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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di giovedì 26 giugno 2025

CARCERI

“Riscrivere il reato di tortura”. L’opa di Salvini sulla Polizia penitenziaria

di Eleonora Martini

Il Manifesto, 26 giugno 2025 Dopo il dl Sicurezza, il leader leghista promette mano libera agli agenti penitenziari. Suicida un 22enne migrante detenuto. Agente arrestato per molestie su un minorenne. La nuova “missione della Lega” sarà “rivedere, circoscrivere, definire il reato di tortura”. Matteo Salvini alza il tiro ancora più in alto, questa volta. Sei mesi fa ha tentato di inserire uno scudo penale per le forze dell’ordine all’interno del ddl Sicurezza. Poi, mentre il ddl diventava decreto, ha tentato di superarlo a destra presentando alla Camera una proposta di legge che, invece di coprire solo parte delle spese legali, prevede direttamente il gratuito patrocinio per gli agenti accusati di misfatti durante il servizio.

 

Sotto attacco il sistema dei diritti umani

di Patrizio Gonnella*

Il Manifesto, 26 giugno 2025 Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha preannunciato che, allo scopo di permettere alla Polizia penitenziaria di fare il proprio lavoro nelle migliori condizioni possibili, il reato verrà circoscritto. La tortura è un crimine contro l’umanità. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha preannunciato che, allo scopo di permettere alla Polizia penitenziaria di fare il proprio lavoro nelle migliori condizioni possibili, verrà circoscritto il reato di tortura. Prepariamoci a una larga, intensa, radicale opposizione sociale, culturale, giuridica, politica. Mettere mano al crimine di tortura significa bloccare i processi in corso, a partire da quello che si sta svolgendo nell’aula bunker di S. Maria Capua Vetere per le violenze commesse in carcere nel 2020 e di cui tutti abbiamo potuto vedere le immagini.

 

L’Italia tradisce le vittime di tortura

di Gianfranco Schiavone

L’Unità, 26 giugno 2025 Con trent’anni di ritardo rispetto agli obblighi dati dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, i trattamenti e le punizioni crudeli, inumani o degradanti approvata dall’Assemblea generale nel 1984 - appena nel 2017 l’Italia ha introdotto nel proprio codice penale il reato di tortura, mentre è del gennaio 2021 la prima sentenza di condanna per atti di tortura, emessa da un Tribunale italiano nei confronti di un agente della polizia penitenziaria che nel 2017 aveva torturato un uomo detenuto nel carcere di Ferrara. Va tuttavia ricordato che in precedenza l’Italia fu condannata dalla Corte europea dei diritti umani per le torture commesse nel centro di Bolzaneto a Genova nel 2001 e per quelle commesse nei confronti di due detenuti nel carcere di Asti nel 2004.

 

Rivolta nell’ufficio del Garante nazionale: “Per i detenuti non fa nulla”

di Angela Stella

L’Unità, 26 giugno 2025 Dopo lo storico avvocato Passione, si dimettono le colleghe Brucale e Calcaterra e lo psichiatra Rossi, ma altri esperti sono pronti a lasciare. “Mancanza di terzietà, niente più visite a sorpresa in carcere e neppure la relazione al Parlamento”. È fuga di avvocati ed esperti dalla lista di consulenti del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (Riccardo Turrini Vita, Irma Conti, Mario Serio). Dopo quelle di Michele Passione, sono arrivate le dimissioni anche di altri professionisti. Com’è noto il 9 giugno, Mimmo Passione, storico avvocato del Garante, ha comunicato la rinuncia al proprio mandato: alla base della decisione ci sono le crescenti difficoltà riscontrate nell’ottenere il riconoscimento del proprio lavoro, nonché una diminuita attenzione alla dignità delle persone ristrette da parte di chi ha istituzionalmente la responsabilità della loro custodia e tutela.

 

Il Garante necessario

di Giunta e Osservatorio Carcere dell’Unione Camere Penali Italiane

camerepenali.it, 26 giugno 2025 La soggettività ideologica dei singoli componenti del collegio del Garante Nazionale dei diritti delle Persone private della Libertà non può diventare il grimaldello per cancellarne le funzioni di pubblico difensore dei diritti dei detenuti. Se il “Garante Nazionale dei diritti delle Persone private della Libertà” avverte la necessità di stilare un comunicato per spiegare che la sua partecipazione in giudizio a sostegno delle ragioni dei detenuti, vittime di condotte violente perpetrate loro all’interno delle carceri, proseguirà anche con altri legali, dopo la rinuncia dell’Avv. Michele Passione, probabilmente non c’è molto da stare sereni.

 

Un Garante è per sempre

di Vito Daniele Cimiotta

terzultimafermata.blog, 26 giugno 2025 La tutela dei diritti delle persone private della libertà personale rappresenta una delle sfide più delicate e urgenti per ogni democrazia. In Italia, questo compito fondamentale è affidato al Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà: un organo indipendente e permanente, chiamato a vigilare sulle condizioni di detenzione e a prevenire abusi che ledano la dignità umana. Il principio è chiaro e imprescindibile: un Garante è per sempre. Non si tratta di un ruolo temporaneo o soggetto a logiche politiche contingenti, bensì di un presidio stabile e continuo, perché i diritti umani non ammettono sospensioni né scadenze.

 

GIUSTIZIA

Premierato e giustizia in pausa: tensioni nel centrodestra

di Luciana Cimino

Il Manifesto, 26 giugno 2025 La cosiddetta, dagli esponenti della maggioranza, “accelerazione sulle riforme costituzionali” è finita con una brusca frenata. I due provvedimenti simbolo del governo, premierato e separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e inquirenti, sono stati espunti dal calendario dei lavori di Montecitorio. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo della Camera, scatenando le opposizioni che vedono in questo rinvio la conferma delle tensioni interne al centrodestra.

 

Carriere separate, si riparte a settembre. “Questioni tecniche”

di Valentina Stella

Il Dubbio, 26 giugno 2025 Dietro al rinvio della discussione sulla riforma della separazione delle carriere prevista nell’Aula della Camera a luglio non c’è alcuna questione politica. Lo assicurano fonti di Via Arenula che spiegano che dietro la cancellazione della modifica all’ordinamento giudiziario dal calendario del prossimo mese esiste solo un tema tecnico: ossia la necessità di convertire dei decreti legge. Sparita dal calendario anche la riforma del premierato, questa sì politicamente più difficile da gestire nella maggioranza. Quest’ultima ed il governo “sono un po’ vittime di loro stessi, con otto decreti legge, che è la modalità ormai di legiferare e che di fatto segna come deve essere il calendario”, ha detto Chiara Braga, capogruppo del Partito democratico alla Camera, al termine della conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

 

La pericolosa riforma della giustizia e la trasfigurazione dell’identità costituzionale

di Anna Mastromarino

linkiesta.it, 26 giugno 2025 Il disegno di legge presentato dal governo per modificare l’assetto del potere giudiziario accentrerebbe il potere dei pubblici ministeri nelle mani dell’esecutivo. Ma la nostra Costituzione è pensata in opposizione a qualunque forma di concentrazione del potere. Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulla questione mediorientale, nel nostro Parlamento è approdato per la seconda deliberazione il disegno di legge costituzionale intitolato “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare”. Di cosa si tratta? Riformulo: nei giorni scorsi è approdato in Parlamento per essere votato per la seconda volta, come prescrive la Costituzione, il disegno di legge presentato dal governo per modificare l’assetto del potere giudiziario in Italia.

 

Nessuno scudo penale per gli agenti. O forse sì

di Valentina Stella

Il Dubbio, 26 giugno 2025 L’interrogazione di Lega e Fdi al ministro Nordio: “Intervenire in caso di uso legittimo delle armi”. Niente scudo penale per le forze dell’ordine ma forse anche sì. Ieri nell’Aula della Camera il ministro della giustizia Carlo Nordio, rispondendo a due interrogazioni presentate da Fratelli d’Italia e Lega, ha detto: “Nel codice di procedura penale questo istituto dell’informazione di garanzia, che è atto dovuto con conseguente iscrizione nel registro degli indagati, va cambiato, va mutato. La nostra intenzione è quella di intervenire nel senso che qualora si profili uno stato di necessità o di uso legittimo delle armi, cioè di scriminante, non sia necessario, anzi non si debba iscrivere la persona nel registro degli indagati.

Il diritto di cronaca è un’altra cosa: le intercettazioni in tv e sui giornali sono schiacciasassi

di Francesco Petrelli*

Il Dubbio, 26 giugno 2025 Senza in alcun modo entrare nel merito della questione della quale la trasmissione Report ha ritenuto di doversi occupare, relativa ai presunti “condizionamenti” della Commissione Antimafia, si deve tuttavia denunciare l’ennesima gravissima violazione delle più basilari regole del processo e dell’informazione. La pubblicazione del contenuto delle intercettazioni, irrilevanti sotto il profilo penale, acquisite dalla Procura della Repubblica fiorentina nell’ambito di un procedimento ancora in fase di indagine, costituisce una evidente violazione del segreto istruttorio. Ma tale violazione risulta tanto più grave in quanto oggetto della captazione sono anche i colloqui intercorsi fra un indagato ed il suo difensore, in violazione delle norme poste dal codice a tutela della assoluta segretezza di quelle comunicazioni.

 

TERRITORIO

Toscana. Garante dei detenuti, approvata la relazione dell’attività 2024

a cura di Luca Martinelli, Riccardo Ferrucci e Benedetta Bernocchi

inconsiglio.it, 26 giugno 2025 Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la proposta di risoluzione con la quale si approva la Relazione dell’attività 2025, relativa all’anno 2024, del Garante dei detenuti. Hanno votato a favore Pd, Italia Viva e gruppo Misto - Europa Verde, contrari Lega e Fratelli d’Italia, astenuto il gruppo Misto - Merito e lealtà. Approvato all’unanimità anche un ordine del giorno, primo firmatario Marco Casucci (gruppo Misto - Merito e Lealtà), emendato dal Pd, che chiede di rinnovare per altri tre anni “la collaborazione con il Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria e gli enti accreditati” per redigere un piano per la formazione professionale dei detenuti e per incentivare “protocolli d’intesa” tra amministrazioni penitenziarie, agenzie formative, centri per l’impiego e imprese ...

 

Liguria. Il Garante dei detenuti presenta relazione sulle attività svolte nel biennio 2023-24

cittadellaspezia.com, 26 giugno 2025 “Con indulto per pene sotto i due anni si creerebbero condizioni di vita e lavoro ben diverse”. Si è tenuta ieri la presentazione della relazione del garante regionale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Doriano Saracino, riguardante le attività svolte nel biennio 2023-24 e che analizza non solo i temi legati agli Istituti di pena della Liguria, ma anche quelli relativi ai minori/giovani adulti e alla salute mentale. “Non solo carcere, il mio mandato riguarda tutte le persone con una limitazione della libertà personale e non solo i detenuti”, precisa a questo proposito Saracino.

 

Milano. Si suicida in cella a San Vittore. Comune e sindacati: “Sovraffollamento e pochi agenti”

di Nicola Palma

Il Giorno, 26 giugno 2025 Il ventiduenne marocchino si è impiccato. Nahum e Giungi: subito un Consiglio comunale in un carcere. Il drammatico conto dei suicidi dietro le sbarre è salito a quota 36 nella tarda serata di martedì. L’ultimo detenuto a togliersi la vita in un istituto di pena italiano è stato un ventiduenne di origine marocchina, che si è impiccato nella sua cella a San Vittore: soccorso prima dagli agenti della polizia penitenziaria e poi dai sanitari di Areu, è stato trasportato in condizioni disperate all’Humanitas, dov’è deceduto subito dopo il ricovero. Di lui si sa che era finito in carcere alcuni mesi fa per aver commesso reati contro il patrimonio.

 

Torino. Detenuto morì suicida, processo alla psichiatra del carcere

di Giada Lo Porto

La Repubblica, 26 giugno 2025 La specialista in servizio al carcere aveva abbassato il livello di rischio per Gaffoglio, nonostante avesse già provato a togliersi la vita. Alessandro Gaffoglio aveva 24 anni e una grande fragilità. Lo opprimeva il senso di colpa di essere finito in carcere per la prima volta (per due rapine ravvicinate a due market a San Salvario) e di aver così deluso i suoi genitori. Quella madre e quel padre che invece avrebbero fatto il possibile per rincuorarlo e sostenerlo. Gliel’avrebbero detto nella visita fissata per il 16 agosto 2022. Ma nella notte tra il 14 e il 15, il ragazzo si era stretto un sacchetto al collo, togliendosi la vita.

 

Vasto (Ch). Suicidio di Sabatino Trotta in carcere: assolto agente di Polizia penitenziaria

di Filippo Marfisi

Il Messaggero, 26 giugno 2025 Lo psichiatra e dirigente si era tolto la vita il 7 aprile 2021, dopo essere stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta su presunte tangenti. Assolto perché il reato non sussiste. È questa la sentenza pronunciata ieri dal giudice monocratico Stefania Izzo nel processo per il suicidio nel carcere di Torre Sinello, di Vasto, dello psichiatra e dirigente del Dipartimento di salute mentale della Asl di Pescara, Sabatino Trotta, per il quale era imputato l’agente di Polizia penitenziaria A.C.. Per l’assoluzione dell’imputato, si è pronunciato anche il pm Vincenzo Grieco.

 

Napoli. Agente indagato per abusi su minore: shock all’Ipm di Nisida

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 26 giugno 2025 Uno scioccante e inaudito episodio ha coinvolto l’Istituto penale per minorenni di Nisida: un agente scelto della Polizia penitenziaria in servizio nel carcere minorile è indagato per aver compiuto atti sessuali su un giovane detenuto. L’accusa riguarda fatti avvenuti agli inizi del mese, quando - secondo le indagini - il minore avrebbe subito avances sessuali da parte dell’agente. La vicenda, resa nota da un comunicato del ministero della Giustizia, ha portato alla misura cautelare degli arresti domiciliari per l’agente, al termine degli accertamenti interni condotti dal Nucleo investigativo centrale (Nic) e dal Nucleo investigativo regionale (Nir) di Napoli.

 

Genova. “Carceri sovraffollate e minori con problemi mentali in psichiatria con gli adulti”

di Erica Manna

La Repubblica, 26 giugno 2025 Nella città dove ancora brucia la storia sconvolgente del diciottenne seviziato, violentato, ustionato e marchiato dai compagni di cella mentre era sotto la tutela dello Stato, nel carcere di Marassi, l’appello promosso dal garante regionale per le persone private della libertà Doriano Saracino ha già raggiunto 700 firme. Si intitola Nostro figlio ha bisogno di noi, la richiesta alle istituzioni di pagare le spese per la complessa riabilitazione fisica e psicologica del detenuto, ora ai domiciliari in una struttura protetta. “Non è solo indignazione - rimarca Saracino - è un appello a noi stessi”.

 

Bologna. “Dall’accusa di sequestro di persona alla fashion week: così sono rinata”

di Alessandro Trocino

Corriere della Sera, 26 giugno 2025 Storia di Luana e del lavoro in carcere. La storia di una reclusa che ha lavorato nella sartoria della Dozza a Bologna. Solo un detenuto su tre lavora e quasi tutti dentro. Ne parliamo nella quinta puntata della serie “Voci dal carcere”. Luana ha 65 anni ed è stata in carcere, condannata a 16 anni poi ridotti a 11, per concorso morale in sequestro, per il rapimento durato due ore di una ragazza, sempre negato. Il 23 maggio, gli outfit realizzate da lei e da altre detenute nella sartoria del carcere della Dozza hanno sfilato alla Bologna Fashion Week. Vestitini realizzati con scampoli di scarto, pochette, strass. Come è andata? “Bene, sono felice. Da quando sono uscita, tutto mi sembra meraviglioso. Ora sono pensionata e libera, ma mi sento come se fossi dentro e voglio aiutare le altre”.

 

Treviso. I detenuti scrivono al vescovo: “Abbiamo causato sofferenza, ma dateci un’altra possibilità”

di Mauro Favaro

Il Gazzettino, 26 giugno 2025 Il testo è stato inviato al vescovo Michele Tomasi e, idealmente, a tutti i fedeli. “C’è molta sofferenza nel mondo, segnato dalla guerra e dal male. Di fronte alla sofferenza che vediamo, che viviamo e che anche noi abbiamo provocato, è difficile dire che questo è un tempo speciale. Ma vorremmo così tanto che il popolo di cui ci sentiamo parte sapesse che dietro al muro del carcere ci siamo anche noi, in un cammino di consapevolezza e responsabilità, che parte dal pentimento e prova a rinascere e ricostruire esistenze”. È questo il fulcro della lettera che un gruppo di detenuti del carcere di Santa Bona ha spedito al vescovo Michele Tomasi e, idealmente, a tutti i fedeli della diocesi di Treviso.

Verona. Il Garante, don Carlo Vinco: “Anche nelle situazioni più tragiche c’è tanta umanità”

di Roberta Barbi

vaticannews.va, 26 giugno 2025 In occasione del Giubileo dei sacerdoti parla il primo religioso a essere eletto nel 2021 Garante dei diritti delle persone private della libertà personale nel Comune di Verona, la sua città, dove era parroco a San Luca. Così ricorda la visita di Papa Francesco: “Momento esemplare di accoglienza, simpatia e pazienza”. È il giugno 2021 - esattamente quattro anni fa - quando il Comune di Verona, che nel suo territorio ha un solo istituto di pena, la casa circondariale di Montorio, fa una scelta originale: elegge un sacerdote come Garante dei diritti delle persone private della libertà personale in sostituzione del precedente, dimessosi a febbraio. La scelta ricade su don Carlo Vinco, una vita spesa tra i senzatetto, i Rom e soprattutto i malati di Aids e i tossicodipendenti che con il carcere hanno spesso a che fare.

 

Napoli. “Il carcere oggi”, convegno nazionale AiCS per i 50 anni dalla riforma penitenziaria

aics.it, 26 giugno 2025 Il 9 luglio a Napoli: si tratterà di stigma sociale e delle prospettive riparative, nel confronto col mondo del Terzo Settore. Nel 50esimo anniversario della entrata in vigore della Legge di riforma penitenziaria, l’area di promozione sociale di AiCS , insieme alla Consulta persone private della libertà del Forum Terzo Settore, e al comitato AiCS di Napoli e Campania, promuove il convegno nazionale “Il carcere oggi tra stigma, ritardi normativi e prospettive riparative”. Il dibattito si terrà al PalaDennerlein del quartiere Barra, dalle ore 10, e prevederà anche l’intervento del presidente AiCS Bruno Molea. Il confronto punterà a una analisi della complessità della realtà penitenziaria e delle difficoltà prodotte dall’etichettamento sociale, produttore di resistenze collettive nei confronti del reinserimento dei detenuti.

 

Pavia. Nuova palestra targata “Rotary” nel carcere

di Raffaella Pasciutti

ecodipavia.it, 26 giugno 2025 Il Rotary Club Distretto 2050 con il Gruppo Longobardo e Club proponente Ticinum in collaborazione con il Club Terre Viscontee ha stretto una nuova collaborazione con il Carcere di Pavia e con la partecipazione di U.E.PE. - Ministero di Giustizia per un progetto interamente dedito alla salute mentale e fisica di una parte di detenuti del Carcere di Pavia. Per i prossimi due anni, i Club si faranno carico di appoggiare la struttura penitenziaria per la tutela della salute di quei detenuti ATSM, fondamentale diritto dell’individuo, come da Articolo 32 della nostra Costituzione. Quello della salute mentale sicuramente resta ad oggi un problema che riguarda un numero di detenuti di importante rilevanza, anche in termini di complessità che interessano, secondo un’indagine di Antigone, un terreno fertile per il mondo carcerario.

 

Milano. Il progetto “Abbracci in libertà” nel carcere di Bollate

di Ilaria Solari

Donna Moderna, 26 giugno 2025 Grazie al progetto “Abbracci in libertà” della Fondazione Santo Versace, nel carcere milanese di Bollate è nato un giardino speciale. Qui le detenute possono incontrare i loro figli in uno spazio accogliente, a misura di bambino. Perché vivere pienamente il ruolo di madri è un tassello importante per ritrovare dignità e speranza. Un parco giochi nuovo fiammante, scivoli e altalene circondate dal verde. L’ombra dei gazebo offre scampo alla canicola. Oltre il muro di cinta, una cordigliera di palazzoni in cemento trattiene un cielo incongruamente limpido.

 

AFFARI SOCIALI

Migranti. I “fantasmi” del click day: 119.000 richieste di ingressi, solo 9.300 contratti firmati

di Claudio Del Frate

Corriere della Sera, 26 giugno 2025 Gli altri? “Vittime di ricatti e sfruttamento”. Il datore di lavoro non ha l’obbligo di assumere il lavoratore fatto arrivare dall’estero. E tra i braccianti di Latina, un anno dopo la tragedia di Satnam Singh, nulla è cambiato. Nel 2024, in occasione del click day, è stato chiesto l’ingresso in Italia di 119.890 lavoratori stranieri. Di questi, solo 9.331 sono riusciti a portare a termine la pratica firmando un contratto di lavoro regolare. Se la matematica non è un’opinione ci sono dunque circa 110.000 “fantasmi” del cui destino nulla si sa. O meglio lo si può ipotizzare attraverso un paio di indizi. Il primo: Confagricoltura e Coldiretti nei giorni scorsi hanno denunciato che mancano lavoratori per garantire la raccolta di frutta e verdura.

 

Sistema di accoglienza inefficace e stranieri più poveri: i volti dell’immigrazione a Roma

di Michele Gambirasi

Il Manifesto, 26 giugno 2025 Presentato in Campidoglio il rapporto Idos sui migranti a Roma e nel Lazio. Sono due i volti dell’immigrazione a Roma: da una parte la città continua a essere un territorio di passaggio, dall’altra è in continua crescita la presenza di stranieri che hanno consolidato la propria vita nella Capitale, aumentando una presenza stabile e ordinaria. È quanto riporta il ventesimo rapporto Idos sull’immigrazione a Roma e nel Lazio, presentato ieri in Campidoglio.

 

Migranti. Noi, islamiche in fuga da violenze e divieti

di Alessandra De Vita

Grazia, 26 giugno 2025 In Emilia Romagna e Veneto tre donne musulmane sono state picchiate perché ritenute poco rispettose delle regole religiose. Qui alcune ragazze come loro raccontano gli abusi subìti in famiglia. L’hanno accusata di essere troppo integrata nella società occidentale e di non indossare il velo: per questo, poche settimane fa, una 32enne di origini algerine è stata picchiata da un gruppo di uomini a Massa Lombarda, vicino a Ravenna. Pochi giorni dopo, a Modena, una 23enne di origini siriane ha denunciato i suoi genitori per ripetute violenze e minacce. E a Padova una 18enne di famiglia marocchina è stata rintracciata dal padre nella casa protetta dove si era rifugiata: ora l’uomo dovrà portare il bracciale elettronico.

 

Migranti. Rimpatri dall’Albania: il Viminale rivendica, l’opposizione attacca

di Giansandro Merli

Il Manifesto, 26 giugno 2025 “È stata violata la direttiva Ue”. Gli europarlamentari progressisti scrivono alla Commissione europea: adesso faccia chiarezza. Intanto al Senato la destra cambia idea sul nuovo regolamento espulsioni: troppo garantista. Secondo il Viminale i rimpatri direttamente dall’Albania, senza passaggio in Italia, sono regolari. Lo consentirebbero le intese stipulate tra Roma e Tirana dopo il protocollo, per dargli attuazione. Lo hanno riferito ieri all’Ansa “fonti del ministero dell’Interno” in merito al caso, il primo di questo tipo, rivelato lunedì da altreconomia. È andato così: il 9 maggio scorso cinque cittadini egiziani rinchiusi nel Cpr di Gjader sono stati spediti al Cairo dall’aeroporto di Tirana. Dopo averli imbarcati il charter non è transitato dallo scalo di Fiumicino, come nei rimpatri precedenti.

 

Droghe. Il modello Mantovano: repressione, stigma e propaganda

di Leonardo Fiorentini*

L’Unità, 26 giugno 2025 La prefazione del sottosegretario plenipotenziario conferma che le droghe sono un’arma eccezionale per la narrazione securitaria, che offusca le reali priorità sanitarie e sociali. È stata trasmessa nei giorni scorsi dal Governo alle Camere la Relazione annuale sulle droghe. Il documento, curato dal Dipartimento per le Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dovrebbe fornire una fotografia aggiornata del fenomeno delle dipendenze e dell’intervento pubblico nel nostro Paese. A colpire, ancora una volta, è il tono e l’impostazione della prefazione del Sottosegretario Alfredo Mantovano, che rappresenta a tutti gli effetti l’indirizzo politico del Governo sul tema, anche in vista della Conferenza sulle droghe di novembre.

 

Droghe. I dati del Libro bianco: mai così tanti detenuti tossicodipendenti

di Leonardo Fiorentini*

L’Unità, 26 giugno 2025 Sempre più detenuti, sempre più “tossicodipendenti”. Salgono del +4,9% nel 2024 gli ingressi in carcere per droghe: un quarto (25,8%) sono causati dall’art. 73 del Testo unico, detenzione a fini di spaccio. Dei 61.861 detenuti in carcere al 31.12.2024, 13.354 lo erano a causa del solo art. 73. Altri 6.732 insieme con l’art. 74 (associazione finalizzata al traffico di droga), solo 997 esclusivamente per l’art. 74. Sommati rappresentano il 34,1% del totale: sostanzialmente il doppio della media europea (18%) e molto di più di quella mondiale (22%). Non ci sono mai stati in carcere così tanti detenuti definiti “tossicodipendenti”: vengono dichiarati tali il 38,8% di coloro che vi entrano, mentre a fine 2024 erano presenti 19.755 detenuti “certificati”, il 31,9% del totale.

Droghe. Mai così tanti morti per cocaina, tra i più giovani cresce l’uso di psicofarmaci

di Nadia Ferrigo

La Stampa, 26 giugno 2025 La cannabis al primo posto, a partire dal 2021 c’è un incremento costante nel consumo di antidepressivi senza prescrizione medica. Nel 2024 per la prima volta il numero di persone morte per overdose da cocaina o crack ha superato il primato storico degli oppiacei. Nella “Relazione annuale del Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia pubblicato nel 2025” si registra che la cocaina “è una delle sostanze con l’impatto socio-sanitario maggiore”. Nello scorso anno il 35 per cento dei decessi direttamente accertati per intossicazione acuta letale è stato attribuito a questa sostanza, percentuale che risulta in progressivo aumento nel corso degli anni e che ha così raggiunto il suo massimo storico.

 

ESTERI

L’anniversario dell’Onu inerte tra conflitti armati e sovranismi

di Marina Castellaneta

Il Manifesto, 26 giugno 2025 Ottanta anni fa, il 26 giugno 1945, a San Francisco veniva firmata la Carta delle Nazioni Unite. Oggi, nelle celebrazioni, l’organismo s’interroga sul proprio incerto futuro. Allora gli Stati guardavano uniti alla pace temendo un nuovo conflitto mondiale. Ora il solo 2024 ha visto 120 guerre: con diritti umani violati e catastrofi umanitarie. Canto del cigno, lenta agonia o occasione per rialzarsi dai fallimenti che hanno visto le Nazioni Unite affrontare, negli ultimi tre anni, la più grave crisi di credibilità della propria storia?

 

Aumento delle spese militari, conto da 2.500 miliardi l’anno

di Marco Bresolin

La Stampa, 26 giugno 2025 Il dossier sull’aumento deciso dalla Nato: lo sforzo maggiore è per l’Ue, ma solo Berlino ha la forza economica per sostenerlo. Duemilacinquecento miliardi di euro l’anno: è la somma che gli Stati membri della Nato dovrebbero destinare agli investimenti in Difesa e Sicurezza per raggiungere il target del 5% del Pil fissato ieri al vertice dell’Aja. Dovranno arrivarci entro il 2035, quindi il valore reale in termini assoluti è destinato a essere ancor più alto perché sarà calcolato in rapporto al prodotto interno lordo, che aumenterà. Le spese saranno nazionali, ma nel frattempo resterà in vigore la clausola di difesa collettiva stabilita dall’articolo 5, come ribadito nella dichiarazione approvata ieri.

 

Se Hiroshima è un vanto, l’America di Trump non ha memoria

di Gianni Oliva

La Stampa, 26 giugno 2025 “I raid in Iran, come Hiroshima e Nagasaki, hanno chiuso la guerra”: Trump ha detto proprio così. Tra mille pagine della storia americana ha citato come merito le più controverse, le più agghiaccianti, quelle che tutti i suoi predecessori, repubblicani o democratici, hanno taciuto per rispetto o per pudore. A Hiroshima, il 6 agosto 1945, la bomba “Little Boy” ha spazzato via in un attimo 70 mila persone e raso al suolo l’intero centro cittadino; a Nagasaki, tre giorni dopo, la bomba “Fat Man” ne ha polverizzati più di 40 mila. Entro l’anno, i morti per ferite, ustioni, radiazioni sono stati un numero impressionante, calcolato tra le 150 e le 200 mila. Tutti civili: donne, uomini, bambini, anziani, infermi. Quanti siano stati esattamente non si sa, perché di molti di loro non restava nulla e non si potevano contare.

 

Gaza. Le stragi del pane: 13 morti al giorno, Ghf sotto accusa

di Lucia Capuzzi

Avvenire, 26 giugno 2025 L’Onu denuncia 410 vittime da quando, un mese fa, la società creata da Usa e Israele è in funzione. L’esperto Yaakov: “Il sistema è pensato in chiave militare, non è costruito per soccorrere i civili”. Reem Zeidan pensava di essere stata fortunata. Alle 20 era uscita dalla sua tenda a Khan Yunis, nel sud della Striscia, dove era accampata da gennaio con le sue otto figlie. Per cinque ore aveva camminato di notte lungo la strada costiera fino all’ex allevamento ittico chiamato “Fish Fresh” a ridosso di uno dei centri della Gaza humanitarian foundation (Ghf).

 

DOCUMENTI

"Un appello urgente per salvare la giustizia minorile italiana", di Antigone, Defence for Children Italia, Libera

Articolo. "Dentro come fuori. Dignità e vivibilità tra carcere e società libera", di Damiano Francesco Pujia

Articolo. "Corpi migranti: un focus antropologico sulla detenzione intramuraria", di Giulia Cavaliere

Garante delle persone sottoposte a misure restrittive Regione Liguria: relazione attività svolta 2023-2024

Liberi dentro – Eduradio & Tv. Puntata 25 giugno 2025: "Disinnescare i conflitti - Storie di Leoni"

 

APPUNTAMENTI 

Incontro-dibattito presentazione libro "Populismo punitivo. Critica del discorso penale moderno", di Alejandro Nava Tovar (Roma, 26 giugno 2025)

La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 29 giugno 2025

Seminario. "Il progetto di legge Sciascia-Tortora. Per un'amministrazione della giustizia (più) umana e consapevole" (Milano, 30 giugno 2025)

Corso di formazione Cooperativa La Ginestra: "Giustizia riparativa e informazione" (Padova, 2 luglio 2025)

Convegno: "Cinquant'anni di Ordinamento penitenziario: riforma e crisi del carcere. In ricordo di Alessandro Margara" (Firenze, 2 luglio 2025)

Serata di presentazione del giornale "Mabul", con partita di calcio e spazi di discussione (Milano, 5 luglio 2025)

Convegno. "Sfide e opportunità dell’apprendimento in carcere: riflessioni a partire dalla didattica della matematica" (Bologna, 11 e 12 settembre 2025)

Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)

"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)

 

PODCAST

"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)

  

CONCORSI  E BANDI

Concorso Internazionale di Scrittura Femminile Città di Trieste. Sezione dedicata ai racconti scritti dalle donne detenute (Scadenza 30 giugno 2025)

Premio letterario nazionale "inVISIBILI nell'INvisibile. Le parole che non vi ho detto". Edizione 2025 (scadenza 1 agosto 2025)