Rassegna stampa 26 gennaio

 

Giustizia: il Far West… e il carcere per chi fuma spinelli

 

L’Unità, 26 gennaio 2006

 

148 senatori a favore, 82 contrari. Così l’aula di palazzo Madama ha detto sì alla fiducia sul maxi emendamento sulla droga. Dopo la legge da Far West sulla "legittima difesa" (regalo pre-elettorale per la Lega), dopo la depenalizzazione dell’odio razziale 8altro regalo per Bossi), adesso tocca al ddl Fini sulla droga (regalo pre-elettorale per An). Pacta sunt servanda, direbbe Berlusconi.

E allora, per essere proprio sicuri che non ci siano defezioni e incertezze nelle file della maggioranza e che il ddl diventi legge a tutti gli effetti, l’esecutivo è dovuto ricorrere a due escamotage consecutivi. Primo infilare in qualche modo l’intero pacchetto droga dentro al decreto sulla sicurezza per le prossime Olimpiadi invernali di Torino 2006. Secondo porre sul maxi emendamento la fiducia. Un metodo che il governo conosce ormai alla perfezione dato che, negli ultimi mesi, ha registrato un vero e proprio record di fiducie: da quelle sulla Finanziaria a quella sul falso in bilancio.

Il maxi emendamento è passato al Senato giovedì nel primo pomeriggio, poi sarà la volta della Camera (sempre a suon di fiducia). E poi il gioco è fatto. "È un vero e proprio colpo di mano la decisione di inserire in un decreto la legge sulla droga e di porre la fiducia – ha dichiarato il capogruppo dei Ds in commissione Sanità di Palazzo Madama, Leopoldo Di Girolamo - La legge e la Costituzione chiedono che il contenuto dei decreti sia omogeneo per materia ed ecco che qui si vogliono accostare le tossicodipendenze con i finanziamenti delle Olimpiadi di Torino".

Non meno duro il giudizio sui contenuti dell’emendamento. Il ddl Fini non è mai piaciuto né al centrosinistra né agli esperti del settori che addirittura avevano disertato,a dicembre, la quarta Conferenza nazionale sulla droga svoltasi a Palermo da dove Fini aveva promesso e intimato che la legge sulle dipendenze l’avrebbe fatta approvare dal Parlamento "ad ogni costo" (Pacta sunt servanda, ripeterebbe Berlusconi).

Anche in commissione Sanità i tanti esperti ascoltati avevano smontato l’impianto di quella legge con rilievi sanitari e farmacologici fondati e argomentati. "Sono norme pessime che introducono una equiparazione assurda e inaccettabile tra le droghe leggere e quelle pesanti, punendo il consumo alla stessa maniera – spiega ancora il diessino Leopoldo Di Girolamo - Se queste norme diventeranno legge, tanti e tanti ragazzi rischiano il carcere solo per uno spinello. È una legge destinata a cambiare la vita di tanti ragazzi, non può essere imposta con un voto di fiducia".

La normativa sulla droga modifica infatti il testo unico sugli stupefacenti, abolisce la distinzione tra droghe leggere e pesanti, parifica le strutture pubbliche (i Sert) e private (comunità terapeutiche) e potenzia le misure alternative al carcere. "Questa legislatura è stata segnata soltanto da strappi istituzionali, ma pensare di concluderla con un voto di fiducia che inserisce in un decreto sulle Olimpiadi di Torino una nuova legge sulle droghe è davvero troppo - dice il senatore Guido Calvi, capogruppo Ds in commissione giustizia - È un blitz inaccettabile e la legge è pessima. Non servirà a risolvere i seri problemi legati alla tossicodipendenza, ma punendo il consumo delle droghe leggere avrà solo l’effetto di aumentare il numero dei detenuti".

Giustizia: niente più carcere per i reati di opinione

 

Ansa, 26 gennaio 2006

 

Niente più carcere per i reati di opinione, ma solo multe che potranno arrivare a 10 mila euro. Ad oltre 60 anni dal Codice Rocco, il Parlamento italiano approva definitivamente il provvedimento che abroga o rivede una ventina di articoli del Codice penale. Ma chi offende la bandiera rischia ancora di andare in prigione per due anni. Le nuove norme prevedono una sostanziale depenalizzazione della materia, con il passaggio dal carcere a multe più o meno salate per i reati d’opinione e per le offese rivolte alle istituzioni repubblicane, ai simboli dello Stato, alle confessioni religiose. Riduzione sensibile anche delle pene carcerarie per i crimini di associazione sovversiva ed attentato all’integrità, all’unità e all’indipendenza dello Stato. Questi i principali passaggi del provvedimento.

Reati di opinione - Il vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate, così come quello della nazione, non comporterà più pene fino a tre anni di carcere ma solo una multa che al massimo sarà di 5.000 euro. Anche l’offesa ai "corpi politici, amministrativi e giudiziari" è reato passibile di una multa di 5-6.000 euro invece dei tre-quattro anni di carcere. Multa che sale però a 10.000 se il reato viene consumato nel corso di una cerimonia ufficiale o di una solenne ricorrenza nazionale.

Offese alla bandiera - Rimane la detenzione fino a due anni se la bandiera italiana viene distrutta, dispersa, deteriorata o imbrattata. Multe fino a mille euro, invece che la prigione fino a tre anni, per l’offesa arrecata alla bandiera o all’emblema di uno Stato estero.

Offese alle religioni - Non più reclusione ma multe fino a 6.000 euro per il vilipendio di una confessione religiosa o di un ministro di quel culto. Sanzione pecuniaria fino a 5.000 euro per l’offesa a cose consacrate o oggetti di culto in un luogo o durante una solenne funzione religiosa. Il carcere è previsto solo fino a due anni (erano tre) per chi distrugge, imbratta o deteriora gli stessi oggetti di culto. La modifica dell’articolo sui reati d’opinione ha qualche ripercussione anche nei confronti delle religioni diverse da quella cattolica. La pena di due anni - che sale a tre se si esercita violenza - per chi impedisce o turba una funzione religiosa si applicherà non solo alla religione cattolica ma a tutte le confessioni.

Attività a favore del nemico - Abolito l’ergastolo, l’azione violenta diretta "a sottoporre il territorio italiano o parte di esso alla sovranità di uno stato straniero o a menomare l’indipendenza o l’unità dello Stato" sarà punita dalla nuova legge con una condanna non inferiore a dodici anni. La promozione o la costituzione di associazioni che mirano a "sovvertire gli ordinamenti economico-sociali dello Stato" o "per sopprimere violentemente l’ordinamento politico od economico dello stato", vengono punite con il carcere: da un minimo di cinque anni ad un massimo di dieci (la legge in vigore prevedeva un massimo di dodici anni).

Impedimenti al Capo dello Stato - Scende da dieci a cinque anni la pena massima per chi commette atti violenti per impedire al presidente della Repubblica, al governo, alle assemblee legislative, alla Corte costituzionale e alle assemblee regionali l’esercizio delle proprie funzioni e prerogative.

Razzismo e legge Mancino - La nuova legge ritocca anche la legge Mancino sulle espressioni di razzismo: rischia la multa o la reclusione fino ad un anno e mezzo chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale ed etnico oppure chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Carcere da sei mesi a quattro anni per chi istiga (e non "incita", come dice l’attuale normativa) a commettere o commette violenze o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

Attività antinazionale - Del tutto abrogati infine i reati di "attività antinazionale del cittadino all’estero", "propaganda ed apologia sovversiva ed antinazionale", "lesa prerogativa dell’irresponsabilità del presidente della Repubblica".

Droghe: il Governo pone la fiducia sullo stralcio Fini-Giovanardi

 

Ansa, 26 gennaio 2006

 

Nessuna distinzione tra droghe leggere e pesanti, pene da sei a vent’anni se si importa, esporta, acquista o detiene una sostanza stupefacente per uso non strettamente personale. Questi i concetti principali del maxi emendamento che, inserito nel corpo del decreto sulle Olimpiadi invernali, inasprisce la lotta alla tossicodipendenza. Il voto al Senato, come chiesto dal ministro Giovanardi, sarà legato alla fiducia al governo.

Ancora da decidere il confine, vale a dire la quantità di droga, che verrà marcato per separare il possesso dallo spaccio. Chi verrà pescato con una quantità inferiore al livello stabilito dalle tabelle (e in ogni caso per uso personale), potrà essere sottoposto a sanzioni amministrative, come la sospensione della patente di guida, la sospensione del porto d’armi, la sospensione del passaporto, la sospensione del permesso di soggiorno per motivi turistici o di averlo nel caso di cittadino extracomunitario.

Cambiano anche le vie di procedura penale nei confronti dei reati, con una serie di norme che incidono sul processo penale e di esecuzione di pena guardando alla funzione riabilitativa e recupero di indagati, imputati o condannati come tossicodipendenti. Via libera anche alla facoltà di accedere a strutture di recupero private, equiparate a quelle pubbliche.

Questa, insieme alla cancellazione dei distinguo tra le sostanze, è stata l’introduzione forse più contestata dall’opposizione. Gasparri, però, difende a spada tratta la politica del governo sul tema e, con essa, la scelta di porre la fiducia: "Dopo anni di discussione è tempo di decisione - ha detto l’ex ministro di An - le norme proposte sono ispirate a un principio di solidarietà nei confronti del tossicodipendente e di severità nei confronti degli spacciatori. Risposte chiare e di destra, per aiutare chi soffre e punire chi uccide. Dovremo approvare rapidamente anche alla Camera le nuove norme che segneranno una svolta profonda nelle politiche per la lotta alla droga. Drogarsi è un illecito e da ora la legge lo affermerà con chiarezza. Dando nel contempo più importanza alle comunità terapeutiche, vera risorse della vita contro la morte".

Il capogruppo dei Ds in Commissione Sanità Di Girolamo, invece, ritiene la svolta molto pericolosa: ""I tanti esperti ascoltati avevano smontato l’impianto di quella legge con rilievi sanitari e farmacologici fondati e argomentati. Sono norme pessime che introducono una equiparazione assurda e inaccettabile tra le droghe leggere e quelle pesanti, punendo il consumo alla stessa maniera. Se queste norme diventeranno legge, tanti e tanti ragazzi rischiano il carcere solo per uno spinello. È una legge destinata a cambiare la vita di tanti ragazzi, non può essere imposta con un voto di fiducia".

Droghe: pene da 6 a 20 anni; le leggere uguali alle pesanti

 

Ansa, 26 gennaio 2006

 

Pene da sei a vent’anni se si importa, esporta, riceve, acquista o detiene una sostanza stupefacente per uso non esclusivamente personale, le quantità sono ancora da definire e nessuna distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere. È quanto contenuto nel maxi emendamento presentato a Palazzo Madama dal governo al decreto sulla sicurezza per le Olimpiadi invernali e che domani il Senato voterà la fiducia chiesta questa sera dal ministro Carlo Giovanardi. Chi detiene un quantitativo inferiore che verrà stabilito dalle tabelle, in ogni caso per uso personale, potrà essere sottoposto a sanzioni amministrative, come la sospensione della patente di guida, la sospensione del porto d’armi, la sospensione del passaporto, la sospensione del permesso di soggiorno per motivi turistici o di averlo nel caso di cittadino extracomunitario. Nel maxi emendamento vi sono poi una serie di norme che incidono sul processo penale e di esecuzione di pena guardando alla funzione riabilitativa e recupero di indagati, imputati o condannati come tossicodipendenti. È anche regolamentata la facoltà di accedere a strutture di recupero pubblico-private che sono equiparate.

Droghe: Antigone; che c’entrano col decreto sulle Olimpiadi?

 

Redattore Sociale, 26 gennaio 2006

 

"Se i detenuti tossicodipendenti oggi sono circa 20 mila, dopo la legge Fini-Giovanardi sulle droghe si andranno a moltiplicare. Giovani incensurati che fanno uso di marijuana o hashish rischiano decenni di galera". L’associazione Antigone interviene contestualmente alla votazione al Senato sulla legge sulla droga, e afferma: "I consumatori di droghe leggere sono trattati molto peggio dei cocainomani e forse immaginiamo il perché. È l’ennesima legge illiberale e violenta. Una legge contro le famiglie, contro i giovani e contro il buon senso".

"Non avendo tempo, non avendo il coraggio di affrontare la discussione parlamentare viene posta la fiducia inserendo le norme anti-droga nel decreto sulle Olimpiadi – conclude Antigone -. Il diritto e la coerenza legislativa sono oramai carta straccia. Infine si lascia presumere che lo sport sia tutto e solo una questione di uso di droghe. Non vengano quindi successivamente in modo ipocrita a esultare se vinciamo qualche medaglia alle Olimpiadi di Torino."

Droghe: tossicodipendenti e carcere, una giornata di studio

 

Vita, 26 gennaio 2006

 

Venerdì 27 gennaio a Roma alla Sala Tirreno della Regione Lazio, in via Cristoforo Colombo 212, dalle ore 9.30. Tossicodipendenti e carcere: diritti e competenze; è il tema della giornata di studio con tecnici, politici ed esperti di settore per analizzare lo stato di attuazione della legge 230/99.

Il Convegno è organizzato dal Forum Nazionale per la tutela della salute dei detenuti e delle detenute con il contributo dell’assessorato regionale alla sanità e del Garante regionale dei Diritti dei Detenuti Angiolo Marroni. Fra gli interventi previsti quelli del sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Valentino, dei deputati Rosi Bindi ed Enrico Buemi, degli assessori alla sanità di Lazio e Toscana Augusto Battaglia, Enrico Rossi e Franco Corleone (presidente del Forum Droghe.

La legge 230/99, regola il passaggio della medicina penitenziaria dal ministero della Giustizia al servizio sanitario nazionale e alle Regioni. Il Forum nazionale per il diritto alla salute in carcere e per l’applicazione della L. 230/99, si è costituito prima della scorsa estate ed è presieduto dall’onorevole Leda Colombini. Al Forum aderiscono istituzioni, enti, sindacati e molte associazioni sociali e di volontariato che sentivano l’esigenza di un punto di riferimento unitario, coordinato e propositivo, per rilanciare la battaglia per una "sanità penitenziaria" che assicuri dignità e salute oggi drammaticamente compromesse.

Al Convegno interverranno il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, Sebastiano Ardita (Direttore generale detenuti e trattamento del Dap), Carmelo Cantone (Direttore di Rebibbia), Maria Grazia Grazioso (direttore del carcere di Solliccianino) e Salvatore Acerra (direttore di Poggioreale), oltre a funzionari e dirigenti delle regioni Veneto e Emilia Romagna.

Il convegno è organizzato in due sessioni: la prima (dalle 9.30 alle 13.30) sarà presieduta da Leda Colombini e si aprirà con una relazione di Lillo Di Mauro, vice presidente vicario del Forum. Previsti gli interventi, fra gli altri, del direttore generale Detenuti e Trattamento del Dap Sebastiano Ardita, del direttore generale della Asl Roma B Flori Degrassi, e di Fabio Rossetti, responsabile nazionale del settore penitenziario FP - Cgil. Nella pomeriggio spazio, invece, alla tavola rotonda con gli interventi di Rosi Bindi, Giuseppe Valentino, Enrico Buemi, Angiolo Marroni e Franco Corleone.

Droghe: la Liguria prima in Italia per il consumo tra i giovani

 

Ansa, 26 gennaio 2006

 

In Liguria aumenta l’uso delle droghe, in particolare di cocaina, amfetamine e crack, in misura maggiore rispetto a quanto accade nelle altre regioni. A rischio ci sono soprattutto gli studenti, più esposti al fenomeno della sperimentazione dei loro coetanei del resto d’ Italia. È quanto emerge dal report 2005 dell’ Osservatorio epidemiologico regionale delle tossicodipendenze illustrato questa mattina. L’indagine riguarda il 2004 ed è stata eseguita verificando gli utenti dei Sert e delle comunità terapeutiche oltre che con l’indagine Ipsad, attraverso un questionario anonimo inviato per posta. "Abbiamo verificato un cambio nelle tipologie della dipendenza - ha spiegato l’assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo - e pertanto dobbiamo adattare le nostre azioni per contrastare il fenomeno, a cominciare dalle nuove linee di indirizzo emanate dalla Giunta regionale la scorsa settimana. Da un lato puntiamo sulla prevenzione, dall’altro sulla presa in carico dei consumatori secondo una logica non di emarginazione, ma di cura e di recupero".

In Liguria, la cannabis è stata provata almeno una volta dal 22,5 della popolazione, la cocaina dal 4,5%, l’eroina dal 2,7% dei maschi e dall’1,6% delle femmine tra i 15 e i 54 anni. L’uso sperimentale di amfetamino-derivati riguarda circa il 3,6% dei soggetti intervistati e quello di allucinogeni il 2,4%. In Italia ci si ferma al 3% e al 2%. Tra gli studenti i consumi maggiori sono tra i maschi ma le studentesse sono almeno il doppio rispetto alle coetanee nazionali. La diffusione di cannabis è maggiore in Liguria rispetto al dato nazionale sia per la sperimentazione (37% contro 32%) sia per l’uso recente (30% contro 25,5%). Il fenomeno riguarda anche i giovanissimi. A 15 anni, il 20% dei maschi e il 15% delle femmine ha avuto almeno un contatto con la cannabis.

Per quanto riguarda la cocaina, la sperimentazione in Italia riguarda il 2,6% degli studenti mentre in Liguria sale al 4%; l’uso recente in Italia riguarda l’1,8% degli intervistati, in Liguria il 2,5%. Anche il consumo di droghe da discoteca è maggiore tra gli studenti delle scuole superiori liguri rispetto al resto d’ Italia. "Per questo motivo - ha aggiunto l’ assessore alla Salute - aumentiamo l’informazione presso le scuole e nei luoghi di ritrovo, compresi gli stabilimenti balneari". Dall’indagine è risultato in aumento anche il consumo di alcol presso gli studenti e tra i giovanissimi e anche in questo caso la Liguria ha il primato: a 15 anni il 46% dei maschi e il 40% delle femmine si è ubriacato almeno una volta. Per quanto riguarda invece i consumatori problematici di oppiacei, che ne fanno cioè uso per via iniettiva o da lungo tempo, sono stati stimati nel 2004 in 7.784, di cui il 69% è stato intercettato dalle strutture di intervento.

Napoli: una lettera aperta dal carcere di Poggioreale

 

Liberazione, 26 gennaio 2006

 

Se oggi mi trovo a scrivere al Manifesto e al quotidiano Liberazione è perché vorrei sperare che da entrambe queste testate possa giungermi non solo la vostra solidarietà ma anche la vostra grande attenzione non di sola umanità ma bensì una solida e forte solidarietà civile e politica. Perché vi chiedo questo? Perché quello che vi vengo a scrivere è una denuncia contro il sistema repressivo e carcerario che quotidianamente ci troviamo a subire tutti. Allora credo che sia venuto il momento di mettere fine a queste arroganze di prepotenze abusi e pestaggi. Lo scrivente chiede che venga una Commissione Parlamentare. Lo scrivente dal carcere di Spoleto è stato trasferito al carcere di Poggioreale nel reparto Venezia Eiv "Elevato indice di Vigilanza" per punizione.

Punizione perché nel carcere di Spoleto avevo dato inizio ad una protesta dove all’interno della cella spaccai la tv ed altro. Quindi colpevole per essere intervenuto nell’aver dato la mia solidarietà ad un detenuto originario dei Balcani, che aveva subito un pestaggio da parte della custodia. Questo detenuto dopo aver fatto 15 giorni di isolamento insieme a me, è stato trasferito al manicomio criminale Opg in Sicilia "Pozzo di Gotto - Barcellona" in provincia di Messina. Questo reparto dove mi trovo ristretto con altri detenuti, il reparto Venezia, 3 anni fa funzionava come reparto 41 bis. Oggi funziona come reparto Eiv che qui non cambia niente anzi è peggio del 41 bis.

Tanto per farvi un’idea sotto quale regime restrittivo siamo sottoposti. Le condizioni sono queste: i passeggi dove facciamo un’ora d’aria al giorno sono cubicoli con la rete. Gli orari dei passeggi: dalle ore 9 fino alle ore 10 e dalle 13 alle 14; le altre 22 ore le passiamo chiusi in cella. Non è consentito fare attività sportive, né altre attività (scolastiche, socialità, saletta).

La messa viene celebrata una volta l’anno all’interno del corridoio, oppure dentro una cella vuota. Non è consentito all’interno della sezione aderire alle attività lavorative. Chi aderisce alle attività lavorative delle due sezioni del reparto Venezia (Eiv) sono due detenuti che provengono da sezioni cosiddette comuni che tra l’altro sono extracomunitari, se non fanno quello che gli viene ordinato dalla custodia vengono chiusi e picchiati. I lavoranti per passare un piatto di cibo caldo, da cella a cella, ci deve essere la guardia presente. Questo vale per le altre cose. Mentre l’igiene personale la doccia è due volte alla settimana, mercoledì e sabato.

Nei giorni in cui non abbiamo la doccia ognuno di noi si lava come può riscaldandosi l’acqua in una pentola mentre io me la faccio fredda. Nonostante che lo scrivente abbia seri problemi di salute (sono anche sieropositivo Hiv), qui ci sono altri problemi. Parlo del vitto che passa l’amministrazione del carcere, oltre che non mangiabile, la pasta è un pastone, il condimento è crudo, l’altro vitto il secondo viene messo nei contenitori di plastica privi di termico e coperchi, privi di olio e sale ecc. Dato che si sente odore di aceto non c’è da meravigliarsi se è scaduta.

La mattina prima della battitura e della conta devi farti trovare in piedi con la finestra aperta e sull’attenti con le mani dietro la schiena. Se ti trovano a letto rischi di prendere gli schiaffi. Non è consentito camminare con le mani in tasca! Questo vale per noi reparto Venezia (Eiv) e anche nelle sezioni detenuti comuni. Mentre la TV la mattina viene accesa alle ore 9 e spenta alle ore 0.30. Mentre l’acquisto di alimentari (soppravvitto) è una volta a settimana il martedì per il venerdì.

I vaglia che riceviamo vengono caricati quando va bene entro 20 giorni sennò anche uno o due mesi dopo. Qui non esistono educatori e assistenti sociali. Se un detenuto deve conferire con un educatore o assistente sociale o con una psicologa, non esiste privacy, tutto viene fatto in presenza di un graduato o anche con il medico!

Non è consentito fare il passeggio più di 4 detenuti alla volta [come in genere al 41 bis, con numero massimo di detenuti variabile a seconda del carcere] mentre alla conta del pomeriggio non devi avere la tv accesa. I signori del Dipartimento Dap del Ministero sono sempre stati a conoscenza dell’atmosfera di repressione che respirano i detenuti di Poggioreale e così anche chi dirige il carcere. A questo punto se i signori in Parlamento sono stati sfavorevoli alla clemenza di amnistia ed indulto, allora che ci permettano di farci fare la galera da persone dignitose e civiltà senza che si debba scontare una condanna stando sempre in stato di tensione e nervosismo. Qui respiriamo l’atmosfera dell’epoca della Pianosa, quando esisteva ancora il famigerato articolo 90. Grazie per la vostra attenzione, mi auguro che quanto ho scritto trovi la giusta attenzione.

 

Un detenuto in Eiv a Poggioreale

Sappe: positiva l’approvazione del riordino delle carriere

 

Ansa, 26 gennaio 2006

 

"Positiva l’approvazione del riordino delle carriere da parte della Camera dei Deputati. E ribadiamo con fermezza che non è vero che il Sappe è contro il riordino delle carriere delle Forze di Polizia". Così commenta la Segreteria Generale del Sappe, l’organizzazione più rappresentativa della categoria, l’approvazione oggi della legge delega sul riordino delle carriere delle Forze di Polizia alla Camera dei Deputati e replica ad alcune dichiarazioni recentemente uscite sulle agenzie di stampa. "Consideriamo questa legge delega sul riordino delle carriere" precisa il Segretario Generale Donato Capece "la migliore possibile allo stato attuale, e costituisce solo un punto di partenza per l’equiordinazione delle qualifiche del comparto da realizzare compiutamente con i decreti delegati successivi". "L’opposizione al riordino delle carriere appare comunque politicamente strumentale, considerato che all’interno di questa legge c’è lo spazio per sistemare tutte le questioni irrisolte". La strada da percorrere, secondo il Sappe, non è l’opposizione pregiudiziale al provvedimento ma quella, più costruttiva, degli emendamenti correttivi da presentarsi ora al Senato soprattutto per quanto attiene alle questioni sul ruolo dei Sovrintendenti e degli Ispettori. Il Sappe pertanto, auspica che il progetto di legge sul riordino delle carriere possa essere approvato prima della fine della Legislatura. Altra cosa è il giudizio negativo espresso dal Sappe nei confronti dell’Esecutivo Berlusconi, che non ha rispettato alcun impegno preso nei confronti del Corpo ed ha - addirittura - peggiorato le sue condizioni. E proprio contro il Governo responsabile del licenziamento di 500 poliziotti penitenziari, che il Sappe manifesta il proprio malcontento e per questo porterà in piazza il proprio dissenso.

Roma: Garante regionale detenuti incontra responsabile polizia

 

Ansa, 26 gennaio 2006

 

La procedure per il rilascio dei permessi di soggiorno ai detenuti stranieri in carcere, le modalità con le quali vengono trattenute in questura, prima delle udienze in tribunale per "direttissima", le persone fermate e tratte in arresto, i pareri che la Polizia di Stato deve redigere sui detenuti che potrebbero ottenere dei benefici.

Sono questi gli argomenti più importanti affrontati nell’incontro che il Garante regionale dei diritti del detenuti del Lazio Angiolo Marroni ha avuto con il dirigente della Divisione della polizia Anticrimine della Questura di Roma Antonio Del Greco. L’incontro era stato richiesto dall’Ufficio del Garante dei detenuti allo scopo di "rendere ancor più stretti e collaborativi i rapporti con la Polizia di Stato". Sulla questione dei permessi di soggiorno, Marroni ha evidenziato la necessità di "avere celermente questi documenti per i detenuti che hanno la possibilità di chiederli". In relazione poi, alle modalità delle restrizioni che sono limitate in un tempo massimo di 48 ore, il dott. Del Greco ha sottolineato che i locali della Questura predisposti, sono idonei e rispettosi della dignità delle persone tratte in arresto. Dopo una breve visita di tali locali il Garante, Angiolo Marroni, ha preso atto ed ha condiviso le affermazioni del dottor Del Greco.

Sui permessi di soggiorno, Del Greco ha replicato che la Questura è sempre disponibile ad esaminare di volta in volta, le istanze provenienti dai detenuti, che saranno segnalate dall’ufficio del Garante.Per quanto riguarda le informative necessarie all’ottenimento dei benefici di legge, il Garante ha chiesto "un’attenzione particolare nell’esprimere giudizi sui detenuti che potrebbero beneficiarne", Del Greco ha invece sottolineato come più organi esprimano pareri al riguardo e che sarebbe auspicabile raggiungere un più significativo momento di scambio di informazioni fra gli stessi. L’incontro si è concluso con una dichiarazione comune "alla massima collaborazione reciproca fra le due istituzioni".

 

 

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