Giustizia: La Russa; se ci saranno nuove carceri dovrà esserci anche assunzione di agenti Redattore Sociale, 22 gennaio 2011 Il ministro della Difesa è intervenuto a Milano in occasione del convegno del Sappe. “I fondi per la Giustizia ci devono essere, perché la Giustizia per noi viene al primo posto” “Se ci sarà la costruzione di nuove strutture penitenziarie dovrà esserci anche un’adeguata assunzione di agenti di Polizia”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, intervenuto a Milano in occasione del convegno del Sappe-sindacato autonomo di polizia penitenziaria. “I fondi per la Giustizia ci devono essere, perché la Giustizia per noi viene al primo posto -ha aggiunto il ministro-. La sicurezza, infatti, è una pre-condizione per la libertà di tutti i cittadini ed è affidata anche e soprattutto alla giusta punizione per chi trasgredisce. Chi sta in carcere dev’essere punito e la custodia è il compito che spetta anche agli agenti di polizia penitenziaria per rieducare il detenuto, affinché possa ritornare nella società”. Giustizia: Ionta (Dap); l’assunzione di 1800 agenti è più importante nella storia del Paese Redattore Sociale, 22 gennaio 2011 Il capo del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria: “Il 2010 è stato un anno di transizione, in cui si sono messe le basi per un futuro migliore. Non abbiamo messo in atto progetti irresponsabili ma fatto quanto possibile con le risorse disponibili. “Il 2010 è stato un anno di transizione, in cui si sono messe le basi per un futuro migliore. Le misure adottate sono state sagge: non abbiamo messo in atto progetti irresponsabili o fatto voli pindarici, ma messo in campo quanto era possibile con le risorse economiche disponibili”. Lo ha detto Franco Ionta, capo del Dap-Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria al convegno nazionale del Sappe a Milano. “Da quando ho ricevuto la nomina di Commissario straordinario per l’emergenza carceri mi sono reso conto di quanto sia complesso aprire un carcere”, ha aggiunto Ionta, ribadendo che “il piano carceri del Governo non ha precedenti” e sottolineando che “l’assunzione in un solo blocco di 1.800 agenti è la più importante nella storia del Paese”. Come annunciato oggi dal ministro Alfano, i nuovi agenti entreranno in servizio entro il 2011 “o al massimo nella primavera del 2012”, ha precisato Ionta. Tornando a parlare della recente legge sui domiciliari (n.199/2010, ndr), Ionta ha sottolineato che “non si tratta di una legge svuota-carceri, ma di una misura saggia: sono sicuro che nel 2011 si vedranno i primi frutti di tutti i provvedimenti adottati dall’amministrazione”. Giustizia: Ferrante (Pd); continuano suicidi in carcere, tragica continuità con il 2010 Il Velino, 22 gennaio 2011 “È iniziato tragicamente l’anno nelle carceri italiane. Nei primi venti giorni di gennaio infatti sono già ben cinque le persone che si sono tolte la vita tra le mura di vari penitenziari italiani. Non vorremmo che ci fosse una drammatica continuità con quanto avvenuto nel 2010, quando sono stati ben 66 i suicidi in carcere, nel silenzio del governo e delle autorità carcerarie”. Lo dice il senatore del Partito Democratico Francesco Ferrante. “Questa luttuosa contabilità - continua Ferrante - si aggiorna come detto nell’indifferenza del Ministero della Giustizia, del Dap e del Presidente del Consiglio, cui abbiamo rivolto nel 2010 ben 10 interrogazioni parlamentari affinchè venisse riferito della situazione esplosiva di molte carceri e perché venisse fatta luce su episodi inquietanti. Nessuna risposta ci è stata data, come del resto nulla si sa del piano carceri, misura piegata essenzialmente ad una logica edilizia, ma che è rimasta in ogni caso lettera morta. Ogni suicidio che avviene in carcere - conclude Ferrante - è una sconfitta per il sistema carcerario italiano, ormai indegno di un paese civile”. Giustizia: Nessuno Tocchi Caino; ottima decisione Hospira di fermare produzione Pentotal Ansa, 22 gennaio 2011 La decisione della casa farmaceutica Hospira di non produrre più il Pentotal, potenzialmente utilizzabile per praticare l’iniezione letale, raccoglie il plauso di Nessuno tocchi Caino, l’Associazione Radicale che si era mobilitata per impedire che il farmaco prodotto in Italia giungesse nei penitenziari americani. “Ottima decisione, che va oltre le nostre aspettative,” ha dichiarato Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino. “Anche perché - afferma D’Elia - sarebbe stato per noi sufficiente che l’azienda si impegnasse a specificare nei contratti di compravendita che il prodotto è consentito solo per scopi medici e a vigilare che il Pentotal made in Italy non finisse per vie traverse nei penitenziari”. In tal senso si era mossa la Camera dei Deputati, approvando a dicembre una mozione presentata dalla Deputata Radicale Elisabetta Zamparutti, e anche il Governo italiano che, in particolare con il Ministro Franco Frattini, aveva sposato la causa di Nessuno tocchi Caino, della Comunità di Sant’Egidio e dell’associazione umanitaria britannica Reprieve. “Riconosciamo alla Hospira – prosegue D’Elia - di aver scelto una soluzione più radicale, sicura e in linea con l’impegno italiano a porre fine nel mondo all’assurda e arcaica pratica della pena di morte.” “Questa decisione - conclude il Segretario di Nessuno tocchi Caino - può significare ora una non breve moratoria di fatto delle esecuzioni in molti Stati della federazione americana, dove da mesi il boia risulta disoccupato proprio a causa della penuria del farmaco previsto per l’iniezione letale”. Giustizia: anche la Germania chiede a aziende di non vendere Penthotal agli Usa Ansa, 22 gennaio 2011 Il ministro della sanità tedesco ha chiesto ai laboratori farmaceutici del paese di non vendere tiopentale sodico agli Stati Uniti. Il farmaco, commercializzato come Penthotal, viene usato come anestetico per le esecuzioni delle condanne a morte e ieri la ditta che lo produceva, la Hospira, aveva annunciato la cessazione della produzione. Il ministro Philipp Rösler ha scritto ai principali laboratori tedeschi: “se la vostra impresa dispone ancora di scorte di tiopenthal-natrium, vi prego di non dar seguito a eventuali ordinazioni del prodotto”. Ieri Hospira, la società farmaceutica che riforniva i penitenziari americani di pentothal, ha deciso di fermare a tempo indeterminato la produzione del medicinale. Le ripercussioni in America potrebbero un aumento del numero di esecuzioni sospese, o addirittura annullate, nei 37 stati dove è prevista la pena di morte, anche se i legislatori locali sembrano determinati a prevenire qualsiasi impedimento. Alla fine dell’anno scorso, un farmaco per l’eutanasia usato dai veterinari era stato approvato per il suo utilizzo durante le esecuzioni in Oklahoma, la mancanza del pentotal aveva spinto lo stato a chiedere l’approvazione di un medicinale sostituto: il pentobarbital. Il giudice distrettuale Stephen Friot nel mese di novembre aveva accettato la richiesta, evitando di ritardare le esecuzioni di due detenuti. La sentenza del giudice Friot potrebbe essere prese come linea guida dagli altri stati dove viene eseguita la pena capitale, evitando ritardi o annullamenti. Nei primi anni ‘70, l’Oklahoma fu il primo stato ad approvare l’uso del pentotal per la pena capitale, che è poi diventato lo standard nazionale per le iniezioni letali. Alcune esecuzioni però sono state rinviate in Arkansas, California, Kentucky e Tennessee a causa della mancanza del Pentotal, che Hospira aveva deciso di produrre in Italia. Ma dopo contrasti con il governo italiano ha rinunciato alla produzione. Nel 2010 sono state 46 le esecuzioni avvenute negli Stati Uniti, il 12 per cento in meno rispetto all’anno precedente. Secondo i dati del Death Penalty Information Center, che ogni anno fornisce un rapporto ufficiale in materia, il trend generale indica un netto calo se confrontato con le 85 esecuzioni del 2000. In America i detenuti nel braccio della morte sono 3.261, solo in California sono 697 i carcerati che aspettano di essere giustiziati. Giustizia: gli Usa cercano sostituto a Pentothal, utilizzato farmaco per eutanasia animali Ansa, 22 gennaio 2011 Hospira, la società farmaceutica che riforniva i penitenziari americani di pentothal, il farmaco usato per giustiziare i condannati a morte, ha deciso di fermare a tempo indeterminato la produzione del medicinale. Le ripercussioni in America potrebbero un aumento del numero di esecuzioni sospese, o addirittura annullate, nei 37 stati dove è prevista la pena di morte, anche se i legislatori locali sembrano determinati a prevenire qualsiasi impedimento. Alla fine dell’anno scorso, un farmaco per l’eutanasia usato dai veterinari era stato approvato per il suo utilizzo durante le esecuzioni in Oklahoma, la mancanza del pentotal aveva spinto lo stato a chiedere l’approvazione di un medicinale sostituto: il pentobarbital. Il giudice distrettuale Stephen Friot nel mese di novembre aveva accettato la richiesta, evitando di ritardare le esecuzioni di due detenuti. La sentenza del giudice Friot potrebbe essere prese come linea guida dagli altri stati dove viene eseguita la pena capitale, evitando ritardi o annullamenti. Nei primi anni ‘70, l’Oklahoma fu il primo stato ad approvare l’uso del pentotal per la pena capitale, che è poi diventato lo standard nazionale per le iniezioni letali. Alcune esecuzioni però sono state rinviate in Arkansas, California, Kentucky e Tennessee a causa della mancanza del Pentotal, che Hospira aveva deciso di produrre in Italia. Ma dopo contrasti con il governo italiano ha rinunciato alla produzione. Nel 2010 sono state 46 le esecuzioni avvenute negli Stati Uniti, il 12 per cento in meno rispetto all’anno precedente. Secondo i dati del Death Penalty Information Center, che ogni anno fornisce un rapporto ufficiale in materia, il trend generale indica un netto calo se confrontato con le 85 esecuzioni del 2000. In America i detenuti nel braccio della morte sono 3.261, solo in California sono 697 i carcerati che aspettano di essere giustiziati. Giustizia: Frattini; Battisti in carceri italiane trattato con dignità… come tutti i detenuti Ansa, 22 gennaio 2011 “Il nostro punto di vista è chiaro, già espresso dal parlamento europeo: non è accettabile che si dica che in un paese membro dell’Ue le condizioni carcerarie non siano di assoluta sicurezza per i detenuti. Battisti deve tornare in prigione in Italia, dove sarà trattato con assoluta dignità, come tutti gli altri detenuti”. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, torna così - parlando con alcuni giornalisti in una pausa del suo weekend sulle piste della Val Badia in compagnia di alcuni colleghi Ue per colloqui informali - sulla vicenda dell’ex terrorista dei Pac cui il Brasile ha negato l’estradizione. Giustizia: al Convegno del Sappe arrivano anche i saluti del Papa e di Napolitano Il Velino, 22 gennaio 2011 È in corso di svolgimento a Milano il Convegno nazionale “Professione Poliziotto Penitenziario. Il trattamento è sicurezza”, organizzato dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, la prima e più rappresentativa Organizzazione del Personale di Polizia Penitenziaria con il 31% di rappresentatività nazionale, che quest’anno celebra i vent’anni dalla fondazione e nel capoluogo lombardo (presso la Sala Colucci della Confcommercio, in Corso Venezia 49) celebra anche il suo V Congresso nazionale del Sappe. Tra i messaggi pervenuti, sono da segnalare il saluto del Sommo Pontefice, Benedetto XVI, il quale ha anche formulato l’auspicio che l’iniziativa del Sappe “contribuisca al proficuo confronto su presente e futuro del sistema penitenziario” ed ha impartito al Sindacato ed al Corpo di Polizia Penitenziaria la “benedizione apostolica propiziatrice di pace e serena prosperità”. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel rivolgere a tutti i partecipanti al Convegno e all’Assise congressuale i più fervidi auguri di buon lavoro, ha sottolineato come “il convegno costituisce utile ed opportuna premessa al Congresso del SAPPE, al quale spetterà analizzare con spirito costruttivo i gravosi problemi che affliggono il sistema carcerario e formulare proposte che possano avviarne soluzioni tempestive e che agevolino l’attuazione di quell’organico e moderno sistema di gestione della pena più volte auspicato dal Capo dello Stato”. Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri, ha evidenziato che “le donne e gli uomini impegnati nella Polizia penitenziaria svolgono un lavoro duro e impegnativo, sono un patrimonio prezioso del Ministero della Giustizia e dello Stato e rappresentano un baluardo irrinunciabile a difesa della legalità, della libertà e della democrazia”. Berlusconi, nel sottolineare gli impegni del Governo nel contrasto della criminalità organizzata, ha voluto sottolineare che “a questi risultati record, frutto della determinazione e dell’impegno politico del governo, ha contribuito in modo significativo anche la Polizia penitenziaria, con le sue donne e i suoi uomini dispiegati nelle indagini al fianco della Magistratura. E sempre preziosi sono stati i suggerimenti del Sappe al Governo, nel quadro di una dialettica sindacale trasparente e moderna, e di una collaborazione sempre costruttiva”. Il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Michele Vietti, nel sottolineare il crescente sovraffollamento e le carenze di organico dei Baschi Azzurri ha infine sottolineato che “il difficile lavoro quotidiano degli agenti e dei funzionari di Polizia penitenziaria merita l’attenzione e l’apprezzamento che - per quanto mi riguarda - non ho mai fatto mancare per il passato e che riconfermo per il futuro”. Il Presidente del Senato della Repubblica, Renato Schifani, ha tra l’altro voluto sottolineare come “l’operato della Polizia Penitenziaria, nell’assicurare l’ordine e la sicurezza degli istituti rappresenta un presidio indispensabile a garanzia dei cittadini”. Nel suo messaggio, il Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, ha voluto evidenziare come “il ruolo svolto dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria si svolge tenendo conto della duplice esigenza di garantire, nella tutela dei diritti di ciascuno, il rispetto della legalità ed un adeguato percorso rieducativo dei detenuti, e richiede un’attenzione costante, da parte delle Istituzioni, alle esigenze finanziarie, strutturali ed organiche del sistema penitenziario del nostro Paese.” Significativo anche il video-messaggio del Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che, impegnato all’estero per esigenze istituzionali, non ha voluto far mancare il suo saluto e il suo apprezzamento per il responsabile contributo che il SAPPE pone in essere per il miglioramento delle condizioni della giustizia e della Categoria. Presenti a Milano ai lavori del Convegno nazionale del SAPPE, tra gli altri, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il Sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà e il vice sindaco di Milano Riccardo De Corato. Prima dell’inizio dei lavori, la Segreteria Generale del Sappe ha consegnato il premio “Basco azzurro del Sappe” alla trasmissione tv “Striscia la Notizia”, un programma televisivo per essersi distinto in servizi di forte impegno morale, sociale ed educativo e per il sostegno alla giustizia e al rispetto della legalità, occupandosi delle criticità del carcere e del Corpo di Polizia Penitenziaria, andando ad assolvere il difficile compito di informare con obiettività e imparzialità l’opinione pubblica su sprechi e abusi e diventando esso stesso promotore di cultura della legalità. A ritirare il premio, uno degli inviati di punta della trasmissione, Valerio Staffelli.” Lettere: per combattere il sovraffollamento pensiamo al “bracciale elettronico”… Il Tirreno, 22 gennaio 2011 Non si può parlare del problema carcerario ignorando che l’art. 27 della Costituzione impone che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato e che in una situazione di grave sovraffollamento diventa problematico parlare di rieducazione. Le carceri italiane continuano a riempirsi e ad oggi abbiamo abbondantemente superato i 69 mila detenuti con una capienza regolamentare di 42 mila posti. Una situazione di grave emergenza carceraria che si fa fronte con una polizia penitenziaria in forte sott’organico. Infatti occorrono almeno 4 mila unità per ripristinare una situazione al limite della sicurezza. Le misure sino ad oggi intraprese sono insufficienti ed inapplicabili nel breve periodo. La costruzione di nuove carceri richiede necessariamente anni e un maggior numero di operatori penitenziari. È pertanto necessaria l’adozione di misure urgenti per far fronte a questo grave sovraffollamento. Occorrono atti per procedere allo sfollamento delle carceri attraverso l’adozione di misure alternative alla detenzione quali l’adozione del braccialetto elettronico, ma non solo. Roberto Coppotelli Segretario generale del Sindacato Autonomo Lavoratori Penitenziari Sulmona: Acerbo (Prc): continua a morire chi in carcere non dovrebbe starci Ansa, 22 gennaio 2011 “L’ennesimo suicidio nella casa di reclusione di Sulmona dovrebbe richiamare le istituzioni regionali e nazionali ai propri doveri ma poco confido nella sensibilità di un governo che è garantista soltanto nei confronti di chi sta ai piani alti delle gerarchie economiche e politiche”. Lo rende noto Maurizio Acerbo, consigliere regionale Prc. “Riteniamo grave - afferma Acerbo - l’atteggiamento dilatorio della maggioranza e ricordiamo che langue in commissione la nostra proposta di legge per l’Istituzione dell’Ufficio del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale (figura già operativa da anni in molte altre regioni italiane). Cosa aspetta il centrodestra a dare il via libera?”. “Il sovraffollamento delle carceri è già di per sè incostituzionale e illegale. Diventa ancor più assurdo e disumano quando l’internamento riguarda persone che non sono detenute senza dover scontare alcuna pena. L’opinione pubblica forse non ha consapevolezza che l’internato che si è suicidato non era recluso sulla base di una condanna bensì sulla base di una norma risalente al codice fascista mai abrogata. L’Abruzzo ospita a Sulmona la più sovraffollata di queste sezioni come ha giustamente riferito la stampa”. “Quello che forse non a tutti è chiaro è che l’assegnazione a tali istituti avviene alla fine della pena detentiva carceraria, quando una volta scontata per intero la condanna, la persona anziché essere rimessa in libertà, è sottoposta a una ulteriore misura di sicurezza, a discrezione del magistrato. Questo reperto archeologico giuridico determina la paradossale condizione di “detenuto senza pena”. Tra l’altro codice penale e ordinamento penitenziario prevedrebbero l’obbligatorietà del lavoro all’interno di queste strutture, ma la situazione di sovraffollamento rende impossibile la concretizzazione di tale prescrizione rieducativa. È ora che il Parlamento cancelli queste norme. Come ha già fatto il Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna proponiamo che anche l’Abruzzo approvi una proposta di legge per l’abrogazione delle norme del Codice penale che prevedono la reclusione in una Casa di Lavoro da consegnare alle Camere ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione”. Sulmona: Petrilli (Pd) scrive ad Alfano; questo carcere è un incubo Il Centro, 22 gennaio 2011 Durissimo il commento del responsabile provinciale Pd, Dipartimento diritti e garanzie, Giulio Petrilli, alla luce di questo nuovo caso di suicidio nella casa circondariale di Sulmona. “La vita nelle carceri italiane è particolarmente difficile”, spiega, “con un sovraffollamento molto alto, quasi il doppio della capienza consentita, ma nel carcere di Sulmona diventa infernale, poi la sezione internati è veramente impressionante. Non ci sono parole per poterla descrivere, detenuti accalcati dentro celle anguste molto spesso a scontare non un reato, ma una presunta pericolosità sociale. Dovrebbero lavorare, ma non c’è lavoro e per i pochi che hanno questa fortuna ci sono stipendi mensili che variano dai trenta ai settanta euro. L’assistenza sanitaria è praticamente nulla”. Petrilli ha scritto al ministro della Giustizia, Angelino Alfano denunciando la situazione. “Il 30 settembre scorso”, ha sottolineato, “scrissi al ministro affinché venisse a verificare di persona la vita nel carcere di Sulmona. Non ho avuto nessuna risposta e nessuna visita del ministro è avvenuta. Quella lettera era presagio purtroppo del suicidio di ieri e dei tanti che avverranno se non si interverrà con serietà e umanità”. E proprio al guardasigilli sono interessate le critiche del segretario generale della Uil Pa Penitenziario, Eugenio Sarno. “Mentre il ministro Alfano, come Alice nel Paese delle meraviglie, è impegnato a raccontare in Parlamento di un sistema penitenziario che non c’è, nelle nostre prigioni e nella realtà quotidiana del penitenziario si continua a morire: con il suicidio di Sulmona salgono a tre i suicidi di questo 2011. Con la media di uno ogni sei giorni”. Sarno ha posto l’accento sul fatto che da tempo il sindacato ha segnalato “il problema dell’inadeguatezza strutturale della sezione internati a Sulmona. Per questa tipologia di reclusi occorrono ambienti ben diversi”. La Uil Pa Penitenziari ha rimarcato le gravi carenze organiche e, soprattutto, gli scarsi finanziamenti. Sulmona: domani Radicali in visita al carcere e poi conferenza stampa Adnkronos, 22 gennaio 2011 È prevista per domani, 23 gennaio dalle 12 circa, la visita di Rita Bernardini, deputata radicale eletta nel Pd, Sergio Rovasio, Segretario dell’Associazione radicale Certi Diritti, e Giulio Petrilli, responsabile Diritti Umani del Pd de L’Aquila, al carcere di Sulmona che detiene il drammatico record dei suicidi di detenuti. Solo lo scorso 19 gennaio, nel Reparto Internati dell’istituto, un egiziano di 66 anni si è tolto la vita impiccandosi. Negli ultimi 2 giorni inoltre tre detenuti si sono tolti la vita nelle carceri di Sulmona, Prato e Caltagirone. Per le ore 15.30 è previsto l’incontro tra la delegazione Radicale e la stampa all’esterno del carcere. Pistoia: a 22 anni si impicca in cella alla Dogaia, sarebbe uscito nel 2015 Il Tirreno, 22 gennaio 2011 Antonino Montalto aveva appena 22 anni ed era originario della Sicilia, giovedì pomeriggio si è tolto la vita in una cella del carcere della Dogaia. Avrebbe terminato la pena nel giugno 2015. Il ragazzo ha usato un lenzuolo per appendersi alle sbarre ed era praticamente già morto quando sul posto è arrivato il medico del carcere, poi seguito dall’automedica e da un’ambulanza della Pubblica Assistenza. Il dramma si è consumato intorno alle 16 e non è chiaro se abbia avuto testimoni. Il detenuto era rinchiuso nella sezione dei “comuni”, dove le celle sono condivise, ma non è chiaro i suoi compagni di cella fossero presenti. Appena gli agenti di polizia penitenziaria si sono accorti di quello che era successo sono iniziate le manovre di rianimazione, ma è apparso subito chiaro che non c’era più nulla da fare. Secondo quanto è stato possibile accertare, il lenzuolo usato è quello in dotazione ai detenuti. Non è stato reso noto il motivo per cui il giovane fosse detenuto. E ovviamente resta da capire per quale motivo abbia scelto di togliersi la vita. La polizia penitenziaria ha avvisato il sostituto procuratore Giuseppe Ledda, che ha disposto il trasferimento della salma all’Istituto di anatomia patologica, dove verrà compiuta l’autopsia. “Chi ha competenze politiche e amministrative - ha affermato in una nota il segretario generale di Uil Pa penitenziari, Eugenio Sarno - potrà anche continuare a perpetrare un ostinato quanto offensivo silenzio e negare risposte a chi pone la questione penitenziaria in termini crudi e nudi. Ma non potrà sottrarsi prima o poi dall’affrontare la tragica realtà delle morti in cella”. Sarno, affermando che “né il ministro della Giustizia né il Governo pare abbiano intenzione di affrontare con determinazione il dramma penitenziario”, ha proseguito annunciando di volersi “appellare al presidente Giorgio Napolitano, e persino alle autorità ecclesiastiche”. “Il personale - testimonia il sindacalista - è solo e abbandonato. Un solo agente preposto alla sorveglianza di decine, centinaia di detenuti è naturalmente impedito a prevenire morte e violenza dovendo badare soprattutto alla propria incolumità. Pertanto è da irresponsabili pensare di poter attivare, come si vuole fare a Prato, nuove sezioni senza assegnare alcuna unità di polizia penitenziaria aggiuntiva”. Pistoia: delegazione dell’Idv in visita al carcere; detenuti in condizioni inumane Ansa, 22 gennaio 2011 Una delegazione Italia dei Valori ha visitato la casa circondariale di Pistoia valutandola inadeguata e sovraffollata, costringendo così i detenuti a vivere in condizioni inumane. Fabio Evangelisti, segretario Idv Toscana, e Rudi Russo, consigliere regionale Idv, accompagnati da una delegazione di giovani Idv Pistoia hanno visitato questa mattina la casa circondariale di Pistoia allo scopo di verificarne le condizioni. “Il sovraffollamento della popolazione carceraria (139 detenuti a fronte dei 101 tollerabili) - scrive l’Idv in un comunicato - e la carenza cronica di organico nel Corpo di Polizia Penitenziaria (48 agenti contro i 79 previsti) fanno di questo Istituto di pena una realtà drammatica al pari degli altri Istituti Detentivi Toscani. Costretti a sopravvivere in tre in una cella di soli 4 metri quadri, i detenuti non hanno molte possibilità di riqualificazione sociale in quanto, anche a seguito dei tagli al bilancio, nell’Istituto, oltre ai lavori domestici che impegnano soltanto pochi detenuti, non è possibile svolgere nessun’altra attività lavorativa che potrebbe avviare un percorso di reinserimento”. “Sono sempre i più indifesi a dover scontare in carcere la propria pena”, ha sottolineato l’on. Fabio Evangelisti, da tempo attento ai problemi della popolazione carceraria. “Pena che secondo la nostra Costituzione dovrebbe essere conforme al senso di umanità - ha sottolineato il segretario di Idv Toscana - ma che nella realtà, purtroppo, di umano ha ben poco”. Bergamo: decreto svuota-carceri in atto, ma esce solo un detenuto L’Eco di Bergamo, 22 gennaio 2011 L’hanno chiamato decreto svuota carceri, ma le galere sono ancora piene. Anzi, piene più che mai. A un mese dall’applicazione della legge che prevede la detenzione domiciliare per i detenuti che devono scontare fino a 12 mesi di pena residua, dalle carceri lombarde sono uscite 51 persone, da quella di Bergamo solo una. Le previsioni erano molto più ottimistiche: sulla carta, infatti, erano almeno 80 i detenuti di via Gleno che potevano beneficiare di questa nuova misura. Eppure solo una cinquantina sono stati segnalati per l’istruttoria, e solo uno, ad oggi, ha “superato l’esame” e sta scontando quel che rimane della pena a casa. Bergamo non è certo un’eccezione. Pochi giorni fa Radio Carcere ha reso noto che in tutta Italia le concessioni sono appena qualche decina su una popolazione carceraria che sfiora le 70 mila unità (massimo storico in Italia). Nemmeno quindi il decreto svuota carceri ha risollevato la situazione del carcere di via Gleno, che si trova in una condizione di sovraffollamento cronico (520 detenuti a fronte di una capienza massima di 380) e con una sezione penale nuova di zecca, ma utilizzata a metà perché il personale non è sufficiente. Piacenza: il Garante; il nuovo padiglione non risolve, anzi aggraverà il sovraffollamento Libertà, 22 gennaio 2011 “Sono pronto a scommettere che il nuovo padiglione non risolverà il problema del sovraffollamento, ma lo aggraverà”. È molto severo il giudizio di Alberto Gromi, il garante dei diritti delle persone private della libertà personale che si trovano alle Novate, in merito all’annuncio fatto mercoledì alla Camera dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, il quale ha detto in via ufficiale che par tiranno al più presto i lavori pe ampliare il carcere di Piacenza “La notizia era certamente attesa - afferma Gromi, che già nei giorni scorsi dalle pagine di Libertà aveva denunciato le difficili condizioni in cui versa la struttura e i disagi che devono subito carcerati e operatori - ma non è affatto positiva, anzi sembra essere una pessima notizia. Perché? Perché sono pronto a scommettere che il nuovo padiglione non risolver il problema del sovraffollamento, ma lo aggraverà. Tutto induce a credere, infatti, che col nuovo padiglione i detenuti del carcere di Piacenza non rimarranno 430, ma diventeranno 630, con il numero degli agenti sempre insufficiente”. Più spazi, quindi, ma con u conseguente incremento della popolazione carceraria ad annullarne i benefici. “A ciò - prosegue il garante dei detenuti - si aggiunga che non si sa nulla degli accordi che l’amministrazione penitenziaria ha preso per la costruzione del nuovo padiglione. Pare (ma non sono riuscito in alcun modo a trovare riscontri) che il finanziamento serva per recuperare e ristrutturar anche i vecchi edifici del complesso carcerario. E questo sarebbe molto positivo. Ma è vero? È vero che saranno sistemate le cucine? È vero che sa ranno sistemati tutti gli edifici che attualmente subiscono infiltrazioni e danneggiamenti di ogni sorta? È vero che si inter verrà sul locale caldaie? Ho chiesto conferme ovunque. Silenzio”. Ma non è finita: “Se il nuovo padiglione sorgerà dove ho visto i picchetti rossi - spiega ancora Gromi - sarà un disastro per l’organizzazione dei servizi perché sarà lontano dalla cucina e da tutte le strutture di supporto (ufficio matricola, infermeria e altri). Se sarà confermata questa collocazione sa ranno abbattuti i “vasconi” di cemento (e il termine la dice lunga sulle condizioni di vita dei detenuti) attualmente esistenti per le ore di “aria”. Conviene un’operazione di questo tipo? Abbattere e ricostruire poche decine di metri, che senso ha? Nessuna buona notizia - conclude - nemmeno per il bando di concorso per agenti della polizia penitenziaria: sono appena stati immessi i vincitori del concorso per educa tori. Ebbene, nel carcere di Piacenza gli educatori due erano due sono rimasti. Altrettanto temo, accadrà per gli agenti l’organico è gravemente sottodimensionato e tale rimarrà Rischiamo quindi di avere un nuovo padiglione che rimarrà inutilizzato perché non ci sono agenti. Se qualcuno ha elementi per smentirmi e rassicurarmi, sarò ben contento di ricredermi. Anche se le cose da dire sarebbero ancora molte”. Palermo: all’Ucciardone carenze igieniche, ma a febbraio ci sarà reparto ristrutturato La Sicilia, 22 gennaio 2011 Il reparto detentivo ristrutturato dell’Ucciardone sarà aperto entro la fine di febbraio per trasferirvi i detenuti della sesta e settima sezione costretti a scontare la pena in una zona del carcere del tutto inagibile. A darne notizia, ieri, una nota della Fns Cisl che sottolinea come “finalmente pare si sia aperta la strada giusta per ripristinare le condizioni igienico sanitarie e di sicurezza necessarie alla sopravvivenza dell’Ucciardone”. Le denunce sullo stato indecoroso in cui versa il carcere borbonico erano state lanciate nel giugno del 2010 dopo una visita guidata all’interno dell’istituto penitenziario ed erano state ripetute nel tempo dai vertici siciliani del sindacato. “Questa soluzione - spiega Paolino Campanella della Fns Cisl provinciale - da tempo prospettata dal sindacato, finalmente consentirà di evacuare i detenuti ristretti da quel reparto divenuto inagibile, riportando quei minimi criteri di sicurezza e salubrità anche all’interno del personale che in questi mesi ha lavorato in condizioni drammatiche per le gravi carenze sia di organico che strutturali e igienico sanitarie”. “La Fns Cisl di Palermo - conclude il segretario generale - esprime apprezzamento al personale per gli sforzi che ogni giorno compiono nel loro lavoro e al dottor Maurizio Veneziano, direttore dell’istituto penitenziario, per la difficile gestione della struttura”. Fossombrone (Pu): ristrutturazione del carcere, appaltati lavori per 300 mila euro Corriere Adriatico, 22 gennaio 2011 Buone notizie per il carcere. “Per l’istituto di pena di Fossombrone - assicura l’onorevole Massimo Vannucci - è stata espletata la gara d’appalto per i lavori di rifacimento del tetto dell’ala di ponente, per una spesa di circa 300 mila”. I lavori quando inizieranno? “Alla fine di questo mese come annuncia il sottosegretario Casellati in risposta all’interrogazione che avevo inoltrato”. Quanto dureranno? “In base alle previsioni contrattuali avranno una durata complessiva di 180 giorni”. C’è stato uno stanziamento per i lavori alla cucina? “Il provveditore regionale agli istituti di pena Raffaele Iannace ha confermato uno stanziamento di 200 mila euro”. Il ruolo del carcere rimane di primo piano? “Il provveditore stesso mi ha confermato che il carcere resta un punto strategico”. Per l’alloggio del direttore? “Il sottosegretario assicura che è stato predisposto un progetto per la realizzazione di due alloggi di servizio, uno per il direttore ed un altro per il comandante di reparto, da realizzare presso l’ex casa Conti adiacente al carcere. Poiché la zona è sottoposta a vincoli ambientali sono già state richieste le relative e necessarie autorizzazioni alla Soprintendenza competente”. Ci sono indicazioni precise per un direttore titolare? “In attesa della nomina di un direttore titolare, a quello della casa di reclusione di Ancona Barcaglione è stato rinnovato l’incarico per altri tre mesi come reggente a Fossombrone”. Come verranno risolti i problemi del muro di cinta? “Il ministero attende la quantificazione, da parte del servizio tecnico del provveditorato regionale per le Marche, degli oneri finanziari per effettuare l’intervento che sarà comunque subordinato alla disponibilità delle risorse economiche stanziate sul pertinente capito di bilancio”. E le carenze strutturali della chiesa? “Il dipartimento per l’amministrazione penitenziaria ha comunicato che, inizialmente, si ipotizzava di effettuare i lavori riguardanti la vecchia chiesa assieme a quelli necessari per il muro di cinta ma che in considerazione dell’entità dei costi e dell’insufficienza dei fondi stanziati nell’esercizio 2010, tale lavoro sarà programmato nel 2011 compatibilmente con i fondi assegnati”. Soddisfatto onorevole per la risposta ottenuta? “È importante che si intervenga sul tetto e sulla cucina. Lo stanziamento complessivo di 500 mila euro sblocca una situazione che sembrava ferma e ribadisce che il carcere di Fossombrone vede confermato il suo importante ruolo”. Milano: un Piano di “housing sociale” per gli operatori delle forze dell’ordine Redattore Sociale, 22 gennaio 2011 Nel nuovo Piano di governo del territorio di Milano è stato accolto un emendamento per creare una sorta di “Villaggio della sicurezza”, con alloggi di edilizia residenziale pubblica per carabinieri, poliziotti, agenti di polizia penitenziaria e vigili del fuoco. Housing sociale per gli operatori delle forze dell’ordine: nel nuovo Pgt - Piano di governo del territorio di Milano è stato accolto un emendamento per creare una sorta di “Villaggio della sicurezza”, con alloggi di edilizia residenziale pubblica per carabinieri, poliziotti, agenti di polizia penitenziaria e vigili del fuoco. Lo ha annunciato il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, nel corso del convegno nazionale del Sappe - Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, in corso a Milano. “La maggior parte degli agenti di polizia penitenziaria che operano in provincia di Milano provengono dal Sud e il loro stipendio non permette loro di avere un alloggio a prezzi di mercato - ha dichiarato Podestà: così appena possono chiedono il trasferimento. Per questo motivo abbiamo presentato un emendamento al Pgt, che è stato accolto”. L’insediamento dovrebbe sorgere in una vasta area individuata nel comune di Affori, periferia nord di Milano. Circa il problema del reinserimento sociale dei detenuti, Podestà ha detto che “la provincia potrebbe impegnarsi nel proporre corsi di formazione professionale per i detenuti, trovare sinergie con le aziende, organizzare stage”.