Giustizia: “Ferragosto in carcere”, iniziativa dei Radicali per l’amnistia ed i referendum Ristretti Orizzonti, 14 agosto 2013 Per il quinto anno consecutivo un’iniziativa che prevede visite di sindacato ispettivo e raccolte delle firme sui 12 referendum radicali in molte carceri. “Ferragosto in carcere” (15 e 16 agosto) per l’uscita dalla flagranza criminale dello Stato, per l’amnistia e i Referendum, di Marco Pannella, Emma Bonino e di militanti e dirigenti radicali a sostegno delle posizioni del Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, del Presidente della Commissione Giustizia del Senato Nitto Palma, del Vicepresidente della Camera Roberto Giachetti. 15 Agosto Roma, Regina Coeli: Marco Pannella, Matteo Angioli, Laura Harth, Caterina Caravaggi, Giulia Crivellini, Michele De Lucia, Fiorella Mancuso (funzionario incaricato); Roma, Rebibbia: Emma Bonino, Maurizio Turco, Maria Antonietta Farina, (ancora in attesa nominativo autenticatore); Teramo, Carcere di Castrogno: Marco Pannella, Ricardo Chiavaroli (Consigliere Regionale), Rosa Quasibene, Enrico Salvatori, Matteo Angioli, Laura Harth, Brugge (Belgio), Ariberto Grifoni, (funzionario incaricato); Firenze, Sollicciano: Grazia Galli, Maurizio Buzzegoli, Luca Calamandrei, Marco Perduca, Massimo Lensi (Consigliere provinciale); Napoli, Poggioreale: Mario Staderini, Luigi Mazzotta, Giuseppe Alterio, Giuseppe Simioli, Antonio Racca (Cancelliere di tribunale) Alleanza Evangelica, Rosario Scognamiglio; Lecce, Casa Circondariale/Casa di Reclusione: Sergio D’Elia, Elisabetta Zamparutti, Oronzo Salvatore Maruccio, Gioia Maruccio, Maria Nobili, Fernanda Caiffa, Giuseppe Mellone, Giovanni Siciliano, (Consigliere provinciale); Palermo, Ucciardone: Donatella Corleo, Filippo Pellitteri, Rosario Filoramo (Consigliere comunale), Rita Giuseppina Vinci (Consigliera comunale); Catania, Piazza Lanza: Gianmarco Ciccarelli, Maria Daniela Basile, Eliana Lucia Raffaella Verzì, Elio Cumitini (funzionario incaricato); Padova, Due Palazzi: Maria Grazia Lucchiari, Rita Bernardini, Marco Beltrandi, Gianfranco Zancan (funzionario incaricato); Potenza, Casa Circondariale/Casa di Reclusione: Maurizio Bolognetti, Maria Antonietta Ciminelli, Carlo Giordano (funzionario incaricato); Salerno, Fuorni: Donato Salzano (la raccolta delle firme era già programmata per il 14 agosto) Trieste Casa Circondariale: Marco Gentili, Nicolò Gnocato, Clara Comelli, Alessia Rosolen (Consigliera Comunale), Franco Bandelli (Consigliere Comunale); Tempio Pausania: visita di sindacato ispettivo di Roberto Giachetti (Vicepresidente della Camera), Irene Testa. 16 Agosto Pescara Casa Circondariale/Casa di Reclusione: Ricardo Chiavaroli (Consigliere regionale), Alessio Di Carlo, Enrico Salvatori, Matteo Angioli, Laura Harth, Rosa Quasibene, Massimo Pastore (consigliere comunale Pescara); Milano San Vittore: Lucio Bertè, Claudio Barezzetta (stanno cercando autenticatore); Potenza Casa Circondariale/Casa di Reclusione: visita di Sindacato ispettivo con Marco Pannella, Maurizio Bolognetti, Maria Antonietta Ciminelli, Marcello Pittella (Consigliere Regionale), Nicola Benedetto (Consigliere Regionale). Catania: delegazione radicale entrerà a Piazza Lanza Domani 15 agosto alle 9,30 una delegazione composta da Gianmarco Ciccarelli, Daniela Basile, Eliana Verzì, Dino Tinè ed Elio Cumitini si recherà nella casa circondariale di Catania Piazza Lanza per consentire ai cittadini detenuti di poter sottoscrivere i 12 referendum radicali per i nuovi diritti umani e la giustizia giusta. I quesiti referendari riguardano la responsabilità civile dei magistrati, la separazione delle carriere, la custodia cautelare in carcere, l’abolizione dell’ergastolo, il rientro nelle funzioni proprie dei magistrati fuori ruolo, l’abrogazione del reato di clandestinità, la modifica delle leggi su immigrazione e droghe, il divorzio breve, l’otto per mille, l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. L’iniziativa si inserisce nella mobilitazione nazionale “per l’uscita dalla flagranza criminale dello Stato, per l’Amnistia e i Referendum”, che vedrà nella giornata di ferragosto decine di militanti e dirigenti radicali - a partire da Marco Pannella, Emma Bonino e Rita Bernardini - all’interno degli istituti di pena di Roma Regina Coeli, Roma Rebibbia, Teramo Castrogno, Pescara, Firenze Sollicciano, Napoli Poggioreale, Padova Due Palazzi, Milano San Vittore, Palermo Ucciardone, Catania Piazza Lanza, Lecce, Potenza, Salerno Fuorni, Trieste e Tempio Pausania. Catania: Garante dei diritti dei detenuti visita Ipm di Acireale Come ogni anno il Garante dei diritti dei detenuti, On. Salvo Fleres, trascorrerà parte della giornata di ferragosto insieme ai reclusi. Domani, in particolare, si recherà presso l’Ipm di Acireale per consegnare agli ospiti libri e piccole attrezzature sportive, al fine di rendere la detenzione meno afflittiva. Durante l’incontro, il Garante illustrerà anche le funzioni esercitate dal suo Ufficio e porterà la sua solidarietà al personale di Polizia Penitenziaria che in Sicilia risulta particolarmente sottodimensionato rispetto alle esigenze manifestate da un sistema detentivo che presenta un sovraffollamento pari a circa il 150%. Anche quest’anno l’Ufficio del Garante dei diritti dei detenuti non effettuerà periodi di chiusura per le festività estive, permettendo così agli oltre 7.200 reclusi di poter continuare ad avere un’interlocuzione stabile per i problemi che dovessero manifestarsi. Potenza: iniziativa dei Radicali Lucani Nell’ambito dell’iniziativa Ferragosto in carcere, che vedrà la partecipazione di Marco Pannella, Emma Bonino, Rita Bernardini e di dirigenti e militanti radicali, Maurizio Bolognetti Segretario Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani annuncia che per domani il tavolo referendario farà tappa a Potenza presso la Casa Circondariale di via Appia. Venerdì 16 agosto - annuncia Bolognetti - con Marco Pannella, Nicola Benedetto, Marcello Pittella e Maria Antonietta Ciminelli effettueremo una visita ispettiva presso la Casa Circondariale di via Appia. “Ancora una volta - dichiara Bolognetti - visiteremo le carceri di questo Paese assurte a luogo di tortura senza torturatori, perché ad essere torturata è un’intera comunità penitenziaria. Ancora una volta e una volta di più visiteremo le carceri di questo Paese che rappresentano il percolato, il putrido percolato di una amministrazione della giustizia allo sfascio. Occorre, e lo ribadiamo con forza, che il nostro Stato interrompa la flagranza di reato in atto contro i diritti umani e la Costituzione. Occorre interrompere la strage di legalità che inevitabilmente si fa strage di popoli. Occorre quell’Amnistia per la Repubblica che è il solo provvedimento percorribile per riportare il nostro Stato sui binari della legalità, del rispetto del diritto, dei diritti, del dettato costituzionale e del diritto internazionale, che è legge di questo nostro Stato assurto al rango di delinquente abituale o meglio professionale”. Rinaldi (Idv) nelle carceri di Rieti, Ascoli Piceno e Camerino Nell’ambito dell’iniziativa “Ferragosto in carcere” l’europarlamentare e capodelegazione Idv Niccolò Rinaldi visiterà, il 15 agosto, le case circondariali di Rieti alle ore 9.30, Ascoli Piceno alle 13 e Camerino alle 18.15. “L’iniziativa - ha spiegato - è un’occasione che consente, attraverso un sindacato ispettivo, di approfondire e conoscere in maniera tangibile le strutture detentive presenti sul nostro territorio e i loro problemi. Ferragosto in carcere nasce per restituire dignità attraverso un percorso di incontro umano che si compie in un giorno ma che non deve esaurirsi nelle sole 24 ore ma proseguire in un percorso rigoroso e attento di tutela dei diritti di tutti. Per me questo è il quinto anno consecutivo del Ferragosto in carcere, che è anche un modo per testimoniare una piccola ma reale partecipazione al pianeta carcere proprio mentre si discute nuovamente di carceri sovraffollate, e tuttavia il Parlamento va in vacanza”, ha concluso l’europarlamentare. Napoli: manifestazione a Poggioreale e visita ispettiva Oggi l’associazione radicale “Per la Grande Napoli” ha tenuto una manifestazione presso il carcere di Poggioreale con l’obiettivo di rilanciare la lotta per l’amnistia, l’indulto e la riforma della giustizia. Contemporaneamente, all’interno dell’Istituto Penitenziario si è svota una visita ispettiva, condotta dal sen. Luigi Compagna (Pdl). Il sen. Compagna sarà accompagnato da Luigi Mazzotta e Fabrizio Ferrante del Comitato Nazionale di Radicali Italiani. Durante la manifestazione sono state raccolte firme sui dodici referendum radicali e sulla proposta di legge dell’associazione Luca Coscioni per l’eutanasia legale. D’Ambrosio Lettieri (Pdl) visita i penitenziari di Taranto e Bari Anche quest’anno il sen. Luigi d’Ambrosio Lettieri, capogruppo PdL della Commissione Sanità del Senato visiterà a ferragosto i penitenziari di Bari e Taranto. Non solo solidarietà, ma un segnale concreto di attenzione alle problematiche che, nonostante i passi avanti dettati dalla recentissima approvazione del Decreto cosiddetto “svuota carceri”, restano comunque sul tappeto. Domani, 15 agosto, alle 9.30, D’Ambrosio Lettieri sarà al carcere di Taranto. Alle 11.30, visiterà il penitenziario di Bari. “L’impianto del Decreto approvato anche al Senato, nel suo complesso, è positivo”, spiega il senatore del PdL, “Più che di uno svuotamento delle carceri, parlerei di interventi mirati ad allargare l’applicazione delle misure alternative alla detenzione, non solo con i domiciliari, ma anche nella direzione univoca dell’impiego dei detenuti che ne abbiano i requisiti nei lavori di pubblica utilità e del reinserimento sociale, che è poi l’obiettivo della pena comminata che, se da un lato deve essere certa, dall’altro deve essere costruttiva”. “Sul piano del sovraffollamento carcerario”, continua d’Ambrosio Lettieri, “nel decreto è contenuta una parte importante dedicata alle misure di intervento per la realizzazione di nuove strutture carcerarie. E ci auguriamo che, questa volta, Bari e la Puglia non lascino cadere colpevolmente nel vuoto una opportunità che già una volta Vendola ed Emiliano hanno letteralmente boicottato”. “Ma una attenzione ulteriore va riservata ad altri due aspetti”, conclude d’Ambrosio Lettieri, “Uno riguarda le difficili condizioni di lavoro degli agenti penitenziari e di tutti gli operatori del settore, aggravate da una cronica carenza di organici e di risorse. L’altro concerne l’assistenza sanitaria penitenziaria che da una parte va garantita ai detenuti in maniera adeguata in tutte le regioni, dall’altra va favorita rendendo più agevole il lavoro degli operatori, anche attraverso uno stretto raccordo degli organi del circuito giudiziario e penitenziario e quelli del servizio sanitario nazionale. Queste osservazioni sono state formulate dalla Commissione Sanità e vanno inserite nel tentativo costruttivo di migliorare una situazione generale riferita alla sanità penitenziaria che deve fare i conti con il sovraffollamento carcerario, ma anche con problemi di carattere organizzativo, legislativo e burocratico che vanno affrontati in maniera specifica. Giustizia: il Parlamento voti amnistia e indulto per tutti… anche per Berlusconi di Nanni Riccobono Gli Altri, 14 agosto 2013 E va bene. La grazia non si può. Nemmeno in cambio dell’Imu pagata per tutti gli italiani da Berlusconi, come proponeva giocosamente Paolo Ramundo Capinera in questo nostro giornale. Ma aldilà del significato politico immediato nelle parole di Napolitano in termini di sopravvivenza del governo, però forse uno spiraglio c’è. E per tutti coloro che a sinistra, ma qualcuno anche a destra, hanno lottato per un sistema più civile della giustizia, delle pene e di come si scontano nelle patrie galere, lo spiraglio è questo: proporre di votare subito (in verità le carte sono già in Parlamento sotto forma di proposte di legge) un indulto e una amnistia generali. Magari potrebbe promuovere i provvedimenti lo stesso capo dello Stato. Luigi Manconi, senatore Pd a capo della commissione per la tutela dei diritti umani, ai quali rivolgiamo la domanda se si può dare la grazia a Berlusconi in cambio di indulto e amnistia dice subito di no. Non si possono fare “scambi”. “Ma, se si promuovesse un provvedimento di amnistia per una larga platea di condannati, non sarei certo sfavorevole a che in questa platea ci fosse anche Berlusconi”. È possibile avanzare questa ipotesi? Anche per gli antiberlusconiani arrabbiati ma capaci di capire che nessuna riforma del sistema carcerario e della struttura della pena è possibile se prima non svuotiamo quei lager, questa potrebbe essere una soluzione. Giustizia: no crisi, no grazia, no carcere… così Napolitano, che gela Berlusconi www.blitzquotidiano.it, 14 agosto 2013 Eccolo il segnale di Giorgio Napolitano a Berlusconi. Un segnale che però gela chi sperava nell’aiuto del Colle per superare l’impasse della sentenza Mediaset. In sostanza Napolitano dice che la crisi va evitata, sarebbe un disastro. Dice anche che la grazia non gli è stata chiesta e in caso si atterrebbe alle disposizioni di legge. Soprattutto dice che Berlusconi in carcere non andrà, quindi non gli resta che accettare le pene alternative. E in qualche modo suggerisce: se accetterà quello che la sentenza ha disposto per lui in qualche modo l’agibilità politica agognata se la ricostruirà da sé, e a quel punto, una volta scontata la pena di un anno, potrà tornare attivamente in politica. Una lunga nota, annunciata, meditata e limata, per sollevare il Colle da una situazione irrituale e per certi versi imbarazzante: “Il governo prosegua, la crisi sarebbe fatale, no all’instabilità”. Il male maggiore, per il Paese, sarebbe una crisi di governo, ovvero quello che più o meno velatamente alcuni del Pdl dicono possa accadere se Berlusconi venisse abbandonato alla sua sentenza. “Di una sentenza definitiva non si può che prendere atto e applicarla, al riguardo nessuna domanda mi è stata indirizzata”. La grazia non è stata richiesta, dice Napolitano in sostanza. E nel caso si atterrebbe alla legge: ovvero il condannato dovrebbe almeno in parte scontare la sua pena. Poi, la frase che gela Berlusconi: “Di qualunque sentenza definitiva e del conseguente obbligo di applicarla non può che prendersi atto. Ciò vale dunque nel caso oggi al centro dell’attenzione pubblica come in ogni altro”. Il Capo dello Stato non ha potere, dice, né politico né legale per modificare gli effetti di una sostanza. Un solo spiraglio legale il Capo dello Stato lascia a Berlusconi: “A proposito della sentenza passata in giudicato va innanzitutto ribadito che la normativa vigente esclude che Silvio Berlusconi debba espiare in carcere la pena detentiva. E sancisce precise alternative, che possono essere modulate tenendo conto delle esigenze del caso concreto”. Lo spiraglio legale consiste nella quasi promessa che il regime dei domiciliari o l’affidamento in prova dei servizi sociali saranno tali da consentire a Berlusconi di fare politica. E forse, ma questo Napolitano non lo dice, di tornare allo scadere della pena eleggibile in Parlamento. Elezioni anticipate che Napolitano considera una iattura insieme alle “ipotesi arbitrarie e impraticabili di scioglimento delle Camere”. Infatti Napolitano giudica “fatele” una crisi di governo dopo soli 100 giorni. Conclusione della nota: “Toccherà a Berlusconi e al suo partito decidere circa l’ulteriore svolgimento della funzione di guida finora a lui attribuita, preminente per tutti dovrà essere la considerazione della prospettiva cui l’Italia ha bisogno”. Traduzione sommaria: decida Berlusconi se aprire la crisi fatale o se restare leader del Pdl sia pur da cittadino condannato. Ainis: apertura verso commutazione della pena “L’unica via d’uscita sarebbe la commutazione della pena e mi pare che in questo comunicato ci sia un’apertura in questo senso. Molto più complicata, invece, un’amnistia per la quale ci vogliono i 2/3 della Camere”. Così il costituzionalista Michele Ainis in una nota dell’organizzazione di Capalbio Libri 2013, nel corso della presentazione del suo romanzo “Doppio riflesso” commenta il comunicato di Giorgio Napolitano sul caso Berlusconi. “Credo che al di là delle affermazioni di Napolitano, il Quirinale non sia in grado di padroneggiare totalmente la situazione - spiega. Il presidente della Repubblica è come un notaio: se il Pdl togliesse il suo appoggio al governo e se il Movimento 5 Stelle non si coalizzasse non potrebbe scegliere diversamente”. Sul caso Berlusconi, “c’è un fronte politico generale che è il destino di questa legislatura e un fronte politico personale che è il destino di Berlusconi”. Di fronte alla possibilità di eventuali dimissioni del presidente della Repubblica, Ainis, non crede “che si dimetterebbe perché sarebbe una scelta sfascista da parte di un presidente che con le sue scelte ha dimostrato di non esserlo”. Giustizia: addio alle guardie carcerarie… in cella arrivano le telecamere? di Nicoletta Appignani Il Giornale, 14 agosto 2013 Prima il progetto di vigilanza dinamica, poi il pagamento degli alloggi. Troppo, per la polizia penitenziaria, più che mai decisa a scendere in piazza il prossimo settembre per chiedere le dimissioni del capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino, e del suo vice, Luigi Pagano. “Se la richiesta del canone per gli alloggi di servizio non verrà ritirata - spiega il segretario generale del Sindacato, Donato Capece - chiederemo al ministro Cancellieri le loro dimissioni”. Un momento storico delicato, questo, per la Polizia di Stato. Le indennità relative agli avanzamenti di qualifica e agli assegni di funzione sono bloccate, le risorse economiche come quelle riguardanti i rimborsi degli asili nido sono diminuite. E all’orizzonte ancora non si intravede una via d’uscita. In più adesso sulle tasche dei dipendenti del Ministero della Giustizia, grava anche l’affitto dei locali dentro le carceri. Ma la battaglia degli agenti della polizia penitenziaria contro le decisioni del Dap non è focalizzata soltanto sull’introduzione del canone. Infatti, nel mirino del Sappe è finita anche la “vigilanza dinamica”, un progetto per il quale alcune categorie di detenuti, a partire da quelli con pene inferiori a 18 mesi, dovrebbero trascorrere meno tempo in cella, dedicandosi ad attività formative, lavoro e sport dentro l’istituto. In questo modo, secondo il progetto, la cella diventerebbe solo luogo di pernottamento, nel quale i detenuti sarebbero più controllati. Senza contare che con la vigilanza dinamica si introdurrebbero postazioni di video sorveglianza da cui controllare più sezioni contemporaneamente. Ma molti poliziotti non sono d’accordo. “Il progetto mira a togliere i poliziotti - conclude Capece. A malapena riusciamo a salvare le vite dei detenuti. Con la sorveglianza dinamica invece i tentativi di suicidio crescerebbero esponenzialmente”. Soltanto l’anno scorso, riferisce il sindacato, gli agenti della polizia penitenziaria hanno salvato la vita a 1.708 detenuti. Situazioni che se non tenute sotto stretta sorveglianza potrebbero diventare esplosive. Senza contare che secondo gli agenti il progetto sarebbe potenzialmente applicabile ad appena il dieci per cento degli istituti, con il rischio che il restante 90% delle carceri restino abbandonate a se stesse. E questo in un momento in cui sempre più spesso la polizia penitenziaria si trova a dover fronteggiare le rivolte dei carcerati, stanchi del sovraffollamento e di tutti i problemi che ne derivano. Una battaglia aperta quindi, che è peggiorata dopo la circolare firmata lo scorso 18 giugno da Alfonso Sabella, il direttore generale delle risorse materiali, dei beni e dei servizi del Dap. Un documento dove vengono definiti i “criteri di determinazione dei canoni di utilizzo delle unità abitative ad uso temporaneo e degli alloggi collettivi di servizio”. Da qui il malcontento che coinvolge tutti i sindacati, compreso quello dell’Ugl. Si legge per esempio della caserma di Catanzaro, dove secondo il sindacato “risulta quanto mai discutibile e fuori luogo che si pretenda il pagamento di un affitto per una caserma assolutamente non rispondente ai canoni dell’igiene, della salubrità e delle dotazioni di arredo e suppellettili”. Secondo i calcoli, il costo del pernottamento per ogni agente si aggirerà tra i 7 e i 10 euro a notte. Una spesa che Giovanni Tamburino ha motivato parlando di un “provvedimento della spending review”. Altra benzina sul fuoco. Gli agenti infatti si chiedono perché siano soltanto loro a dover pagare, e per di più per un pernottamento in carcere, che spesso non dipende da loro. Abbiamo provato a contattare il Dap per chiedere chiarimenti, ma nessuno ha saputo fornirci indicazioni. Nel frattempo, la protesta prosegue e rischia di esplodere il prossimo settembre. Prato: detenuto di 51 anni si impicca in cella nel carcere della Dogaia Agi, 14 agosto 2013 L’uomo era stato scarcerato a fine marzo ed è tornato in cella a fine maggio, sempre per piccoli reati. Si è tolto la vita con la cintura dei pantaloni. Un detenuto italiano di 51 anni si è ucciso stamattina, martedì, nella sua cella del carcere della Dogaia. L’uomo, recluso per reati comuni, è stato trovato dagli agenti di polizia penitenziaria quando ormai non c’era più niente da fare. Si sarebbe impiccato usando la cintura dei pantaloni. Secondo quanto accertato dalla direzione del carcere, il detenuto ha aspettato che i compagni di cella uscissero per l’ora d’aria e si è impiccato, sembra senza lasciare alcun messaggio. L’uomo era stata scarcerato alla fine di marzo ed è tornato in carcere alla fine di maggio, sempre per piccoli reati. Alghero: tenta il suicidio perché non riesce a ottenere il permesso di telefonare ai familiari La Nuova Sardegna, 14 agosto 2013 Non riusciva a ottenere il permesso di telefonare ai suoi familiari. Così, per protesta, venerdì sera ha tentato di togliersi la vita ingerendo una quantità esorbitante di una sostanza non ancora chiarita. E ora è ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale civile. Nessun giallo, ma soltanto una lenta burocrazia, dietro il mancato suicidio di un quarantenne tunisino detenuto nel carcere di San Giovanni. L’uomo - che nei giorni scorsi era già stato salvato per miracolo mentre cercava di soffocarsi con una busta di plastica - è stato letteralmente strappato alla morte per intossicazione prima grazie al pronto intervento della polizia penitenziaria, poi grazie ai medici del pronto soccorso. Dopo un iniziale e provvidenziale controllo nell’infermeria dell’istituto di pena, l’uomo è stato trasferito immediatamente in ospedale, dove adesso è piantonato. Le sue condizioni sarebbero molto serie, anche perché stando a quanto si è appreso avrebbe ingerito delle sostanze altamente tossiche che ne hanno provocato l’avvelenamento. Di sicuro, quando il detenuto è stato trasportato in ospedale le sue condizioni erano molto preoccupanti tanto che i medici hanno disposto un trattamento di dialisi. Sembra infatti che le sostanze ingerite abbiano devastato alcuni organi interni: reni e fegato in particolare. Sull’episodio è stata aperta un’indagine interna che servirà a ricostruire il fatto e a capire con maggiore precisione quello che è successo dentro la cella. L’uomo stava scontando una pena per reati contro il patrimonio. Da fonti sindacali, comunque, si precisa che la procedura per ottenere la possibilità di telefonare all’estero è piuttosto complicata poiché necessita di accurati controlli sui numeri telefonici da chiamare. Napoli: Compagna (Pdl): a Poggioreale l’emergenza vera è quella dell’assistenza sanitaria Ansa, 14 agosto 2013 “C’è un’emergenza nell’emergenza nel carcere di Poggioreale, costituita dall’assistenza sanitaria ai detenuti, che si ripercuote sulle loro famiglie”. Questo il giudizio del senatore del Pdl Luigi Compagna, che ha compiuto stamattina una visita ispettiva nel penitenziario di Napoli. “Un detenuto - ha aggiunto Compagna - può aspettare anche mesi, schiacciato dalle procedure burocratiche della magistratura - prima di potersi sottoporre ad una chemioterapia. È una situazione opaca, che merita un’ attenzione speciale da parte delle autorità regionali”. Compagna ha rivolto un appello al presidente della giunta regionale campana Stefano Caldoro ed al consigliere delegato per la Sanità Raffaele Calabrò perché l’assistenza sanitaria venga garantita ai detenuti di Poggioreale. Il senatore del Pdl ha visitato stamattina i padiglioni Avellino e Napoli del carcere, accolto dai due vicedirettori della struttura, che ospita attualmente - secondo dati della direzione – 2.503 detenuti contro i 1.500 previsti. “Il problema del sovraffollamento esiste - ha detto Compagna ai giornalisti al termine della visita, durata circa un’ora e mezza - ma ora è più urgente recuperare il diritto all’ assistenza sanitaria per i detenuti”. All’esterno del carcere - con un banchetto per la raccolta delle firme per i referendum sulla giustizia - hanno manifestato una ventina di radicali, con il segretario dell’associazione “Per la Grande Napoli” Giuseppe Alterio. I manifestanti hanno esposto cartelli con le scritte “Amnistia per la Repubblica” e “Amnistia per la democrazia”. Civitavecchia: 747 i detenuti che trascorreranno Ferragosto in carceri da 437 posti www.trcgiornale.it, 14 agosto 2013 Saranno 747 i detenuti che trascorreranno il Ferragosto nelle carceri di Civitavecchia, quasi il doppio del consentito, visto che la capienza delle strutture di via Tarquinia e via Borgata Aurelia è complessivamente di 437 posti. Ne dà notizia il Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, che parla di situazione di assoluta emergenza. A quanto risulta al mio ufficio - ha aggiunto il Garante - nelle ultime settimane nelle carceri della regione sono arrivati molti detenuti provenienti da sfollamenti effettuati da ogni parte d'Italia. Gli sfollamenti sono il frutto di una politica sbagliata, che da un lato testimonia che nel Lazio la qualità della vita in carcere è migliore che nel resto d'Italia, grazie alle iniziative messe in campo anche da questo ufficio per migliorare la situazione, ma dall'altro non tiene conto del principio della territorialità della pena, Senza dimenticare il fatto che portare periodicamente all'estremo il sovraffollamento rende, alla lunga, inutile ogni iniziativa volta ad umanizzare la pena. Al netto di ciò, tuttavia, la conversione del decreto Cancellieri sembra segnare il ritorno verso una concezione della pena, che non sia solo afflittiva ma abbia anche una funzione trattamentale importante. Spero che questo, rappresenti il primo segnale della volontà politica di risolvere definitivamente la situazione delle carceri italiane. Firenze: Sappe; detenuto dà fuoco al materasso, in 27 finiscono al pronto soccorso Agi, 14 agosto 2013 “Un detenuto ha dato fuoco poco fa al materasso ed alle lenzuola del suo letto all’interno della cella del Centro Clinico del carcere fiorentina di Sollicciano. Un denso fumo acre si è subito propagato nel reparto detentivo. Per fortuna, e grazie alla professionalità, al sangue freddo ed al senso del dovere delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria, il grave evento critico che poteva avere ben più gravi conseguenza è stato gestito con grandi capacità dai poliziotti in servizio. Va quindi a tutto il Reparto di Polizia Penitenziaria di Firenze Sollicciano il nostro plauso ed il nostro più vivo apprezzamento per come è stato gestito l’evento critico, anche se per 27 detenuti cardiopatici è stato disposto l’invio ai Pronto Soccorso degli ospedali cittadini per accertamenti cautelativi”. Lo rende noto Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Il grave episodio di Sollicciano deve servire da spunto per una immediata verifica della salubrità dei luoghi di lavoro nei quali sono impiegati gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria. Il fumo tossico sprigionato dal materiale incendiato del detenuto ha messo a rischio l’incolumità di tutti gli altri ristretti. Per la professionalità dimostrata dai poliziotti di Firenze, spero che il Ministero conceda loro un encomio”. Vercelli: Sappe; due agenti ricoverati in ospedale a seguito di aggressione e intossicazione La Stampa, 14 agosto 2013 Due agenti di polizia penitenziaria del carcere Billiemme di Vercelli sono finiti in ospedale, uno aggredito da un detenuto, l’altro intossicato nella cella in cui era stato dato fuoco a un materasso. Due episodi che hanno fatto nuovamente scattare l’allarme dei sindacati. A evidenziare ancora una volta la situazione di grave disagio è il Sappe, sul piede di guerra contro l’amministrazione penitenziaria: “Sono incapaci di tutelare i poliziotti e di adottare efficaci determinazioni per contrastare la costante tensione tra i detenuti”, sottolinea Mario Corvino. L’altra sera in carcere un agente è accorso in una cella per soccorrere un detenuto di origine marocchina che aveva intenzione di impiccarsi. Ma quest’ultimo lo ha aggredito, prendendolo a calci e pugni. L’uomo è stato immobilizzato da altri due agenti. Ma il poliziotto colpito è stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Andrea. “Aveva vistomi ematomi in faccia e su altre parti del corpo”, hanno raccontato i colleghi. Ieri, però, lo stesso detenuto si è reso protagonista di un altro fatto increscioso. Intorno a mezzogiorno ha dato fuoco al materasso della sua cella: bruciando ha sviluppato un fumo denso che ha reso irrespirabile l’aria in parte della sezione. Un assistente capo della polizia penitenziaria è intervenuto per spegnere le fiamme con l’estintore e ha messo in salvo il detenuto. Poi subito dopo è stato trasportato all’ospedale per un principio di intossicazione. “Grazie alla loro professionalità e al loro sangue freddo i nostri uomini sono riusciti a gestire i due eventi critici - dice Corvino. Ma queste violenze costanti sono inaccettabili. Il personale di polizia penitenziaria paga in prima persona sia le tensioni determinate dal sovraffollamento delle celle che le discutibili scelte gestionali”. La Spezia: Sappe; braccio rotto e 20 giorni di prognosi per agente di polizia aggredito www.grnet.it, 14 agosto 2013 Episodio di violenza ieri pomeriggio nel carcere di La Spezia da parte di un detenuto nordafricano che ha colpito un agente di polizia Penitenziaria in servizio. “Durante l’apertura pomeridiana per l’immissione al passeggio del detenuto - spiega Roberto Martinelli, Segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe - il poliziotto, giunto davanti aduna cella, si è visto prima oggetto, senza peraltro alcuna plausibile motivazione, di minacce di morte da parte del detenuto, che rafforzava la minaccia mimando il gesto del taglio della gola, tenendo in mano una lametta, quindi tentava di scagliarsi contro il collega che, soltanto grazie alla sua prontezza di riflessi, evitava drammatiche conclusioni. Comunque nella concitazione il detenuto riusciva a procurare un’escoriazione all’altezza dell’addome al collega e il collega stesso nell’evitare ulteriori danni e per tentare di allontanarsi sbatteva violentemente la mano contro le sbarre della cella. Ovviamente tempestivo è stato l’intervento degli altri poliziotti e dopo le prime cure in infermeria il collega è stato trasportato al pronto soccorso su consiglio del medico di guardia”. “A lui va naturalmente tutta la nostra vicinanza e solidarietà - prosegue Martinelli - , ma ci domandiamo quante aggressioni ancora dovrà subire il nostro Personale di Polizia Penitenziaria perché si decida di intervenire concretamente sulle criticità penitenziarie. Questa aggressione ci preoccupa, anche perché avviene a poche ore da analoghe aggressioni a poliziotti nelle carceri di Vercelli e Porto Azzurro”. “La carenza di personale di Polizia Penitenziaria e il costante sovraffollamento detentivo - conclude Martinelli - con le conseguenti ripercussioni negative sulla dignità stessa di chi deve scontare una pena in celle affollate oltre ogni limite e soprattutto di chi in quelle sezioni deve lavorare rappresentando lo Stato come i nostri Agenti, sono temi che si dibattono da tempo, senza soluzione, e sono concause di questi tragici episodi. Spesso, il personale di Polizia Penitenziaria deve gestire all’interno delle nostre carceri moltissime situazioni di disagio sociale e di tensione, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Il Dap pensa alle favole, alla vigilanza dinamica ed all’autogestione dei detenuti della quale si tenta di parlare anche per le carceri liguri. Addirittura, dal primo settembre si vuole far pagare l’affitto ai poliziotti che dormono in Caserma, senza evidentemente neppure sapere che gli Agenti che dormono e vivono in Caserma sono i primi a mobilitarsi (anche quando sono fuori servizio) in caso di gravi eventi critici in carcere. Ma le tensioni in carcere crescono in maniera rapida e preoccupante: bisogna intervenire tempestivamente per garantire adeguata sicurezza agli Agenti e alle strutture! E bisogna che, chi aggredisce gli agenti, sia punito con severità e fermezza”. Immigrazione: Asgi; mancano diritti, chiudere Cie Gradisca Ansa, 14 agosto 2013 “La situazione complessiva del Cie di Gradisca d’Isonzo, emersa nel corso delle ultime visite condotte tra luglio e agosto, è risultata estremamente grave e i fatti delle ultime ore, con il ferimento di due stranieri caduti dal tetto, confermano i rischi che comporta il perdurare della privazione nell’accesso ad alcuni diritti fondamentali”. Lo afferma oggi l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), che chiede al Governo di chiudere la struttura, “da tempo quasi interamente inagibile, di cui è rimasto attivo un solo ‘braccio”’. “In questa condizione di degradazione della dignità umana - prosegue l’Asgi - i trattenuti passano il loro tempo, spesso molti mesi, in una condizione di totale vuoto e spaesamento, con evidenti ripercussioni sulla loro salute psico-fisica. Ampio risulta l’uso di psicofarmaci. Le visite effettuate hanno evidenziato la presenza di numerose situazioni di trattenimenti che giungono persino alla soglia massima dei 18 mesi. Dentro l’inquietante scenario del Cie di Gradisca scoppiano, come è evidente, continue tensioni e rivolte, dettate dalla totale disperazione dei trattenuti e che trovano come unica risposta una dura repressione, anche attraverso l’improvvido utilizzo, in spazi angusti e semi chiusi, di lacrimogeni, come è avvenuto negli ultimi giorni”. Cie Gradisca: trattenuto ingoia lametta È tornata la calma al Centro di identificazione ed espulsione di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) dopo i tafferugli e le proteste dei giorni scorsi. Operai incaricati dalla Prefettura di Gorizia hanno riparato i danni causati dagli immigrati, ripristinando serramenti e vetrate antisfondamento al fine di impedire agli ospiti di avere accesso ai tetti della struttura. Continuano comunque episodi di autolesionismo. Ieri sera un immigrato trattenuto nella struttura ha ingoiato in segno di protesta una lametta da barba ed è stato trasportato all’ospedale di Gorizia. Intanto è stato dimesso ieri pomeriggio dal nosocomio goriziano l’immigrato che ieri mattina, saltando dal tetto, aveva riportato lievi traumi alle gambe. Resta in gravi condizioni invece il marocchino di 34 anni che si era procurato ferite dopo essersi lanciato dal tetto contro una barriera nel tentativo di fuggire. Nel pomeriggio è atteso intanto l’arrivo al Cara di una cinquantina di immigrati eritrei provenienti da Lampedusa. Yemen: trasferiti in un luogo sconosciuto 60 detenuti di al-qaeda per timore evasione Aki, 14 agosto 2013 Le autorità dello Yemen hanno trasferito in un luogo sconosciuto 60 detenuti affiliati ad al-Qaeda nella Penisola arabica come misura precauzionale dopo che ieri il leader del cellula locale Nasser al-Wuhayshi aveva annunciato che “i detenuti nelle carceri dei tiranni” sarebbero stati liberati preso. ha detto che “la detenzione non durerà a lungo e le catene saranno spezzate” presto. Già stretto collaboratore di Osama bin Laden, Wuhayshi si è rivolto ai terroristi in carcere dicendo che “i vostri fratelli stanno per abbattere le mura e i troni del male. La vittoria è a portato di mano”. A capo di al-Qaeda nella Penisola Arabica dal 2007, Wuhayshi ha giurato fedeltà al nuovo leader della rete Ayman al-Zawahiri nel luglio 2011. Cile: 24 detenuti feriti per una rissa nel penitenziario di Quillota aGI, 14 agosto 2013 Sarebbe stato scatenato da un litigio finito in rissa l’incendio scoppiato nel penitenziario di Quillota, nella provincia cilena di Valparaiso. Sono 24 i detenuti feriti. Alcuni di loro riportano ferite da taglio mentre la maggior parte hanno bruciature e difficoltà respiratorie causate dal fumo. Le fiamme, ora domate, erano state scatenate da alcuni materassi incendiati da una cinquantina di prigionieri che approfittando della rissa si erano ammutinati. Ora la situazione nel carcere è tornata sotto controllo. I famigliari dei detenuti per ore hanno chiesto che venissero aperte le porte. Temevano una nuova strage come quella del 2010 quando 81 reclusi morirono dentro un penitenziario di Santiago.