovani dell’IPM Casal del Marmo a Roma grazie al calcio, sport di squadra capace di unire al di là delle difficoltà. L’iniziativa è stata resa possibile grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con CESVI, attraverso un programma di raccolta fondi che ha coinvolto cittadini, imprese e lo stesso Istituto bancario che ha partecipato attivamente al crowdfunding destinando un contributo di 2 euro per i prodotti acquistati dai clienti in modalità online.

 

Roma. Il calcio per insegnare ai giovani detenuti a fidarsi dell’altro

di Chiara Di Benedetto

Avvenire, 6 giugno 2025 Nuova vita per un campo sportivo e corsi di aiuto-allenatore per i ragazzi dell’Ipm di Casal del Marmo e per i giovani del Ceis, grazie al progetto “Squadra Dentro: sport e carcere”. È stato inaugurato oggi, 5 giugno, un nuovo campo da calcio, completamente ristrutturato, per i ragazzi reclusi nell’Istituto penale minorile di Casal del Marmo e per i giovani che frequentano il Centro Italiano di Solidarietà don Mario Picchi (Ceis). L’iniziativa è stata resa possibile grazie al progetto “Squadra Dentro: sport e carcere” dell’associazione Antigone che dal 1991 si occupa della tutela dei diritti dei detenuti, con la collaborazione della fondazione Cesvi (Cooperazione e sviluppo) e con il sostegno di Intesa Sanpaolo, attraverso il Programma Formula.

 

CULTURA

“L’amore in gabbia”, di Donatella Stasio

recensione di Paola Filippi

giustiziainsieme.it, 6 giugno 2025 Al convegno “Attorno a questo corpo dalle mille paludi”, titolo preso in prestito da un verso di Amelia Rosselli, sarà presentato il libro di Donatella Stasio “L’amore in gabbia”. In effetti tra le mille paludi attorno al corpo, la palude che, più di ogni altra, offre la plastica rappresentazione dell’impedimento al corpo è la palude simboleggiata dalla gabbia. Nel libro di Donatella Stasio la gabbia è un emblema così come un emblema è l’amore, quale rappresentazione unificante di plurime possibili interrelazioni salvifiche. Il saggio di Stasio è una rassegna sugli ostacoli al corpo: dalla restrizione nella cella di isolamento in cui viene rinchiuso Gianluca, ancora adolescente a Fossombrone, “venti ore al giorno in isolamento” ...

 

AFFARI SOCIALI

Questi referendum sono una prova di resistenza civile

di Franco Corleone

L’Espresso, 6 giugno 2025 Votare l’8 e 9 giugno significa riprendersi il diritto di scegliere. Contro censure, sfiducie e paure. L’8 e 9 giugno si gioca una grande partita della democrazia attraverso lo strumento del referendum. È stata una campagna difficile per la censura dei mezzi di informazione - scandalosa quella del servizio pubblico - e per il boicottaggio da parte dei partiti della maggioranza con l’invito a non votare. Prevarrà, sorprendentemente, la partecipazione popolare per fare dispetto a La Russa e al neo-vicesegretario leghista Vannacci e per affermare la volontà di decidere come cittadini? Oppure la sfiducia, lo scetticismo e la rassegnazione si confermeranno il nuovo dato antropologico di un Paese devastato?

 

Referendum, il fronte dei preti: “I partiti fanno propaganda invece di educare alla cittadinanza”

di Valentina Petrini

La Stampa, 6 giugno 2025 Tra i cassintegrati dell’ex Ilva e i disperati della Terra dei fuochi, sono i sacerdoti a informare sul voto: “Tocca a noi sopperire a questa mancanza”. “Hai sentito? - sussurra la moglie al marito -. Il prete sta dicendo che dobbiamo andare a votare”. Don Marco Crispino è parroco della chiesa San Giuseppe Moscati, quartiere Paolo VI. Domenica 18 maggio, messa della sera tra i palazzoni a schiera del quartiere nato negli anni Sessanta per far spazio alle famiglie degli operai del siderurgico ex Ilva nel periodo del boom economico.

 

Più Cpr, meno rimpatri: la macchina dei trattenimenti viola i diritti e non produce risultati

di Giulio Cavalli

Il Domani, 6 giugno 2025 I dati dell’Università di Bari dimostrano che nonostante le ingenti risorse investite nei Centri per il rimpatrio, il tasso di espulsioni continua a diminuire. Ma la permanenza prolungata nei centri continua a produrre atti di autolesionismo e somatizzazioni da detenzione forzata. Una politica fallimentare. C’è un dato che smonta l’apparato retorico sulla “linea dura” dei rimpatri. In Italia l’espulsione forzata è, nella maggioranza assoluta dei casi, un’operazione annunciata ma non eseguita. Lo certifica il rapporto Rimpatri forzati e pratiche di monitoraggio, frutto della ricerca empirica del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari, curato da Giuseppe Campesi, Elisabetta de Robertis e Francesco Oziosi.

 

ESTERI

Ricordate i “frugali” d’Europa? Hanno cambiato idea, per le armi

di Pietro Saccò

Avvenire, 6 giugno 2025 Gli italiani che ancora si ricordano dei “frugal four” difficilmente li rammentano con simpatia. Si erano guadagnati questo soprannome dei “frugali” quattro governi dell’Unione europea - quelli di Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia - che nel 2020, durante i negoziati per il bilancio dell’Ue per il 2021-2027, erano uniti nell’opporsi all’aumento dei contributi degli Stati al bilancio comune, indebolito dall’uscita del Regno Unito. Alfieri del rigore fiscale e della parsimonia dei conti pubblici, sempre sospettosi verso gli Stati più indebitati (come l’Italia), i “frugali” avevano provato - senza successo - anche a darsi il più nobile nome di Nuova Lega Anseatica, con un richiamo alla federazione delle città mercantili che aveva tenuto il monopolio del commercio tra il Baltico e il Nord Europa per quasi quattro secoli.

 

Il governo svedese si è accordato con l’Estonia per affittare 400 celle di un carcere estone

ilpost.it, 6 giugno 2025 È una misura voluta dall’estrema destra svedese per ridurre il sovraffollamento: non è la prima volta che si fa un accordo simile in Europa. I governi di Svezia ed Estonia hanno fatto un accordo per trasferire in un carcere estone fino a 600 detenuti dalla Svezia, con l’obiettivo di diminuire il sovraffollamento carcerario. L’accordo prevede che la Svezia affitti 400 celle nel carcere della città estone di Tartu, che in totale può ospitare 933 detenuti ma che oggi è vuoto per due terzi. Il testo deve ancora avere l’approvazione dei due parlamenti e in quel caso entrerà in vigore nel luglio del 2026. In Svezia il governo, di centrodestra, ha bisogno anche dei voti del Partito Socialdemocratico, di centrosinistra e all’opposizione, che per il momento non si è completamente opposto alla proposta, ma ha espresso molto scetticismo.

 

Medio Oriente. Senza giustizia, prevarrà la legge della giungla

di Alessandra Annoni, Micaela Frulli, Triestino Mariniello

Il Manifesto, 6 giugno 2025 Il 19 luglio 2024, la Corte internazionale di giustizia (Cig) ha reso un parere consultivo di importanza storica. Considerando le prassi e le politiche implementate da Israele in Cisgiordania, a Gerusalemme est e nella Striscia di Gaza come una grave violazione del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, del divieto di acquisizione territoriale con la forza e del divieto di segregazione razziale e apartheid, la Cig ha accertato l’illiceità dell’occupazione israeliana, affermando l’obbligo per lo Stato ebraico di smantellare le colonie e ritirare le proprie truppe “il più rapidamente possibile” - senza possibilità di invocare ragioni di sicurezza o la necessità di negoziare una pace duratura come giustificazione per il protrarsi dell’occupazione - e quello di riparare i danni causati, consentendo ai rifugiati palestinesi del 1967 di fare ritorno nelle proprie terre.

 

Medio Oriente. “Dietro le torture ai detenuti c’è una politica di Stato”

di Michele Giorgio

Il Manifesto, 6 giugno 2025 Intervista all’avvocata Nadia Daqqa. “Ho visitato la sezione sotterranea di Nitzan: i prigionieri vivono in celle minuscole, non sanno quando è giorno o notte, né sanno nulla di quanto avviene all’esterno”. Le migliaia di palestinesi di Gaza e Cisgiordania arrestate dopo il 7 ottobre 2023 rappresentano uno dei capitoli più critici della reazione di Israele all’attacco di Hamas. Abusi, torture, gravi privazioni ai danni dei prigionieri, in particolare quelli provenienti da Gaza, sono solo alcune delle accuse più frequenti rivolte a Tel Aviv, che ha allestito veri e propri campi di prigionia. Fondamentali per la diffusione delle notizie su quanto avviene nelle carceri sono gli avvocati israeliani e palestinesi. Noi abbiamo incontrato a Gerusalemme l’avvocata Nadia Daqqa.

 

DOCUMENTI

Ministero della giustizia. Statistiche su capienza delle carceri, detenuti presenti e condannati in area penale esterna

Conversione in legge del decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica

Radio Radicale. "La rivolta del carcere di Genova e il Decreto Sicurezza, intervista a Franco Corleone", di Lanfranco Palazzolo

Radio Carcere, di Riccardo Arena: "Bellizzi Irpino? Nelle celle ci viviamo anche in 6 o in 8 detenuti. E' un lager non un carcere"

Articolo: "Un quadro architettonico dopo la visita alla Casa Circondariale di Ivrea", di Cesare Burdese

 

APPUNTAMENTI DI RISTRETTI

Registrazione Giornata conclusiva progetto "A scuola di libertà. Carcere e scuole: educazione alla legalità"

 

APPUNTAMENTI 

Convegno di Giustizia Insieme. "Attorno a questo corpo dalle mille paludi" (Roma, 6 giugno 2025)

Convegno nazionale AIPDP "La rieducazione tra pena e riparazione (Pisa e Gorgona-LI, 6-7 giugno 2025)

Convegno. "50 anni dalla legge sull'ordinamento penitenziario: bilanci e prospettive" (Cagliari, 6 e 7 giugno 2025)

La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino all'8 giugno 2025

Incontro-dibattito: "Le due città. Spazi di detenzione capaci di ganatire un equilibrio tra sicurezza e riabilitazione" (Torino, 9 giugno 2025)

Incontro di formazione: "Vittime e autori di reato nella violenza di genere" (Roma, 10 giugno 2025)

Convegno. "Trasformare la pena. Formazione per la rieducazione e il reinserimento lavorativo" (Torino, 10 giugno 2025)

Incontro-dibattito. "Diritto e clemenza: che fare per il carcere?" (Roma, 11 giugno 2025)

Incontro-dibattito. "Dentro le mura, fuori dalla giustizia. Decostruire la narrazione della pena e immaginare un futuro oltre il carcere" (Genova, 13 giugno 2025)

Spettacolo teatrale e tavola rotonda: "Il ruolo della giustizia riparativa nel recupero relazionale" (Padova, 14 giugno 2025)

Convegno. "Il lavoro apre le porte opportunità economiche e sociali" (Casa di Reclusione Milano Opera, 17 giugno 2025)

Seminario. "Recidiva zero. Studio, lavoro e formazione in carcere e fuori dal carcere - II edizione" (Roma, 17 giugno 2025)

Presentazione libro: "Respiro. Il carcere oggi tra condanna e riscatto", di Luisa Bove (Milano, 19 giugno 2025)

Convegno. "Esecuzione penale e ordinamento penitenziario: 1975-2025, tra norme, riforme, di ritti e realtà" (Roma, 20 giugno 2025)

Incontro-dibattito. "Non ci sono poteri buoni: Fabrizio De Andrè e il potere giudiziario" (Livorno, 20 giugno 2025)

Serata di presentazione del giornale "Mabul", con partita di calcio e spazi di discussione (Milano, 5 luglio 2025)

Convegno. "Sfide e opportunità dell’apprendimento in carcere: riflessioni a partire dalla didattica della matematica" (Bologna, 11 e 12 settembre 2025)

Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)

 

PODCAST

"La Battitura". Un morto che si riveste da solo, le chiavi del carcere in mano ai detenuti, telecamere cieche. E' il 9 marzo 2020, l'Italia è chiusa per covid, i penitenziari ribollono

"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)

  

CONCORSI  E BANDI

Associazione Museo Nazionale del Cinema. Concorso nazionale "LiberAzioni Festival 2025" (Scadenza 15 giugno 2025)

Associazione Artisti Dentro: premio "Pittori Dentro" (Scadenza 20 giugno 2025)

Concorso Internazionale di Scrittura Femminile Città di Trieste. Sezione dedicata ai racconti scritti dalle donne detenute (Scadenza 30 giugno 2025)