Rassegna stampa 26 luglio

 

Giustizia: Buemi; carcere meno duro a madri di bimbi piccoli

 

Ansa, 26 luglio 2005

 

"Ora si fissi subito la data per la discussione in Commissione Giustizia della proposta di legge depositata in Parlamento sulle misure a tutela del rapporto tra detenute e figli minori". Lo afferma il presidente del Comitato Carceri e deputato dello Sdi Enrico Buemi, in riferimento alle parole del Presidente della Camera Pierferdinando Casini. In visita oggi al carcere femminile di Rebibbia, Casini ha aderito allo slogan "Mai più bambini in carcere" che accompagna la petizione popolare consegnatagli dal presidente della Consulta Penitenziaria. Il presidente della Camera ha poi affermato che tale appello non può passare sotto silenzio ed il Parlamento deve occuparsi di questo grave problema.

Il presidente del Comitato Carceri, Enrico Buemi, ha reso noto di aver già depositato la scorsa settimana una proposta di legge che prevede "Misure a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori" (di cui è primo firmatario insieme ai parlamentari dell’opposizione Lucidi, Pistone, Fanfani, Finocchiaro, Mascia, Magnolfi, Del Bono, Orecchio, Cento e Mazzuca). Buemi ha inoltre commentato le ragioni di fondo che hanno ispirato l’iniziativa, affermando che "un Paese civile non può infliggere di fatto carcerazione a chi è senza colpa e condanna, come il figlio minore convivente di madre sottoposta a custodia cautelare".

"Il punto centrale della proposta - informa il presidente del Comitato Carceri - è sicuramente rappresentato dalla realizzazione di case-famiglia protette: non si può far crescere un bimbo piccolo in una struttura che per natura è più orientata a dare una risposta puntuale ad esigenze di sicurezza che alla crescita del minore, quindi detenzione per le madri con regime più favorevole se i figli non superano i dieci anni". "Un altro problema da superare - aggiunge - è quello di un eventuale ricovero del minore: la madre deve ottenere il permesso per accompagnarlo nella struttura sanitaria per accudirlo e stargli vicino". "A questo punto - conclude Buemi - visto che vi è il consenso ampio di maggioranza ed opposizione, si fissi subito all’ordine del giorno della Commissione Giustizia la data d’inizio della discussione della proposta".

Giustizia: Ciampi firma la riforma. Castelli: Ora toghe collaborino

 

Ansa, 26 luglio 2005

 

Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha firmato il Ddl di riforma dell’ordinamento giudiziario che era stato licenziato in via definitiva dalla Camera la settimana scorsa. Dopo il rinvio alle Camere del dicembre scorso e dopo le conseguenti modifiche apportate al testo, il capo dello Stato ha promulgato la legge che riforma l’ordinamento giudiziario.

Dopo l’introduzione, nel passaggio al Senato del cosiddetto emendamento anti-Caselli, presentato dal senatore di An Bobbio e entrato a far parte della legge, autorevoli costituzionalisti come l’ex presidente della Corte costituzionale Leopoldo Elia, avevano ipotizzato la possibilità per il capo dello Stato di rinviare nuovamente la legge sulla giustizia. Con la nuova norma che impedisce ai magistrati con oltre 66 anni di età di assumere incarichi di merito (e questo sarebbe il caso del procuratore Giancarlo Caselli alla guida della Procura nazionale antimafia) alcuni giuristi avevano avanzato l’ipotesi che la legge si configurasse come "altra" rispetto a quella già rinviata a dicembre da Ciampi e quindi suscettibile di un ulteriore rinvio.

Gli uffici giuridici del Colle hanno esaminato rigo per rigo il testo di legge ma sulla linea di chi accreditava un nuovo rinvio è prevalso l’orientamento che il presidente ha sempre mantenuto scrupolosamente: il pieno rispetto della Carta fondamentale della Repubblica. È infatti l’articolo 74 della Costituzione a conferire al capo dello Stato il potere di rinviare, con messaggio motivato, una legge alle Camere, ma lo stesso articolo, un comma sotto, prevede che dopo un ulteriore passaggio parlamentare il presidente debba promulgare la legge.

Ed è quello che Ciampi ha fatto. Soddisfazione è stata espressa dal ministro della Giustizia, Roberto Castelli. "La promulgazione della riforma da parte del capo dello Stato pone fine a una partita sofferta e controversa". "Ora - si augura il Guardasigilli - rivolgo il mio auspicio e la mia esortazione al Csm e a tutta la magistratura, affinché collaborino all’attuazione della riforma senza cedere a tentazioni di ostruzionismo che qualcuno potrebbe essere tentato di mettere in atto per cercare di dimostrare che la legge non funziona. Essa infatti avrà successo nella misura in cui tutti collaboreranno per la sua riuscita".

Giustizia: Fucci (Anm); la partita sulla riforma non è finita

 

Adnkronos, 26 luglio 2005

 

"Prendiamo atto della firma da parte del presidente della Repubblica e andremo avanti secondo il programma stabilito, la partita sulla riforma non è finita. adesso il csm dovrà fronteggiare i danni immediati che arriveranno dall’entrata in vigore della norma "anti Caselli", i concorsi dovranno essere di nuovo banditi, ci saranno enormi ritardi. Nell’attesa dei primi decreti delegati, prevedibilmente nella primavera del 2006, supponiamo ci preparemo a dare supporto ai colleghi che subiranno violazioni dei loro diritti sulla base di una legge che è e resta incostituzionale e faranno ricorso ai Tar, poi si passerà alla Consulta". Carlo Fucci, vicepresidente dell’Associazione nazionale magistrati, commenta così la promulgazione della riforma della giustizia venuta oggi dal presidente della Repubblica.

Giustizia: Dap; 56 detenute madri, 60 bambini in carcere

 

Ansa, 26 luglio 2005

 

Sono 56 le detenute-madri nelle carceri italiane. Con sé - come previsto dalla legge - possono tenere i figli al di sotto dei tre anni. Di piccoli reclusi ce ne sono 60 in tutta Italia: un numero destinato ad aumentare se si calcola che ci sono 24 detenute in stato di gravidanza. È quanto emerge dall’ultimo rapporto del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria sugli asili nido negli istituti penitenziari. Il dato si riferisce al 31 dicembre del 2004. Soltanto nel carcere romano di Rebibbia femminile, visitato oggi dal presidente della Camera Pierferdinando Casini, ci sono 12 detenute madri e 13 bambini. Negli ultimi dieci anni, i piccoli in carcere sono stati mediamente 50-60. Il mese di giugno 2001 è stato il periodo peggiore, con 83 bambini al di sotto dei tre anni nei reparti nido e 73 mamme. Il Lazio - sempre in base all’ultima rilevazione del Dap - è la regione con il maggior numero di madri (17) che in carcere badano ad altrettanti bambini, mentre 10 detenute sono in stato di gravidanza. A seguire ci sono la Campania (7 detenute, 8 bambini e una donna in gravidanza); la Lombardia (8 detenute, 8 bambini e 7 gravidanze); il Piemonte (sei detenute e 7 bambini); la Puglia (5 detenute e 6 bambini); la Sicilia (3 detenute e 3 bambini); la Toscana (4 detenute, 4 bambini e 4 gravidanze); l’Umbria (due detenute e 2 bambini) e il Veneto (4 detenute e 5 bambini). Pochi gli asili nido nelle carceri: ne funzionano 15 e sono così distribuiti: 2 in Calabria (dove però, in base ai dati Dap, non risultano detenute madri), 1 in Campania, 2 nel Lazio, 1 in Liguria, 2 in Lombardia, e uno rispettivamente in Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto. Non funziona invece l’unico asilo in Puglia e un in Lombardia. Un nido è in corso di allestimento in Abruzzo.

Giustizia: Gianni (Udc), dare seguito a parole Papa Wojtyla

 

Ansa, 26 luglio 2005

 

"In attesa del documento sulla situazione nelle prigioni che il Pontificio Consiglio per la giustizia e la pace sta preparando, mi auguro che il Parlamento, in questo scorcio di legislatura, dia seguito all’appello che Papa Wojtyla fece nel giorno della sua visita presso la Camera dei Deputati". Lo dichiara, in una nota, il deputato dell’Udc Giuseppe Gianni, annunciando un’interrogazione sulle carceri Italiane.

Cagliari: Regione chiede sospensione dismissione Is Arenas

 

Adnkronos, 26 luglio 2005

 

L’assessorato Regionale della Sardegna degli Enti Locali ha chiesto ufficialmente all’Agenzia del Demanio la sospensione delle procedure di dismissione della casa penale di Is Arenas nel Comune di Quartu e la immediata verifica della sussistenza dei termini di trasferimento del bene. La richiesta è stata ufficializzata ieri sera, dall’Assessore regionale degli Enti Locali Gian Valerio Sanna, in una lettera inviata alla Direzione generale dell’Agenzia del Demanio di Roma, dopo aver appreso, anche attraverso il sito Web della Direzione Generale dell’Agenzia del Demanio, di inserire il bene nell’apposito elenco di beni immobili da collocare in vendita per la Regione Sardegna.

"Il compendio dove sorge la Casa di pena di Is Arenas - ha scritto nella lettera l’Assessore Gian Valerio Sanna - è collocato in una area ad elevato pregio ambientale e paesaggistico e tale struttura risulta inserita in un più ampio quadro di previsione di tutela territoriale da parte del Piano paesaggistico regionale in fase di predisposizione". "Alla luce di quanto riportato ed in ragione di una piena adesione al principio di leale collaborazione fra istituzioni pubbliche - conclude la lettera dell’Assessore Sanna - si invita cortesemente l’Agenzia in indirizzo a voler fornire ampia e documentata relazione su tale indirizzo di dismissione, alla luce di quanto prescritto dall’articolo 14 dello Statuto speciale per la Sardegna e relative norme di attuazione".

Castelli: mai pensato di vendere colonia penale Is Arenas

 

Asca, 26 luglio 2005

 

In merito alle notizie di stampa riguardanti la vendita a privati della Casa Penale di Is Arenas ad Arbus (Cagliari), dovute alla comparsa dell’annuncio di vendita sul sito dell’Agenzia del Demanio, il ministro della Giustizia Roberto Castelli chiarisce, con un comunicato, che "si deve trattare, come minimo, di un errore. Il ministero della Giustizia, infatti, non ha mai messo a disposizione la struttura, pienamente funzionante, che rappresenta una colonia penale modello, dotata tra l’altro di una foresteria a disposizione per le vacanze del personale di Polizia Penitenziaria. Si tratta dunque di un patrimonio dell’Amministrazione Penitenziaria che il ministero non ha alcuna intenzione di dimettere".

Giustizia: dal Papa a breve un documento sulle carceri

 

Vita, 26 luglio 2005

 

Benedetto XVI ha annunciato che Pontificio consiglio per la giustizia e la pace sta preparando un documento sulla situazione nelle prigioni. Il Papa, al quale un parroco valdostano ha ricordato questa mattina la difficile situazione delle carceri della Regione, ha annunciato che il Pontificio consiglio per la giustizia e la pace ha in preparazione un documento sulla situazione nelle prigioni. Papa Ratzinger ha anche manifestato la propria vicinanza ai detenuti che soffrono nel corso dell’incontro di questa mattina durante il quale Benedetto XVI ha incontrato nella chiesa parrocchiale di Introd circa 140 tra preti, religiosi e diaconi della Valle d’Aosta.

Giustizia: Manconi (Ds); stop a bambini in carcere con le madri

 

Ansa, 26 luglio 2005

 

"Una legge sacrosanta e umanissima cinque anni fa aveva stabilito che in quel luogo comunque orribile che è il carcere non fossero rinchiusi bambini. Poi, nei fatti, le cose sono andate diversamente e da quando quella legge è in vigore 60-70 bambini sono, stabilmente, detenuti in prigione con le loro madri". Lo afferma Luigi Manconi, responsabile nazionale Diritti Civili dei Ds.

Calabria: appello Associazione Diritti Civili per i bambini in carcere

 

Asca, 26 luglio 2005

 

L’appello del Presidente della Camera, Casini, per togliere i bambini e le loro mamme dal carcere, arriva proprio il giorno in cui dalla Calabria parte una importante iniziativa politico-istituzionale per denunciare il dramma delle prigioni e chiedere al Governo e al Parlamento un provvedimento di clemenza per tutte quelle donne-madri in cella insieme ai loro bambini (sono oltre 60 i bambini, con più di tre anni, oggi in carcere con le loro mamme!) e per quei detenuti condannati per piccoli reati, per quelli gravemente malati. Promotore dell’iniziativa il leader del Movimento Diritti Civili e consigliere provinciale di Cosenza, Franco Corbelli, che a questo proposito ha presentato un ordine del giorno al Presidente del Consiglio provinciale cosentino (sottoscritto anche da altri due consiglieri provinciali, Marino Reda di Rifondazione Comunista e Gianfranco Ponzio di Forza Italia e condiviso da tutte le forze politiche) che sarà approvato dal Consiglio provinciale. Il Movimento Diritti Civili, per sostenere questa causa umanitaria, promuoverà a settembre una grande iniziativa istituzionale nazionale con la partecipazione di tutti gli altri Enti provinciali e regionali italiani, denominata "i bambini non si arrestano"! Corbelli, che 11 anni fa, nel 1994, costituì insieme a Vittorio Sgarbi il Movimento Diritti Civili, protagonista, in questi anni, di innumerevoli battaglie civili e per una giustizia giusta e umana, davanti alle carceri di molte città italiane, parla di situazione esplosiva oggi nelle prigioni, per il sovraffollamento, le disumane condizioni igieniche, aggravate dal grande caldo di questo periodo, ricorda, con cifre allarmanti, il dramma delle carceri e gli appelli del Santo Padre Giovanni Paolo II, che ripetutamente chiese, anche in occasione della sua visita alla Camera dei Deputati, un provvedimento di clemenza a favore dei detenuti. Sono 60 mila attualmente i detenuti nelle carceri italiane, 14 mila in più della capienza prevista. Oltre 1800 i morti negli ultimi 12 anni (650 suicidi e 1200 morti per cause naturali). Addirittura anche 60 bambini sono "reclusi" insieme alle loro mamme. Questo è oggi il quadro drammatico del pianeta carceri in Italia. È una situazione esplosiva, aggravata dalle condizioni igieniche allucinanti e dal grande caldo di questo periodo. Non si può più restare inermi e inerti.. Un paese civile - dice Corbelli - ha il dovere di intervenire".

Usa: i molestatori di minori messi alla gogna elettronica

 

Corriere della Sera, 26 luglio 2005

 

Primo database "federale": un motore di ricerca con le schede dei 500mila che hanno commesso abusi o violenze sull’infanzia. Un database pubblico con i dati anagrafici di persone che hanno commesso abusi o violenze sui bambini. Sei d’accordo?

Tempi duri negli Usa per chi ha compiuto abusi o violenze sui minori: anche dopo aver scontato il carcere, ora nomi e facce restano esposte per anni sul pulpito del Web, sotto gli occhi dei navigatori di tutto il mondo. La scorsa settimana è infatti nato on-line il registro dei molestatori, una vera e propria "gogna elettronica" curata dal Dipartimento di giustizia americano. Consultabile da chiunque in Rete all’indirizzo www.nsopr.gov, il "registro" è stato pensato per quei genitori alle prese per esempio con un cambio di baby sitter piuttosto che di "referenze" sul nuovo vicino di casa o del nuovo insegnante.

Si tratta di un database da interrogare come un motore di ricerca. Funziona così: si inserisce il nome della persona "sospetta" e se compare la scheda, attenzione, vuol dire che a lui è associato un reato di violenza o abuso sessuale. Scrivendo per esempio Michael Jackson di profili ne saltano fuori addirittura due: un attimo di suspence e poi si scopre che, certo, nessuno di loro è quello della rockstar, recentemente scagionata dall’accusa di molestie. In tutto sono 500mila le persone schedate sul sito. Con foto segnaletica, generalità, anno di reclusione e di (eventuale) messa in libertà, reati, città di residenza e persino il domicilio, con tanto di numero civico.

L’idea di mettere all’indice virtuale i molestatori di minori in realtà non è nuova: già alla fine degli anni ‘90 alcuni stati come la Virginia avevano dato vita a un registro elettronico pubblico con i nomi di chi si era macchiato di reati contro l’infanzia e l’adolescenza. La novità è che il nuovo registro è "federale" nel senso che riunisce i database di 22 Stati (gli altri si aggiungeranno per la fine dell’anno, fanno sapere dal Dipartimento Usa). Quindi oltre alle ricerche limitate a un singolo stato (clic su search) se ne possono fare di "transnazionali" (clic su national search) e così rintracciare ex reclusi che si sono spostati da un Paese all’altro degli States.

Nei giorni scorsi, quando la notizia del nuovo registro è stata pubblicata da Usa Today, il sito è stato spesso inaccessibile. Una falsa partenza per eccesso di contatti: molti cittadini devono essersi precipitati a controllare l’identità di vicini e altri sospetti. E sono rimontate le polemiche: da un lato insorgono quanti difendono il diritto alla privacy anche di chi è stato condannato per abusi o violenze sui minori ("hanno già pagato il loro conto alla società" sostengono). Dall’altra gli applausi di quanti antepongono la sicurezza e l’incolumità dei propri bambini davanti a tutto, costi quel che costi.

Giustizia: Senato, manca numero legale sulla ex-Cirielli

 

Adnkronos, 26 luglio 2005

 

L’assemblea di Palazzo Madama ha approvato l’articolo 3 del disegno di legge sulla prescrizione dei reati e la recidiva, la cosiddetta ex Cirielli. Nel corso dell’esame degli emendamenti dell’articolo 4 del ddl, è venuto a mancare tre volte il numero legale, il presidente di turno Francesco Moro ha dichiarato chiusa la seduta.

Sicurezza: il ministro Pisanu riferisce giovedì in Senato

 

Adnkronos, 26 luglio 2005

 

In un comunicato della presidenza del Senato ha reso noto che il ministro dell’Interno, Beppe Pisanu, riferirà in tema di terrorismo all’Aula di Palazzo Madama giovedì 28 luglio alle 15. Oggi il presidente del Senato, Marcello Pera, in Aula ha detto di ritenere "utile e opportuno che il pacchetto Pisanu sul terrorismo fosse presentato immediatamente al Parlamento". "Ho già dato la disponibilità del Senato - ha aggiunto Pera - a esaminarlo subito nella giornata di oggi, affinché possa essere discusso e votato. Credo che potrebbe esser fatto, nel corso di questa settimana, sia dal Senato che dalla Camera, in modo tale che il Parlamento possa aver deliberato in proposito prima della conclusione dei lavori per la pausa estiva. Questo consentirebbe - ha spiegato il presidente del Senato - di assicurare di più i nostri cittadini e anche di dare un seguito operativo alle dichiarazioni espresse in quest’Aula". Pera ha quindi concluso facendo osservare che, in caso contrario, "le scadenze si protrarranno a dopo la pausa estiva". Questa mattina, Pera, intervenendo in apertura di seduta a Palazzo Madama e ricordando le vittime del recente attentato a Sharm el Sheik, aveva sottolineato: ‘Il terrorismo islamico ha massacrato ancora". "Ha colpito esseri umani - ha aggiunto il presidente del Senato - rei di essere giudei e cristiani e cioè colpevoli, non di aver fatto qualcosa, ma di esser qualcosa. Questo terrorismo - ha aggiunto - mira alla nostra cultura, alla nostra civiltà, al nostro modo di vita".

"Questo terrorismo - ha proseguito il presidente del Senato - che ci dipinge come un Satana, o come una civiltà degradata, non passerà. Ci ha dichiarato guerra, ma non vincerà. Ci vuole distruggere, ma non prevarrà. Però noi sappiamo che la guerra sarà lunga e cruenta".

Sicurezza: Prodi sul Pacchetto Pisanu; prima si approva, meglio è

 

Adnkronos, 26 luglio 2005

 

"Il pacchetto sicurezza più presto viene approvato meglio è". Lo ha detto Romano Prodi al termine del vertice dell’Unione che oggi ha dato il via libera da parte di tutti i segretari della coalizione al Manifesto dei valori, un documento in otto punti che costituirà la ‘carta d’identità’ dello schieramento.

"Dobbiamo cercare di dare ai nostri cittadini tutte le rassicurazioni possibili - ha aggiunto - chiaramente non potremmo mai rassicurarli fino in fondo". Prodi ha poi riferito che nell’Unione "sul problema del terrorismo c’è accordo completo, ma su questo stiamo rielaborando il testo che domani mattina sarà alla lettera completo".

"Mi sembra che i fatti di Sharm el Sheikh - afferma - obblighino a un’ulteriore riflessione. Emerge che in questa ulteriore tragedia che insanguina il mondo ormai a un ritmo infernale c’è un passo in avanti nella strategia del terrorismo. A Sharm el Sheikh non si sono colpiti gli occidentali, si è colpita una popolazione di un paese arabo proprio perché, in questi anni, l’Egitto aveva svolto una politica moderata nell’ambito della politica mondiale e questo merita un’ulteriore riflessione. Domani il capitolo sul terrorismo verrà aggiornato di fronte a tutto questo".

Poi, ai cronisti che gli chiedevano se fosse d’accordo con Pera in merito a uno scontro di civiltà tra Occidente e Islam, Prodi ha risposto: "Se sono d’accordo con Pera? Ma neanche per sogno, non sono assolutamente d’accordo con queste interpretazioni restrittive e strumentali".

E in merito alla necessità di aprire un dialogo con l’Islam moderato, così come sottolineato in un’intervista dal ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, il leader dell’Unione osserva che "quanto accaduto a Sharm el Sheikh obbliga ancora di più a intavolare un dialogo con l’Islam moderato perché è l’Islam moderato che è stato colpito a Sharm el Sheikh. Questo è il motivo che ci obbliga ancora di più, già prima lo dicevamo, ad aprire questo dialogo".

Cremona: corso di arti figurative all’interno del carcere

 

La Provincia di Cremona, 26 luglio 2005

 

L’arte che aiuta ad evadere. E questo rischio non è tale, neppure se gli artisti sono i detenuti di Cà del Ferro. Il Centro Territoriale Permanente in collaborazione con il circuito espressivo di Attraversarte ha organizzato una singolare iniziativa che ha portato gli artisti under 35 a lavorare a diretto contatto con i detenuti della casa circondariale, in un’esperienza unica dal punto di vista umano. A coordinare il progetto è stata Elena Blasi, affiancata da Eloisa Alquati, Gianluca Mangano, Siria Bertorelli e Michele Bozzetti di Attraversarte. Il progetto ha permesso a una trentina di detenuti di mettersi alla prova con i linguaggi espressivi e grafici, mutando gli spazi asettici con la realizzazione di due murales che in vario modo raccontano la voglia di raccontarsi e vedere l’esterno dei detenuti artisti. Uno dei murales - realizzati nelle aule di laboratorio - rappresenta una visione "stellare" della città, una sorta di globo terracqueo, un mondo ideale e fantastico che si apre dietro una porta. Il secondo murales è la citazione di Guernica di Picasso, una libera citazione del capolavoro che è simbolo della violenza di tutte le guerre. I ragazzi del carcere hanno inoltre realizzato due volumetti: Beautiful story... un viaggio sul muro e Autoritratti... firme visive per un murales, documentando l’esperienza fatta con gli artisti di Attraversarte, un modo per dare un segno - anche all’esterno - della vita che c’è oltre le sbarre e della voglia di dirsi di chi ‘risiedè a Cà del Ferro. Il progetto di "educazione ai linguaggi dell’arte" ha permesso di scambiare competenze fra gli artisti di Attraversarte e i detenuti, un progetto realizzato grazie all’indispensabile collaborazione con la direzione della Casa Circondariale di Cremona.

Cremona: la Caritas diocesana e il progetto "Fratello lupo"

 

La Provincia di Cremona, 26 luglio 2005

 

Gentile Direttore, il suo giornale non ha mancato di evidenziare in passato, ma anche recentemente, le gravi e spesso drammatiche condizioni di vita nelle carceri italiane. La Caritas Cremonese opera da tempo all’interno del carcere di Cremona e da circa un anno ha promosso il progetto "Fratello lupo" che, ispirandosi alla figura di Francesco di Assisi e al suo incontro con il lupo di Gubbio, vuole tentare di dare risposta ai bisogni dei detenuti, ma anche informare e formare sulle problematiche relative al mondo del carcere, alla giustizia, al senso della pena. Il progetto "Fratello lupo" vuole ora lanciare una modesta, ma si spera significativa, iniziativa, "carcerati? I care!… e lo faccio vedere", sia per sensibilizzare su un mondo spesso giudicato con ostilità perché poco conosciuto, ma anche per poter esprimere in qualche modo preghiera, vicinanza e solidarietà ai detenuti.

L’invito è a fare proprio il famoso motto di don Milani e viverlo verso i carcerati e cioè a interessarsi e a cercare di capire i problemi, i drammi, l’umanità che giornalmente vivono i detenuti. L’appello è a chiedersi se l’attuale sistema penitenziario sia veramente funzionale alla sicurezza, alla giustizia, al recupero umano e sociale o se, come diceva Giovanni Paolo II, "questa forma punitiva riesce solo in parte a far fronte al fenomeno della delinquenza. Anzi, in vari casi, i problemi che crea sembrano maggiori di quelli che tenta di risolvere. Ciò esige un ripensamento…".

A chi vuole fare tutto questo chiediamo un piccolo gesto: esporre, attaccata alla borsetta, allo zaino, alla ventiquattrore, alla cartella di scuola, allo specchietto della macchina, alla bicicletta, allo scooter… ovunque si veda, la coroncina del rosario di "Fratello lupo". Un modo semplice per dire I Care! e, per chi vuole, essere vicino con la preghiera del santo rosario ai carcerati. Per sostenere il progetto Fratello lupo, per avere maggiori informazioni o per chiedere le coroncine, contattare la Caritas Cremonese, Via Stenico 2/b, 26100 Cremona - tel/fax 0372/35063 www.caritascremonese.it. Grazie per la collaborazione e l’ospitalità. Caritas Cremonese.

Bologna: situazione carcere è complessa, drammatica ed esplosiva

 

Redattore Sociale, 26 luglio 2005

 

"La situazione è complessa, drammatica ed esplosiva". Desi Bruno, avvocato e garante per i diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Bologna, commenta così il primo rapporto semestrale dell’Ausl bolognese sullo stato delle carceri cittadine che ha denunciato, per la Dozza, oltre il doppio delle persone recluse rispetto alla capienza dell’istituto. E lo fa a meno di un mese dalla sua elezione, avvenuta lo scorso 4 luglio ad opera del Consiglio comunale. "Il sovraffollamento degli istituti penitenziari sembra destinato ad aumentare con le nuove norme in materia di immigrazione e con la proposta di legge Fini sulle tossicodipendenze.

È un problema che dipende da scelte legislative e che non si risolve neanche costruendo nuove prigioni – spiega Desi Bruno -. Per decongestionare le carceri bisognerebbe far leva sugli strumenti normativi, sulle misure alternative alla detenzione e sull’inserimento lavorativo dei detenuti. Anche la sanità è un tema scottante – continua il garante -. A Bologna ci sono pochi medici e pochi psicologi rispetto al numero delle persone recluse, ed esiste anche il problema della scarsezza dei farmaci".

Da quando ha preso possesso del suo incarico, Desi Bruno ha incontrato consiglieri comunali, assessori, deputati e ha in programma di far visita al carcere della Dozza, all’istituto penale per minori del Pratello (anche se per entrare le serve ancora l’autorizzazione del magistrato di sorveglianza) e di vedersi con i dirigenti dell’Ausl di Bologna e della Regione Emilia Romagna e con tutte le associazione che ruotano intorno al pianeta carcere. Inoltre vorrebbe riuscire a costruire un canale che la portasse all’interno del cpt di via Mattei.

"Ma per legge non è ancora possibile per il garante per i diritti delle persone private della libertà personale visitare i centri di permanenza temporanea", precisa Desi Bruno. "Il garante è una figura nuova – ce ne sono quattro in tutta Italia, a Torino, Firenze, Roma, oltre che a Bologna –, sperimentale e si spera pilota, che ha bisogno di inventarsi tutto un suo percorso d’azione in modo da riempire di contenuti questo difensore civico dei detenuti".

Che ha la funzione di adoperarsi per migliorare le condizioni di reclusione, di promuovere iniziative di sensibilizzazione pubblica sui temi dei diritti umani e dell’umanizzazione delle pene, del reinserimento socio lavorativo e della formazione delle persone che stanno in carcere. "Inizio da una situazione di partenza difficile, ma il fatto che sia stata istituita questa figura è già di per sé un segnale di apertura culturale, tanto che entro l’anno mi piacerebbe riuscire a organizzare un convegno su questi temi", conclude Desi Bruno.

Droghe: Roma; "Genitori ed amici, insieme contro la droga"

 

Redattore sociale, 26 luglio 2005

 

"Sono oltre 2000 i genitori di tossicodipendenti, che dal 1987 ad oggi hanno ricevuto assistenza dall’Associazione Genitori ed Amici Insieme Contro la Droga", secondo quanto riportato dalla rivista on-line "Vocidivia" (www.vocidivia.it) del Municipio XVI di Roma. L’attività dell’Associazione si è sviluppata inizialmente come forma di supporto alla Fondazione Villa Maraini, collocandosi fin da subito come fonte di sostegno per i parenti degli utenti che si rivolgevano a tale struttura. Poi, in seguito, ha acquisito una propria valenza autonoma e specifica, con il conseguente ampliamento del raggio di intervento a tutti i genitori che avessero sentito l’esigenza di confrontarsi sulle problematiche della droga.

In modo particolare, attraverso il progetto "Tornando a Casa", si dà assistenza ai genitori di figli usciti da esperienze di detenzione per reati relativi allo spaccio e alla tossicodipendenza, nel difficile processo di reinserimento all’interno del nucleo familiare. Attraverso la partecipazione a specifici gruppi di "auto-aiuto", si mettono i genitori nella condizione di potersi confrontare con altre persone che attraversano la medesima situazione, dandogli in tal modo il coraggio di uscire dal proprio guscio e di reagire in maniera positiva.

Al di là di questi gruppi, l’Associazione attraverso operatori professionisti, porta avanti anche attività di counseling, sportelli sociali e interventi di prevenzione al disagio giovanile all’interno delle scuole. "All’attivo abbiamo una serie di progetti che riteniamo davvero importanti per lo svolgimento del compito che ci siamo dati - ha affermato Stelio Vischetti, responsabile e coordinatore delle attività dell’Associazione - Il problema però è sempre lo stesso: i fondi che non ci sono ed i finanziamenti sempre più scarsi. Tutti i servizi che la nostra Associazione mette a disposizione di quanti ne facciano richiesta sono gratuiti, e quasi sicuramente non potrà proseguire la sua opera a causa di un finanziamento che diventa sempre più esiguo".

Iran: 16 e 18 anni, sono stati impiccati perché omosessuali

 

Ansa, 26 luglio 2005

 

Il 19 luglio 2005 due adolescenti iraniani di 16 e 18 anni, sono stati processati e impiccati perchè omosessuali. È successo nella città di Mashad, dopo un processo farsa e una sentenza pronunciata dalla Corte Suprema di Teheran. Prima dell’impiccagione sono stati detenuti in carcere 14 mesi e torturati ricevendo 228 frustate. Fonti attendibili ci informano che dal 1979 nella Repubblica Islamica dell’Iran sono state giustiziate almeno 4000 persone la cui unica colpa era di essere lesbiche o gay. Uno sterminio silenzioso di cui spesso non si sa nulla.

Come associazione gay e lesbica intendiamo esprimere la più ferma condanna a questa ennesima inumana esecuzione, un atto che lede i diritti umani, un’ atrocità che non può e non deve essere giustificata da nessuna ideologia o legge religiosa. Nessuno può essere messo a morte per nessun motivo, tantomeno per il proprio orientamento sessuale. Esigiamo che il nostro paese prenda le distanze ufficialmente dal comportamento inumano perpetrato dalla giustizia iraniana e provveda a inoltrare ufficiale e dura protesta presso le competenti autorità diplomatiche della Repubblica Islamica dell’ Iran nel nostro paese. Flavio Romani, Federico Borghi, Henry Gallamini, Patrizia Turchi, Cristina Zanella di Circomassimo - arcigay e arcilesbica - Ferrara

Pordenone: lo spettacolo "Sexmachine" nelle carceri femminili

 

Il Gazzettino, 26 luglio 2005

 

Il nuovo spettacolo "Sexmachine" di Giuliana Musso (di recente premiata dal gotha del teatro italiano quale migliore attrice italiana emergente per il 2005), dall’autunno comincerà ad essere portato in scena nelle carceri femminili. Lo spettacolo, da lei interpretato e scritto, con il contributo della pordenonese Carla Corso, fondatrice e presidente del Comitato nazionale per i diritti civili delle prostitute, e la regia di Massimo Somaglino, apre una finestra sulla vasta categoria di persone: quella che cerca il sesso a pagamento. In un mondo dove si sprecano i reportage su chi sono, quanto guadagnano, da dove vengono le prostitute, la Musso ha voluto soffermarsi sulla figura del cliente, "perché - spiega Carla Corso - i rapporti sessuali a pagamento in Italia sono ogni giorno più di 25.000, quasi 10 milioni all’anno ed esprimono in modo chiaro un bisogno che i rapporti gratuiti e reciproci o non possono o non sanno soddisfare".

"Sexmachine" non è un monologo, né una tirata sociologica o moralistica, ma un puzzle di sei personaggi, maschi e femmine, delle vite e delle parole dei quali l’attrice si fa carico, per disegnare un spaccato variegato, anche comico, comunque impietoso, del Belpaese e del suo popolo di santi, poeti, navigatori e uomini che di notte vanno in cerca di lucciole. "La pièce - aggiunge la Corso - sarà portato in giro per le carceri femminili italiane su espressa richiesta delle detenute, che si sono dimostrate molto interessate a questo tema".Intanto è stato rifinanziato dal ministero delle Pari opportunità il progetto Stella Polare, diretto dalla Corso, che da due anni ha messo radici anche in città, con la partnership dei Servizi sociali, e dell’Ass 6, allo scopo di recuperare e reinserire le vittime del traffico di esseri umani. Stella Polare in città gestisce due appartamenti, occupati da giovani, ex schiave, diventate destinatarie di percorsi di recupero e borse lavoro.

A Trieste, invece, Stella polare, opera ormai da 5 anni, con tre case d’accoglienza e in questo arco di tempo, ha permesso il recupero e il reinserimento nella vita sociale di 50 ragazze. Il progetto, curato dal Comitato per i diritti civili delle prostitute, opera attraverso il numero verde: 800290290. L’èquipe del progetto, si ricorda, è formata da un’operatrice, da un’educatrice, da una psicologa e dalle mediatrici culturali di differenti nazionalità. Ha il compito di accogliere le vittime della tratta che vogliono intraprendere un percorso per uscire dalla prostituzione; offrire sostegno a chi non intende lasciare il lavoro di strada, incoraggiandone l’autodeterminazione; prevenire la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili e delle interruzioni di gravidanza, promuovendo i contraccettivi; sensibilizzare la gente sul fenomeno della prostituzione, favorendo la convivenza civile al fine di combattere il razzismo e l’esclusione di cui le donne sono spesso vittime.

Giustizia: Capezzone; prima delle ferie decisione su amnistia

 

Apcom, 26 luglio 2005

 

"Non so se riuscirà alla maggioranza il colpo di mano dell’approvazione in extremis della cosiddetta ex-Cirielli, che sarebbe provvidenziale per una sola persona (buon per lui) e, invece, devastante per migliaia di poveri cristi". Lo afferma in una nota il segretario dei Radicali italiani Daniele Capezzone. "Ma - prosegue - in ogni caso, chiedo che il Parlamento torni subito a discutere di amnistia, come troppe volte ha promesso di fare. Si faccia tesoro della disponibilità del Presidente della Commissione Giustizia della Camera Pecorella, della sensibilità manifestata da tanti gruppi, di quanto di positivo emerse anche al Senato (l’iniziativa legislativa dei Senatori a vita, l’intervento dello stesso Presidente Pera, ecc.) a seguito dell’ultima azione nonviolenta di Marco Pannella". "Chiedo alle Camere di decidere prima delle vacanze (anche perché i detenuti non vanno in ferie...). Tutti sanno che - conclude Capezzone - nelle carceri, si prepara un’estate difficilissima, come lo stesso Ministro Castelli ha ragionevolmente previsto ed ammesso: ecco, dinanzi a questa prospettiva, prevenire i problemi con un atto politico giusto e lungimirante è quel che va fatto. Ne vale la pena".

Trieste: Metz (Verdi); detenuti trasferiti per rappresaglia

 

Il Gazzettino, 26 luglio 2005

 

"Il dottor Sbriglia, direttore del carcere di Trieste, nonché assessore comunale di An, ha interrotto le vacanze in Sardegna per ritornare in città e dare una lezione a chi si è permesso, in questa settimana, di iniziare una protesta pacifica per denunciare le condizioni in cui sono costretti i detenuti del Coroneo". Lo afferma il consigliere regionale dei Verdi Alessandro Metz, che riferisce di almeno dieci detenuti che tra sabato e domenica sarebbero stati trasferiti da Trieste in altri penitenziari.

"È molto grave quanto sta accadendo, invece di affrontare i reali problemi che vivono i detenuti, si spera di risolvere tutto allontanando le persone dalla propria città e dalla possibilità di vedere i propri familiari nei colloqui settimanali - continua Metz - alcune di queste persone, erano seguite da diversi servizi sanitari territoriali, e usufruivano anche di cure esterne. Quanto sta emergendo, ha il sapore di una vera e propria ritorsione, inconcepibile in uno stato democratico". Stando a quanto dichiarato da Metz, sarebbero stati trasferiti tutti i detenuti che erano in cella assieme al ragazzo di 30 anni morto un mese fa, su cui c’è ancora una indagine in corso sulle cause della morte".

Torino: Rapporto annuale dell'Associazione "Nessuno Tocchi Caino"

 

Comunicato stampa, 26 luglio 2005

 

L’Associazione "Nessuno Tocchi Caino" e l’Associazione Radicale "Adelaide Aglietta" presentano l’edizione 2005 del Rapporto annuale di "Nessuno Tocchi Caino" - edizioni Marsilio - dal titolo: "La pena di morte nel mondo". La presentazione si terrà domani, mercoledì 27 luglio, alle ore 11.00 presso la sala delle Congregazioni del Comune di Torino, via Milano, 1. Saranno presenti:

Gianluigi Bonino - Assessore del Comune di Torino

Gianni Oliva - Assessore della Regione Piemonte

Sergio D’Elia - Segretario di Nessuno Tocchi Caino

Elisabetta Zamparutti - curatrice del Rapporto 2005

Silvio Viale - Presidente Associazione Radicale "Adelaide Aglietta"

Interviene: Laura Morra di Cella - console del Senegal a Torino

Coordina: Bruno Mellano - membro del board di Nessuno Tocchi Caino e

Segretario dell’Associazione Radicale "Adelaide Aglietta"

 

Bruno Mellano ha dichiarato: "Quest’anno il rapporto è dedicato ad Abdoulaye Wade, Presidente della Repubblica del Senegal, che dopo aver dichiarato fuori legge la pratica delle mutilazioni genitali femminili nel 1999, e aver nominato, per la prima volta nella storia del Senegal, una donna alla carica di ministro nel 2001; lo scorso 10 dicembre 2004, in concomitanza con la Giornata mondiale dei Diritti umani, ha abolito, con il sostegno dell’Assemblea Nazionale del Senegal, la pena di morte per tutti i reati. Il Senegal diventa così il terzo Stato a maggioranza islamica ad aver abolito totalmente la pena capitale.

Ancora una volta il Rapporto sulla pena di morte nel mondo, giunto all’ottava edizione, ha il compito di sensibilizzare tutte le personalità del mondo politico e culturale oltre ai semplici cittadini, sull’importanza della campagna transnazionale volta ad ottenere al più presto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite una risoluzione di moratoria universale della pena di morte in vista della completa abolizione. Inoltre, il Rapporto, è la più completa banca dati relativa ai passi avanti fatti in questi anni, dove il boia si è visto progressivamente ridurre gli spazi di azione."

 

 

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