Rassegna stampa 15 luglio

 

Cremona: detenuto si impicca in cella, muore in ospedale

 

Provincia di Cremona, 15 luglio 2005

 

Ha deciso di farla finita e, probabilmente all’alba di ieri, si è impiccato nella cella in cui era detenuto da qualche tempo nella casa circondariale di via Cà del Ferro. Le guardie in servizio di vigilanza nel penitenziario, si sono accorti del dramma quando l’uomo, un italiano, era ancora vivo. Ormai senza sensi, ma vivo. L’allarme, e la richiesta di soccorso, sono scattati immediati. Ad intervenire è stato il personale del 118: messe in atto nella cella tutte le necessarie pratiche rianimatorie, medici e operatori hanno poi trasportato il detenuto all’ospedale Maggiore. E lì, secondo quanto si è appreso, il carcerato è morto a metà mattina. Su quanto accaduto, ovviamente, si sta indagando e la magistratura cremonese, come da prassi, ha aperto un’inchiesta. Stando ai primi accertamenti, comunque, non ci sarebbero dubbi sul suicidio. Saranno comunque eseguiti tutti gli accertamenti necessari per sciogliere ogni perplessità.

Giustizia: 80% dei magistrati sciopera; Castelli: atto politico

 

La Repubblica, 15 luglio 2005

 

"Contro questo governo è già il quarto sciopero dei magistrati, rischiate di trasformarlo in una lotta politica contro il Parlamento". Nel giorno dello sciopero delle toghe - con il sindacato che annuncia un’adesione attorno all’85% - il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, si rivolge così al presidente dell’Associazione nazionale magistrati Ciro Riviezzo nel corso della trasmissione Radio Anch’io. E nel corso della giornata il ministro risponde anche all’ipotesi "nata da quei matti di Repubblica, ovviamente in senso costituzionale" alludendo all’ipotesi ricostruita dal nostro giornale sulla possibilità che il capo dello Stato stia pensando di non firmare la riforma bocciandola per la seconda volta. "Il capo dello Stato non firma la riforma dell’ordinamento giudiziario per la seconda volta? Non credo proprio. Ciampi è troppo saggio per pensare a cose di questa natura", dice il Guardasigilli. Tornando ai magistrati, "lo sciopero è una forma legittima di manifestazione - dice il Castelli - Ma est modus in rebus. Contro questo governo è già il quarto sciopero.

Un fatto che non ha precedenti nella storia dello Stato italiano. Questo rischia di diventare uno scontro politico che porta al mancato rispetto di una istituzione come il Parlamento. Invito quindi tutti a rispettare le decisioni del Parlamento". Un attacco che Riviezzo respinge seccamente. La riforma dell’ordinamento giudiziario rinviata alle Camere dal capo dello Stato per quattro punti di palese incostituzionalità ed ora in dirittura d’arrivo alla Camera, viene bollata come "punitiva" dal sindacato delle toghe: "Noi non scioperiamo contro un altro potere dello Stato ma segnaliamo all’opinione pubblica una legge che lede l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e che presenta diversi aspetti di incostituzionalità". Ma Castelli insiste e annuncia che il nuovo ordinamento giudiziario sarà votato in via definitiva dalla Camera "la settimana prossima".

E se la riforma viene votata prima di luglio "sarà completata entro la legislatura" prevede il ministro. I membri laici della Cdl al Consiglio superiore della magistratura confermano stamani l’intenzione di far mancare il numero legale e impedire al plenum di discutere il parere della sesta commissione di Palazzo dei Marescialli sulla riforma. Il gruppo vuole così impedire al Csm di "assumere un proprio ruolo politico", pronunciandosi sulla riforma ormai prossima al via libera definitivo da parte della Camera, peraltro proprio nel giorno dello sciopero dei magistrati. Intanto il ministro delle Riforme e collega di partito di Castelli Roberto Calderoli presenta un esposto contro lo sciopero dei magistrati chiedendo di accertare se esistano i presupposti per l’ipotesi di reato di interruzione di pubblico servizio. Cominciano ad affluire i primi dati sull’adesione alla protesta. A Palermo ha scioperato l’82% dei magistrati in servizio nel distretto della Corte d’Appello. A Roma la giornata di riflessione è cominciata con una toga ripiegata su una sedia vuota sul banco della presidenza. A Genova volantinaggio per spiegare le ragioni della protesta. A Milano, secondo quanto riferiscono i rappresentanti della sezione locale dell’Anm, l’83.3% dei magistrati ha aderito allo sciopero.

Giustizia: Battisti (DL), governo abbandona sistema carceri

 

Ansa, 15 luglio 2005

 

"Tutto il sistema penitenziario è abbandonato a se stesso. Vari sono i soggetti che vivono situazioni difficili: i detenuti, ovviamente; il personale che opera all’interno del carcere; il mondo sanitario che ruota all’interno e intorno al sistema carcerario". Lo ha dichiarato il senatore della Margherita Sandro Battisti. "Abbiamo raggiunto - ha precisato Battisti - un numero di detenuti che non ha pari dall’inizio della Repubblica fino ad oggi: siamo infatti ormai alla soglia dei 60.000 detenuti, ossia circa 20.000 in più della capienza massima prevista. In tale numero, peraltro, non vengono presi in considerazione sia gli altri soggetti che sono in situazione di detenzione, seppur non all’interno del carcere, ma che sono in condizioni di detenzione domiciliare e scontano pene alternative, sia le persone che sono in attesa di esecuzione della pena, per molte delle quali non si eseguono i provvedimenti perché, non si sa come e dove eseguirli". "All’interno del carcere - ha aggiunto Battisti - vi è una situazione sanitaria che più volte abbiamo riscontrato essere assolutamente pericolosa, e che ha raggiunto una soglia di pericolosità assai elevata per tutti, non solo per i detenuti. Questo Governo - ha concluso - ha grandi responsabilità nel sottrarre energie economiche, finanziarie ed umane ad un sistema che ne avrebbe davvero molto bisogno".

Giustizia: la moglie di Cutolo; "sulla grazia Ciampi ci ascolti"

 

Il Mattino, 15 luglio 2005

 

Si sono rivisti lunedì scorso, nel carcere di Novara. Immacolata Iacone ha trovato Raffaele Cutolo, suo marito, provato dalla malattia: le mani gonfie, lo sguardo debole. Ma deciso a combattere l’ultima battaglia, la domanda di grazia inviata al presidente della Repubblica. Una mossa che la sposa dell’ex padrino della Nuova camorra organizzata è pronta a sostenere fino in fondo. "Sono felice di questa decisione - ha ribadito ieri la donna - mi dispiace solo che abbia aspettato fino a oggi prima di assumere l’iniziativa. Adesso spero che la sua domanda venga presa in considerazione".

L’iter della pratica resta però complesso e i tempi di valutazione della richiesta non saranno certo brevi. Il passato di Cutolo, che sta scontando l’ergastolo a Novara in regime di carcere duro, rende inevitabilmente discussa una decisione sul punto. E negli ambienti politici non mancano le riserve. Afferma ad esempio Massimo Brutti, deputato ds: "Su questi argomenti si deve osservare, da parte di chi ha responsabilità politiche, un doveroso riserbo. La grazia è tra le prerogative del Capo dello Stato, dunque non è opportuno né ingerirsi né suggerire. Pertanto - prosegue il parlamentare - non posso far altro che ricordare lo straordinario spessore criminale di Raffaele Cutolo. Come Luciano Leggio, Totò Riina, Bernardo Provenzano, è una figura-chiave nella storia dei poteri criminali del nostro Paese.

E rispetto all’esperienza di capo di una delle organizzazioni camorristiche più pericolose che l’Italia abbia conosciuto, non mi pare ci sia stata da parte sua alcuna significativa resipiscenza. Inoltre - conclude Brutti - le sue vicende sono intrecciate con le deviazioni degli apparati dello Stato, nella vicenda del questo Cirillo fino all’occupazione del Sismi da parte dei gruppi piduisti. Questa è la storia, poi non spetta a me decidere". Cauto anche il presidente della commissione Antimafia Roberto Centaro, senatore di Forza Italia: "Questi sono atti riservati alla valutazione del ministro della Giustizia e del presidente della Repubblica ed ogni valutazione può apparire inopportuna perché potrebbe ingenerare contrapposizioni o forme di condizionamento politico. Certamente - evidenzia però Centaro - non posso che condividere le considerazioni svolte dal senatore Brutti". Il caso fa discutere anche negli ambienti giudiziari.

Il giudice Enzo Albano commenta: "Sono stato sempre molto attento ai principi costituzionali e alla necessità di tentare il reinserimento dei detenuti. Non so dire quanto Raffaele Cutolo abbia tagliato i ponti con il passato. Di sicuro però è stato uno dei capi della camorra, non mi pare abbia mai mostrato segni di pentimento. E questo è un momento poco felice per essere perdonisti". Per il procuratore aggiunto Paolo Mancuso "Cutolo è sicuramente un uomo che, nel suo ambiente, è dotato di grande carisma. Ma in questo momento, almeno per quelle che sono le mie conoscenze, è fuori dalla storia. Altro credo che non si possa aggiungere".

Pescara: un film documentario realizzato dai detenuti

 

Il Messaggero, 15 luglio 2005

 

Verrà proiettato domani, nell’aula magna del nuovo tribunale di Pescara, il documentario "Residence S. Donato", video realizzato dai detenuti allievi dei laboratori di cinema e scrittura attivati all’interno della casa circondariale di Pescara con il coordinamento degli insegnanti Giancarlo Cerullo, Enzo Citarella e Maria Chiara Manni. Un lavoro prodotto dall’Associazione Cinematografica Multimediale Abruzzese e finanziato dalla Regione Abruzzo, che sempre per venerdì ha organizzato la proiezione di altri due documentari: "Campo Corto" di Marcello Nieto, Santino Stefanini e Alejandro Carrino, e "Confini" di Maurizio Fiume. Tema comune dei tre documentari è naturalmente il carcere.

Giustizia: Castelli ordina inchiesta ministeriale su "caso Forleo"

 

Ansa, 15 luglio 2005

 

In seguito alla bagarre milanese scoppiata tra il gup Clementina Forleo e alcuni agenti di polizia, il ministro della Giustizia Roberto Castelli ha deciso di avviare un’inchiesta sul comportamento tenuto dal magistrato. Lo "scontro verbale" si era verificato durante il fermo di un extra-comunitario che aveva tentato la fuga dopo esser stato sorpreso senza il biglietto dell’autobus. Clementina Forleo, nonostante venerdì scorso fosse "fuori servizio", era intervenuta prendendo le difese dell’egiziano e contestando,

oltre all’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, anche i metodi "brutali" usati dagli agenti. La polizia aveva parlato di "interferenza" e la Lega era insorta accusando la Forleo di "un protagonismo fine a se stesso". Il secondo round tra il Gup e i lumbard era ormai partito: dopo avere scarcerato due islamici perché considerati "guerriglieri" e non terroristi, la Forleo si sarebbe questa volta macchiata di una sorta di "eccesso di cittadinanza".

Nell’interrogazione presentata dal deputato leghista Dario Galli, si chiede al Guardasigilli di "sondare" se sussistano gli elementi per un’azione disciplinare nei confronti del magistrato. Alla luce dei fatti, "è mia intenzione - ha riferito Castelli durante il question time alla Camera - affidare all’ispettorato generale l’effettuazione di un’inchiesta volta alla puntuale ricostruzione di quanto avvenuto, e in particolare accertare se e in quale misura siano stati osservati, da parte della dottoressa Forleo, i canoni deontologici cui si deve conformare il comportamento del magistrato in ogni circostanza, anche al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni". Ossia, anche quando è in "abiti civili". Solo al termine dell’indagine, Castelli deciderà se adottare o no provvedimenti disciplinari, sottolineando, tuttavia, che "ogni decisione è poi rimandata al Csm". Una precisazione per evitare di inquinare ulteriormente i rapporti con le toghe.

Il ministro si è presentato in aula con in mano già alcuni "elementi informativi" poco favorevoli al Gup. Nella nota trasmessa dal presidente della Corte di appello di Milano a Via Arenula vengono riportate le "lamentele" del questore riguardo "all’irrituale intervento del magistrato" che ha offerto "un’immagine distorta dei rapporti tra autorità giudiziaria e forze dell’ordine". E la relazione degli agenti in servizio, dove si parla di certe frasi poco "amichevoli" della Forleo e della sua "resistenza" nel mostrare il documento di identità.

Bacchettando i poliziotti mentre svolgevano il loro dovere, secondo i leghisti la Forleo, "qualificandosi come magistrato, è intervenuta senza titolo, esercitando un abuso nell’esercizio delle proprie funzioni e una pressione psicologica nei confronti delle forze dell’ordine". "Intralciando" così il lavoro della polizia. La Forleo si è difesa spiegando "di avere agito da privato cittadino" e augurandosi "che quel che ho fatto io lo facciano tutti i cittadini che si trovino nelle mie stesse condizioni". Ma ormai il "dossier" è ufficialmente aperto.

Benevento: giovani detenuti in scena nell’Ipm di Airola

 

Il Quaderno, 15 luglio 2005

 

Ieri 14 luglio, alle ore 20.30, nella sala Teatro dell’Istituto Penale per Minorenni (Ipm) di Airola è pienamente riuscito, davanti ad un folto e partecipe pubblico, lo spettacolo teatrale "Parole ‘e Anema", una ricerca espressiva nel mondo teatrale di Raffaele Viviani con i giovani dell’Istituto Caudino, curata dalla Compagnia "I Refrattari" di Caserta. L’iniziativa è stata voluta dal Settore Tecnico Amministrativo Provinciale di Benevento "Formazione Professionale" 17/08 della Regione Campania attraverso il Centro di Formazione Professionale Regionale "Barsanti" e in collaborazione con il Ministero della Giustizia-Ipm di Airola. Sono intervenuti il Dirigente del Settore Ormel e responsabile della Misura 3.4 del POR Campania Massimo Angrisano, la Direttrice dell’Istituto Penale per Minori Mariangela Cirigliano.la Vicedirettrice della Casa Circondariale di Benevento Armanda Rossi ed il Dirigente del Settore 17/08 Ugo Chiavelli. La Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Alessandrina Lonardo, impossibilitata a partecipare per precedenti impegni istituzionali, ha fatto pervenire un telegramma mostrandosi vicina e sensibile all’iniziativa.

È stata una giornata davvero particolare, quella di ieri, per l’Istituto caudino, anche al centro della ribalta televisiva nazionale per l’iniziativa, presa da Maurizio Costanzo per Canale 5, di fare incontrare ad Airola il pregiudicato Mario Savio, boss dei Quartieri Spagnoli di Napoli, condannato all’ergastolo, col figlio 17enne ivi detenuto per furto. Savio ha voluto lanciare un pubblico appello al ragazzo ad abbandonare la delinquenza ed a rifarsi una vita onesta.

L’iniziativa dello Stap 17/08 di Benevento, attraverso i mezzi dell’espressione artistica, mira allo stesso risultato. E così ieri sera, guidati dalla Compagnia casertana otto di loro (Genny, Carmime, Giovanni, Raffaele, Nunzio, Vittorio, Salvatore e Mario), con l’aiuto di tre attori de "I refrattari" (Letizia Cinelli, Angela Del Vecchio e Luca Nicolò), hanno compiuto un significativo viaggio nel mondo della strada di Viviani, "all’insegna di un unico colore: quello di una verità che appare alterata ma solo perché vista con gli occhi di chi non sa o non vuol vedere".

Il lavoro è stato realizzato nell’ambito della Misura 3.4 del POR Campania 2000-2006 gestito dal Settore TAP 17/08 tramite il Centro "Barsanti" di Benevento, per l’attività non corsuale di laboratorio teatrale e di animazione espressiva curata da "I Refrattari". L’altro laboratorio non corsuale che si tiene nel centro caudino è quello musicale.

Ma ancor più intensa è l’attività corsuale che lo Stap 17/08 per il tramite del Centro "Barsanti" svolgono ad Airola con percorsi formativi sulle arti e mestieri: ceramista decoratore, operatore serigrafico, lavoratore del legno, manutentore edile e pizzaiolo panificatore. Quest’ultimo, in particolare, si svolge all’esterno dell’Istituto di detenzione ed è frequentato, oltre che da sei suoi ospiti, anche da due giovani appartenenti alla cosiddetta area a rischio. Sempre ad Airola, inoltre, in tre botteghe, è in atto anche un’azione di accompagnamento al lavoro di alcuni detenuti che hanno scontato la pena, per poterne agevolare il recupero sociale.

Lo Stap 17/08 tramite il C.F.P.R."E.Barsanti" svolge da anni la attività di formazione finalizzata al reinserimento socio-lavorativo degli ospiti presenti nella Casa Circondariale di Benevento dove, tra l’altro, si svolgono corsi per: manutentore del verde attrezzato, riparatore di piccoli elettrodomestici, operatore art decorer, tipografo - rilegatore ed imbianchino. La recita del 14 luglio fa seguito alle precedenti, analoghe esperienze degli spettacoli "Urla nel silenzio" portato in scena (anche a Benevento ed a Napoli) nell’estate del 2004 e "Tanatos e Psykè" interpretato ad Airola lo scorso 11 dicembre .

Un’ulteriore iniziativa dello Stap 17/08 e del "Centro " Barsanti" in favore dei ragazzi di Airola e dei detenuti di Capodimonte si terrà dal 31 luglio al 2 agosto a Pontelandolfo dove sarà allestito un stand espositivo dei prodotti realizzati, a cominciare dalle belle ceramiche, nell’ambito della locale "44ma estate", nella manifestazione "Artigianato Folklore ed Enogastronomia ". Un buon numero di tali manufatti relativi all’arte presepiale e all’art-decorer su vetro e mosaico,intanto, è stato portato a Montreal in Canada, per essere esposti nell’ambito della manifestazione "Montreal Gift Show" che si terrà dal 28 al 31 agosto da una delegazione della Provincia di Benevento in visita ufficiale. Questa iniziativa è stata organizzata dalla Provincia di Benevento in collaborazione con la Comunità dei Sanniti a Montreal con il patrocinio della Regione Campania. È in programma l’allestimento di una Mostra anche nel capoluogo sannita, presso la Rocca dei Rettori, nel prossimo periodo natalizio.

Giustizia: ex-Cirielli, slitta l’esame; pene più dure per gli usurai

 

Ansa, 15 luglio 2005

 

È slittato a martedì prossimo l’esame della pdl ex-Cirielli, ormai ribattezzata "salva-Previti". A frenare l’iter del provvedimento, ancora una volta come nella seduta di mercoledì, la mancanza del numero legale. Ieri mattina, per tre volte la verifica elettronica delle presenze ha dato esito negativo. E l’Aula di Palazzo Madama si è arenata all’articolo 3, relativo alle pene contro gli usurai. Tra una verifica del quorum e una sospensione, però, l’Assemblea è riuscita ad approvare con voto bipartisan la norma che raddoppia gli anni di carcere per gli strozzini.

Non più da uno a sei anni di reclusione, ma da due a dieci. Ma non è solo l’assenteismo dei senatori a rallentare l’esame del pacchetto che aggrava le pene per i recidivi e taglia i termini di prescrizione dei reati. L’ok di mercoledì agli emendamenti soppressivi dell’articolo 1 sulle attenuanti generiche per gli ultrasettantenni obbliga il testo ad un nuovo passaggio parlamentare. La Camera, che aveva già licenziato la pdl lo scorso dicembre, dovrà riesaminarla. Risultato: il via libera definitivo non potrà arrivare entro l’estate.

L’andamento del voto di questi primi emendamenti ha evidenziato un nuovo atteggiamento da parte di entrambi gli schieramenti. La maggioranza, infatti, ha votato con l’opposizione per abolire le attenuanti generiche per gli ultrasettantenni. E l’opposizione, invece, ha votato con la maggioranza per aumentare le pene contro gli usurai. A quanto pare, il testo non è più blindato. E le perplessità sollevate stanno avendo una risposta concreta.

Sicurezza: Polstrada chiede pene più severe per gli ubriachi

 

Ansa, 15 luglio 2005

 

Pene più severe per chi si mette alla guida in stato di ubriachezza. Le chiede la polizia stradale in occasione del lancio della campagna "Guido con prudenza - zero alcol, tutta vita" contro lo stragi del sabato sera. Oggi in Italia è prevista la perdita immediata di 10 punti dalla patente, la sospensione della patente da uno a tre mesi (elevabili a sei in casi di recidiva entro l’anno), l’arresto fino a 1 mese (pena di fatto mai applicata) e una multa compresa tra i 260 e i 1.032 euro.

"Negli altri paesi europei - spiega però il capo della Polizia Stradale, prefetto Pasquale Piscitelli - le pene sono molto più severe, si arriva a rischiare il ritiro per tre anni della patente e fino a cinque anni di pena detentiva. Credo sia giunto il momento di adeguare anche il nostro sistema sanzionatorio a questi parametri". Chi abbandona un cane rischia fino ad un anno di carcere. Ecco, dice ancora Piscitelli, se ciò avviene, "altrettanta se non maggiore severità vada applicata a chi mette a repentaglio con il proprio comportamento non solo la propria vita, ma anche quella degli altri".

Giustizia: Fp-Cgil; la legge Meduri dimentica i veri problemi

 

Ansa, 15 luglio 2005

 

La legge ‘Medurì sulla dirigenza penitenziaria approvata ieri in via definitiva dal Senato "non interviene affatto" sui problemi degli oltre 60 mila detenuti, né sui "gravissimi problemi" del Corpo di polizia penitenziaria, né risponde dei "guasti" provocati dalla mancanza di risorse economiche che "hanno drammaticamente ridotto i livelli minimi di vivibilità nelle carceri italiane". Lo afferma Fabrizio Rossetti, responsabile nazionale della Fp-Cgi. La nuova normativa, spiega il sindacato in una nota, prevede che più di duecento dirigenti "pur retribuiti come tali, non eserciteranno mai quelle funzioni". La ratio del legislatore, per il sindacato, è sintetizzata nell’equazione "più gerarchia - meno diritti".

"I direttori di carcere - chiarisce Rossetti - vengono infatti sottratti alla disciplina del rapporto di lavoro privatizzato e vengono ricondotti sotto l’alveo della legge" che "trasforma 570 funzionari in altrettanti dirigenti, senza meccanismi di selezione alcuna, provocando il paradosso di una dotazione organica eccessiva rispetto ai reali bisogni del sistema carcerario". Saranno, quindi, 570 dirigenti a fronte di 205 carceri e 60 centri di servizio sociale. Rossetti fa infine notare che la legge Meduri è stata approvata "il giorno prima dello sciopero che i magistrati fanno contro una pseudo riforma dell’ordinamento giudiziario che, tra le altre cose, dispone per loro meccanismi perversi di selezione professionale".

Immigrazione: Folena; la posizione di Fassino sui Cpt è stupefacente

 

Ansa, 15 luglio 2005

 

"Quanto sostiene il segretario dei Ds Pietro Fassino, che si dice contrario alla chiusura dei Cpt, è stupefacente. A chiedere l’abolizione dei centri di permanenza temporanea non sono alcuni scalmanati, o qualche estremista di sinistra, ma 14 presidenti di regione del centrosinistra su 14. Mi chiedo come sia possibile che l’opinione di questi governatori, molti dei quali peraltro diessini, non conti nulla per Fassino".

È il commento di Pietro Folena, esponente di "Uniti a sinistra" e deputato indipendente del Prc. "I Cpt non sono solo inumani e degradanti: sono un vero buco nero nel diritto, in quanto prevedono una forma di reclusione per un illecito amministrativo. Un tempo a sinistra si discuteva se il comunismo dell’Unione sovietica fosse riformabile o meno. Ecco, i Cpt sono come l’Urss: non riformabili. Inoltre tutta questa "attenzione" verso l’immigrazione clandestina, supposta fonte di terrorismo, è del tutto fuori luogo, come è senza senso la scelta della Francia di sospendere gli accordi di Schengen". "Gli attentatori di Londra - sottolinea - erano cittadini britannici, quelli di New York e quelli di Madrid vivevano regolarmente negli Usa e in Spagna. Non si possono calpestare i diritti civili per paura, né è logico accanirsi verso i disperati che arrivano sulle nostre coste e che non mettono bombe, ma chiedono solo condizioni di vita civili".

Roma: donati 5 computer ai ragazzi dell'Ipm di Casal del Marmo

 

Redattore Sociale, 15 luglio 2005

 

Cinque computer compresi di stampanti per i giovani detenuti dell’istituto Penale Minorile di Casal del Marmo: la donazione è della cooperativa sociale Pantacoop, con il sostegno del Garante regionale dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni. Alla fine di maggio l’Ufficio del Garante dei detenuti aveva già donato a Casal del Marmo, cinquanta banchi, cento sedie e cinque lavagne necessarie per allestire cinque nuove aule scolastiche. "La donazione dei computer - ha detto Marroni - si inserisce nelle iniziative che segnano la presenza del nostro ufficio a Casal del Marmo. Prima l’allestimento di aule scolastiche, ora la donazione dei nuovi computer, cui presto seguirà un corso di formazione ad hoc, indicano chiaramente che per noi l’istruzione è uno dei diritti primari, soprattutto quando riguarda giovani rinchiusi in una struttura carceraria".

Ora è allo studio l’attivazione di un corso di formazione all’uso dei computer, i dettagli dei quali stanno per essere definiti dall’Ufficio del Garante regionale dei detenuti con la direzione dell’istituto penale e le altre istituzioni interessate. "Siamo contenti di aver donato questi cinque computer, che serviranno a svolgere attività pedagogiche, proprio in questo periodo - ha detto Mauro Pellegrini, amministratore unico della Pantacoop -. Durante l’estate, infatti, è noto che nelle carceri si diradano le attività istituzionali. I computer serviranno ai ragazzi anche per sviluppare i propri interessi e le proprie capacità personali e ad impegnarsi in una seria attività lavorativa".

Giustizia: Pecorella; serve varare subito l’amnistia e l’indulto

 

Il Messaggero, 15 luglio 2005

 

Forza Italia, con il presidente della Commissione giustizia di Montecitorio, rilancia il tema dell’amnistia e dell’indulto. "Anche quest’anno, come ogni anno", afferma Pecorella, "il 14 luglio il Presidente della Repubblica francese concede l’indulto a migliaia di detenuti. Ciò dimostra che amnistia ed indulto sono perfettamente compatibili con il buon funzionamento della giustizia. In Italia, invece, da oltre quindici anni non è più concessa né amnistia né indulto nonostante la grave situazione delle carceri: situazione destinata ad aggravarsi, come è noto, durante il periodo estivo".

"Per tale ragione", aggiunge l’esponente di Forza Italia, "sento il dovere di proporre nuovamente a tutti i gruppi politici di riprendere senza alcun indugio l’esame in Commissione delle proposte di legge in materia di amnistia ed indulto, esame interrotto quando l’iter legislativo era oramai in stato avanzato. Se l’Ufficio di presidenza, che ho convocato per martedì prossimo, sarà d’accordo, l’esame in sede referente potrà riprendere in Commissione già dalla prossima settimana". A favore della proposta di Pecorella si schierano il verde Paolo Cento e l’associazione Antigone che si batte per i diritti dei detenuti. Comune l’appello: "Fare presto e non suscitare attese senza poi intervenire".

Giustizia: grazia per Raffaele Cutolo, il gelo del governo

 

Il Mattino, 15 luglio 2005

 

La domanda di grazia proposta da Raffaele Cutolo incontra il gelo da parte del governo. In attesa che la lettera dell’ex padrino della Nuova camorra organizzata giunga all’attenzione del Capo dello Stato, non solo i magistrati ma anche politici e intellettuali manifestano riserve sulle reali possibilità di concedere l’atto di clemenza al boss, attualmente detenuto nel carcere di Novara. È cauto ad esempio il sottosegretario alla Giustizia Pasquale Giuliano, di Forza Italia, che dice: "La grazia è un atto del presidente della Repubblica che presuppone un pentimento del soggetto interessato rispetto ai reati dei quali si è macchiato.

Non so se questo pentimento, nel caso di Raffaele Cutolo, si sia realizzato né se abbia mutato atteggiamento rispetto a quello tenuto negli anni passati". Frena anche Alberto Mantovano, di An, sottosegretario all’Interno ieri a Napoli per incontrare le associazioni antiracket: "Di principio sono contrario agli atti di clemenza. La decisione comunque spetta al Capo dello Stato". A favore della concessione della grazia si è espresso invece il vescovo di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro, che ha dichiarato: "È in carcere da più di quarant’anni, non si può immaginare anche per lui un po’ di accoglienza e di comprensione da parte della società, la restituzione agli affetti familiari e un’esistenza meno dura?".

Diversa invece l’opinione del filosofo Aldo Masullo: "Tocca all’azione politica individuare le soluzioni - ragiona - Io ritengo che la pena dell’ergastolo sia incompatibile con la dignità umana e la nostra Costituzione. Da senatore proposi un disegno di legge per abrogarla. Cutolo però - ricorda - fece fare il primo grande salto di qualità alla camorra, che da fenomeno di costume, seppure illegale, diventò industria del crimine, stato contro lo Stato, e questo non possiamo dimenticarlo. Data la situazione attuale, un esempio di indulgenza non sarebbe adeguato alla sensibilità dei cittadini". Nei prossimi giorni si recherà a Novara l’avvocato Paolo Trofino, difensore di fiducia di Raffaele Cutolo, che non incontra il suo assistito da diverso tempo. "Mi ha chiesto di diradare i colloqui - spiega il penalista - perché non vuole sottoporsi alle perquisizioni corporali" previste dal regime detentivo del carcere duro al quale il padrino è sottoposto.

La moglie di Cutolo, Immacolata Iacone, aveva commentato l’iniziativa dicendosi "felice per la decisione. Mi dispiace solo che abbia aspettato fino ad oggi - aveva aggiunto - adesso che venga presa in considerazione". L’iter della domanda di grazia è per sua natura estremamente complesso e prevede un’istruttoria affidata al ministero della Giustizia. Fra l’altro proprio sulle competenze di Quirinale e ministro in materia di concessione della grazia è in atto un braccio di ferro, scatenato dal nodo riguardante la posizione di Adriano Sofri, condannato per l’omicidio del commissario Luigi Calabresi, e sfociato nel conflitto di attribuzioni sollevato dal Capo dello Stato davanti alla Corte di Costituzionale. Nei giorni scorsi ha presentato domanda di grazia anche un altro protagonista delle cronache nere degli anni ‘80, il bandito della Comasina Renè Vallanzasca, che aveva espresso il desiderio di stare accanto all’anziana madre.

Corte Costituzionale: indultino anche per chi è in misura alternativa

 

Ansa, 15 luglio 2005

 

Il condannato ad una pena detentiva che è stato ammesso ad una misura alternativa al carcere - per esempio alla detenzione domiciliare - potrà ottenere il cosiddetto "indultino", ovverosia il beneficio della sospensione condizionata della pena residua. Con una sentenza depositata oggi in cancelleria i giudici della Consulta hanno dichiarato incostituzionale l’articolo 1 della legge 207 del 2003 (Sospensione condizionata dell’esecuzione della pena detentiva nel limite massimo di due anni) nella parte in cui (al comma 3) prevede come causa ostativa del beneficio l’ammissione del condannato ad una misura alternativa alla detenzione.

La Corte ha giudicato questa previsione "irragionevole". A rivolgersi al collegio della Consulta era stato il Tribunale di sorveglianza di Venezia, che aveva tra l’altro prospettato la violazione della Costituzione laddove stabilisce che la pena ha una funzione rieducativa e che deve rispondere al senso di umanità. La Corte costituzionale ha giudicato la questione fondata: "la disposizione - ha sentenziato - determina una irragionevole disparità di trattamento fra il condannato che, perché meritevole, è stato ammesso a misure alternative alla detenzione e il condannato che - o perché immeritevole o perché non versava nelle condizioni oggettive per avanzare la relativa richiesta - non è stato ammesso al godimento di tali misure, dal momento che il primo può godere del beneficio della sospensione condizionata della pena residua, mentre il secondo ottiene prima la sospensione della pena, e poi, se non commette entro cinque anni delitti non colposi per i quali riporti una condanna non inferiore a sei mesi di detenzione, l’estinzione della pena stessa".

Cassazione: l’aids conclamato non basta per la scarcerazione

 

Adnkronos, 15 luglio 2005

 

L’Aids conclamata non fa aprire le porte del carcere in favore del detenuto malato. Per ottenere il differimento della pena o la sostituzione della misura carceraria con quella domiciliare, dice la Corte di Cassazione, è necessario che "la persona si trovi in una fase della malattia così avanzata da non rispondere più, secondo le certificazioni del servizio sanitario penitenziario o esterno, ai trattamenti disponibili e alle terapie curative".

Sicurezza: Berlusconi; Italia a rischio, ma Schengen non si tocca

 

Il Denaro, 15 luglio 2005

 

L’Italia non seguirà la Francia nell’annullare gli accordi di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini dopo gli attentati di Londra. Lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

"Non credo che l’Italia sia sulla strada della Francia - risponde Berlusconi ai cronisti a margine di un convegno di Liberal. Il presidente del Consiglio aggiunge che - della questione si dovrebbe comunque parlare al consiglio dei Ministri di oggi che dovrebbe discutere anche delle misure anti-terrorismo dopo gli attentati di Londra.

Giovedì il ministro francese dell’Interno Nicolas Sarkozy ha annunciato una sospensione temporanea per il suo paese degli accordi di libera circolazione.

Il giorno dopo Roberto Castelli tira il freno. "Non ho detto che le misure antiterrorismo predisposte da Giuseppe Pisanu siano insufficienti", precisa il ministro della Giustizia nel corso della trasmissione radiofonica "Radio anch’io", spiegando di aver proposto di "unire le forze della Cdl" convocando i quattro saggi della maggioranza per analizzare ulteriormente eventuali misure per fronteggiare l’allarme terrorismo. Non vi è quindi, aggiunge Castelli, "nessuna azione in contrapposizione con il ministro Pisanu", piuttosto un’azione "ad adiuvandum".

Ma le notizie non sono affatto rassicuranti: l’Italia è a rischio terrorismo. Cellule islamiche "sono potenzialmente in grado di colpire" il Paese. Ma senza allarmismo. È questa la sintesi del discorso di Enzo Bianco, presidente del Copaco (Comitato parlamentare di controllo dei servizi segreti) dopo l’audizione di Nicolò Pollari, direttore del Sismi, i servizi segreti militari. "Senza allarmismi, ma l’Italia è a rischio".

Anche in Italia ci sono cellule logistiche attive e operanti. Già da oggi sono potenzialmente in grado di colpire - aggiunge Bianco -. L’Italia è un bersaglio, anche se non vi sono segnali specifici di rischi imminenti". Nel corso dell’audizione, ha poi aggiunto Bianco, è stata fatta una valutazione con il direttore del Sismi sui livelli di pericolo per l’Italia e su quanto finora è emerso nelle indagini dei servizi e degli apparati di sicurezza britannici dopo l’attentato del 7 luglio.

"Si cerca di capire se le cellule che hanno operato a Londra sono solo ed esclusivamente locali. Cioè se sono composte da cittadini di origine e di religione musulmana, oppure se si tratta di cellule attive, collegate e dirette da una regia lontana. Se fosse vera la seconda ipotesi il livello di preoccupazione sarebbe ben più alto per tutti gli altri Paesi, inclusa l’Italia. La percezione è che si tratti di un’attività che gode di una copertura e di una regia più bassa. Torna, quindi, l’elemento della ‘retè. C’è una regia che muove le singole cellule".

Inoltre nessuna misura straordinaria è stata prevista negli aeroporti italiani dopo gli attentati della settimana scorsa a Londra. In più, la chiusura delle frontiere aeroportuali come prevista prima del Trattato di Schengen sarebbe impossibile. Il presidente dell’Enac, Vito Riggio, lo dice chiaramente ieri, intervenendo al convegno sulla "Sicurezza e la qualità del trasporto aereo all’inizio della stagione estiva".

Giustizia: Santelli; legge Meduri primo importante tassello

 

Ansa, 15 luglio 2005

 

La legge Meduri è il "primo importante tassello dell’azione di riforma dell’intero settore". Così il sottosegretario alla giustizia Jole Santelli, a margine dell’incontro avvenuto oggi pomeriggio presso il ministero della Giustizia con una delegazione del Sidipe e Cisl, esprime la sua soddisfazione per l’approvazione della normativa che riforma la disciplina della carriera dirigenziale penitenziaria. Durante l’incontro il segretario nazionale del sindacato dei direttori penitenziari, Enrico Sbriglia, ha ringraziato il sottosegretario Santelli per aver mostrato "la capacità del governo di interpretare il civile desiderio e l’istituzionale bisogno dei direttori penitenziari di esprimere la loro volontà di assumere una più moderna e complessa funzione nello scenario complessivo della sicurezza".

 

 

Precedente Home Su Successiva