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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 4 giugno 2025
di Giovanni Negri
Il Sole 24 Ore, 4 giugno 2025 Giudicato illegittimo il termine di sole 24 ore per l’impugnazione. Colpito il diritto di difesa, nuovo limite di 15 giorni ma non vale per il pm. Contrasta con il diritto di difesa un termine di sole 24 ore a disposizione della persona detenuta per impugnare il diniego a una richiesta di permesso. Lo afferma la Corte costituzionale con la sentenza n. 78 depositata ieri e scritta da Francesco Viganò. Accolta la questione di legittimità sollevata dal tribunale di sorveglianza di Sassari.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 4 giugno 2025 Quando un reclamo parte da dentro le mura del carcere, le ore scandiscono non solo il passare del tempo, ma il confine tra un diritto e la sua negazione. La sentenza numero 78/ 2025 della Corte costituzionale pone l’accento proprio su questa linea sottile: il termine di ventiquattro ore entro cui un detenuto può presentare reclamo contro il diniego di un permesso di necessità è risultato “troppo breve” per rispettare il diritto di difesa sancito dall’articolo 24 della Costituzione. La Corte ha così dichiarato incostituzionale il terzo comma dell’articolo 30-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, imponendo al legislatore di allargare da ventiquattro ore a quindici giorni il termine per proporre reclamo.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 4 giugno 2025 In Aula al Senato senza relatori, respinte le pregiudiziali e bypassate le commissioni. “Avete scambiato il Senato per una succursale di Palazzo Chigi?”, urla l’esponente dell’opposizione senza più parole di fronte al passaggio lampo imposto al Senato dal governo Meloni sul decreto Sicurezza. La domanda è retorica, la risposta viene da sé. Il testo arriva infatti all’ora di pranzo nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia e dopo neanche un’ora, interrotto l’esame e saltato a piè pari il voto del pur ridotto numero di emendamenti presentati dalle opposizioni, alle cinque della sera il provvedimento viene rimbalzato in Aula senza neppure il mandato al relatore.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 4 giugno 2025 In Commissione gli emendamenti non sono neppure stati letti. Stamattina può arrivare il voto di fiducia. “Imperio intollerabile”, “forzatura gravissima”, “Parlamento come succursale di Palazzo Chigi”: sono solo alcune delle espressioni pronunciate ieri dalle opposizioni nell’Aula del Senato per descrivere quanto accaduto in merito al Dl sicurezza. In pratica il provvedimento, approvato la scorsa settimana alla Camera dei deputati dopo che il governo aveva posto la fiducia, è sbarcato ieri a Palazzo Madama in maniera alquanto singolare: le commissioni Affari costituzionali e Giustizia sono state convocate alle 13 per iniziare l’esame della legge di conversione del decreto; alle 15 è stato posto il termine per la presentazione degli emendamenti; alle 16 i commissari senatori sono stati riconvocati ...
di Errico Novi
Il Dubbio, 4 giugno 2025 C’è il rischio che il decreto Sicurezza finisca nel nulla della stroncatura per incostituzionalità? “Sì, un rischio c’è, perché i requisiti di necessità e urgenza sono indicati, nella nostra Costituzione, in modo da non poter assimilare la Repubblica italiana al presidenzialismo francese, tanto per intenderci”. Mario Esposito, ordinario di Diritto costituzionale all’Università del Salento, aiuta il Dubbio a decifrare l’ombra che incombe sul provvedimento dei record. Il testo varato lo scorso 4 aprile in Consiglio dei ministri sta per essere definitivamente convertito in legge grazie alla procedura super- accelerata di Palazzo Madama, ma potrebbe essere viziato in radice da illegittimità costituzionale, e stroncato quindi dalla Consulta.
di Paolo Frosina
Il Fatto Quotidiano, 4 giugno 2025 Solo il decreto Sicurezza ha introdotto 22 nuove fattispecie penali scavalcando il Parlamento: il contrario delle depenalizzazioni promesse da Nordio a inizio mandato. Undici nuovi reati e 11 aggravanti, totale 22. È il numero “ufficiale” di modifiche alla legge penale introdotte dal decreto Sicurezza, il provvedimento-bandiera approvato a inizio aprile in Consiglio dei ministri. Un profluvio di nuove fattispecie che si va ad aggiungere alle altre sei contenute in decreti legge precedenti, per un totale complessivo di ben 28 interventi in materia penale realizzati dal governo Meloni scavalcando il Parlamento.
di Gian Antonio Stella
Corriere della Sera, 4 giugno 2025 La scelta contestatissima di volere a tutti i costi inquadrare nel decreto sicurezza come un reato penale “anche le condotte di resistenza passiva” è insensata. “Con questo gesto sto scuotendo le fondamenta dell’Impero britannico”. Mette i brividi rivedere oggi il video in bianco e nero del 6 aprile 1930 nel quale Gandhi, dopo una marcia di ventiquattro giorni partita con 78 seguaci da Ahmedabad (a nord di Bombay) e conclusa con un fiume umano di decine di migliaia di partecipanti nel villaggio costiero di Dandi, afferra un pugno di fango salato dicendo quella frase destinata a diventare celeberrima: “I am shaking the foundations of the British Empire”.
di Sergio Segio
Il Manifesto, 4 giugno 2025 Il decreto Piantedosi, che ha già ottenuto il voto di fiducia della Camera, è stato definito “fascistissimo” a rimarcarne intenti ed effetti che superano persino il codice Rocco. Mitridatizzati da un ventennio di enfatizzazione della “sicurezza”, sorretta dalla retorica bipartisan di una “cultura della legalità” declinata in chiave di ordine pubblico e di populismo penale, rischiamo infatti di non cogliere appieno l’involuzione autoritaria imposta dall’attuale governo. A differenza dei precedenti (utilmente riepilogati da Livio Pepino: Maroni, 23 febbraio 2009, n. 11; Minniti, 17 febbraio 2017 n. 13 e 20 febbraio 2017, n. 14; Salvini, 4 ottobre 2018, n. 113 e 14 giugno 2019, n. 53; Lamorgese, 21 ottobre 2020, n. 130), l’attuale decreto sicurezza (11 aprile 2025, n. 48), ora al Senato, si inscrive con maggiore coerenza ed evidenza in un progetto di forzatura costituzionale e della democrazia.
di Pino Corrias
vanityfair.it, 4 giugno 2025 In tv, sui giornali e sui social spopola il delitto di Garlasco. Nel frattempo, il ministro Carlo Nordio porta avanti le sue riforme. Mentre sullo schermo collettivo lampeggiano le luci stroboscopiche del caso di Garlasco con effetti stordenti su di noi sollecitati a partecipare da mesi al selvaggio tribunale delle illazioni pubbliche, delle verità controverse, degli indizi mai del tutto veri, mai del tutto falsi, dei colpevoli dell’omicidio di Chiara Poggi che diventano innocenti e viceversa, dei testimoni che ricordano e poi dimenticano, delle impronte che compaiono e scompaiono, procede in parallelo lo smantellamento della Giustizia. Quella vera.
Il Dubbio, 4 giugno 2025 Un 30enne è morto a Pescara, in ospedale al Santo spirito, per un arresto cardiaco. Il ragazzo sarebbe stato portato ieri mattina alle 11 in questura, sempre a Pescara, perché coinvolto poco prima in un alterco in strada, per aver opposto resistenza a pubblico ufficiale, motivo per cui sarebbe stato necessario l’uso del taser. Una volta condotto nelle camere d’attesa per compiere gli atti di polizia giudiziaria, il 30enne ha accusato un malore ed è stato dapprima soccorso sul posto dal 118 e poi trasportato in ospedale per le manovre di rianimazione che non sono bastate per impedire il decesso.
di Paola Iandolo
ottopagine.it, 4 giugno 2025 Il 27 giugno inizierà il processo per i dieci imputati accusati di tentato omicidio. Paolo Piccolo, il 26enne picchiato è stato trasferito nel centro di riabilitazione Don Gnocchi di Sant’Angelo dei Lombardi, specifico per le sue condizioni di salute. i familiari il 22 maggio scorso hanno organizzato una protesta civile davanti all’ospedale Moscati di Avellino, per chiedere cure adeguate per il loro congiunto ridotto in fin di vita e che versa, ormai da mesi, in uno stato vegetativo all’ospedale Moscati di Avellino. Affianco ai familiari di Piccolo, anche Carlo Mele e il legale della famiglia, Costantino Ciardiello.
di Carlo Antonio Di Vece
torinocronaca.it, 4 giugno 2025 Le vittime furono nove detenute e due agenti di custodia. A causare le fiamme il rogo di trecento materassi altamente infiammabili. Ivana, Rosa, Paola, Lauretta, Lidia, Morsula, Ediita, Beatrice e Radica. Questi i nomi delle nove detenute che, il 3 giugno 1989, persero tragicamente la vita nell’incendio della sezione femminile del carcere Lorusso e Cutugno di Torino, soffocate dai fumi tossici presenti nel settore. Insieme alle ristrette, anche Rosetta e Maria Grazia, due agenti di custodia, morirono nel drammatico incidente. A distanza di 36 anni dalla tragedia, il ricordo delle 11 donne è ancora vivo, nella speranza che gli incidenti nelle carceri italiani diminuiscano, infatti sono ben 31 quelli accaduti a partire dal 2025 ad oggi.
di Elisa Barresi
ilreggino.it, 4 giugno 2025 Un vertice inedito per costruire un sistema penitenziario più equo, trasparente e rispettoso dei diritti di tutti guardando alle emergenze e le richieste che arrivano da “dentro le mura”. Per la prima volta in Calabria, si è tenuto un incontro ufficiale tra la Garante regionale dei diritti delle persone private della libertà personale, avvocato Giovanna Russo, e le sigle sindacali della Polizia Penitenziaria. L’incontro ha segnato l’inizio di un dialogo costruttivo volto a migliorare le condizioni di lavoro degli agenti e la tutela dei diritti dei detenuti.
di Claudia Milani Vicenzi
ilgiornaledivicenza.it, 4 giugno 2025 Un altro progetto punta a trovare nuovi spazi per i detenuti in permesso con le famiglie. Quattro incontri: un’opportunità formativa “per poter agire in modo più consapevole e quindi incisivo”. Il carcere Del Papa, che secondo l’ultimo rapporto di Antigone a fine aprile contava 357 detenuti (un sovraffollamento ormai cronico visto che la capienza sarebbe di 276) ha bisogno di volontari. Ecco dunque che sta per partire un percorso formativo rivolto sia a chi già dedica del tempo ai detenuti sia a chi vorrebbe farlo in futuro. Un servizio all’interno della struttura ma non solo: anche nella grande rete che agisce all’esterno. A promuoverlo il cappellano don Gigi Maistrello, con la collaborazione della garante dei detenuti Angela Barbaglio e il magistrato di sorveglianza Michele Bianchi.
di Viola Mancuso
gnewsonline.it, 4 giugno 2025 La Casa circondariale di Locri ha ospitato un intenso momento di preghiera e riflessione ecumenica, rivolto alla popolazione detenuta. L’incontro, promosso dal cappellano don Crescenzo Demizio con il sostegno dell’area educativa e della Polizia Penitenziaria, ha visto la partecipazione di rappresentanti di diverse confessioni religiose, a testimonianza di un cammino condiviso di fede e umanità. Tra i presenti, don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani delle carceri italiane, il monaco ortodosso del Monastero di San Giovanni Theristis di Bivongi e padre Enzo Chiodo, delegato diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso.
di Valentina Casilli
salentonews.com, 4 giugno 2025 Un viaggio intimo e vibrante ha preso vita sabato scorso sul palco delle Manifatture Knos, in uno spettacolo musicale che ha saputo fondere in maniera raffinata e profonda composizioni originali per quartetto d’archi, movimento scenico e parole. Il risultato è stato un’esperienza immersiva, capace di toccare corde emotive sottili e universali. Lo spettacolo, ideato e diretto dal giovane regista e musicista Andrea Scardigno, si configura come un racconto di autentici momenti di vita: una crisi, una lotta, una resa. Il pubblico è stato accompagnato in questo percorso da una scrittura musicale intensa, eseguita dal vivo da un quartetto d’archi che ha saputo evocare fragilità e slanci interiori, tensioni e aperture.
di Lorenzo Solaini*
La Nazione, 4 giugno 2025 Lorenzo Solaini, alunno della 5^H dello Scientifico, racconta le voci dei detenuti dopo l’esperienza vissuta con il progetto scolastico “Dietro le sbarre”. Nel carcere non si vive. Si resiste - affermano i detenuti -. Il tempo qui non è scandito da orologi, ma da sbarre che si chiudono, chiavi che girano, e passi pesanti che risuonano nei corridoi come tamburi di guerra. Chi sta fuori si immagina la galera come un luogo di punizione, rieducazione, recupero. Ma chi è dentro sa che è solo un luogo dove finiscono quelli che hanno fatto qualcosa di troppo”.
di Emanuela Mortari
genova24.it, 4 giugno 2025 Una giornata di sport all’interno della Casa circondariale con l’iniziativa della Uisp. I detenuti: “Una volta usciti purtroppo resta il marchio, dateci una possibilità”. “Mi piace correre, allenarmi, è divertente, lo facevo anche in Senegal” Moussa Thiam è di poche parole, ma gli occhi dicono tutto. Ha appena vinto una gara podistica speciale, tre giri nel carcere di Marassi con una piccola deviazione anche fuori dalle mura della casa circondariale: è la Vivicittà Porte Aperte, iniziativa storica dell’Uisp nazionale che a Genova è organizzata dal 2012 con qualche stop a causa della pandemia. “Nella vita ho fatto solo il buttafuori, ora lavoro qui, in cucina”. Il qui è il carcere di Marassi dove Moussa Thiam è detenuto.
Il Riformista, 4 giugno 2025 Il calcio come veicolo concreto di solidarietà, di inclusione e di speranza. È con questo spirito che lo scorso 30 maggio, presso il carcere di Rebibbia Nuovo Complesso, è andata in scena la partita tra la Sezione di Roma dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati e una rappresentativa di detenuti dell’istituto penitenziario. L’iniziativa si è svolta nell’ambito del progetto “Gioco di squadra”, nato dall’attività dell’Osservatorio Nazionale sulle Carceri (Onac) dell’AIGA patrocinato dalla S.S. Lazio.
di Enrico Sbriglia
Ristretti Orizzonti, 4 giugno 2025 Il 18 giugno, presso il Circolo della Stampa di Trieste, Corso Italia, n. 13, alle 17:30, l’Osservatorio Internazionale sulla Legalità di Trieste presenterà il libro, di cui ho curato l’edizione, 44 Quarantaquattro 44- La consapevolezza dei diritti in carcere. L’esito di una ricerca, condotta in quattro carceri, Trieste, Gorizia, Pesaro e Modena, probabilmente la prima in Europa, con la quale si chiede alle stesse persone detenute di descrivere quali e cosa siano i diritti umani, politici, civili...in due dei quattro istituti vi erano state, precedentemente, delle rivolte violente, con la morte di detenuti.
AFFARI SOCIALI
di Vincenzo Vita
Il Manifesto, 4 giugno 2025 Se si scrutano con certosina pazienza i dati resi dallo storico Osservatorio di Pavia sulla copertura radiotelevisiva dei referendum, forse si potrebbe trarne qualche auspicio favorevole. Intendiamoci. Siamo a livelli percentuali solo appena più alti di quelli in precedenza pubblicati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (9 aprile-10 maggio 2025). Qualcosa, insomma è migliorato. Pochissimo, però. Ma davvero un’inezia, anche se la collocazione negli ultimi giorni sulla Rete 1 del servizio pubblico delle tribune certamente si è rivelato utile. Vanno persino decorosamente in generale proprio le tribune, che potrebbero -se ripensate adeguatamente- riacquisire ruolo e centralità.
di Gianfranco Pasquino*
Il Domani, 4 giugno 2025 Con tutti i condizionamenti esistenti, spetta agli elettori e ai loro rappresentanti eletti cercare di sventare i più o meno sottili tentativi di restringimento della democrazia. Anche se in democrazia si presenteranno altre opportunità, meglio cominciare già dalla occasione offerta dagli imminenti referendum dell’8 e 9 giugno. Il referendum costituzionale non ha quorum. Pertanto, la sua validità non dipende dalla percentuale di votanti, dalla partecipazione al voto della maggioranza assoluta degli aventi diritto. I costituenti ritennero che, dopo due letture del testo in entrambe le camere a distanza di almeno tre mesi, gli elettori avessero/avrebbero acquisito informazioni sufficienti per esprimere, o no, il loro voto.
di Antonio Polito
Corriere della Sera, 4 giugno 2025 Tutte le posizioni sono legittime. Ma la premier ha scelto la via di fuga. Bisogna però intervenire su uno strumento in crisi. Immaginiamo per un attimo che gli italiani decidano in massa di seguire l’indicazione della loro presidente del Consiglio. Che quindi domenica si mettano in fila ai seggi, salutino presidenti e scrutatori, forniscano il documento d’identità e poi voltino le spalle rifiutando le cinque schede referendarie. Sarebbe serio? Sembreremmo un popolo vagamente schizofrenico. Basterebbe insomma prendere in parola Giorgia Meloni per capire che stavolta non va presa in parola. E questo non è mai un buon risultato per un primo ministro.
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 4 giugno 2025 Ancora una fumata nera nel Comitato ristretto del Senato: se ne riparla la settimana prossima. Bazoli (Pd) abbandona la riunione: “Basta teatrino”. E Fratelli d’Italia rilancia sul ruolo del servizio sanitario nazionale. Il testo che non c’è sul fine vita galleggia ancora nel mare increspato del Comitato ristretto al Senato. Dove si procede per piccoli passi, una fumata nera dietro l’altra, alla ricerca di un punto di partenza, prima che di un approdo. L’obiettivo dichiarato dalla maggioranza è arrivare in Aula il 17 luglio con un disegno di legge “condiviso”. Ma il tempo stringe, e un accordo, di fatto, è lontano: sia con le opposizioni, sia dentro il centrodestra.
di Emilio Minervini
Il Dubbio, 4 giugno 2025 La Corte Ue ribalta le accuse a carico di una donna che aveva cercato di portare con sé due bambine in fuga. “Il cittadino di un paese terzo che entra illegalmente nell’Unione europea non può essere sanzionato per favoreggiamento dell’ingresso illegale per il solo fatto di essere accompagnato dal figlio minorenne”. Ha deciso così la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza C- 460/ 23. La parola spetta ora ai giudici del Tribunale di Bologna, che dovranno decidere rispettando l’interpretazione della Corte. Ventisette agosto 2019, Bologna, il sole batte sulla rovente pista di atterraggio dell’aeroporto Guglielmo Marconi. Una donna, accompagnata dalla figlia di 8 anni e dalla nipote di 13, scende lentamente la scaletta dell’aereo che da Casablanca le ha condotte al capoluogo emiliano.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 4 giugno 2025 La denuncia dell’avvocato dell’uomo e di due deputate Pd. Quando lo hanno deportato nel Cpr di Gjader aveva subito manifestato problemi psichiatrici. Dieci giorni più tardi, il 19 maggio scorso, ha ingoiato dei pezzi di vetro “in segno di protesta”. Così il suo avvocato Gennaro Santoro ha chiesto una visita per certificare “l’idoneità alla vita in comunità ristretta”, ovvero l’esame medico necessario ad autorizzare il trattenimento. Dopo vari ritardi burocratici la Commissione presieduta dall’Usmaf - gli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera che fanno capo al ministero della Salute - ha finalmente stabilito che si trattava di un soggetto a rischio. Là dentro non doveva stare. Siamo al 28 maggio ma il giorno precedente il 32enne algerino, arrivato in Italia da minorenne, era già stato imbarcato su un aereo: dopo uno scalo a Roma lo hanno riportato ad Algeri.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
Convegno. "L’Università in carcere: lo studio come riscatto" (Roma, 4 giugno 2025)
Convegno. "Cure senza confini. Sfide e innovazioni in sanità penitenziaria" (Bologna, 5 giugno 2025)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino all'8 giugno 2025
Incontro di formazione: "Vittime e autori di reato nella violenza di genere" (Roma, 10 giugno 2025)
Incontro-dibattito. "Diritto e clemenza: che fare per il carcere?" (Roma, 11 giugno 2025)
Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
CORSI E MASTER
CONCORSI E BANDI
Associazione Artisti Dentro: premio "Pittori Dentro" (Scadenza 20 giugno 2025)