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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 7 agosto 2025
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 7 agosto 2025 Il progetto del Dap senza politiche deflattive servirà a ben poco. Il viaggio fra le mura delle carceri italiane somiglia sempre più a un romanzo a puntate, in cui capitoli di sofferenza si alternano ad altrettanti momenti di attesa. Ma oggi i numeri non solo gridano più forte di qualsiasi parola: urlano un’emergenza che ha raggiunto livelli drammatici, ma che i lavori di edilizia programmati non potrebbero risolvere. Il documento programmatico del Programma Carceri 2025- 2027 da poco reso pubblico sul sito del ministero della Giustizia, ammette senza mezzi termini una realtà allarmante: “Nell’ultimo biennio, peraltro, l’indice di affollamento è aumentato a tassi maggiori rispetto al precedente, attestandosi, al 31 dicembre 2024, a circa il 120%”.
di Gioele Urso
lospiffero.com, 7 agosto 2025 Niente carcere se non c’è posto. Un po’ come succede nelle scuole, in albergo o al cinema. Se si è raggiunto il limite di capienza si sta fuori. A proporre di introdurre il numero chiuso nelle carceri italiane è Europa Radicale che, da una parte, rispolvera la proposta “pannelliana” dell’amnistia e, dall’altra, chiede al Governo di approvare la proposta di legge depositata in Parlamento da Riccardo Magi, di +Europa: ispirandosi al modello britannico, introduce il principio che se il limite di capienza è stato raggiunto, chi dovrebbe entrare rimane fuori.
di Patrizio Gabetti
laprimalinea.it, 7 agosto 2025 Il 3 e 4 agosto scorsi, in Valle d’Aosta e in Puglia, a poche ore di distanza si sono tolte la vita due persone molto diverse ma unite da un destino tragicamente speculare: Sandra Manfré, vicequestore della Polizia di Stato, e un detenuto del carcere di Brissogne. Entrambi vivevano dentro il sistema della Giustizia, ma lo facevano da versanti opposti: chi ne indossava l’uniforme, chi ne subiva le sbarre. Eppure, tutti e due sembrano esserci precipitati dentro, fino a rimanerne schiacciati.
di Maurizio Crippa
Il Foglio, 7 agosto 2025 Centoventi chilometri, un’indubbia esperienza di libertà e anche di grande valore simbolico e spirituale, “come segno di un reale percorso di cambiamento”, per usare le parole di don Massimo. Non un’uscita premio, per quanto sorvegliata e accompagnata, ma un vero cammino spirituale, interiore, condiviso, durante il quale queste tre persone stanno raccogliendo pensieri, riflessioni, persino preghiere. Le annotano su un’agenda bianca. L’obiettivo è consegnarla oggi di persona a Papa Leone. Saprà farne tesoro, lui che fra i primi ricordi di Papa Francesco ha voluto proprio citare tutte le volte che ha varcato i cancelli di una prigione.
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 7 agosto 2025 Vladimiro Zagrebelsky era l’uomo del diritto e dei diritti, come gli riconosce chiunque abbia versato una goccia nel fiume di commozione seguito alla sua scomparsa. Il suo sguardo era un po’ più ampio, un po’ meno incrostato, tale da aprire una finestra della nostra cultura giuridica verso l’Europa e il mondo. Magistrato, giurista, docente, giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo dal 2001 al 2010, ha allargato il suo pensiero per riempire anche il nostro. Fino all’ultimo, quando ieri se ne è andato all’età di 85 anni nella sua casa di villeggiatura a Gressoney-La-Trinité, in Valle d’Aosta.
di Cesare Martinetti
La Stampa, 7 agosto 2025 L’ex giudice torinese della Corte di Strasburgo dei diritti dell’uomo è morto ieri a 85 anni. Era un positivista convinto della concretezza della legge e si è battuto per una legge sul fine vita. Come un grande attore, Vladimiro Zagrebelsky è uscito di scena recitando. Ieri su La Stampa, c’era il suo ultimo editoriale, consegnato al giornale poche ore prima di avvertire un vago malessere nella passeggiata serale, a Gressoney-La-Trinité, il suo luogo del cuore da tanti anni. Ha chiesto alla figlia di preparargli una boule di acqua calda, ma dopo pochi minuti Irene lo ha trovato sul letto, senza più vita.
di Barbara Fiammeri
Il Sole 24 Ore, 7 agosto 2025 Giorgia Meloni ne è convinta: per la premier ci sarebbe un vero e proprio “disegno politico intorno ad alcune decisioni della magistratura” e in particolare “quelle che riguardano l’immigrazione”, come se “si volesse frenare la nostra opera di contrasto all’immigrazione illegale”. Un posizionamento - quello dei giudici - che sempre secondo la presidente del Consiglio sarebbe conseguenza delle scelte del Governo. “Ovviamente a me non sfugge che la riforma della giustizia procede a passi spediti e ho messo in conto eventuali conseguenze”.
di Andrea Bulleri
Il Messaggero, 7 agosto 2025 La premier al Tg5: “Una situazione assurda, i ministri non governano a mia insaputa”. Sull’immigrazione i sospetti di un “disegno politico” delle toghe. Sguardo dritto in camera, poi l’affondo: “Su alcune decisioni della magistratura vedo un disegno politico”. Specie “su quelle che riguardano l’immigrazione”. Giorgia Meloni parla nel day after della pubblicazione delle carte del Tribunale dei ministri sul caso Almasri. Lo fa per difendere l’operato del governo: i ministri Nordio e Pianteodosi e il sottosegretario Mantovano, per i quali il tribunale chiede il processo, “hanno agito nel rispetto della legge per difendere la sicurezza degli italiani”, rivendica la premier nell’intervista all’edizione serale del Tg5.
di Errico Novi
Il Dubbio, 7 agosto 2025 Non sappiamo se e quanto la decisione assunta dal Tribunale dei ministri su Almasri fosse attesa dal governo. Non sappiamo se e quanto Giorgia Meloni fosse preparata all’idea di un profluvio di affermazioni “censorie” da parte del collegio delle tre giudici a carico di guardasigilli, capo del Viminale e sottosegretario ai Servizi. Sappiamo però per certo che ora viene la parte più difficile. A dispetto di quanto s’immagina, o si sia finto finora di immaginare. La richiesta di processare l’Esecutivo è, naturalmente, destinata a essere respinta dalla Camera. Ma il difficile viene adesso perché comunque, fino a ottobre, quando l’Aula dovrebbe pronunciarsi sulla richiesta formulata dal Tribunale dei ministri, giornali e note stampa degli avversari gronderanno anatemi contro il governo. E potrebbe non finire lì.
di Andrea Palladino
La Stampa, 7 agosto 2025 Revocata la circolare che impediva l’accesso, come promesso da Bernini alla commemorazione di Bologna. È stata revocata ieri la circolare della Direzione generale degli archivi del ministero della Cultura che aveva ristretto l’accesso alle sentenze sulle stragi e sul terrorismo. Il direttore generale Antonio Tarasco - che aveva firmato la decisione contestata - ha disposto la revoca del provvedimento. Su questo punto il ministro dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, aveva preso un preciso impegno con l’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, che - attraverso il presidente Paolo Bolognesi - aveva sollevato la questione.
di Antonio Alizzi
Il Dubbio, 7 agosto 2025 Accolto il ricorso di un uomo accusato di tentato furto: il caso torna davanti alla Corte d’appello di Bologna. La quinta sezione penale della Corte di Cassazione, con sentenza n. 28468/2025, ha chiarito che l’inammissibilità dell’appello per aspecificità dei motivi non può fondarsi su criteri puramente quantitativi o formali, ma richiede un’analisi puntuale della coerenza critica tra il motivo di impugnazione e la sentenza di primo grado. La decisione ribalta l’ordinanza della Corte d’appello di Bologna che aveva rigettato il ricorso di un uomo imputato per tentato furto e possesso ingiustificato di chiavi alterate.
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 7 agosto 2025 La Cassazione sposa la scelta del Legislatore della Riforma Cartabia di non premiare in sede di esecuzione chi non abbia appellato la sentenza di condanna ma che non ha preliminarmente optato per il rito alternativo all’ordinario. Il doppio sconto di pena previsto nel caso in cui si venga condannati con rito abbreviato e non si appelli la sentenza di primo grado passa ancora una volta indenne al vaglio dei giudici di legittimità che decidono appunto di non rinviare alla Consulta la questione di legittimità costituzionale sollevata nell’ambito del ricorso di una persona che condannata con rito ordinario invocava in base agli articoli 3 e 111 della Carta, ossia i principi di uguaglianza e del giusto processo.
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 7 agosto 2025 Se la richiesta di applicazione della pena cui aderisce il Pm è subordinata al riconoscimento della sospensione condizionale, l’impugnazione può determinare l’annullamento con rinvio solo sullo specifico punto. La sentenza di patteggiamento è annullabile solo parzialmente quando non abbia disposto il beneficio della sospensione condizionale della pena se l’accordo tra le parti la ricomprendeva e il giudice non offre alcuna motivazione sulla sua esclusione. Questo è quanto affermato dalla sentenza n. 29884/2025 della Corte di cassazione penale.
di Salvo Palazzolo
La Repubblica, 7 agosto 2025 Nel pomeriggio di ieri, intorno alle diciassette, si è allontanato dai suoi compagni ed è stato trovato poco dopo da alcuni agenti della Polizia penitenziaria ormai senza vita. Sì è tolto la vita, impiccandosi, il ventiduenne Stefano Argentino, detenuto nel carcere di Messina con l’accusa di avere ucciso la giovane Sara Campanella, il 31 marzo scorso. Già un mese dopo l’arresto e la confessione aveva manifestato l’intenzione di togliersi la vita, ma poi dopo colloqui con medici e psicologici il giovane era tornato alla vita comune all’interno del penitenziario della città dello stretto. La procura di Messina diretta da Antonio D’Amato ha aperto un’inchiesta su quando accaduto.
di Lara Sirignano
Corriere della Sera, 7 agosto 2025 Il suo legale: è colpa dello Stato. Gli avvocati della famiglia della vittima: un dolore. Dal giorno del suo arresto la famiglia e l’avvocato avevano espresso il timore che potesse uccidersi. Era depresso, per giorni non ha toccato cibo Stefano Argentino, 27 anni e l’accusa gravissima di aver sgozzato per strada, a Messina, davanti a decine di passanti, Sara Campanella, la collega di università 22enne che perseguitava. Ieri l’epilogo drammatico di una vicenda terribile. Lo studente si è ucciso nel carcere messinese di Gazzi, impiccandosi.
La Stampa, 7 agosto 2025 Dopo gli attacchi di Fratelli d’Italia, già raccolte oltre 200 firme. “L’equilibrio, il rigore, la tenacia e l’indipendenza di Bruno Mellano sono la scelta migliore per succedere a Monica Gallo come Garante dei detenuti di Torino”. Parola di Franco Corleone, presidente del Comitato scientifico della Società della ragione (associazione che si occupa di giustizia e diritti, ndr), ma anche di oltre duecento persone. Sono quelle che in due giorni, insieme a tantissime onlus e realtà della società civile, hanno firmato l’appello lanciato in difesa dell’ex Garante regionale dopo l’attacco di Fratelli d’Italia.
L’Unione Sarda, 7 agosto 2025 “Scelta pericolosa”. Incontro con il direttore del Dap: “Su un’unica regione un peso sproporzionato e insostenibile, rischi per la sicurezza e l’ordine pubblico”. I parlamentari sardi del Pd chiedono a gran voce di fermare il trasferimento di 92 detenuti in regime di 41 bis nel carcere di Uta. Marco Meloni e Silvio Lai, assieme alla responsabile giustizia dei dem Debora Serracchiani hanno incontrato il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Stefano De Michele, a cui hanno espresso tutte le loro preoccupazioni per la disposizione del ministero della Giustizia.
di Franco Insardà
Il Dubbio, 7 agosto 2025 Il presidente del Senato e il vicepresidente del Csm si sono confrontati coi reclusi nel laboratorio “Spes contra spem” promosso da Nessuno tocchi Caino. Un dialogo senza precedenti tra istituzioni e detenuti si è svolto ieri nel carcere romano di Rebibbia, dove il laboratorio “Spes contra spem” promosso da Nessuno tocchi Caino ha ospitato due figure di vertice dello Stato: Fabio Pinelli, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, e Ignazio La Russa, presidente del Senato. La loro presenza ha assunto un valore simbolico e politico forte, dimostrando un impegno concreto nell’affrontare quella che viene ormai definita da più parti un’emergenza umanitaria: il sovraffollamento carcerario.
di Emiliano Rozzino
giornalelavoce.it, 7 agosto 2025 Digiuna per chi in carcere non ha più voce. “Oggi digiuno per 50 persone dimenticate e perché non voglio rassegnarmi a vedere ancora diritti violati e dignità calpestate nelle nostre carceri”. È questo il messaggio - breve, forte, incisivo - con cui Roberto Capra, avvocato penalista torinese e presidente della Camera Penale del Piemonte Occidentale “Vittorio Chiusano”, ha annunciato la sua adesione pubblica alla campagna nazionale di digiuno a staffetta. Un gesto simbolico. Un atto di denuncia. Un modo per scuotere le coscienze di un Paese che continua a ignorare quello che succede dentro i muri delle sue prigioni. Le “50 persone dimenticate” non sono numeri: sono i detenuti che, dall’inizio dell’anno, si sono tolti la vita negli istituti penitenziari italiani. Una cifra che fa paura.
di Daniele Rescaglio
Il Giorno, 7 agosto 2025 Una popolazione carceraria troppo numerosa rispetto ai posti disponibili. Anche il carcere di Cremona vive la condizione che riguarda molte strutture penitenziarie, con un numero di detenuti ad oggi pari a 550 contro i 380 posti disponibili. Ieri mattina il consigliere regionale Dem, Matteo Piloni, ha incontrato la direttrice della struttura, Giulia Antonicelli, e la comandante della polizia penitenziaria, Letizia Tognali, e con loro ha visitato la struttura di via Ca’ de Ferro. “Ringrazio la direttrice Giulia Antonicelli e la comandante della polizia penitenziaria Letizia Tognali, della casa circondariale di Cremona per la disponibilità a ricevermi per una visita e un colloquio.
cronachesalerno.it, 7 agosto 2025 La Uil Campania entra nelle carceri di Salerno e Vallo della Lucania per essere al fianco dei detenuti come persone e come cittadini: è stata avviata, infatti, una convenzione grazie alla quale il patronato Ital e il Caf della Uil, offrono servizi gratuiti ai detenuti, come la consulenza legale, l’assistenza di un medico per le richieste di invalidità e tutte quelle pratiche che si fanno in un patronato e in un Caf. “Il sindacato, la Uil - sottolinea Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil di Napoli e Campania - entra nelle carceri con i suoi servizi, lo fa per la prima volta a Salerno, a Vallo della Lucania, per sostenere i detenuti i quali, a prescindere dai reati che hanno commesso o dalle pene che stanno scontando, restano persone che necessitano di servizi e di tutele.
di Cristina Palazzo
La Repubblica, 7 agosto 2025 “Tra un anno finisce tutto”. Decine di migliaia le assunzioni a tempo fatte grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che però giungerà al termine a metà 2026. In tribunali, scuole e atenei monta l’ansia: “Dateci un futuro”. Lavoratori e ricercatori che con il Pnrr hanno avuto la possibilità di avere un impiego ma che alla sua scadenza rischiano di restare a casa. Illusi dalla possibilità di crearsi una strada verso la stabilizzazione e che ora vedono il loro futuro legato a doppio filo alla lancetta che scandisce il countdown per la fine del Piano nazionale di ripresa e resilienza che, nelle intenzioni iniziali, doveva essere attuato entro il 30 giugno 2026.
di Andrea Carlino
orizzontescuola.it, 7 agosto 2025 Il piano da 45 milioni di Valditara per portare istruzione e futuro dove il diritto allo studio è più fragile e a rischio. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha destinato 45 milioni di euro per rafforzare il diritto allo studio degli studenti che si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità. Con la firma di due decreti specifici da parte del Ministro Giuseppe Valditara, si è dato il via a un importante stanziamento di fondi: 25 milioni saranno indirizzati alla scuola in carcere, mentre 20 milioni andranno a beneficio dell’istruzione domiciliare e ospedaliera. L’obiettivo primario è quello di potenziare l’offerta formativa per gli alunni in stato di restrizione o fragilità, garantendo continuità e qualità al loro percorso educativo.
di Simona Musco
Il Dubbio, 7 agosto 2025 Prevista a settembre la relazione della giunta per l’Aula. Meloni al Tg5 attacca: “Disegno politico intorno ad alcune decisioni sull’immigrazione”. Dopo i feroci attacchi seguiti all’invio degli atti al Tribunale dei Ministri, difficile, all’esito della lettura della richiesta di autorizzazione a procedere, attribuire al procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, l’intento di colpire per via giudiziaria il governo. Compare alle prime pagine del documento, infatti, la sua richiesta di archiviazione non solo della premier Giorgia Meloni - poi effettivamente archiviata - ma anche, seppur in parte, per gli altri indagati.
di Paolo Delgado
Il Dubbio, 7 agosto 2025 Il Governo invoca la tutela della sicurezza nazionale ma glissa sul contenuto delle intese con Tripoli. Nelle 91 pagine stilate dal Tribunale dei Ministri per sostenere la richiesta di autorizzazione a procedere contro due ministri e un sottosegretario che pesa più di quasi tutti i ministri, quel che colpisce è la sostanziale sintonia con la più concisa e furibonda replica di Giorgia Meloni. La premier difende e rivendica “la correttezza dell’operato dell’intero Esecutivo”, cioè la liberazione di Almasri, in quanto dettata dalla “tutela della sicurezza degli italiani”. Secondo i giudici i ministri Pantedosi e Tajani, il sottosegretario Mantovano, i capi della polizia e del Dis Pisani e Rizzi avrebbero in apposito vertice sottolineato la preoccupazione per “possibili ritorsioni libiche”.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 7 agosto 2025 Un “pasticcio frettoloso di cui chiederò chiarimenti”. Era lo scorso 5 febbraio quando, prima alla Camera e poi al Senato, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, con la modestia che lo contraddistingue, così bollava le carte della Corte penale internazionale su Osama Almasri. Un testo pieno di errori e incongruenze, disse il ministro, per giunta scritto in inglese, “un complesso carteggio” difficile da decodificare. Per questo - anche per questo - le interlocuzioni con la Corte d’appello di Roma, durante le 48 ore di fermo del boia libico, sono state pressoché assenti. E però una via d’uscita c’era e l’aveva offerta direttamente la Cpi in maniera piuttosto esplicita.
di Fabrizia Giuliani
La Stampa, 7 agosto 2025 È un groviglio intricato, il caso Almasri. Una storia lunga e terribile che coinvolge Paesi diversi e vede il nostro protagonista, una storia che ha al centro i diritti umani - la loro programmatica e sistematica violazione - la giustizia fino al livello della Corte penale internazionale, la politica - estera e interna - e le istituzioni. Una storia documentata, di cui cominciamo a sapere molto, ma ancora segnata da zone grigie, interrogativi inevasi. Una storia ancora in fieri, segnata fin dall’inizio da scontri aspri tra i Paesi coinvolti ma non solo. Come emerge in queste ore, il conflitto più duro è quello interno ed è di natura istituzionale, investe il rapporto tra governo e magistratura. La fibrillazione che ne deriva si riflette nello scontro politico ma soprattutto nello sconcerto della società civile.
di Daniela Fassini
Avvenire, 7 agosto 2025 La giovane ivoriana Mariam: “Lui e i suoi uomini mi hanno stuprato ogni notte per un anno, voglio giustizia”. L’avvocata: “Presto un esposto alla Procura contro l’archiviazione della premier”. La stupravano ogni notte, all’interno della prigione di Mitiga, in Libia. Lo facevano a turno: prima lui, il generale Almasri e poi tutti gli altri suoi uomini. Oggi Mariam (nome di fantasia per garantirne la privacy, ndr) è in Italia, ha un lavoro e cerca di farsi una nuova vita. Ma è difficile, ogni notte, rivive lo stesso incubo.
DOCUMENTI
Articolo: "Beati noi che siamo stati salvati. Carcere e ideologia neocapitalistica", di Marco Toti
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 10 agosto 2025
Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)
56° Convegno nazionale SEAC: "Le pena e le leggi" (Bologna, 24 e 25 ottobre 2025)
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
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