Rassegna stampa 13 agosto

 

Giustizia: per 3 giorni riflettori puntati sul mondo delle galere

di Carlo Ciavoni

 

La Repubblica, 13 agosto 2009

 

L’iniziativa di Rita Bernardini, deputata Radicale: aderiscono parlamentari di tutti gli schieramenti. Oltre 150 deputati nelle carceri. Per tre giorni in 185 istituti di pena il confronto con una realtà sovraffollata, spesso disumana ed esplosiva. "Speriamo non sia la solita passerella". E il Dap lancia esperimenti di servizi socialmente utili.

Alla condizione tragica ed endemica del sistema carcerario italiano, all’affollamento soffocante delle celle, alla scarsità di personale qualificato, all’assenza evidente di una guida politica del fenomeno e, non ultima, alla sua palese incostituzionalità, sarà dedicata una tre-giorni di visite di 153 parlamentari in 185 delle 221 carceri lungo tutta la Penisola, nei giorni di Ferragosto.

Si tratterà di una vera e propria ispezione di massa da parte di deputati, senatori, consiglieri regionali e garanti per i diritti dei detenuti, forse mai realizzata prima. A lanciare l’iniziativa è stata la deputata radicale - eletta nelle liste del Pd - Rita Bernardini, che ha voluto così coinvolgere i parlamentari di tutti gli schieramenti per una ricognizione nella difficilissima situazione dei penitenziari italiani e far conoscere così direttamente la realtà quotidiana di direttori, agenti, medici, psicologi, educatori e detenuti.

Lo scopo, in fondo, è semplicemente quello di verificare se il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha ragione o no nel dire che gli istituti di pena del nostro Paese "sono fuori della Costituzione". Costituzione che, nell’articolo 27, parla di trattamento da riservare ai detenuti che non deve mai essere contrario al senso di umanità, ma anzi volto alla sua rieducazione.

La grande ispezione parlamentare, nelle giornate di venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 agosto, parte così con una denuncia indignata della deputata promotrice, alla quale si risponde con fiacche promesse del governo, che annuncia un aumento di 1200 posti letto nelle carceri entro la fine dell’anno, quando ne servirebbero oltre 4000 e la prevedibile diffidenza dei sindacati della polizia penitenziaria.

"La si può girare come si vuole - dice Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp il secondo organismo di rappresentanza autonomo dopo il Sappe - nelle celle italiane ci sono circa 64 mila detenuti, cioè 4.000 in più di quanti ce ne dovrebbero stare, anche nella situazione di emergenza prevista dal ministero. Si continua insomma a far finta di niente rispetto ad un dato allarmante: cioè che ci sono mediamente 3 metri quadrati per ogni recluso, mentre ce ne dovrebbero essere 7 secondo il Parlamento Europeo".

"Non solo - aggiunge Beneduci - il cosiddetto Piano Ionta (Franco Ionta è il direttore del Dap, il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria n.d.r.) prevede uno stanziamento per l’edilizia carceraria di 1,5 miliardi, per creare 4300 posti in più entro il 2010 e di oltre 17 mila entro il 2012. Bene: il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo ha però appena detto che in cassa non ci sono più di 500 milioni: un terzo di quanto previsto dal piano. Adesso speriamo - ha concluso Beneduci - che questa iniziativa non si riveli come la solita passerella dei politici in visita di cortesia".

I sindacati autonomi della polizia penitenziaria sono molto critici anche con il Dap per una recente circolare secondo la quale, per far fronte alle visite di Ferragosto nelle carceri, avrebbe aumentato la presenza di agenti: "Non è escluso - dicono all’Osapp - che si smobiliteranno unità da altre strutture penitenziarie, depotenziando così istituti già di per sé scoperti dove, è bene ricordarlo, registriamo fino a dieci aggressioni gravi al giorno contro il personale di sorveglianza, con referti medici oltre sette giorni di prognosi".

Gli spazi angusti nelle carceri italiane e le conseguenti condizioni disumane degli agenti e dei detenuti - "che quando escono", dice un funzionario del ministero che pretende l’anonimato, "sono più delinquenti di prima" - rappresentano dunque un problema cronico, con picchi come quelli della Sicilia, dove di posti letto ne mancano 608 su un totale di 4.727; o in Sardegna e in Toscana dove le carenze raggiungono rispettivamente quota 475 su 1.971 posti e 422 su 3.035.

Coinvolti nel disagio generale sono anche i 380 psicologi consulenti, che da 30 anni lavorano negli istituti penitenziari, mai regolarizzati e che con il passaggio della sanità penitenziaria al Servizio Sanitario Nazionale, hanno smesso di lavorare a tu per tu con i reclusi. Paola Giannelli, segretaria della Società Italiana della Psicologia Penitenziaria, ricorda che "attualmente l’assistenza psicologica è affidata agli psicologi di ruolo, che sono 19 in tutta Italia e così ad ogni detenuto non possono essere dedicate più di 3 ore l’anno".

"La conseguenza - aggiunge Giannelli - è che la risposta al disagio e all’aumento dei suicidi è unicamente medico-psichiatrica, e quindi coerentemente si passa all’uso prevalente di psicofarmaci, che non solo incidono pesantemente sulla spesa pubblica, ma non affrontano mai le cause esistenziali delle persone recluse".

Dal canto suo, il Dap continua ad elaborare progetti di recupero ambientale e promuovere occasioni di lavoro sporadiche tra i detenuti. Progetti che vengono considerati "meritori" dall’Osapp, più propenso ad assegnare all’attuale titolare del dicastero le maggiori responsabilità della situazione, al contrario del Sapp, il maggiore sindacato, più critico invece verso il Dap.

È comunque un fatto che il Dipartimento dall’ottobre scorso sta lavorando ad un programma di promozione delle attività di recupero del patrimonio ambientale e per l’istituzione di agenzie per l’incentivazione del lavoro negli istituti di pena. L’obiettivo è disporre di una mappa del bacino di reclusi potenzialmente occupabili, che poi dovrebbe essere affidata ad un "poliziotto penitenziario" il quale dovrebbe valutare domanda e offerta di lavoro, attraverso l’analisi dei bisogni e delle caratteristiche delle persone in cerca di lavoro e offrire così strategie di reinserimento.

Esperienze positive ce ne sono, come quella di Milano Bollate, e a Milano Opera, dove proprio a Ferragosto 72 detenuti andranno a ripulire il greto del torrente Gura nei comuni di Masiate e Basiano. A Torino i reclusi si dedicano alla raccolta differenziata, a Chiavari si occupano della manutenzione delle aree verdi. O ancora a Roma, con i 20 carcerati di Rebibbia che usciranno per pulire spazi pubblici della capitale. E poi a sud altre iniziative analoghe negli istituti abruzzesi, campani, pugliesi calabresi siciliani e sardi.

Giustizia: sarà la visita ispettiva più imponente mai realizzata

 

Ansa, 13 agosto 2009

 

Su iniziativa di Radicali Italiani nei giorni 14, 15 e 16 agosto in tutta Italia si svolgeranno delle visite ispettive nei 221 istituti penitenziari. "L’iniziativa vede coinvolti deputati, senatori e consiglieri regionali di tutti gli schieramenti politici", sottolineano i Radicali in una nota, definendo l’iniziativa "la visita ispettiva più imponente, mai realizzata in Italia".

Si tratta, spiegano i Radicali, di "una ricognizione approfondita della difficilissima situazione delle carceri italiane, per conoscere meglio e direttamente come vivono la realtà quotidiana direttori, agenti, medici, psicologi, educatori e detenuti per essere così capaci di interpretare i bisogni e di proporre le soluzioni legislative e organizzative adeguate, sia immediate che a medio e lungo termine". "Ciò affinché - proseguono i Radicali - da un lato gli istituti penitenziari possano essere non solo luogo di espiazione della pena, ma realizzare a pieno i valori sanciti dall’articolo 27 della Costituzione Italiana", e "dall’altro, per quel che riguarda tutti i lavoratori che prestano la loro attività ad ogni livello negli istituti carcerari, siano garantite condizioni di lavoro moralmente, socialmente ed economicamente adeguate", che "diano il giusto riconoscimento ai compiti di esemplare responsabilità espletati e che consentano di dare completa attuazione ai risultati delle rivendicazioni e delle conquiste, purtroppo oggi - concludono i Radicali - ancora in larga parte disattese".

Giustizia: "Ferragosto in carcere"; l’annuncio delle varie visite

 

Ristretti Orizzonti, 13 agosto 2009

 

Visite alle carceri della Sardegna

 

Toccherà anche gli istituti penitenziari della Sardegna quella che i Radicali annunciano come la visita ispettiva più imponente mai promossa nelle 221 carceri italiane. Deputati, senatori e consiglieri regionale di tutti gli schieramenti politici, da venerdì prossimo, 14 agosto, fino a domenica 16, entreranno negli istituti, in alcuni casi assieme ai garanti per i diritti delle persone private della libertà.

I Radicali che hanno promosso l’iniziativa puntano a "una ricognizione approfondita della difficilissima situazione delle carceri italiane, per conoscere meglio e direttamente come vivono la realtà quotidiana direttori, agenti, medici, psicologi, educatori e detenuti". L’obiettivo finale è proporre soluzioni legislative e organizzative adeguate, sia immediate che a medio e lungo termine.

In Sardegna le deputate del Pd Donatella Ferranti e Amalia Schirru saranno venerdì mattina nell’istituto minorile di Quartucciu, il loro compagno di partito Carlo Emanuele Trappolino visiterà la colonia penale di Mamone (Nuoro), mentre l’europarlamentare del Pdl Mauro Mauro entrerà nel carcere di Macomer. Il giorno di Ferragosto le porte del penitenziario di Alghero si apriranno per il parlamentare Emerenzio Barbieri (Pdl), mentre Guido Galperti e il senatore Gian Piero Scanu (Pd) saranno a Nuoro, a Badu ‘e Carros. Sempre la mattina di sabato, il deputato sardo del Pd Guido Melis visiterà il carcere San Sebastiano di Sassari, la collega Caterina Pes sarà in quello di Oristano, mentre Roberto Rao (Udc) entrerà nella casa circondariale di Buoncammino a Cagliari. Il consigliere regionale del Pd Chicco Porcu, invece, sarà nella colonia penale di Is Arenas, nel Cagliaritano. (L’Unione Sarda)

 

Il Garante Fleres incontra detenuti Acireale e Giarre

 

Il Garante regionale per i diritti dei detenuti, il senatore del Pdl Salvo Fleres, incontrerà domani i reclusi nelle carceri di Giarre e Acireale, in provincia di Catania, nell’ambito dell’iniziativa nazionale promossa da alcuni parlamentari che intendono constatare le condizioni degli istituti penitenziari dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha condannato l’Italia a risarcire un detenuto per i "trattamenti inumani e degradanti" da lui subiti anche a causa del sovraffollamento.

Fleres, che ha più volte denunciato le condizioni delle carceri siciliane, di recente anche con un esposto al Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, consegnerà ai detenuti di Giarre un pallone da calcio. Su richiesta dello stesso Fleres, il presidente regionale della Figc, Sandro Morgana, ha donato trenta palloni, uno per ogni istituto penitenziario siciliano. (Agi)

 

Radicali in visita a Casa Circondariale di Arezzo

 

In occasione dell’iniziativa "Ferragosto in carcere" promossa da Radicali Italiani, parlamentari, consiglieri regionali di tutti gli schieramenti politici, assieme ai garanti per i diritti delle persone private della libertà, saranno insieme alla "comunità penitenziaria" per una ricognizione approfondita della difficilissima situazione delle carceri.

La delegazione radicale composta dalla senatrice Donatella Poretti accompagnata da Giuseppina Nibbi e Lorenzo Bianchi, dell’associazione Liberaperta, visiteranno la Casa Circondariale di Arezzo nella mattinata di domani. Alle ore 12.30 all’uscita in via Garibaldi 259 si terrà una conferenza stampa.

L’iniziativa, spiega Poretti, e volta a "conoscere meglio e direttamente come vivono la realtà quotidiana direttori, agenti, medici, psicologi, educatori e detenuti, per essere così capaci di interpretare i bisogni e di proporre le soluzioni legislative e organizzative adeguate, sia immediate che a medio e lungo termine; affinché gli istituti penitenziari possano essere non solo luogo di espiazione della pena ma realizzare a pieno i valori sanciti dall’art. 27 della Costituzione Italiana secondo il quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". (Adnkronos)

 

Ottavia Piccolo e Giuseppe Giulietti al carcere femminile di Venezia

 

Nei prossimi giorni, promossa con la consueta generosità dai Radicali, si svolgerà una sorta di gigantesca staffetta della solidarietà dedicata alle condizioni delle carceri italiane. L’associazione Articolo 21 ha non solo deciso di partecipare ma con l’attrice Ottavia Piccolo e con il portavoce Beppe Giulietti sarà presente con il senatore radicale Perduca all’incontro che si svolgerà presso il carcere femminile della Giudecca a Venezia.

Ci auguriamo, hanno detto Ottavia Piccolo e Giulietti, che tutti i media vogliano dedicare a questi appuntamenti almeno lo stesso tempo che è stato dedicato ai fondamentali dibattiti sul dialetto, sulle bandiere regionali e sui Tg in dialetto. Un ringraziamento sincero, infine, lo vogliamo rivolgere a tutti i Radicali, a Rita Bernardini, a Elisabetta Zamparutti a quanti stanno usando i loro giorni di ferie per rendere questo paese migliore e più civile. Può capitare di non condividere questa o quella iniziativa dei Radicali, ma si deve riconoscere loro il merito storico di non mollare mai la presa sulle grandi questioni che riguardano la laicità, la libertà, la difesa dei diritti civili, sempre, comunque, dovunque. (Articolo 21)

 

Radicali in visita al carcere Sant’Agostino di Savona

 

Nell’ambito dell’iniziativa nazionale di Radicali Italiani "Ferragosto in carcere", Alessandro Rosasco, membro della Giunta di Radicali Italiani, domani, venerdì 14 agosto, alle ore 11, visiterà la casa circondariale Sant’Agostino di Savona accompagnato da Carlo Vasconi, consigliere regionale dei Verdi.

"La nostra visita alla comunità penitenziaria di Savona - dichiarano Alessandro Rosasco e Carlo Vasconi - si unisce a quella dei moltissimi deputati, senatori e consiglieri regionali di tutti gli schieramenti politici oltre che dei garanti per i diritti delle persone private della libertà che verrà effettuata nei giorni di ferragosto in tutta Italia in cui verranno visitate quasi tutte le 221 strutture penitenziarie".

"Lo scopo della visita - proseguono - è effettuare una ricognizione approfondita della difficilissima situazione delle carceri italiane; per conoscere meglio e direttamente come vivono la realtà quotidiana direttori, agenti, medici, psicologi, educatori e detenuti per essere così capaci di interpretare i bisogni e di proporre le soluzioni legislative e organizzative adeguate, sia immediate che a medio e lungo termine.

Ciò affinché gli istituti penitenziari possano essere non solo luogo di espiazione della pena ma realizzare a pieno i valori sanciti dall’art. 27 della Costituzione Italiana secondo il quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato; mentre, per quel che riguarda tutti i lavoratori che prestano la loro attività ad ogni livello negli istituti carcerari, devono essere garantite condizioni di lavoro moralmente, socialmente ed economicamente adeguate ai profili professionali ricoperti, che diano il giusto riconoscimento ai compiti di esemplare responsabilità espletati e che consentano di dare completa attuazione ai risultati delle rivendicazioni e delle conquiste, purtroppo oggi ancora in larga parte disattese".

"Non è un caso - sottolineano Rosasco e Vasconi - che lo stesso Ministro della Giustizia Angelino Alfano ha definito la situazione delle carceri italiane ‘fuori della Costituzione. Per quanto ci riguarda non è la prima volta che ci occupiamo delle condizioni di vita all’interno delle carceri tanto che insieme abbiamo depositato a firma dei consiglieri verdi Morelli e Vasconi una proposta di legge affinché venga istituita anche nella nostra Regione la figura del Garante dei diritti dei detenuti; una figura che assicuri la legalità della detenzione e che possa creare dei veri percorsi di uscita dal carcere per inserire chi ha pagato i propri conti con la giustizia nel mondo del lavoro e nella società ed impedire che possa ritornare in carcere". "Ci appelliamo per questo - concludono - al presidente Burlando affinché si esprima anch’egli su questa proposta e che prima della fine della legislatura si arrivi ad una discussione in consiglio". (Secolo XIX)

 

Delegazione consiglio Valle d’Aosta in visita a Brissogne

 

Una delegazione del Consiglio regionale della Valle d’Aosta visiterà, domani, alle 10.30, la casa circondariale di Brissogne, in occasione dell’iniziativa "Ferragosto 2009 in carcere", organizzata dai Radicali Italiani, con il coinvolgimento di parlamentari nazionali ed europei, di consiglieri regionali dei diversi schieramenti politici e dei Garanti per i Diritti dei detenuti. Parteciperanno il presidente del Consiglio regionale, Alberto Cerise, e i consiglieri Raimondo Donzel, Roberto Louvin e Francesco Salzone.

La presenza dei consiglieri regionali in carcere si pone l’obiettivo di "una verifica - spiega una nota diffusa oggi dall’Ufficio stampa del Consiglio regionale - della situazione all’interno della Casa Circondariale, oltre che il confronto con tutte le realtà operanti nell’istituto di pena, in primis il personale di custodia, che svolge efficacemente il proprio compito nonostante le croniche carenze di organico e il riscontrato aumento di fenomeni legati alla microcriminalità". "Il Consiglio regionale - spiega il presidente Alberto Cerise - segue con particolare attenzione la situazione carceraria valdostana, al fine di sostenere soluzioni per rendere più agevole il duro lavoro svolto dai personale di custodia, garantendo loro condizioni di sicurezza e assicurando. (Ansa)

 

Consigliere Caputo (Pd) visiterà le carceri casertane

 

Nicola Caputo, Consigliere Regionale e vice capogruppo Pd, visiterà il carcere di Santa Maria Capua Vetere e l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa, venerdi 14 agosto, nell’ambito dell’iniziativa nazionale, "Ferragosto 2009 in carcere" a cui prenderanno parte parlamentari e consiglieri regionali in tutta Italia. "Ho deciso di accettare l’invito di Rita Bernardini e dei Radicali Italiani a partecipare alla mobilitazione nazionale, "Ferragosto 2009 in Carcere", - dichiara Caputo - perché ci troviamo in una situazione di grave emergenza per il sistema carcerario italiano".

Il consigliere Caputo sarà accompagnato nella sua visita al carcere sammaritano e all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa dal segretario dei Radicali Napoli "E. Rossi", Andrea Furgiuele "Avevo già deciso, nella mia funzione di Consigliere Regionale, di visitare alcuni istituti di pena della mia regione per verificare di persona la situazione. - spiega Caputo - L’iniziativa dei Radicali Italiani mi permette di farlo assieme a tanti altri parlamentari e consiglieri regionali, nell’ambito di una iniziativa nazionale".

"Le carceri italiane e in particolare campane sono al collasso. I dati forniti all’inizio del 2009 dalle Associazioni, impegnate nel monitoraggio delle condizioni dei detenuti in Campania, sono da brivido. Urgono provvedimenti decisivi è di questi giorni - continua Caputo - la notizia della condanna dell’Italia emessa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo sulla base del ricorso presentato da un detenuto per i danni morali subiti a causa del sovraffollamento della cella in cui è stato recluso".

 

Luigi Anzalone (Pd) visiterà le carceri irpine

 

Il consigliere regionale del Partito Democratico Luigi Anzalone, Vicepresidente della Commissione consiliare Anticamorra, accompagnato dal suo segretario Luigi Spiniello, farà visita alle carceri di Avellino e di Ariano Irpino nei giorni di ferragosto. La prima visita avrà luogo venerdì 14 agosto alle ore 11, la seconda domenica 16 agosto alle ore 11,30. La visite che Anzalone compirà nei due istituti penitenziari della nostra provincia si inquadrano nell’iniziativa assunta da tutti i capigruppo della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, dal Direttore di Radio Radicale e dalla Segreteria nazionale del Partito Radicale di trascorrere i giorni di ferragosto (dal 14 al 16) in carcere per verificarne lo stato e per unirsi a tutta la comunità penitenziaria così provata in questo momento di vera e propria emergenza.

All’iniziativa "Ferragosto 2009 in carcere" hanno aderito circa un centinaio di deputati, senatori e consiglieri regionali, appartenenti ai gruppi parlamentari e regionali, con una larga prevalenza di esponenti del Pd (tra cui, Pier Luigi Castagnetti, Paola Binetti, Enzo Carra, Stefano Ceccanti) e dei Radicali ( tra cui, Emma Bonino, Rita Bernardini).

 

Busto Arsizio (Varese): sabato 15 agosto visita al carcere

 

Ferragosto in carcere: visita all’Istituto penitenziario di Busto Arsizio (Va). Sabato 15 agosto alle ore 12 conferenza stampa all’uscita della casa circondariale. In occasione dell’iniziativa "Ferragosto in carcere" promossa da Radicali Italiani, parlamentari e consiglieri regionali di diversi schieramenti politici verificheranno la difficile situazione delle carceri del "Belpaese", luoghi dove leggi e regole, paradossalmente, non vengono rispettate.

La delegazione che visiterà la Casa Circondariale di Busto Arsizio sarà composta dal consigliere regionale dei Verdi Carlo Monguzzi, da Valerio Federico del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e da Sergio Besi del Gruppo Radicali Prov. di Varese. Alle ore 12 all’uscita del carcere in via per Cassano Magnago, 102 si terrà una conferenza stampa.

Giustizia: Radicali; 100 detenuti morti e 35 i suicidi, in sei mesi

 

Ansa, 13 agosto 2009

 

Nei primi sei mesi del 2009 nelle carceri italiane sono morti cento detenuti e si sono verificati trentacinque suicidi. Lo sostengono la deputata radicale Rita Bernardini, componente della commissione Giustizia della Camera e il direttore di Notizie Radicali, Valter Vecellio.

"Non passa settimana - sostengono gli esponenti radicali che firmano un editoriale sul prossimo numero della rivista - - che dal mondo del carcere non giungano drammatiche notizie relative a decessi di detenuti. Gli ultimi censimenti al riguardo, parlano di quasi cento decessi nei primi mesi di quest’anno (una media di uno ogni due giorni; alcuni, decessi incredibilmente classificati come: "per cause non accertate"), e di oltre trenta suicidi accertati. Si tratta spesso di giovani, detenuti in attesa di giudizio, e in carcere da pochi giorni".

"Non è azzardato ipotizzare una responsabilità delle istituzioni in queste morti - concludono - soprattutto perché nulla si fa e si è fatto per evitarle. Bisognerà dunque studiare anche dei dispositivi di carattere giudiziario e investire l’autorità penale, perché lo Stato e le sue istituzioni rispondano di queste morti".

Giustizia: Cappellano al Papa; venga a trovarci, qui si muore

di don Sandro Spriano (Cappellano coordinatore a Rebibbia Nuovo Complesso)

 

Corriere della Sera, 13 agosto 2009

 

"Caro Papa, venga in carcere a Roma". Il cappellano di Rebibbia: qui si muore. Lettera di don Spriano a Benedetto XVI: 1.600 detenuti ammassati nelle celle, solo 5 agenti, docce rotte, Aids.

Il cappellano del carcere romano di Rebibbia scrive a Benedetto XVI per denunciare le condizioni di degrado in cui vivono migliaia di detenuti e chiedere al Papa di visitare il penitenziario più affollato della Capitale. "Qui ci sono 1.600 detenuti, quattro in celle da due, otto in quelle da quattro", scrive. E lo invita a celebrare tra le sbarre la messa di Ferragosto, con un appello: "Non ci dimentichi".

"Caro Papa Benedetto, ieri, dopo aver pregato per un altro detenuto morto nel nostro carcere, ho fatto un sogno. È il 15 di agosto, per noi cristiani festa di Maria Assunta in cielo, per tutti giorno di Ferragosto, culmine e simbolo delle ferie. Al mare, in montagna, nei paradisi esotici o sui laghi casalinghi non c’è più un posto libero! E nemmeno nelle nostre patrie galere! Il tutto esaurito!

Allora ho immaginato che tu caro Santo Padre, la mattina del 15 ti presenti proprio a Rebibbia, senza scorta e senza insegne. In portineria dici che sei Papa Benedetto, ti chiedono un do­cumento d’identità, i poliziotti dopo lo sbigottimento iniziale, ti accompa­gnano emozionatissimi all’ area verde antistante la Chiesa del Nuovo Complesso dove tutto è pronto per cele­brare la Solennità dell’Assunta. Stupore, incredulità e tanta meraviglia sono evidenti sul volto dei 250 detenuti seduti sulla gradinata della Chiesa del Padre Nostro: ti fanno un applauso di almeno venti minuti! Intanto io, più sorpreso ed incantato di loro, ti cedo la casula della presidenza e celebriamo insieme la Santa Messa. Ascoltiamo con devozione la tua omelia sulla Parola di Vita.

Finisce la celebrazione, cominciano gli abbracci, i baci della mano, i pizzini sussurrati al tuo orecchio, mentre ti bagnano il viso con lacrime di gioia. Grazie! Ora percorriamo insieme alcune centinaia di metri - senza papamobile - per raggiungere i reparti. Quanti detenuti sono ospitati in questo reparto? Circa 400 Santo Padre, e in tutto l’Istituto sono 1.600. E come mai soltanto 5 Agenti di Polizia Penitenziaria? I detenuti si comportano abbastanza bene e gli agenti sono scarsi perché su 45.000 in forza al Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) soltanto 20.000 prestano servizio nelle carceri e la domenica ci sono quelli che hanno maggior buona volontà e attaccamento al dovere, per di più siamo in estate: anche loro corrono, consolano, sostengono! E questi sono i corridoi e le stanze dove gli "ospiti" trascorrono immobili almeno venti ore della loro giornata: quattro detenuti in celle per due, otto in celle da quattro.

C’è un caldo soffocante perché i muri di cemento e la mancanza dei tetti consentono al sole di infuocare le strutture. Ah... queste sono le poche "docce", molto malridotte: d’estate comunque una meraviglia perché l’acqua fredda non manca, d’inverno l’acqua calda se la godono i primi che arrivano. E quello che urla di continuo chi è? Uno dei tanti con problemi psichici e psichiatrici. Sa, il carcere è anche un po’ manicomio, asilo infantile, ospedale, ri­covero per anziani, mensa per i poveri.

Quanti ragazzi tossicodipendenti vittime dei notabili che lucrano enormi guadagni con le droghe, quanti stranieri in ricerca disperata di lavoro e di libertà, quanti emarginati italiani che finiscono qui dentro spinti dall’ideale di un benessere ad ogni costo e di uno sfrenato consumismo. In questa stanza singola si vede in bella mostra il water: pensi Santo Padre che l’amministrazione, per l’ormai cronica mancanza di fondi, riesce a passare ai detenuti un solo rotolo di carta igienica al mese. Ora saliamo in infermeria: malati cronici, infettivi con l’Aids, giovani e anziani bisognosi di cure - quel signore ha ottant’anni! - ma molti con le stesse patologie stanno nei reparti comuni e i pochi medici non riescono a fare i "medici di famiglia" come dovrebbero.

Forse era destino che Vincenzo (45 anni) e Stefano (51 anni) siano morti qui in questi giorni, o forse avrebbero potuto cavarsela con una più efficiente assistenza sanitaria! Facciamo ancora un passaggio dai più "cattivi" quelli del 41bis. Qui le stanze sono più confortevoli, ma la solitudine e il "fine pena mai" dei tanti ergastoli ammazzano qualsiasi speranza. Ancora un centinaio di metri e siamo fuori: fa caldo, ma si sta meglio che dentro. Grazie del bellissimo regalo Santo Padre!

Mi sveglio dal sogno e, mentre l’aspettiamo davvero Santo Padre, mi appello alla sua santità e autorità di Vicario di Gesù Cristo, perché possa annunciare e convincere, primi fra tutti, i cristiani della nostra Chiesa a reimpiantare nel cuore il desiderio e l’ansia della riconciliazione , che proclamiamo a parole nel Padre Nostro, e che è il fine ultimo della morte in croce di Gesù. Perché i cristiani sappiano pregare per chi è in prigione: uomini donne bambini anziani che hanno sbagliato e peccato come sbagliamo e pecchiamo tutti, hanno compiuto anche azioni orrende e provocato tragedie insanabili, ma restano e sono Figli di Dio e nostri fratelli e sorelle.

La Chiesa in carcere è sofferente ma viva. Tanti detenuti accolgono la Parola di Dio e si mettono in cammino sulla strada della riconciliazione. Se noi discepoli di Gesù non facciamo posto nelle nostre case, nel lavoro, nella città a chi esce dal carcere dopo aver espiato la sua pena, il ritorno dentro sarà quasi automatico. L’accoglienza fraterna di un solo aumenterà di molto la nostra sicurezza e la nostra libertà! Padre Santo, non ci dimentichi nella Festa dell’Assunta, anche noi vogliamo salire in cielo!".

Giustizia: De Magistris (Idv); serve nuovo concetto della pena

 

Il Velino, 13 agosto 2009

 

"Tema mediatico d’agosto, emergenza umana tutto l’anno. Il sovraffollamento nelle carceri italiane torna sotto il faro dell’attenzione, con cadenza regolare, principalmente nel periodo estivo o al massimo in primavera" pur trattandosi di "un dramma che dura 12 mesi su 12". Lo scrive sul suo sito (www.luigidemagistris.it) e sulla sua pagina facebook, l’europarlamentare dell’Italia dei valori Luigi de Magistris.

"Una disattenzione - prosegue - che rende lo Stato colpevole: il rispetto della dignità umana all’interno delle mura penitenziarie è infatti un elemento fondamentale per definire un Paese democratico e civile". Partendo dai dati che fotografano il fenomeno, l’europarlamentare riflette su come la pena del carcere pur avendo "un’efficacia retributiva, oltre che general-preventiva e special-preventiva", debba comunque rispondere all’obiettivo rieducativo. "Allora - si chiede de Magistris - quale può mai essere, in tali condizioni, la rieducazione di chi ha infranto la legge? Dal punto di vista del reinserimento sociale, quale nuovo rispetto della comunità può nascere nell’animo di chi vive una simile esistenza di privazione, non solo della libertà (come previsto) ma anche della dignità di essere umano?".

A questo scopo, prosegue de Magistris, "la risposta politica prospettata dal Governo non mi sembra incisiva, soprattutto in una prospettiva di lungo termine. Investire nell’edilizia non basta, sebbene sia importante". Meglio, spiega l’ex pm di Catanzaro, "cominciare a ragionare ad una nuova concezione della pena".

Secondo l’europarlamentare, infatti, "una fetta cospicua dei detenuti non è in carcere per una condanna definitiva, ma perché in custodia cautelare o a seguito di sentenze di primo/secondo grado. Ora, in un Paese democratico, il carcere preventivo dovrebbe essere un’eccezione ed i processi dovrebbero avere tempi accettabili, in modo da garantire che la carcerazione avvenga in via definitiva dopo un’altrettanta definitiva sentenza di condanna. Un modo giusto per garantire anche la certezza della pena, in Italia spesso ridotta a miraggio".

Che fare, dunque? Secondo de Magistris, "in primis lavorare ad una giustizia dai tempi più rapidi, investendo nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine, poi pensare alla depenalizzazione di alcuni reati minori, aumentando le sanzioni amministrative, anche di tipo pecuniario".

"Abolire per esempio - suggerisce l’europarlamentare dipietrista - la legge Bossi-Fini o quella Giovanardi. Sul fronte immigrazione e droga, infatti, le norme non risultano efficaci, ma anche dannose: implementano la presenza carceraria senza debellare il fenomeno che vorrebbero contrastare". Infine, conclude il parlamentare europeo, sarebbe opportuno "rendere la sanzione penale solo una extrema ratio per i reati più gravi e pensare a punizioni alternative, che risulterebbero inoltre più efficaci a fini rieducativi e preventivi".

Giustizia: Ucpi; presunzione di innocenza vale solo per i politici

 

Comunicato stampa, 13 agosto 2009

 

Caso Bellerofonte: basta risposte emotive, si affrontino i nodi della giustizia senza ipocrisia. In Italia presunzione di innocenza vale solo per i politici. "Ispettori ministro rispondono a indignazione per notizia che non c’è, più facile rubare verità che comunicarla".

Ancora una volta si urla allo scandalo delle "scarcerazioni facili" e l’emotività travolge la ragione. E così, a fronte della applicazione della legge, il ministero invia gli ispettori. L’Ucpi: si scoperchi la verità sulle cause dell’inefficienza e si affronti una buona volta il nodo della riforma della giustizia senza ipocrisie.

"Come troppo spesso accade, nel caso di scarcerazioni per decorrenza termini, l’emotività travolge la ragione. Di fronte alla applicazione della legge, si interferisce con la giurisdizione "inviando ispettori" per offrire una pronta risposta all’indignazione suscitata ed alimentata da una notizia che tale non dovrebbe essere". Lo afferma l’Unione delle Camere Penali Italiane, commentando la scarcerazione di Luigi Campise e le relative reazioni.

"La reattività dei media e del Ministro - proseguono i penalisti - verso l’applicazione di un corollario del principio costituzionale della presunzione d’innocenza rappresenta una costante solo quando tale applicazione riguarda i comuni cittadini. Quando, invece, l’applicazione della costituzione e della legge penale riguarda i politici,si pretende che la presunzione di innocenza sia assoluta e che la carcerazione cautelare rappresenti effettivamente l’extrema ratio del sistema"

"L’Ucpi ha più volte denunciato - concludono gli avvocati - come le scarcerazioni per decorrenza dei termini dipendano da inefficienze di sistema ed ha documentato come la eccessiva lunghezza dei processi non dipenda affatto da pretesi eccessi di garanzie.

I penalisti italiani ancora una volta esortano a superare l’atteggiamento ipocrita che sta alla base di tale schizofrenica analisi del processo e delle indagini penali ed invitano, nei rispettivi ruoli, l’informazione e la politica ad una seria riflessione sullo stato della giustizia penale in Italia. Ma naturalmente non servirà: è sempre più facile rubare verità che comunicarla".

 

Unione Camere Penali Italiane

Lettere: a Piacenza, in celle da 1 posto, due o quattro persone

 

La Repubblica, 13 agosto 2009

 

"Sono un carcerato e scrivo per segnalare un fatto spiacevole che da un po’ di tempo avviene nel carcere di Piacenza, come - so per certo - in tutte le carceri emiliane. Funzionari (presumo del Dap, ma non si qualificano) girano per il carcere e decidono che una stanza dove potrebbe stare una sola persona possa venire occupata da 2, 4 detenuti. Il tutto in un clima di "beffa" e talvolta di "velate minacce". La legge Gozzini per i benefici ai detenuti inoltre non viene ormai quasi più applicata e temo che prima o poi qualcosa "scoppierà". È il testo della lettera che il detenuto Alberto Cavani ha inviato al quotidiano "Repubblica", pubblicata oggi nella rubrica delle lettere. Una testimonianza preoccupante dello stato di sovraffollamento in cui versa la Casa Circondariale delle Novate.

Trentino: il Sappe scrive a Berlusconi; troppi detenuti, ci aiuti

 

Il Trentino, 13 agosto 2009

 

Su una capienza regolamentare di 256, e una capienza tollerabile di 294, sono ben 379 i detenuti presenti delle carceri della regione. Una sovrappopolazione che viene denunciata per l’ennesima volta dal Sappe, uno dei sindacati della polizia penitenziaria, che ha scritto una lettera al presidente del consiglio per chiedere la riforma penitenziaria. A Trento, viene spiegato, la capienza regolamentare è di 99 detenuti, quella tollerabile di 101 ma i detenuti presenti sono 151 di cui 97 stranieri (il 64,23%).

A Bolzano sulla carta dovrebbe essere 108, la struttura può tollerarne fino a 140 e sono 134 di cui 63 stranieri (circa il 62%). Il segretario generale del Sappe, Donato Capece ha scritto così a Berlusconi per denunciare come "la situazione, a causa del costante sovraffollamento, è ogni giorno più critica. Nel 2009 arriveremo ad avere più di 70 mila detenuti a fronte di circa 42 mila posti".

Capece si augura che "le visite dei politici (come sempre a ferragosto) producano interrogazioni ed interpellanze sulla civiltà delle nostre prigioni". Il Sappe ha istituito un Osservatorio per monitorare gli episodi di tensione nelle carceri e le aggressioni agli agenti penitenziari con un numero verde, una casella mail e un numero di fax cui gli agenti potranno fare riferimento. Nell’ambito dell’iniziativa "Ferragosto 2009 in carcere" nella casa circondariale di via Pilati venerdì alle 10 entrerà il senatore Santini per monitorare e segnalare problemi e necessità.

Toscana: nella regione 12 istituti di pena il primato delle carceri

 

Ansa, 13 agosto 2009

 

È la Regione con la più alta concentrazione di strutture penitenziarie. 3.811 detenuti all’inizio dell’anno. La metà sono stranieri, più numerosi che altrove. Dodici case circondariali, 5 case di reclusione, 1 ospedale psichiatrico: quattromila detenuti per il 48% stranieri. La Toscana è la regione in Italia con la più alta concentrazione di istituti di pena e questi sono i numeri della fotografia scattata all’inizio del 2009. Detenuti e istituti diversi tra loro, accompagnati nel loro percorso di reinserimento attraverso attività di lavoro e di studio, iniziative culturali e sperimentazione di nuove forme di tutela delle donne.

Progetti ed iniziative, sostenuti dalla Regione, dalle Province e dai Comuni e che si concretizzano nel lavoro prezioso svolto da associazioni e cooperative sociali. Le case circondariali, dodici in tutto, sorgono ad Arezzo, Empoli, Firenze (Mario Gozzini e Sollicciano), Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Marittima, Pisa, Pistoia, Prato, Siena. Tre, quelle di Empoli, la "Mario Gozzini" di Empoli e Massa Marittima, sono a custodia attenuata. Poi ci sono le case di reclusione: cinque, ovvero Gorgona, Massa, Porto Azzurro, San Gimignano, Volterra. E c’è l’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino. In tutto 18 istituti. Ogni cento detenuti, ci sono in Toscana 48 stranieri. In Italia la media è un po’ più bassa: circa il 37%. Le donne sono complessivamente circa il 4%, in Italia come in Toscana.

 

L’effetto indulto

 

Sono 1.700 i detenuti usciti di carcere nel 2006 per effetto dell’indulto. Molti altri ne hanno beneficiato trovandosi già in misura alternativa. Di questi, fino a luglio dell’anno scorso, erano rientrati negli istituti di pena toscani in 622: per metà stranieri. A livello nazionale i detenuti sono passati da 60.710 (luglio 2006) a 39.005 (dicembre 2006) per poi risalire progressivamente fino a 58.127 all’inizio del gennaio 2009 e superare quota 61 mila alla fine di marzo. E notizia di pochi giorni fa, secondo una stima del ministero, i numeri continuerebbero a salire: 63.500 detenuti alla fine di luglio, con un’ulteriore possibile impennata dopo l’estate. In Toscana questa tendenza ha riguardato soprattutto gli stranieri che sono aumentati, nell’arco di appena un anno, (da luglio 2006 a luglio 2007) dal 39% al 48%.

 

Carceri di nuovo affollate

 

Gli istituti di pena toscani sono stati costruiti per ospitare 3.060 detenuti, di cui 142 donne. Dentro ci vivono però in 3.811, se ci fermiamo alla fotografia d’inizio anno scattata dalla Fondazione Michelucci, e in 4.243 secondo le stime più recenti del ministero. La soglia tollerabile, nel tempo ritoccata verso l’alto, è di 4.230. Nelle 206 strutture penitenziarie italiane i reclusi superano di ventimila la capienza regolamentare (43.177 posti) e di fatto eguagliano quella tollerabile (63.526).

Friuli: le carceri sono intasate, e ridotte a "depositi di persone"

 

Il Gazzettino, 13 agosto 2009

 

Il Friuli Venezia Giulia resta nel "club" delle regioni italiane in cui le carceri hanno ormai raggiunto e superato la capienza tollerabile, con ben 895 detenuti. Nel frattempo, dal Ministero di Grazia e giustizia, non giunge alcun segnale positivo sulla realizzazione delle nuove strutture. Lo denuncia il Sappe (Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria).

Sono 11 le regioni che hanno superato la capienza tollerabile per le carceri (Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto), e altre due, Lombardia e Basilicata, sono al limite. È l’allarme del Sindacato sulle condizioni delle persone detenute negli istituti penitenziari, con dati aggiornati al 4 agosto scorso.

In Emilia-Romagna - registra il sindacato, secondo il quale le carceri italiane si sono ridotte a "meri depositi di vite umane" - sono 4.700 le persone detenute: più del doppio della capienza regolamentare (circa 2.300 persone), e oltre la capienza tollerabile, che è di 4.000 persone. Tutto ciò a fronte di un organico di Polizia penitenziaria che non raggiunge il 72% di quello previsto. La carenza di organico maggiore si registra in Liguria, dove sono in servizio 857 poliziotti rispetto ai 1.264 previsti, mentre le persone detenute hanno superato del 140% la capienza regolamentare.

"A livello nazionale - sostiene il segretario nazionale del Sappe, Donato Capece - la carenza di organico è ancora più incredibile: in totale sono in servizio 35.300 persone e, considerati il servizio traduzioni, i piantonamenti, i turni di servizio, i riposi e le assenze, ci si può facilmente rendere conto di come l’emergenza venga, di fatto, deliberatamente addossata sulla Polizia penitenziaria, mentre il ministro e il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria si rimbalzano le responsabilità e progetti di edilizia penitenziaria che non inizieranno se non nei prossimi anni".

"Il Dap - afferma Capece - continua a omettere queste informazioni all’opinione pubblica, sperando così di far passare inosservato il fatto che le carceri italiane si sono ridotte a meri depositi di vite umane. In queste condizioni - conclude Capece - non è possibile attuare alcun tentativo di reinserimento nella società delle persone detenute. Non è più tollerabile che la polizia penitenziaria si faccia carico delle carenze di psicologi, educatori, personale medico e, nel contempo, garantisca la sicurezza negli Istituti di pena, pieni di persone che hanno raggiunto il limite della sopportabilità".

Imperia: Cgil; tutti vedono problemi di carcere, nessuno agisce

 

www.sanremonews.it, 13 agosto 2009

 

"La notizia che i due poli penitenziari imperiesi sono, oramai, al collasso sta facendo da un po’ di tempo il giro di tutte le Amministrazioni coinvolte in questo grave problema, dal Dipartimento Centrale di Polizia Penitenziaria, che ha disposto ispezioni in questi giorni che hanno confermato i disagi di cui andremo a dire, a quello Regionale, alle Prefetture ed alle Questure per quanto di loro competenza".

Lo scrive Francesco Cutrera della Cgil imperiese che prosegue: "Si asserisce che le celle stanno scoppiando e che il personale è ridotto al lumicino, sino a raggiungere carenze del 40% nel Carcere di Imperia; tutti se ne stanno accorgendo, stranamente, ora; in un momento, tra l’altro, in cui il reato di clandestinità sta prendendo corpo e quasi sicuramente i fermi e gli arresti conseguenti, andranno a creare ulteriori problemi di sicurezza e stress a tutto il personale di Polizia Penitenziaria il quale, con grandissime difficoltà (due Agenti in turno con 150 detenuti da controllare ne è un esempio) cerca di tappare il buco che lo Stato ha generato, in modo vergognoso, da tempo. Un gran vociare! Che ci trova d’accordo nel merito ma non nel metodo della questione. Sono anni che questo Sindacato, assieme agli altri di categoria, denuncia situazioni di gravissimo disagio per gli operatori delle carceri, senza essere minimamente ascoltati dalle istanze superiori; anzi!

Il risultato è che, invece di adeguare l’organico le Direzioni delle carceri favoriscono le mobilità verso altre senza poi, a giudizio di questo Sindacato, sopperire con altro personale. Per non parlare, poi della gestione poco attenta di ferie e riposi, soprattutto in quest’ultimo periodo. Si fa un gran bel parlare della cosiddetta rieducazione del detenuto e poi non si assumono educatori e personale specializzato per fare in modo che questa avvenga in concreto!

Purtroppo ad oggi non sarebbe nemmeno più possibile provarci poiché, grazie alle scelte infelici fatte, con una popolazione carceraria quasi doppia di quella che normalmente può contenere l’insieme dei due penitenziari, il tentativo di rieducazione sarebbe, comunque, un fallimento. Questo sindacato, insomma, ha sempre denunciato questa assurda situazione e malgrado tutto non si è avuta alcuna positiva risposta da parte delle istituzioni. Ora qualcuno finalmente ha capito che il problema esiste ed è reale al punto tale da far muovere l’Amministrazione Penitenziaria romana; cosa dire... si chiude la stalla quando, oramai, i buoi sono scappati!"

Cagliari: azione solidarietà; materiali scolastici a figli detenuti

 

La Nuova Sardegna, 13 agosto 2009

 

"Balletto d’arte e solidarietà" non è un spettacolo di danza, è l’iniziativa socio-educativo promossa per la vigilia di Ferragosto (dalle 9 alle 21 di fronte a Buoncammino) dal Comitato "Oltre il carcere: libertà e giustizia".

Anche grazie all’adesione della pittrice Sesella Balletto, ai cagliaritani sarà chiesto di donare quaderni, penne, matite, libri e vocabolari per i figli dei detenuti. Un nucleo di volontari, formato in prevalenza da giovani, raccoglierà i doni e preparerà gli zainetti della solidarietà. Che saranno consegnati nelle mani del direttore della casa circondariale e subito dopo sarà lui a dare gli zaini ai detenuti, che quindi li regaleranno ai loro figli. Tutti coloro che aderiranno alla manifestazione riceveranno un biglietto numerato.

A fine giornata sarà estratto il numero che darà diritto ad aggiudicarsi il quadro messo in palio da Sesella Balletto, una riproduzione della ragazza di Atzara di Antonio Corriga. "L’idea mi è venuta dopo aver conosciuto di persona la triste situazione di un ragazzo, ha 14 anni ed è figlio di un ex detenuto, che ancora non sa né leggere né scrivere", ha detto Alessandra Bertocchi, portavoce del Comitato, che ha aggiunto: "Fin da piccolo ha avuto problemi scolastici, ma non è stato mai aiutato. Era utilizzato come vedetta della droga in un quartiere disagiato. All’inizio lo pagavano in denaro, poi con la droga, cosicché, ancora giovanissimo, è diventato un tossicodipendente. La sua è una storia come quella di tanti figli di detenuti, cui non è stata data la possibilità di riscattare la propria condizione".

A Buoncammino sono una settantina i figli di carcerati che frequentano le scuole elementari e le scuole medie inferiori. "Mancano insegnanti di sostegno, e disturbi dell’apprendimento come la dislessia non sono ancora riconosciuti come problemi che richiedono un intervento di supporto", ha denunciato Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione "Socialismo diritti riforme" ed ex consigliere regionale, che da tempo si batte per i diritti dei detenuti: "I figli di chi sta in carcere più di altri vivono una situazione di discriminazione. Lo zaino che sarà donato loro è soltanto un simbolo, che tuttavia da solo non risolve la situazione. Ci vuole finalmente la mobilitazione di tutte le istituzioni".

 

Il dramma del sovraffollamento

 

Buoncammino è un carceri che più di altri risente da tempo del problema del sovraffollamento e delle carenze di personale. Attualmente ospita 514 detenuti, quando potrebbe contenerne al massimo 332. Con un’emergenza nell’emergenza: ben 220 reclusi di Buoncammino sono anche tossicodipendenti. Sul fronte del personale, nella casa circondariale lavorano 267 agenti, 57 in meno di quelli che occorrerebbero e chi è in servizio ha incasellato finora 12 mila giorni di ferie arretrate. Un’enormità. L’arrivo del gran caldo ha reso la situazione ancora più drammatica e complessa, soprattutto per i 150 detenuti con problemi psichici, che avrebbero necessità di essere seguiti con terapie mirate.

Immigrazione: giudici di pace in panne su reato di clandestinità

di Gianfranco Di Rago

 

Italia Oggi, 13 agosto 2009

 

Giudici di pace in panne con i procedimenti per il nuovo reato di clandestinità. L’immediatezza dei processi contro gli stranieri irregolari pretesa dal legislatore con il pacchetto sicurezza rischia quindi di rimanere sulla carta.

È questo quanto si evince dalla nota della procura della repubblica presso il Tribunale di Torino del 6 agosto scorso diramata con circolare informativa n. 112/2009 dagli uffici della polizia municipale del capoluogo piemontese. L’atto in questione contiene una serie di istruzioni operative sullo svolgimento dei processi di clandestinità di cui al novellato Testo unico dell’immigrazione, ma consente di svolgere una serie di riflessioni di più ampio respiro sulla capacità degli uffici dei giudici di pace di smaltire con successo i nuovi carichi di lavoro derivanti dalle misure introdotte dal cosiddetto pacchetto sicurezza in materia penale in contemporanea alla maggiore competenza per valore nelle controversie civili scaturita dalla recente riforma del codice di procedura.

La legge n. 92/2009 ha introdotto nell’ordinamento penale un reato nuovo di zecca: quello dell’ingresso e del soggiorno clandestino in Italia (art. 10-bis del dlgs n. 286/98). La competenza a conoscere di questo delitto è stata attribuita interamente al giudice di pace e, per l’occasione, sono state introdotte anche due nuove forme processuali volte a velocizzare la procedura di condanna ed espulsione dello straniero irregolare (presentazione immediata a giudizio dell’imputato e citazione contestuale in udienza ex artt. 20-bis e 20-ter del dlgs n. 274/2000).

La menzionata nota della procura della repubblica presso il tribunale di Torino, nel tentativo di contemperare l’entrata in vigore delle nuove norme, avvenuta l’8 agosto scorso, con la sospensione delle attività giudiziarie ordinarie connesse al periodo feriale 1 agosto-15 settembre, ha quindi stabilito che tutti i processi per clandestinità saranno fissati davanti al giudice di pace a partire da mercoledì 16 settembre 2009.

Di conseguenza, per le richieste di conduzione immediata dell’imputato dinanzi al giudice di pace che saranno presentate dalla polizia giudiziaria al pubblico ministero nel periodo 8 agosto-15 settembre, quest’ultimo, ove ne ricorrano i presupposti, dovrà fissare la relativa udienza a partire dal 16 settembre, sulla base dei calendari che verranno forniti dalla cancelleria del giudice di pace.

A Torino sembra ci sia poi l’intenzione di destinare a detti processi un’aula specifica, cercando di fare in modo di far combaciare per ogni imputato la data del processo di clandestinità con quella del procedimento attivato per il diverso reato per il quale vi sia stato l’arresto. È stato anche rilevato come il giudice di pace di Torino non sia comunque competente per i reati di clandestinità accertati nei comuni dell’hinterland, per i quali saranno invece competenti i singoli uffici mandamentali, i quali, stando a detta nota, avrebbero comunque già espresso la difficoltà di individuare date di udienza libere per questo nuovo tipo di processi.

Immigrazione: la situazione dei Cie; Centri pieni in cinque città

 

Il Sole 24 Ore, 13 agosto 2009

 

"I Cie sono quasi pieni ma ancora qualche posto c’è soprattutto a Lampedusa e Brindisi. Lo dicono i numeri del ministero dell’Interno che ha diffuso i dati dei 13 Centri di identificazione temporanea dove vengono rinchiusi gli emigrati irregolari in attesa di essere espulsi dall’Italia. Nei Cie, nuovo nome che dall’anno scorso sostituisce Cpt (Centro di permanenza temporanea), ci sono 1.752 posti: 1.139 già occupati, 613 liberi.

Dai calcoli del Viminale risulta che in questi giorni cinque Cie sono al limite: Bologna (solo quattro posti a disposizione), Caltanisetta (una persona in più rispetto alla capienza), Gorizia, tutto esaurito: conteneva 248 posti, ne ha persi 44 posti per inagibilità. Dopo la rivolta della notte tra l’,8 e il 9 agosto, il numero è sceso a 194 posti. I centri di Modena e Trapani, infine, hanno un solo posto disponibile. Va meglio nelle grandi città. Torino ha77 cittadini di Paesi extra Ue senza permesso di soggiorno su 90 posti a disposizione, Milano 94 su 132, Roma 247 su 364. C’è spazio anche a Catanzaro (44 emigrati irregolari su 75 posti) e a Crotone (89 in attesa di espulsione in un centro che ne può ospitare 124). I Cie di Brindisi, ma soprattutto di Lampedusa sono vuoti (83 posti liberi nel primo e 200 nel secondo), segno che i barconi dei trafficanti di uomini dall’Africa sono fermi, per ora.

Mario Morcone, prefetto a capo del dipartimento Libertà civili e immigrazione del Viminale, ha ribadito ieri che l’entrata in vigore del reato di immigrazione clandestina non farà dei Cie "luoghi di trattenimento indiscriminato": vi finiranno soltanto gli immigrati "non identificabili". "Capisco che ci sia chi voglia fare polemica - ha detto Morcone - ma voglio precisare che i Cie non sono, e non saranno, luoghi di trattenimento indiscriminato degli stranieri irregolari. Non a caso si chiamano così, Centri di identificazione ed espulsione, ed è evidente che lì verranno condotte solo quelle persone che non saremo stati in grado di identificare, perché non hanno documenti o perché si rifiutano di fornirli, soprattutto nei casi in cui costoro determinino allarme sociale".

Immigrazione: l’Ass. Marco Polo Crotone fa segreteria sociale

 

Comunicato stampa, 13 agosto 2009

 

La legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica" è stata pubblicata sul supplemento della Gazzetta Ufficiale del 24 luglio 2009, ed in vigore dall’8 luglio 2009. La legge contiene restrizioni della condizione giuridica degli stranieri, con l’inserimento del reato di immigrazione clandestina.

La legge 3 agosto 2009, n. 102, di conversione del decreto-legge 1 luglio 2009, n. 78, è stata pubblicata nel supplemento ordinario alla GU del 4 agosto ed è entrata in vigore dal 5 luglio 2009, ed il primo effetto è stato quello della sospensione, fino alla conclusione delle operazioni di regolarizzazione di colf e badanti. I procedimenti penali e amministrativi nei confronti del datore di lavoro e del lavoratore, compreso, ovviamente, anche il reato di clandestinità che scatterà per tutti i cittadini stranieri, in particolare, dall’8 agosto 2009.

Con Circolare n. 209/f dell’11.08.2009, emessa dall’Agenzia delle Entrate è stato diramato l’Istituzione dei codici tributo per il versamento, tramite modello F24 Versamenti con elementi identificativi", del contributo forfetario per la "Dichiarazione di attività di assistenza e di sostegno alle famiglie" di cui all’articolo 1-ter del decreto legge 1 luglio 2009, n. 78 convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102.

L’art. 1 ter, "Dichiarazione di attività di assistenza e di sostegno alle famiglie", più semplicemente la regolarizzazione di colf e badanti, stabilisce che dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge e fino alla conclusione del procedimento di regolarizzazione, sono sospesi i procedimenti penali e amministrativi nei confronti del datore di lavoro e del lavoratore, che svolge attività di lavoro domestico o di assistenza alle persone. In particolare sono sospesi i procedimenti di espulsione per le violazioni delle norme sull’ingresso ed il soggiorno ed i procedimenti penali per le violazioni delle norme del testo unico immigrazione sull’impiego dei lavoratori irregolari. Sospesi anche i procedimenti che rivestono carattere finanziario, fiscale, previdenziale o assistenziale. La sospensione dei procedimenti cessa nei casi in cui non venga presentata la dichiarazione di emersione.

Dall’1 al 30 settembre, ovvero si proceda all’archiviazione del procedimento o al rigetto della dichiarazione. Della sospensione non possono beneficiare gli stranieri che sono esclusi dalla regolarizzazione perché impiegati in altri settori lavorativi, oppure che non potranno essere regolarizzati in quanto colpiti da espulsione a motivo della loro pericolosità o che sono stati condannati, anche con sentenza non definitiva, compresa quella "patteggiata" per uno dei reati previsti dagli articoli 380 e 381 del medesimo codice.

Restano invece esclusi dalla sospensione i reati più gravi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina previsti dall’art. 12 del testo unico immigrazione. Tra questi, anche il reato commesso da chi, a titolo oneroso, al fine di trarre ingiusto profitto, dà alloggio ovvero cede, anche in locazione, un immobile ad uno straniero che sia privo di titolo di soggiorno al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione, reato che è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la confisca dell’immobile. Nessuno sconto, dunque, per i datori di lavoro che "ospitano" in casa colf e badanti con paghe da fame, sfruttando la loro condizione di irregolarità.

L’Associazione Marco Polo, nel registrare una - crescente ansia - per la presunta stima di regolarizzazione che interessa oltre 400 mila famiglie Italiane che, considerato il bisogno, possono ignorare che l’assunzione di un extracomunitario irregolare comporta la punizione di una pena fino a tre anni di reclusione e la confisca dell’immobile.

Inoltre, l’Associazione Marco Polo, consapevole della problematica regolarizzazione, intende fornire alcune indicazione a tutela contro eventuali truffe ed agli speculatori del mercato nero della sanatoria che vedrà il proliferarsi di falsi datori di lavoro e di agenzie specializzate che tutto ad un tratto si presenteranno, come ad ogni regolarizzazione, pseudo associazioni e sedicenti professionisti disponibili a seguire le pratiche offrendo consigli e, a volte, proponendo "scorciatoie", il tutto dietro lauti compensi.

Il consiglio è di non dare soldi ai furbi dell’ultima ora o ad agenzie improvvisate. Sarà prudente rivolgersi a Patronati, Associazioni di volontariato, Cooperative sociali, Associazioni di categoria ed altri che devono sempre essere autorizzati dal Ministero dell’Interno e codificati e/o le autorità locali che, anche se non "garantiscono il buon esito della domanda", quantomeno, la corretta gestione della procedura.

L’unica cifra da versare sarà allo Stato: 500 euro (da parte del datore di lavoro) più altri 72 euro, tra tasse e bolli, al momento di richiedere il permesso di soggiorno, da parte dello straniero. Si ricorda che la domanda di regolarizzazione deve essere presentata dal datore di lavoro - o per suo conto da terzi - solo online nel sito del Ministero dell’interno.

Insomma, occhio agli sciacalli. A quelli che chiedono denaro in cambio della promessa di sanare una posizione lavorativa irregolare e poi scappano senza farsi più vivi, approfittando delle situazioni più disperate. C’è già chi si è recato negli uffici postali chiedendo il kit per il rinnovo del permesso di soggiorno per poi rivenderlo a caro prezzo a qualche sprovveduto come documento da compilare per la nuova regolarizzazione.

La Marco Polo, pertanto, riformula la domanda che, a partire dal mese di novembre è disponibile per qualsiasi consulenza gratuita verso coloro che sono interessati alla procedura di regolarizzazione e di ottenimento del permesso di soggiorno e alle pratiche di assunzione e di gestione del rapporto di lavoro in essere. Per qualsiasi ulteriore informazione si consiglia la consultare del Portale della "Marco Polo": www.marcopolokr.it dove si possono trovare soluzioni e risposte alle varie tematiche dell’immigrazione.

 

Associazione Marco Polo

Il Presidente, Rosario Viccirillo

Libia: tentano la fuga dal carcere, muoiono 20 migranti somali

 

Liberazione, 13 agosto 2009

 

Venti migranti somali sarebbero stati uccisi durante un tentativo di foga dal carcere di Bengasi in Libia. Lo afferma il portale Libia Watanuna riprendendo la notizia dall’omologo somalo Shabel-la Media Network. Il fatto è stato raccontato da Abdinasir Mowlid, un giovane che sarebbe scampato al massacro. A detta del testimone, i prigionieri avevano tentato di ruggire forzando le porte del carcere - non è ancora chiaro se i reclusi fossero li in quanto non disponibili posti nei centri di detenzione - la polizia avrebbe a quel punto aperto il fuoco sparando raffiche di mitra. Sempre secondo la testimonianza, tuttora

da verificare, gli agenti libici avrebbero anche utilizzato coltelli e bastoni. Una cinquantina di feriti che sarebbero stati riportati in carcere senza ricevere assistenza medica. D sopravvissuto è riuscito a telefonare all’emittente somala Shabelle. Nel suo concitato racconto ha affermato di aver visto gli agenti libici utilizzare strumenti elettrici e di non aver mai assistito a simili brutalità. Un altro dei prigionieri, Abdullahi Arig, afferma che il problema dei detenuti somali in Libia è ancora da troppo tempo ignorato e che l’eccidio di lunedì è solo l’ultimo di una serie rimasta dimenticata.

Iran: presidente parlamento; false accuse, su stupri in carcere

 

Agi, 13 agosto 2009

 

Alì Larijani ha liquidato come "menzogne" le accuse di stupri nelle carceri mosse da uno dei leader riformisti che guidano la protesta contro la rielezione di Mahmoud Ahmadinejad. "Dopo un’indagine compiuta sui detenuti nelle prigioni di Kahrizak e di Evin, non è stato rilevato alcun caso di stupro" ha detto il presidente del parlamento iraniano ai deputati. In una lettera a Akbar Hashemi Rafsanjani, il candidato alla presidenza Mehdi Karroubi aveva descritto le violenze compiute sulle donne e sugli adolescenti portati in carcere durante le manifestazioni seguite alle elezioni del 12 giugno. Delle oltre quattromila persone fermate, ne restano in prigione circa 300 e 100 sono state già portate alla sbarra.

Molti si trovano nel penitenziario di Evin mentre quello di Kahrizak è stato chiuso su ordine dell’ayatollah Ali Khamenei. "I contenuti della lettera erano sconvolgenti" ha detto Larijani, "e la lettera stessa è stata subito pubblicata dai media stranieri. Considerata la delicatezza della questione, ho chiesto a una commissione parlamentare di indagare". Larijani ha anche invitato Karroubi a portare prove e testimonianze, ma ha ammonito lui e gli altri politici "ad agire con attenzione e a non sbandierare nulla ai media se prima non si è conclusa l’indagine, così da non offrire pretesti alla stampa straniera".

 

 

Segnala questa pagina ad un amico

Per invio materiali e informazioni sul notiziario
Ufficio Stampa - Centro Studi di Ristretti Orizzonti
Via Citolo da Perugia n° 35 - 35138 - Padova
Tel. e fax 049.8712059 - Cell: 349.0788637
E-mail: redazione@ristretti.it
 

 

Precedente Home Su Successiva