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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di venerdì 13 giugno 2025

CARCERI

Indulto e amnistia, un convegno per le carceri

di Luigi Manconi e Marica Fantauzzi

La Repubblica, 13 giugno 2025 Il cardinale Matteo Maria Zuppi, nella sua riflessione durante il convegno "Diritto e Clemenza: che fare per il carcere?" che si è tenuto mercoledì scorso presso la Biblioteca del Senato, ha citato le parole di Giacomo Spinelli, compagno di cella di Emanuele De Maria - suicidatosi a Milano subito dopo aver commesso il femminicidio di Chamila Wijesuriya e il ferimento di Hani Fouad Abdelghaffar Nasra. “La verità - scrive Spinelli sul manifesto - è che bisogna fare di più, non di meno, creare più normalità e curare; non chiudere e voltare la testa dall’altra parte. Emanuele andava verso il traguardo, poi qualcosa si è inceppato, qualcosa è andato storto, nessuno di noi è del tutto innocente per quello che è successo e sarebbe ora di capire che la salute mentale viene prima di ogni cosa, prima che altri uomini ed altre donne vengano uccise, o si uccidano da soli”.

 

La Lega stoppa La Russa: “Pene certe, no a soluzioni tampone”

di Niccolò Carratelli

La Stampa, 13 giugno 2025 Bongiorno: “Servono nuovi penitenziari”. Il Pd: occorrono fatti, non parole che illudono i detenuti. L’apertura di Ignazio La Russa sul sovraffollamento del le carceri italiane non trova grande seguito nella maggioranza e non illude le opposizioni. Il presidente del Senato, intervistato da questo giornale, ha rilanciato la necessità di una riflessione in Parlamento e dentro al centrodestra sull’obiettivo di “assicurare una condizione di vita civile ai detenuti”, perché “l’esigenza di alleggerire le carceri c’è”. Nessuna ipotesi di amnistia o indulto, ma il riferimento alla proposta di Roberto Giachetti di Italia viva sulla “liberazione anticipata speciale”, cioè aumentare la premialità per la buona condotta e garantire così una riduzione della pena più cospicua.

 

Zanettin (FI): “Liberazione anticipata? Il centrodestra faccia una sua proposta”

di Simona Musco

Il Dubbio, 13 giugno 2025 “I 37 suicidi in carceri dall’inizio dell’anno, di cui tre solo nelle ultime ore, sono un dato drammatico che interpella la nostra coscienza e impone di agire. Va individuato uno strumento deflattivo per rispondere a questa assoluta emergenza e per ridurre l’ormai insostenibile affollamento carcerario. La salute mentale e fisica dei detenuti è affidata allo Stato, che ha il dovere di prendersene cura. Così come esiste il dovere di garantire la dignità e la rieducazione di chi è stato privato della libertà. Non possiamo assolutamente correre il rischio di considerare come inevitabile il tragico fenomeno dei suicidi all’interno degli istituti penitenziari”. A dichiararlo, nel giorno più nero per le carceri dall’inizio dell’anno, è il senatore e capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia a Palazzo Madama, Pierantonio Zanettin.

 

Tre suicidi in due giorni: nelle carceri ora è strage

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 13 giugno 2025 Sono 37 i detenuti che si sono tolti la vita da inizio anno. Il tasso di sovraffollamento è oltre il 134%. A rischio soprattutto malati psichiatrici e tossicodipendenti. Tre suicidi in carcere in poche ore: è un conto atroce, che racconta un’emergenza soffocata dal sovraffollamento e dall’assenza di cure. A denunciarlo è il sindacato di Polizia penitenziaria (S.PP.), cui il segretario Aldo Di Giacomo affida numeri e volti di questo dramma: un detenuto della sezione psichiatrica di Santa Maria Capua Vetere, un altro a Sassari per sospetta overdose, un terzo a Campobasso, trovato impiccato. Tre carceri diverse, tre storie spezzate in 48 ore. Come emerge dagli aggiornamenti di Ristretti Orizzonti, salgono così a 37 i suicidi dall’inizio dell’anno, e cresce il peso di malati psichici e tossicodipendenti, categorie in gravissimo pericolo dentro le mura di tutti gli istituti penitenziari.

 

Abbiamo tolto ai detenuti italiani anche il diritto a coltivare la speranza

di Mario Serio*

Il Dubbio, 13 giugno 2025 Ogni rinuncia alla vita da parte di chi ne può disporre interpella un numero crescente di coscienze, da quelle degli appartenenti al nucleo familiare ad altre che abitano il contesto lavorativo, fino ad estendersi a quelle riguardanti l’intero tessuto sociale di riferimento della persona. Ma tale rinuncia, quando avviene in una condizione di privazione della libertà, impone una considerazione supplementare e ben più drammatica. E ciò perché è intuitivo ed immediato il collegamento che si è soliti instaurare tra il tragico evento e la condizione privativa della libertà. È evidente, infatti, che quest’ultima rimodelli gli aspetti fisici e psicologici della persona costretta, ristretta, internata, trattenuta, la cui intera vita soffre della limitazione.

 

Quei “nonni” che vivono sepolti dietro le sbarre: il caso di Antonio Russo

di Giovanni Alemanno e Fabio Falbo

Il Dubbio, 13 giugno 2025 Riceviamo e pubblichiamo da Giovanni Alemanno e Fabio Falbo nel rispetto dell’ordinamento penitenziario. Al Ministro della Giustizia Dott. Carlo Nordio, Al Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma Dott.ssa Marina Finiti. Signor Ministro, Egregio Presidente, ci rivolgiamo a voi per raccontare un caso sentano di una realtà che grida giustizia e de interroga profondamente la nostra coscienza civile e costituzionale: quella delle persone detenute ultrasettantenni, i cosiddetti ‘ nonnetti’ rinchiusi nelle carceri italiane, come nel nostro reparto G8 di Rebibbia, dove ci sono cinque detenuti oltre o prossimi agli ottant’anni.

 

“Riportatemi in carcere, così almeno mi si spengono le voci”

di Alessandro Trocino

Corriere della Sera, 13 giugno 2025 Chiusi i manicomi, in cella rimangono molte persone con gravi disagi psichici. Nella terza puntata della serie “Voci dal carcere” raccontiamo la salute mentale nei penitenziari italiani. C’è Damiano - e anzi, c’era, perché si è suicidato - che vedeva Satana e ingeriva sostanze caustiche perché si ricordava una preghiera che diceva: “Gesù, lavaci con il fuoco”. C’era Mohammed Andrea, che aveva “il chiasso dentro” e lo ha messo a tacere. C’era Giacomo, che aveva un disturbo borderline di personalità e che si è infilato una lametta in gola a San Vittore. C’era Matteo, che aveva un disturbo bipolare e aveva minacciato il suicidio se lo avessero messo in isolamento, infatti lo hanno messo in isolamento e si è impiccato. E poi ci sono ancora migliaia di detenuti che hanno una qualche forma di disagio psichico e che stanno chiusi in cella.

 

Si dimette l’avvocato del Garante: “C’è il rischio che le vittime di tortura restino senza giustizia”

di Thomas Mackinson

Il Fatto Quotidiano, 13 giugno 2025 L’avvocato Michele Passione lascia l’incarico dopo dieci anni di battaglie nelle aule e nelle carceri: “Silenzio istituzionale, visite svuotate di senso”. A rischio i processi per tortura. “Se non entri nei luoghi della detenzione, se non guardi, non puoi nemmeno vedere cosa sta succedendo. Io mandavo report, segnalavo, ma nessuno rispondeva. Quando il Garante smette di ascoltare, è finita”. Così Michele Passione, avvocato storico del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, ha annunciato le sue dimissioni. Una decisione amara e radicale, che arriva dopo oltre dieci anni di attività e impegno nei principali processi per maltrattamenti e torture in carcere: da San Gimignano a Reggio Emilia, da Santa Maria Capua Vetere a Verona.

 

Carceri, detenuti e Garanti. Storie edificanti come un girotondo di carnevale

di Adriano Sofri

Il Foglio, 13 giugno 2025 Domani riferirò di un incontro notevole avvenuto mercoledì al Gabinetto Vieusseux fiorentino, sulla proposta di legge che raccomanda ai magistrati di trascorrere un periodo in galera prima di prendere servizio. Se volete arrivare a domani già preparati, e senza il rischio di pensare che sia tutto uno scherzo, potete ascoltare la registrazione dell’incontro su Radio Radicale. Nel frattempo, metto insieme tre o quattro notizie utili a fare il punto, e a sollecitare uno stato d’animo appropriato al problema. Era di martedì la notizia su un signore di 94 anni, giudicato autore tredici anni prima del fallimento di un’impresa editoriale, condannato per bancarotta, e messo in carcere, in quella sentina ripugnante che è Sollicciano, e solo dopo un po’ di pubblico sbigottimento e di indignazione è stato spostato nel meno brutale Solliccianino, e di qui agli arresti domiciliari. Infatti ha una casa, e dei famigliari affezionati ed esterrefatti. In galera è rimasto 6 giorni - cioè, soprattutto, 5 notti. La vera galera è notturna.

 

Il carcere, Garlasco, il kitsch

di Andrea Granata

ilpomeriggio.it, 13 giugno 2025 Proprio nei giorni in cui ovunque impazzava la vicenda del delitto di Garlasco, con copertura mediatica davvero impressionante, nel silenzio quasi generale lo scorso 28 maggio veniva pubblicato “La Battitura, strage in carcere”. Si tratta di un podcast in sei episodi del Tg1 per RaiPlay Sound scritto e condotto da due valenti giornalisti, Perla Di Poppa e Alessio Zucchini. La vicenda racconta della più grave strage in carcere dell’età repubblicana avvenuta nel penitenziario di Modena in seguito ad una rivolta scoppiata nel marzo 2020. Detonatore della rivolta fu il mix dei primi contagi in carcere da Covid 19 e le conseguenti restrizioni a visite e permessi. Tredici detenuti, tredici persone affidate allo Stato persero la vita.

Damiano Aliprandi, chi ha premuto il pulsante?

di Claudio Bottan

vocididentro.it, 13 giugno 2025 Nel giro di qualche giorno abbiamo avuto notizia dell’epurazione da parte di Meta nei confronti di due giornalisti. Mariano Giustino, una firma di Radio Radicale, corrispondente dalla Turchia, collaboratore di diversi quotidiani e settimanali, “in particolare dopo due post, uno sull’uso del caos da parte di Hamas, l’altro sulla gogna in Turchia per i sindaci oppositori” scrive il diretto interessato. Stessa sorte per Damiano Aliprandi de Il Dubbio, uno dei più preparati, vivaci e indipendenti scrittori di giustizia e carceri a detta di molti addetti ai lavori.

 

GIUSTIZIA

Spese legali risarcite agli assolti, ora il fondo di via Arenula funziona

di Errico Novi

Il Dubbio, 13 giugno 2025 Gli ultimi dati sull’istituto sollecitato dal Cnf, introdotto grazie a Costa e potenziato da Nordio: nel 2025 domande in aumento di oltre il 30% rispetto a due anni fa. “I Coa possono aiutarci a crescere ancora”. È un bel risultato. Un tassello nella costruzione dello Stato di diritto. Il fondo per il ristoro delle spese legali agli assolti comincia finalmente a suscitare interesse, a essere utilizzato più diffusamente. Nel 2025 cresce, fino a sfiorare il migliaio, il numero delle istanze proposte: in tutto 919, più del doppio rispetto alle domande presentate nel 2022, cioè nel primo esercizio di vigenza dell’istituto, quando si registrarono appena 362 richieste.

 

Magistrati fuori ruolo, il Csm insiste prima della stretta della Cartabia

di Giovanni M. Jacobazzi

Il Dubbio, 13 giugno 2025 Mentre gli uffici giudiziari sono in sofferenza e l’arretrato minaccia gli obiettivi del Pnrr l’ultima nomina riguarda una giudice in servizio alla Corte d’appello di Napoli. Ancora magistrati collocati fuori ruolo. A un ritmo ormai divenuto incessante, il Consiglio superiore della magistratura anche questa settimana ha disposto il collocamento fuori ruolo di una toga. Si tratta della giudice napoletana Allegra Migliorini, attualmente in servizio presso la Corte d’appello del capoluogo campano. La giudice nelle prossime settimane andrà a ricoprire l’incarico di direttore dell’Ufficio I della Direzione generale degli affari internazionali e della cooperazione giudiziaria del Dipartimento per gli affari di giustizia (Dag) di via Arenula.

 

I magistrati ora attaccano la riforma costituzionale nelle requisitorie. Alla faccia della separazione dei poteri

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 13 giugno 2025 Il pm di Torino Paolo Toso durante la requisitoria finale di un processo definisce “preoccupante” la riforma in discussione in Parlamento. Una palese esondazione nel campo della politica. Per Nordio e Csm tutto normale? Pur di contrastare la riforma della separazione delle carriere ora i magistrati usano persino le requisitorie. Ha dell’incredibile quanto avvenuto mercoledì al tribunale di Torino, durante il processo a carico di due agenti di polizia accusati di arresto illegale. Durante la requisitoria, il pubblico ministero Paolo Toso ha chiesto la condanna per i due imputati e poi ha attaccato la riforma costituzionale in esame al Parlamento: “Questo è un caso che rende preoccupante il progetto di separazione delle carriere dei magistrati. È stata l’autonomia del giudizio a permetterci di operare un vaglio critico degli elementi che ci sono stati forniti”, ha detto Toso. Una palese esondazione nel campo della politica, alla faccia del principio di separazione dei poteri e dei doveri di equilibrio e riserbo in capo ai magistrati.

 

Lasciamo perdere Brusca, parliamo dell’inutilità del sistema penale

di Vincenzo Scalia*

L’Unità, 13 giugno 2025 La liberazione di Giovanni Brusca, esponente di spicco di Cosa Nostra, reo confesso della strage di Capaci e della morte del magistrato Rocco Chinnici, oltre che dell’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, avvenuta il 5 giugno scorso, ha conquistato la ribalta mediatica. I soliti fautori del carcere come misura regolatrice dei conflitti sociali, hanno utilizzato la liberazione di Brusca per attizzare quella parte dell’opinione pubblica che ritiene troppo lassista il sistema penale italiano. In realtà, la liberazione di Giovanni Brusca, parla di noi, delle paure contemporanee regolate attraverso la domanda di sicurezza e la produzione di outputs repressivi da parte degli attori politici, oltre a evidenziare le contraddizioni del sistema penale. In particolare, sono tre gli aspetti che vale la pena di sottolineare.

 

“La giustizia mediatica crea mostri: il mio caso non ha insegnato nulla”

di Valentina Stella

Il Dubbio, 13 giugno 2025 Intervista a Raffaele Sollecito, che dice: “Servirebbe una maggiore attenzione prima di innamorarsi di una tesi accusatoria che poi si potrebbe rivelare fallace ma intanto avrebbe prodotto degli effetti devastanti sull’innocente”. Raffaele Sollecito sa bene cosa sia un processo mediatico violento e una ingiusta detenzione. Quattro anni di carcerazione preventiva, sei mesi in isolamento, dipinto come uno mostro sulla stampa. Ma era innocente. Non aveva ucciso lui Meredith Kercher nel 2007. Chi meglio di lui può affrontare le questioni di questa intervista?

 

TERRITORIO

Avellino. Detenuto morto a Bellizzi: al ministro Nordio gli atti di indagine

di Katiuscia Guarino

Il Mattino, 13 giugno 2025 Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori sul decesso del detenuto: il malore improvviso, ma anche eventuali negligenze o circostanze esterne che possano aver influito sul tragico epilogo. Interviene il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sul caso del detenuto napoletano, Ciro Pettirosso, trovato morto nel carcere di Avellino. Il guardasigilli ha risposto all’interrogazione del parlamentare Aboubakar Soumahoro. È stata “acquisita, tramite il Dipartimento degli Affari di Giustizia, la relazione dell’autorità giudiziaria competente, trasmessa con nota del Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Avellino”, precisa Nordio. Il 36enne fu rinvenuto senza vita nella sua cella lo scorso 7 febbraio. “Le cause del decesso del detenuto sono in corso di accertamento”, sottolinea Nordio.

 

Torino. Casa di Carità avvia al lavoro i detenuti, “ritorno alla vita”

di Marina Lomunno

vocetempo.it, 13 giugno 2025 Martedì 10 giugno a Palazzo Barolo un convegno promosso dalla Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri, legata alla diocesi torinese, ha affrontato il tema “Tras-Formare la Pena, formazione per la rieducazione e il reinserimento lavorativo”. La testimonianza di un ex detenuto avviato al lavoro. Atef, 48 anni tunisino, è un esempio di come la formazione professionale sia indispensabile per la rieducazione e il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti. Atef, avviato al lavoro in un’impresa di pulizie, grazie ad un corso di formazione professionale erogato dalla Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri nella Casa Circondariale di Biella, ha raccontato la sua storia di “ritorno” alla vita (ora è assunto con contratto a tempo indeterminato) martedì 10 giugno a Palazzo Barolo, durante il convegno promosso dalla Fondazione, ente di formazione professionale legato alla Diocesi di Torino, sul tema “Tras Formare la Pena, formazione per la rieducazione e il reinserimento lavorativo”.

 

Milano. Al Carcere di Opera “Il lavoro apre le porte: opportunità economica e sociale”

di Aurelio Biassoni

lombardiaquotidiano.com, 13 giugno 2025 Iniziativa promossa dal Difensore regionale che riveste anche il ruolo di Garante dei detenuti, insieme al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria. Una iniziativa per evidenziare e promuovere il lavoro delle persone sottoposte a provvedimento dell’Autorità giudiziaria sia all’interno degli istituti penitenziari sia all’esterno, con particolare attenzione alle possibili sinergie tra il mondo carcerario, imprese e terzo settore, in un’ottica di inclusione, responsabilità sociale e prevenzione della recidiva.

 

Catania. Confindustria e Seconda Chance insieme per il reinserimento lavorativo dei detenuti

cataniatoday.it, 13 giugno 2025 La collaborazione si concentra su individui selezionati dalle direzioni carcerarie, valutati come pienamente riabilitati e in linea con i requisiti indicati dalle aziende. Confindustria Catania ha deciso di supportare la Fondazione Seconda Chance, organizzazione nata nel 2022 per promuovere opportunità lavorative per detenuti ed ex detenuti. L’obiettivo è duplice: fornire alle aziende strumenti concreti per favorire il reinserimento sociale e lavorativo di persone che, dopo aver scontato una pena, sono pronte a ripartire, e sensibilizzare gli imprenditori sui benefici previsti dalla Legge Smuraglia, che offre incentivi economici e fiscali per le aziende che assumono queste persone.

Milano. Storie di riscatto: la seconda occasione di “Genny lo zio”

di Serena Curci e Carlo Coi

The Post Internazionale, 13 giugno 2025 Il contrabbando di sigarette. Lo spaccio di droga. Poi la galera e la redenzione. Oggi Gennaro Speria, noto a Rozzano come “Genny Lo Zio”, è l’anima di Area 51, onlus in cui ex detenuti aiutano gli indigenti del quartiere. “Questo è Area 51 per me: un passato di errori e un futuro per riscattarsi”. Così Gennaro Speria, conosciuto a Rozzano come “Genny Lo Zio”, racconta la storia della sua associazione, nata nel 2016 con l’obiettivo di supportare gli abitanti del quartiere dell’hinterland milanese. Ogni giorno centinaia di persone si recano nella sua struttura per ottenere forniture alimentari e beni di prima necessità che sono offerti da associazioni e volontari presenti sul territorio: molti cittadini in coda sono i cosiddetti “nuovi poveri”, ovvero lavoratori precari, disoccupati o immigrati messi in ginocchio dalla crisi economica acutizzata dalla pandemia di Covid-19.

 

Ancona. Scarpe sequestrate dall’Agenzia delle Dogane “smarchiate” e distribuite ai detenuti

viveremarche.it, 13 giugno 2025 L’impegno di collaborazione tra il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli - Direzione Territoriale Emilia-Romagna e Marche, formalizzato con il Protocollo d’Intesa firmato congiuntamente l’1 aprile scorso, trova già una prima concreta attuazione nell’attivazione di un laboratorio presso la sezione femminile della Casa Circondariale di Bologna. Nel laboratorio alcune detenute saranno incaricate di togliere il marchio contraffatto da 15 mila paia di scarpe sportive sequestrate dall’Agenzia delle dogane e dei Monopoli - Ufficio Adm Marche 1 sede di Ancona. Parte delle scarpe saranno quindi distribuite tra la popolazione detenuta degli Istituti penitenziari del distretto Emilia-Romagna e Marche.

 

Corato (Ba). Al liceo artistico Federico II la presentazione di “Parlami dentro. Oltre il carcere”

coratoviva.it, 13 giugno 2025 Studenti e studentesse a confronto sul tema dell’esistenza e della resistenza in carcere, tra riflessioni personali e spunti letterari. Grande coinvolgimento e interesse ha suscitato l’incontro del 31 maggio con Marilù Ardillo, tenutosi al liceo “Federico II Stupor Mundi”, in occasione del Maggio dei libri e con il patrocinio morale del Comune di Corato. Responsabile alla comunicazione della fondazione Vincenzo Casillo di Corato e autrice del libro “Parlami dentro. Oltre il carcere” (la Meridiana edizioni), l’autrice ha dato modo alle studentesse e agli studenti di confrontarsi riguardo al tema esistenza e resistenza in carcere.

 

AFFARI SOCIALI

Il rischio delle riforme senza dialogo e la politica dei muri

di Agostino Giovagnoli

Avvenire, 13 giugno 2025 Dopo i referendum. Perché tanta paura del dialogo, del confronto, della discussione? È questa paura, infatti, che sembra prevalere nei commenti sui referendum. Ignorando il merito dei quesiti referendari, si interpretano i risultati in chiave di mera prova di forza. Per gli uni, la prevalenza degli astenuti esprime la vittoria schiacciante della maggioranza al governo; il non piccolo numero di votanti viene presentato come una mezza vittoria delle opposizioni, sempre nella stessa logica. Ma nessuno può intestarsi l’astensione come vittoria della propria parte, perché è sempre una sconfitta della democrazia e di tutti coloro che l’hanno a cuore: la partecipazione al voto ne è un pilastro essenziale, già fortemente indebolito da una crescente disaffezione che non va in nessun modo incentivata.

 

Migranti. Una sentenza che è come una bandiera bianca

di Nello Scavo

Avvenire, 13 giugno 2025 La Cedu, l’Italia e la Libia. Roma non è stata condannata, ma è stata assolta? Il passaggio chiave della sentenza con cui i giudici di Strasburgo sembrano graziare l’Italia, in realtà mette in guardia dalle interpretazioni auto-assolutorie. Perché il garbuglio di scartoffie e segreti non permette di dimenticare cosa fin da allora in segreto faceva il nostro Paese nelle relazioni con la Libia. Se tutto fosse stato così trasparente, perché mantenere ancora oggi sotto chiave il contenuto dei rapporti e dei memorandum sempre rinnovati, fino ai silenzi di Stato sul caso Almasri, il generale riportato in tutta fretta in Libia nonostante un mandato di cattura della Corte penale internazionale? Dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) più che l’implicito sostegno alle politiche migratorie è arrivato un esplicito grido di impotenza giudiziaria. La Corte, ricostruendo i fatti, ricorda che “la situazione era comunque regolata da altre norme di diritto internazionale, in particolare quelle relative al salvataggio delle persone in mare, alla protezione dei rifugiati e alla responsabilità dello Stato”.

 

Migranti. “Incolpevole per le violenze libiche”, la Cedu salva l’Italia

di Giansandro Merli

Il Manifesto, 13 giugno 2025 La Corte dichiara irricevibile il ricorso di alcuni sopravvissuti a un violento respingimento. “Così la Convenzione potrebbe veder compromesso, attraverso l’azione degli Stati, il suo potere di proteggere i diritti fondamentali”, dichiara l’avvocata Loredana Leo. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato irricevibile il ricorso di alcuni sopravvissuti a un violento respingimento in Libia avvenuto in acque internazionali il 6 novembre 2017. Ieri i giudici hanno affermato all’unanimità che, viste le circostanze, l’Italia non aveva giurisdizione. È la prima decisione sui “respingimenti per procura”, quelli subappaltati alla “guardia costiera libica” nell’ambito del memorandum Roma-Tripoli del febbraio di otto anni fa (governo Gentiloni, al Viminale Minniti).

 

ESTERI

Nel mondo le persone sfollate forzatamente sono 122,1 milioni e a ospitarle sono Paesi a medio e basso reddito

di Marika Ikonomu

Il Domani, 13 giugno 2025 Il 67 per cento delle persone in fuga rimane nei paesi limitrofi. Sono i dati del report annuale dell’Unhcr aggiornati ad aprile 2025. Alla crescita del numero degli sfollati, non corrisponde però un aumento delle risorse che consentano di rispondere ai bisogni di chi è costretto a partire. La percezione delle regioni più ricche del mondo è di accogliere la maggioranza dei rifugiati. Ma sono i paesi a basso e medio reddito a ospitare il 73 per cento dei rifugiati del mondo e il 67 per cento delle persone in fuga rimane nei paesi limitrofi. È il rapporto annuale Global Trends dell’Unhcr, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati, a pubblicare questi dati, aggiornati ad aprile 2025. In questa data si contavano 122,1 milioni di persone sfollate con la forza. Oltre due milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2024, quando avevano raggiunto i 120 milioni.

 

Irlanda del Nord. Terza notte di caccia agli stranieri

di Luigi Ippolito

Corriere della Sera, 13 giugno 2025 E c’è chi mette bandiere britanniche alle finestre per evitare attacchi. Continuano i disordini in Irlanda del Nord, con epicentro a Ballymena: bande di incappucciati hanno dato l’assalto alle case degli stranieri, dopo l’arresto di due 14enni di origine romena per il tentato stupro di una ragazzina. È caccia agli stranieri in Irlanda del Nord: sono ormai quattro giorni che si susseguono disordini nella provincia britannica, con epicentro a Ballymena, cittadina di 30 mila abitanti a una quarantina di chilometri da Belfast. Bande di incappucciati hanno dato l’assalto alle case degli immigrati, sfasciando finestre e appiccando il fuoco, al grido di “dove sono gli stranieri?”.

 

DOCUMENTI

Articolo. "Diritto penale e ingegneria simbolica: i limiti della proposta di un nuovo delitto di femminicidio e le esigenze di tutela effettiva", di Vincenzo Mongillo

Radio Carcere, di Riccardo Arena. "Acqua dal soffitto, sovraffollamento, abbandono e sporcizia". Ecco come si sopravvive nel carcere di Vigevano

 

APPUNTAMENTI 

Incontro-dibattito. "Dentro le mura, fuori dalla giustizia. Decostruire la narrazione della pena e immaginare un futuro oltre il carcere" (Genova, 13 giugno 2025)

Seminario online Università di Urbino: "Cos'è il processo penale, a cosa serve, come viene raccontato" (13 giugno 2025, ore 15.00)

Spettacolo teatrale e tavola rotonda: "Il ruolo della giustizia riparativa nel recupero relazionale" (Padova, 14 giugno 2025)

La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 15 giugno 2025

Incontro online sulla sentenza Corte Costituzionale n. 76 del 30.5.2025 in merito alla tutela della persona sottoposta a TSO (16 giugno 2025, ore 16.00)

Convegno. "Il lavoro apre le porte opportunità economiche e sociali" (Casa di Reclusione Milano Opera, 17 giugno 2025)

Seminario. "Recidiva zero. Studio, lavoro e formazione in carcere e fuori dal carcere - II edizione" (Roma, 17 giugno 2025)

Corso di formazione Cooperativa La Ginestra: "Giustizia riparativa e informazione" (Padova, 18 giugno, 25 giugno e 2 luglio 2025)

Presentazione libro: "Respiro. Il carcere oggi tra condanna e riscatto", di Luisa Bove (Milano, 19 giugno 2025)

Convegno. "Esecuzione penale e ordinamento penitenziario: 1975-2025, tra norme, riforme, di ritti e realtà" (Roma, 20 giugno 2025)

Incontro-dibattito. "Non ci sono poteri buoni: Fabrizio De Andrè e il potere giudiziario" (Livorno, 20 giugno 2025)

Incontro. "Custodire, accompagnare, reinserire: volontariato e istituzioni insieme per una giustizia dal volto umano" (Paola-CS, 21 giugno 2025)

Serata di presentazione del giornale "Mabul", con partita di calcio e spazi di discussione (Milano, 5 luglio 2025)

Convegno. "Sfide e opportunità dell’apprendimento in carcere: riflessioni a partire dalla didattica della matematica" (Bologna, 11 e 12 settembre 2025)

Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)

"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Rovigo, 13 e 14 novembre 2025)

 

PODCAST

"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)

  

CONCORSI  E BANDI

Associazione Museo Nazionale del Cinema. Concorso nazionale "LiberAzioni Festival 2025" (Scadenza 15 giugno 2025)

Associazione Artisti Dentro: premio "Pittori Dentro" (Scadenza 20 giugno 2025)

Concorso Internazionale di Scrittura Femminile Città di Trieste. Sezione dedicata ai racconti scritti dalle donne detenute (Scadenza 30 giugno 2025)