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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 30 aprile 2025
CARCERI
di Ornella Favero*
Ristretti Orizzonti, 30 aprile 2025 COMUNICATO E ADESIONI AGGIORNATE. A proposito della ulteriore “chiusura nella chiusura” delle persone detenute in Alta Sicurezza. Asserragliati nella fortezza, terrorizzati anche dal nostro vicino di casa, armati fino ai denti per difendere i nostri beni, diffidenti e capaci di vedere negli altri solo un potenziale nemico: è questo il mondo in cui vogliamo vivere? Da circa 12 anni noi di Ristretti Orizzonti avevamo lanciato una sfida: smettiamola di dire che “i mafiosi non cambiano mai”, facciamo in modo invece che gli venga voglia di cambiare, per i loro figli, per i nipoti, per il desiderio di diventare persone “perbene”, una bella espressione che fa capire che essere “a favore del bene” ti fa vivere meglio, è già quella una ricchezza. E così, avevamo chiesto di fare una sperimentazione: far lavorare insieme nella nostra redazione detenuti comuni e detenuti di Alta Sicurezza.
di Giacomo Puletti
Il Dubbio, 30 aprile 2025 La proposta di legge di Nessuno tocchi Caino: “Fuori i detenuti con 12mesi rimasti da scontare”. No di Lega e Movimento 5 stelle. Una proposta di legge per far sì che escano dalle carceri già sovraffollate tutti i detenuti con ancora soltanto un anno di pena rimasto da scontare. Ci sta lavorando Nessuno Tocchi Caino, e parlamentari di tutti gli schieramenti politici, tranne Lega e M5S, hanno già dato la loro adesione. Si va dal vicepresidente della Camera, l’azzurro Giorgio Mulè, al leader di Noi moderati Maurizio Lupi, fino al deputato di FdI Emanuele Pozzolo (espulso dal partito ma tecnicamente ancora nel gruppo parlamentare), passando per il calendiano Fabrizio Benzoni, i renziani Maria Elena Boschi e Roberto Giachetti, la responsabile Giustizia dem Debora Serracchiani e la deputata Luana Zanella di Avs.
di Gianluca De Rosa
Il Foglio, 30 aprile 2025 “Ai miei colleghi di maggioranza e ai membri del governo che sabato scorso si sono commossi sul sagrato di piazza San Pietro in occasione del funerale del Papa voglio fare un invito alla coerenza, per omaggiare Francesco non solo attraverso il ricordo, ma seguendo i suoi insegnamenti: è ora di intervenire per svuotare le carceri del nostro paese dove la situazione diventa ogni giorno più insostenibile”, dice al Foglio Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia al Senato. “Papa Francesco - ricorda il senatore di Forza Italia - ha spesso denunciato la situazione disperata delle nostre carceri, il suo allarme è proseguito anche tre giorni prima della sua morte, quando, già indebolito dalla malattia, si è comunque voluto recare a Regina Coeli per salutare i detenuti per i quali chiedeva un atto di clemenza. Penso che non ci sarebbe atto migliore per omaggiare il Pontefice che questo. Per la politica - prosegue - può essere l’occasione di ispirarsi davvero al suo magistero, al di là della retorica”.
di Sarah Grieco
Il Manifesto, 30 aprile 2025 L’immobilismo dell’amministrazione penitenziaria verso il diritto alla sessualità è durato ben oltre un anno. Tanto è il tempo che separa la sentenza della Corte costituzionale (la n.10/2024), che apriva ai colloqui intimi all’interno delle carceri, dalle tanto attese linee guida, emesse dal DAP lo scorso 11 aprile. In questi 14 mesi di “latitanza”, il governo si era limitato all’istituzione di un “gruppo di lavoro multidisciplinare”; in nessun istituto del nostro paese è stato possibile svolgere una visita intima, nonostante l’invito della Consulta ad un’azione concreta dell’amministrazione penitenziaria, in tutte le sue articolazioni.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 30 aprile 2025 La questione non è solo etica o sanitaria. È una questione di intelligenza politica. Chi entra in carcere, nella stragrande maggioranza dei casi, poi torna nella società. Un detenuto vaccinato è un cittadino più protetto. E una comunità più sicura. Per questo motivo sono state pubblicate le prime linee guida a livello europeo per rafforzare i servizi vaccinali negli istituti penitenziari. Il documento, intitolato “Rafforzare i servizi vaccinali negli istituti penitenziari: linee guida di sanità pubblica”, è il risultato del progetto RISE-Vac (Reaching the hard-to-reach: increasing access and vaccine uptake among prison populations in Europe), finanziato dal 3° Programma Salute dell’Ue e coordinato dall’Università di Pisa.
di Marco Carta
La Repubblica, 30 aprile 2025 La storia di Claudio, ex detenuto. In carcere per reati fallimentari, Claudio Bottan incontra Papa Francesco nel 2016 durante il Giubileo dei detenuti. Nel 2020, poi, viene ricevuto a Santa Marta. Insieme alla sua compagna Simona Anedda racconta la sua storia nelle scuole e nelle università. “Ero abituato a comprarmi tutti con i miei soldi, i miei affetti, le amicizie, quelli che mi stavano intorno. In carcere nel 2016 ho incontrato Papa Francesco e la mia vita è cambiata. Qualche anno dopo gli scrissi una lettera per dirglielo, e lui mi ha voluto vedere di nuovo”. Ci sono storie come quella di Claudio Bottan che non entrerebbero in un romanzo.
di Angela Stella
L’Unità, 30 aprile 2025 A lanciarlo A Buon Diritto, Acli, Antigone, Arci, Cgil, Cnca, Forum Droghe, L’Altro Diritto, La Società della Ragione, Ristretti Orizzonti. Partito ieri il digiuno a staffetta contro il Decreto Sicurezza, che proseguirà fino al 30 maggio, vigilia della manifestazione nazionale a Roma. A lanciarlo le associazioni A Buon Diritto, Acli, Antigone, Arci, Cgil, Cnca, Forum Droghe, L’Altro Diritto, La Società della Ragione, Ristretti Orizzonti. L’azione collettiva prende il via accogliendo anche l’invito di Don Ciotti a digiunare contro le leggi ingiuste, e raccogliendo l’iniziativa lanciata dall’ ex sottosegretario alla Giustizia Franco Corleone, in digiuno dal 13 aprile al venerdì prima di Pasqua.
di Andrea Pugiotto
L’Unità, 30 aprile 2025 Oltre 270 costituzionalisti, l’Anm, l’Ucpi. E quando era ancora un disegno di legge, anche l’Osce, il Consiglio d’Europa e l’Onu. Un coro unanime di allarme e denuncia per le violazioni contenute nel provvedimento del governo che baratta la sicurezza dei diritti con un diritto alla sicurezza arbitrario, simbolico, repressivo. Come combatterlo?
di Montesquieu
La Stampa, 30 aprile 2025 Se è vero, e lo è sacrosantamente, che al verificarsi di forzature istituzionali di particolare gravità l’insieme dei costituzionalisti deve fare corpo, sostituirsi alle voci dei singoli, e prendere pubblica, ufficiale, preoccupata posizione, si deve apprezzare che ciò sia successo quando il già inquietante disegno di legge “sicurezza”, nel mezzo di un laborioso cammino parlamentare, è stato inopinatamente trasformato, previa acrobatica trasfusione, in un decreto legge. Con quale improvvisa, quasi esplosiva presenza dei requisiti richiesti dalla Costituzione si può ben immaginare. Correggendo però un antico e saggio proverbio, è il caso di dire che, in questa circostanza almeno, il buon giorno si può vedere non solo dal mattino; ma anche dal pomeriggio, quando una denuncia come questa si è materializzata, rispetto alla crisi annosa in cui versano le Camere.
di Angelo Picariello
Avvenire, 30 aprile 2025 Documento dei giuristi. Il testo proposto da tre presidenti emeriti della Consulta (Zagrebelsky, Silvestri e De Siervo) e gli ex vicepresidenti Cheli e Maddalena, ha già superato le 3mila firme. Sono già 3.500, in continuo aumento, le firme in calce all’”appello per una sicurezza democratica” lanciato da un gruppo di 236 giuristi, fra cui tre presidenti emeriti della Consulta, contro il “decreto legge sicurezza” per i profili di incostituzionalità che ancora conterrebbe, malgrado le modifiche dopo la sua trasformazione dall’iniziale ddl.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 30 aprile 2025 “Nessuno dei nuovi reati e nessuno degli spropositati aumenti di pena contenuti nel decreto Sicurezza modificheranno qualcosa sotto il profilo della sicurezza reale. Con un provvedimento che appare violare numerosi princìpi costituzionali (come proporzionalità, ragionevolezza, offensività e tassatività), il governo incide sulla sicurezza percepita, ammettendo la propria impotenza rispetto al controllo dei fenomeni criminali, ben sapendo che non sono certo gli aumenti di pena a dissuadere gli autori dei reati”. Lo dichiara, intervistato dal Foglio, Francesco Petrelli, presidente dell’Unione delle camere penali italiane (Ucpi), che proprio per protestare contro l’adozione di “politiche securitarie e carcerocentriche inutili e inique” ha deliberato tre giorni di astensione, dal 5 al 7 maggio, con una manifestazione nazionale a Roma.
di Emilio Minervini
Il Dubbio, 30 aprile 2025 La modalità con cui è stato approvato il decreto sicurezza è un vero e proprio “scippo alle Camere”. Non ha dubbi Roberta Calvano, ordinario di Diritto Costituzionale, che parla di “salto di qualità” di questo governo riguardo all’utilizzo della decretazione d’urgenza.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 30 aprile 2025 Le opposizioni hanno presentato mille emendamenti e ci vorrebbero sei mesi per esaminarli tutti: la maggioranza garantirà il confronto o forzerà la mano? La maggioranza è a un bivio: garantire il confronto sulla riforma costituzionale della separazione delle carriere al Senato o mettere in atto qualche forzatura del regolamento per arrivare quanto prima all’approvazione, sacrificando il dialogo con le opposizioni. Nel primo caso per i partiti azionisti del Governo Meloni c’è il rischio, come ipotizzato dal presidente della commissione Affari costituzionali Alberto Balboni ieri su questo giornale, che per votare i mille emendamenti presentati da Pd, Movimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra si impieghino addirittura sei mesi.
di Luigi Ferrarella
Corriere della Sera, 30 aprile 2025 Non funziona se resta monco sia di informazione per chi lo deve indossare, sia di formazione per chi ne deve controllare gli avvisi. Il paracadute è una bella sicurezza, ma, se sull’aereo lo si butta in mano al passeggero senza istruzioni d’uso e senza che a terra ci sia poi chi dia assistenza, non evita ci si sfracelli. Stesso rischio corre il braccialetto elettronico se resta monco sia di informazione per chi lo deve indossare, sia di formazione per chi ne deve controllare gli avvisi.
di Luigi Mastrodonato
Il Domani, 30 aprile 2025 Il tribunale di Massa ha emesso la sentenza di primo grado che commina in totale 70 anni di carcere nei confronti degli uomini in divisa. Tra le contestazioni ci sono i reati di lesioni, violenza sessuale e sequestro di persona. Le indagini partite nel 2011, con l’esposto di un cittadino di origine marocchina. Sono quasi 70 gli anni totali di carcere comminati a 22 carabinieri della caserma di Aulla. Nell’aula gremita del tribunale di Massa è arrivata la sentenza di primo grado di un’indagine iniziata nel 2011, quando un cittadino di origine marocchina aveva presentato un esposto per lesioni, denunciando di aver subito maltrattamenti da parte dei carabinieri.
di Nicoletta Tempera
Il Resto del Carlino, 30 aprile 2025 Non solo al Pratello. Anche alla nuova sezione dei giovani adulti aperta alla Dozza sono stati registrati i primi problemi, legati alle intemperanze dei giovani detenuti. “Alcuni dei ristretti - denuncia Salvatore Bianco della Fp Cgil - si stanno rendendo protagonisti di eventi critici, come quelli accaduti lo scorso 24 aprile, quando un detenuto avrebbe dato alle fiamme un materasso della sua camera. Grazie all’intervento della penitenziaria si è evitato il peggio. Un altro detenuto avrebbe anche tentato più volte il suicidio, e anche in questo caso è stato il personale a scongiurare un’ennesima tragedia”.
di Antonella Baccaro
Corriere di Bologna, 30 aprile 2025 Cinque giovani detenuti nella sezione separata del carcere della Dozza hanno fatto ricorso contro il trasferimento dagli istituti penali minorili di Treviso, Torino, Bologna e Firenze. Il 23 maggio l’udienza davanti al magistrato di sorveglianza presso il Tribunale per i minorenni di Bologna per discutere il reclamo con cui i detenuti chiedono il rientro nel carcere di provenienza. Lo conferma il Garante dei detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri, fortemente critico con l’operazione voluta dal ministero della Giustizia: per la prima volta, infatti, persone che hanno compiuto reati da minorenni sono state collocate in un carcere per adulti.
di Ludovica Addarii
incronaca.unibo.it, 30 aprile 2025 “La sezione dei giovani adulti alla Dozza è un progetto partito male. Penso che prima si concluderà questa esperienza e meglio sarà. Io ho fatto una visita ieri alla sezione della Dozza dei giovani adulti. Non è un progetto sostenibile perché è dentro un carcere di persone grandi”. Così Roberto Cavalieri, Garante dei detenuti dell’Emilia Romagna, commenta l’operazione di trasferimento dei 50 giovani dal carcere minorile del Pratello alla Dozza. “Le influenze su questi giovani adulti ci sono tutte. Il limite per porre fine al progetto è di tre mesi più tre. Se è partito il 24 marzo vuol dire che terminerà a settembre. Bisogna aspettare settembre per capire se riescono a smantellare questa presenza del minorile dentro la Dozza”.
di Gianpaolo Marro
La Stampa, 30 aprile 2025 Attualmente sono quattro alternativamente chiuse. L’annuncio al convegno con l’appello per rivedere il regime detentivo speciale. “Nel carcere di Cuneo presto riapriranno due sezioni del 41 bis. Attualmente sono quattro alternativamente chiuse: i detenuti sono 46 e la capienza è di 92. A breve arriveranno altri 22 reclusi con questo regime detentivo speciale”. Così Bruno Mellano, garante regionale dei detenuti ha annunciato ieri (martedì 29 aprile) al convegno a Cuneo nella sala Giolitti della Provincia, organizzato per far conoscere nel dettaglio la realtà del 41 bis, i numeri e soprattutto riflettere su questa misura.
di Paolo Viarengo
La Stampa, 30 aprile 2025 Così si conclude la polemica scoppiata ad Asti. Stefania Sterpetti, garante dei detenuti di Asti, rinuncia all’incarico. Dice: “Con profondo rammarico, comunico la mia decisione di rinunciare all’incarico di Garante delle persone private della libertà per il carcere di Asti, conferitomi dal Consiglio Comunale il 22 aprile 2025”. Comincia così la lettera con cui Stefania Sterpetti, 67 anni, medico in pensione, decide di non proseguire nell’incarico affidatole pochi giorni fa.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 30 aprile 2025 Ecco la storia del pastificio Futuro, nato nell’istituto penale minorile di Casal del Marmo nel 2013 dopo la visita di Bergoglio. A loro papa Francesco, poco prima di morire, ha fatto una donazione di 200mila euro. Il cappellano Nicolò Ceccolini: “Useremo i soldi per il mutuo, ma il Papa ci ha dato soprattutto una grande iniezione di fiducia”. Dodici anni fa Papa Francesco andò a visitare l’istituto penale minorile-Ipm “Casal del Marmo” di Roma. All’allora cappellano padre Gaetano Greco disse che occorreva “dare non solo una casa ai ragazzi, ma anche un lavoro. Per non farsi rubare la speranza”. Dal 2017 cappellano del carcere minorile è don Nicolò Ceccolini che, due anni fa, quando Bergoglio tornò all’Ipm, gli fece benedire una prima trafila di pasta da vendere al pastificio Futuro: “Così si chiuse un cerchio”, dice.
di Diego Motta
Avvenire, 30 aprile 2025 Gli ultimi della fila dovrebbero essere in testa all’agenda. È una verità semplice ma tutt’altro che scontata, quella che i giorni della morte di papa Francesco consegnano ai potenti del mondo. Aver concesso l’ultimo omaggio a Bergoglio alle figure a lui più care, i senza niente, è un segno che oggi interpella tutti. L’agenda degli ultimi sta infatti crescendo a dismisura, perché in questi anni si è allargato il popolo dei dimenticati. Di chi stiamo parlando? Di persone che non fanno notizia. Invisibili perché nascosti ai nostri occhi e invisibili perché strutturalmente in secondo piano nella comunicazione.
di Gilda Sciortino
vita.it, 30 aprile 2025 I nostri giovani? Vittime di una società che non li aiuta a elaborare un pensiero critico che li blocchi quando la rabbia esplode, facendo pensare loro che la violenza sia la risposta giusta. Per Claudia Bongiorno, psicoterapeuta dell’Asp nel carcere Pagliarelli di Palermo, la rissa che lo scorso fine settimana è sfociata nel triplice omicidio di alcuni ragazzi lancia l’allarme su quanto i giovani abbiano bisogno di aiuto. Sono ragazzi i protagonisti dell’ultima tragedia in ordine di tempo avvenuta in quello che, sino a poche ore prima era una tranquilla notte tra sabato e domenica, in uno dei più tranquilli comuni a pochi chilometri da Palermo. È, infatti, a Monreale che futili motivi hanno portato a una sparatoria nella quale hanno peso la vita tre giovani e sono rimasti feriti altri due.
di Laura Berlinghieri
La Stampa, 30 aprile 2025 Il papà di Giulia scrive agli artisti: “Evitare stereotipi e frasi tossiche. Anche Vasco componeva brani impubblicabili, poi ha mutato stile”. La richiesta alla fondazione Giulia di partnership a un evento benefico, l’Aperyshow Charity Event, organizzato ad Arsego, cittadina della provincia di Padova. “Ma, di fronte all’elenco dei cantanti che si sarebbero esibiti sul palco, mi sono reso conto che alcuni di loro in passato avevano scritto testi misogini e non rispettosi delle donne” spiega Gino Cecchettin.
di Youssef Hassan Holgado
Il Domani, 30 aprile 2025 Nel 2024 142 difensori di diritti umani hanno affrontato procedimenti giudiziali nei paesi Ue, tra questi 88 persone per attività collegate con la ricerca e il soccorso in mare dei migranti (le operazioni delle navi delle ong); 21 per aver fornito assistenza umanitaria (acqua, cibo, vestiti etc.); 17 per azioni di disobbedienza civile; 3 per aver fornito un rifugio ai migranti e 13 per altre motivazioni. Nel 2024 almeno 142 persone nei paesi Ue hanno subito procedimenti penali o amministrativi per aver agito in solidarietà con i migranti. È la preoccupante panoramica che emerge dal rapporto di Picum (Platform for international cooperation on undocumented migrants) che da tre anni monitora i fenomeni di criminalizzazione della solidarietà nei confronti dei migranti.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 30 aprile 2025 Divisi dalla canapa: Regioni contro esecutivo, Lega di “popolo” contro Lega di governo. È l’effetto del decreto Sicurezza, e in particolare dell’articolo 18 che ha già creato il parapiglia nella filiera industriale della Cannabis sativa L., soprattutto al nord, contro il quale si è schierata ieri gran parte della Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni. Quasi tutti gli assessori regionali all’Agricoltura - esclusi quelli del Lazio e della Lombardia - coordinati dal veneto Federico Caner, leghista fedele al governatore Zaia, chiedono in una lettera al ministro Lollobrigida la revisione della norma che dal 12 aprile, dopo l’entrata in vigore del Decreto sicurezza, vieta la commercializzazione delle infiorescenze di canapa a bassissimo contenuto di Thc.
ESTERI
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 30 aprile 2025 Per l’ex magistrata Victoria McCloud, la sentenza della Corte Suprema britannica viola il diritto a un giusto processo: la Suprema Corte britannica le aveva negato l’accesso alla causa sollevata dalle femministe scozzesi. C’era da aspettarsi che la parola dei giudici inglesi sulla definizione legale di donna non sarebbe stata l’ultima. E infatti, ecco la notizia: il caso arriva alla Corte europea dei diritti dell’uomo. A farvi appello è Victoria McCloud, prima giudice trans del Regno Unito, che ha presentato ricorso alla Cedu contro la sentenza della Corte Suprema britannica sostenendo la violazione dell’articolo 6 della Convenzione sul diritto a un giusto processo.
di Adalgisa Marrocco
huffingtonpost.it, 30 aprile 2025 Il Freedom to Write Index 2024 di PEN America registra 375 scrittori incarcerati nell’ultimo anno per aver espresso il proprio pensiero, un numero in crescita costante da sei anni. Dalla Cina all’Iran, dalla Russia alla Turchia, passando per Israele e gli Stati Uniti, un tempo considerati bastioni della libertà di pensiero. Le parole fanno paura. Soprattutto quando cercano la verità e interrogano il potere. Sempre più spesso, chi le pronuncia - e soprattutto le mette nero su bianco - paga un prezzo altissimo. A testimoniarlo, con cifre e nomi, è il nuovo Freedom to Write Index 2024 pubblicato da PEN America, organizzazione che tutela la libertà d’espressione: nel 2024 sono stati 375 gli scrittori incarcerati nel mondo per aver espresso liberamente il proprio pensiero.
di Daniele Nalbone
Il Manifesto, 30 aprile 2025 Dal 2006 a oggi sono scomparse 127mila persone. Sulla spinta dei familiari il caso arriva all’Assemblea generale dell’Onu, ma la reazione della politica locale è “scomposta”. Può un Paese che conta più di 127mila persone scomparse dal 2006 a oggi scandalizzarsi e parlare di “ingerenze” e “intromissioni” da parte dell’Onu per aver aperto un procedimento urgente sul tema? Nel caso del Messico, è successo proprio questo: sulla scorta di informazioni raccolte in quattordici stati, infatti, il Comitato sulle sparizioni forzate dell’Onu, al termine della sessione che si è conclusa lo scorso 4 aprile a Ginevra, ha deciso di attivare l’articolo 34 della Convenzione per la protezione delle persone dalle sparizioni forzate per chiedere chiarimenti e cooperazione al Messico, con la possibilità concreta di portare il caso fino all’Assemblea generale Onu.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 4 maggio 2025
Incontro-dibattito: "Sogna ragazzo, sogna. Mai solo all'IPM, per ripartire" (Rovigo, 8 maggio 2025)
Performance teatrale e successivo dibattito: "Genitorialità in carcere" (Arezzo, 9 maggio 2025)
Convegno: "Emergenza carcere tra realtà locale e prospettive europee" (Milano, 19 maggio 2025)
PODCAST
"Voci da San Vittore", di Ulderico Maggi - ABCittà
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
CORSI E MASTER
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