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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 24 agosto 2025
di Gian Luigi Gatta*, Cesare Parodi**, Francesco Petrelli***
Corriere della Sera, 24 agosto 2025 Lettera aperta ai presidenti del Senato e della Camera, al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro della Giustizia. L’emergenza dei suicidi in carcere - 56 dall’inizio dell’anno, 7 dei quali ad agosto - indice di inaccettabili condizioni di vita dei detenuti, impone di portare ancora una volta con urgenza alla vostra attenzione la drammatica situazione di sovraffollamento che contraddistingue la realtà italiana.
di Marco Neirotti
La Stampa, 24 agosto 2025 “Non siamo bestie ma esseri umani”, scriveva nei giorni scorsi un detenuto: “La politica è andata in ferie, lasciandoci come cani abbandonati”. Parole che annegano nel web: “Siete in vacanza tutto l’anno, mantenuti da noi!”. Una lieve protesta nel carcere di Asti e la visita del Radicale Daniele Robotti scatenano un colpo di spugna sulla storia del diritto. Tra sberleffi (“Rinchiudiamo anche i Radicali con loro”) spunta voglia di lager: “Per me possono dormire 40 in 3 metri quadri e mangiare un tozzo di pane ogni due mesi”. “Se non mangiano risparmiamo”, “Paghiamo le tasse per mantenerli”. Addestrata all’odio e alla sopraffazione, la società non approva una condanna nei limiti del vivere civile.
di Paolo Rossetti
ilsussidiario.net, 24 agosto 2025 Intervista al Viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto. Solo il 2% dei detenuti con un lavoro commette ancora reati, motivo in più per fare del carcere un’occasione di fattiva riabilitazione. Finora solo un terzo dei reclusi accede al lavoro, anche se il ministero ha appena emanato un decreto, animato da fondi europei, per incrementare le attività nell’area trattamentale. Un piano che va di pari passo con una strategia per ridurre il sovraffollamento, puntando, fra l’altro, su soluzioni alternative per chi è tossicodipendente e sulla diminuzione dei detenuti in custodia cautelare. Un impegno che vede sullo sfondo i grandi temi del dibattito sulla giustizia, la separazione delle carriere prima di tutto e, in stretta connessione, i rapporti politica-magistratura.
approdocalabria.it, 24 agosto 2025 Ha suscitato notevole clamore la diffusione della notizia che Piromalli Antonio, detenuto al 41 bis, considerato il capo di una potente cosca mafiosa, abbia chiesto di potersi cucinare la cena in cella dopo le 22, senza alcuna limitazione di orari, ottenendo un netto rigetto dalla Cassazione sul presupposto che ai detenuti al 41 bis tale prerogativa fosse preclusa. Abbiamo chiesto al suo difensore di fiducia, l’avv. Domenico Infantino del Foro di Palmi, delucidazioni su tale vicenda: “La notizia diffusa da qualche organo di informazione di una richiesta del mio assistito di poter fare la spaghettata di mezzanotte, a mo’ di privilegio, è tanto falsa quanto grottesca. Ai detenuti al 41 bis, a differenza di quelli del circuito alta sicurezza, è fatto divieto assoluto di tenere in cella anche dopo le ore 20 il fornellino, la caffettiera ed il pentolame, per disposizioni della direzione del carcere (tra le ore 20 e le ore 7 non è possibile prepararsi nemmeno una semplice bevanda calda).
di Francesco Bei
La Repubblica, 24 agosto 2025 Franco Bonisoli era nel commando che rapì Moro. Il padre di Giorgio Bazzega fu ucciso da Walter Alasia. L’incontro al Meeting Cl. È il 15 dicembre del 1976. “Mio papà, Sergio Bazzega, maresciallo dei servizi antiterrorismo, va a eseguire l’arresto di un ragazzo brigatista, Walter Alasia, in un palazzone di Sesto San Giovanni. Il ragazzo reagisce, è armato, mio padre impugna il mitra ma si trova davanti, nella sua linea di tiro, i genitori di Walter. Li avrebbe colpiti, decide quindi di non sparare e provare a disarmarlo, ma l’altro reagisce e gli spara in un punto vitale. Alasia salta dalla finestra, i colleghi di papà gli sparano alle gambe e la versione ufficiale è che lo abbattono perché aveva provato a colpire degli infermieri che volevano salvarlo.
di Daniele Rescaglio
Il Giorno, 24 agosto 2025 L’uomo, di 40 anni, era di origine magrebina. Il sindacato: “Sistema al collasso, servono misure immediate”. Nel carcere lombardo 563 detenuti in soli 384 posti. Ancora morte dietro le sbarre. Un detenuto di origine magrebina di 40 anni è deceduto venerdì pomeriggio nella Casa Circondariale di Cremona dopo aver inalato gas da una bomboletta da campeggio. L’ennesimo caso che riaccende i riflettori sulla drammatica situazione del sistema carcerario italiano. Secondo le prime ricostruzioni, ha spiegato Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, l’uomo avrebbe utilizzato il gas della bomboletta normalmente destinata alla preparazione dei pasti.
Il Manifesto, 24 agosto 2025 Appuntamento a Treviso giovedì prossimo (ore 19) in via Santa Bona Nuova, zona carceri, per chiedere verità e giustizia per Danilo Riahi: il 9 agosto è stato arrestato come sospettato di tentativi di furto a Vicenza, dopo essere fuggito dalla polizia in evidente stato di agitazione. Immobilizzato con il taser, è stato portato nel carcere minorile di Treviso, dove poche ore dopo, secondo la versione dei giornali e delle autorità, avrebbe tentato il suicidio. È morto all’ospedale Ca’ Foncello dopo due giorni in terapia intensiva, mentre la questura di Vicenza celebrava pubblicamente “l’eccellente lavoro” delle forze dell’ordine e il gip convalidava la detenzione.
Corriere di Bologna, 24 agosto 2025 “Una situazione esplosiva”, che “attualmente sfiora la soglia degli 800 detenuti, considerando anche un segmento gestito dalla giustizia minorile: la sezione giovani adulti. In altri tempi, di fronte a situazioni simili, si sarebbero chiusi gli ingressi e gli arrestati sarebbero stati associati a strutture limitrofe”. Oggi non è così, con un’emergenza sovraffollamento che è trasversale: l’ennesima richiesta di attenzione alle condizioni del carcere della Dozza è arrivato dal segretario della Fns Cisl, Nicola D’Amore, che è tornato a ricordare come il “sovraffollamento e la carenza di personale mettano a rischio sicurezza, dignità e trattamento dei detenuti”.
Il Resto del Carlino, 24 agosto 2025 Sopralluogo di una rappresentanza di avvocati della Camera Penale “La capienza dovrebbe essere di 244 unità. E manca anche il personale”. Una rappresentanza composta da avvocati del direttivo della Camera Penale Ferrarese e del locale Osservatorio Carcere ha fatto visita, nei giorni scorsi, alla casa circondariale di Ferrara. La visita per l’iniziativa dell’Osservatorio nazionale carcere dell’Ucpi denominata ‘Ristretti in agosto’. “Si tratta - spiegano - di un importante momento di monitoraggio delle condizioni di vita dei detenuti che mira a sensibilizzare la politica, l’opinione pubblica, il mondo dell’informazione, l’associazionismo e la magistratura sulle condizioni inumane e degradanti in cui versa la popolazione carceraria, ancora più insopportabili durante il periodo estivo”.
ilpescara.it, 24 agosto 2025 Diverse criticità importanti che interessano il carcere di Pescara e che le autorità competenti devono risolvere. A segnalare le problematiche principali della casa circondariale di San Donato la Commissione dell’ordine degli Avvocati di Pescara per le esecuzioni penali e condizione dei detenuti, che interviene evidenziando le questioni urgenti da affrontare. “Il carcere di Pescara, come molte altre strutture italiane, si trova in una condizione di grave sovraffollamento, con un numero di detenuti superiore alla capienza regolamentare: nonostante questa sia di 276 persone, attualmente il numero dei detenuti ammonta a 387 con un tasso di sovraffollamento di circa il 145%.
In Veritas, 24 agosto 2025 La segretaria Feneal-Uil Spinelli: “Servono cantieri, non parole”. A fronte di una città che negli ultimi anni ha saputo trasformarsi grazie a opere pubbliche, architettura contemporanea e spazi urbani riqualificati, permane un’ombra che vanifica ogni proclama di modernità: le carceri salernitane. Il caso del carcere di Fuorni è emblematico. Una recente visita di una delegazione di avvocati penalisti ha documentato condizioni di sovraffollamento estremo: sei detenuti in una cella, appena tre docce per sessanta persone, una capienza regolamentare di 390 posti e una presenza effettiva di circa 600 detenuti. Uno scarto che sfiora l’80 % e che rende impossibile garantire dignità, sicurezza e percorsi rieducativi reali.
di Ciro Oliviero
dalsociale24.it, 24 agosto 2025 Pino Cantatore, ha raccontato l’esperienza della prima impresa sociale nelle carceri di Bollate e Vigevano. Il XXI Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione in Italia aveva evidenziato un sovraffollamento record, carenza di personale, diritti compressi e una deriva punitiva che mette a rischio la tenuta costituzionale del sistema. Al 30 aprile 2025 i detenuti in Italia erano 62.445, con un tasso reale di affollamento è del 133%. L’istituto col più alto tasso di persone in stato di reclusione è Milano San Vittore, con il 220%. Ma proprio dalla Lombardia arrivano anche storie positive. Come quelle che ha raccontato oggi al Meeting di Rimini Pino Cantatore, presidente della cooperativa Bee4, prima impresa sociale nelle carceri di Bollate e Vigevano.
di Chiara Evangelista
Corriere della Sera, 24 agosto 2025 Inaugurato a novembre del 2024, ha l’obiettivo di accompagnare il percorso di inclusione di migranti e rifugiati, concentrando in un unico luogo l’offerta di servizi: dal supporto per l’inserimento nel mondo lavorativo all’orientamento per il ritorno volontario assistito nel Paese d’origine. Nel deserto agostano l’accoglienza non va in vacanza. A luglio sono stati 1.400 gli accessi al centro di via Sammartini, l’unico spazio in città che riunisce tutti i servizi cittadini dedicati alle persone migranti e rifugiate, con una particolare attenzione a quelle neo-arrivate. L’immobile comunale, nei primi sei mesi del 2025, ha registrato una media di 950 accessi al mese.
di Ezio Mauro
La Repubblica, 24 agosto 2025 Sono tempi duri per la realtà, che non riesce a imporsi squarciando il velo della narrazione che avviluppo a ogni cosa, camuffandola: figuriamoci per la verità. Sedotti dagli interpreti, catturati dagli spin doctor, abbiamo quasi rinunciato alla ricerca del vero in cambio della politica ridotta a performance, che consuma gli eventi nello spazio di una clip o li comprime in un tweet, smarrendo il deposito di significato e sacrificando la comprensione all’immediatezza: purché tutto faccia spettacolo, come ai tempi di Barnum.
di Andrea Malaguti
La Stampa, 24 agosto 2025 “Non si può ricordare qualche cosa a cui non si è pensato e di cui non si è parlato con sé stessi”. “Hannah Arendt). In redazione guardiamo i filmati e le fotografie che arrivano a centinaia da Gaza. Le lasciamo scorrere sul video dei computer in silenzio. “Sono quadri di Caravaggio”, dice una collega. Le macerie, la sabbia, la luce violenta, un formicaio di esseri umani spinti verso il nulla. Gli occhi senza espressione, i vestiti a brandelli e i corpi scheletrici di chi vive in fuga, senza cibo, senza acqua, senza elettricità. Senza. Ecco, i palestinesi sono un popolo senza. Derubati di tutto. Dall’anima alla dignità.
di Daniele Zaccaria
Il Dubbio, 24 agosto 2025 Con stile affabile Caprio ha offerto un’immagine quasi sovversiva della giustizia americana: non più la macchina impersonale e classista che con ferocia divora i suoi figli ma un volto umano, fatto di ascolto e buon senso che considera i contesti e le attenuanti. È morto Frank Caprio, il giudice di origini italiane di Providence, Rhode Island, diventato una celebrità mondiale grazie ai suoi video virali, oltre un miliardo e mezzo di visualizzazioni nel corso degli anni. Con stile affabile Caprio ha offerto un’immagine quasi sovversiva della giustizia americana: non più la macchina impersonale e classista che con ferocia divora i suoi figli ma un volto umano, fatto di ascolto e buon senso che considera i contesti e le attenuanti.
di Mario Ricciardi
Il Manifesto, 24 agosto 2025 L’invio della guardia nazionale a Washington non avviene per fare fronte a un’emergenza, ma come reazione a un “panico morale” alimentato in gran parte dallo stesso presidente. Non è la prima volta che un presidente degli Stati uniti utilizza i poteri che ha a disposizione per ripristinare l’ordine pubblico. Normalmente questi interventi hanno luogo in situazioni di emergenza - per esempio per porre fine a disordini violenti - che sono ampiamente documentate e suscitano un allarme sociale. Quel che sta accadendo nelle ultime settimane ha un carattere peculiare.
di Marina Catucci
Il Manifesto, 24 agosto 2025 Il Pentagono sta reclutando dipendenti civili perché si uniscano alla campagna di espulsione di massa voluta dal presidente Donald Trump, chiedendo al personale di candidarsi per essere impiegato presso le strutture di controllo dell’immigrazione. Il Dipartimento della Difesa ha pubblicato un annuncio di lavoro rivolto a volontari tra i “dipendenti federali civili” che si candidino a supportare le operazioni dell’Immigration and Customs Enforcement (Ice) e della Customs and Border Protection (Cbp). Lo ha fatto tramite un’e-mail ai dipendenti civili a cui ha chiesto di “cogliere questa opportunità”.
di Anna Foa
La Stampa, 24 agosto 2025 Questa è una guerra a oltranza rivendicata da un governo razzista. Non è solo il termine “genocidio” ad essere contestato sia dal governo israeliano sia da molta parte del mondo ebraico della diaspora a proposito di quanto accade in Israele e in Palestina. Ce ne sono altri, ugualmente contestati e accusati da Netanyahu di antisemitismo. Uno è “apartheid”, l’altro “pulizia etnica”. Le ultime notizie da Israele, con i progetti dichiarati dal governo su Gaza e Cisgiordania, li riportano all’attenzione del mondo. Apartheid, è noto, è un termine nato per definire la situazione del Sudafrica tra il 1948 e il 1994 e indicare un regime di segregazione razziale basato sulla supremazia dei bianchi sui neri.
di Mosè Vernetti
La Stampa, 24 agosto 2025 L’appello della mamma palestinese. Parla Layla al-Sheik, mamma di Qusay morto a 8 mesi: “Vogliamo libertà e uguaglianza”. “Mi chiamo Layla al-Sheikh. Vengo da Betlemme. Mio figlio Qusay è morto a otto mesi per un’infezione polmonare causata dai gas lacrimogeni israeliani. Era il 2002, la seconda intifada. Siamo corsi fuori di casa per portarlo all’ospedale di Betlemme ma ci ha fermati un blocco dell’esercito. Ci siamo diretti quindi a Hebron (al-Khalil) ma di nuovo le Idf non ci hanno fatto passare. Siamo arrivati all’ospedale troppo tardi”.
di Francesca Mannocchi
La Stampa, 24 agosto 2025 Tra fame, violenza e cure impossibili donne e bambine vivono schiave dei Talebani. Le promesse di libertà e di miglioramento dell’Occidente non si sono mai realizzate. Dalle otto di mattina, ogni mattina, la zona riservata alle donne della struttura sanitaria di Intersos in Uruzgan, si riempie ora dopo ora, burqa dopo burqa. Le donne arrivano camminando sul letto del fiume dove l’acqua ha lasciato posto ai sassi e ai greggi in pascolo, tengono i figli in braccio o per mano, li accudiscono e si fanno accudire perché senza un marham, un guardiano, non possono uscire di casa.
di Patricia Iori
ultimavoce.it, 24 agosto 2025 Una realtà spesso celata tra le mura delle prigioni pakistane è stata recentemente portata alla luce da un nuovo e sconvolgente rapporto. Pubblicato dalla Commissione nazionale Giustizia e Pace (Ncjp), organismo affiliato alla Conferenza Episcopale del Pakistan, il dossier dal titolo “Speranza dietro le sbarre” offre un resoconto dettagliato delle condizioni di vita dei detenuti appartenenti alle minoranze religiose, con un approfondimento sugli abusi contro cristiani e indù all’interno del sistema carcerario pakistano. Il documento denuncia con forza un sistema carcerario permeato da atteggiamenti discriminatori, abusi sistematici e trattamenti differenziati ai danni dei prigionieri non musulmani, che si trovano non solo a scontare una pena privativa della libertà, ma anche a subire quotidianamente umiliazioni e violenze psicologiche legate alla loro appartenenza religiosa.
DOCUMENTI
Articolo. "Bambini per tutti, figli di nessuno", di Carlo Stasolla
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione del 25 al 31 agosto 2025
Incontro-dibattito. "Dentro è notte: evento di musica e parole" (Verona, 29 agosto 2025)
Incontro-dibattito. "Dipende da me. Le dipendenze nei penitenziari" (Gorizia, 29 agosto 2025)
Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)
56° Convegno nazionale SEAC: "Le pena e le leggi" (Bologna, 24 e 25 ottobre 2025)
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
CORSI DI FORMAZIONE
CONCORSI E BANDI