Rassegna stampa 21 dicembre

 

Giustizia: 95 firme per l’amnistia, 104 morti per la galera

 

L’Opinione, 21 dicembre 2005

 

Centoquattro morti in carcere e manca ancora il mese di dicembre. Si può pensare qualunque cosa si voglia della marcia di Natale per l’amnistia, organizzata da Marco Pannella e dai Radicali italiani. Ma certo non si può dire che giunga inopportuna con la popolazione delle patrie galere sopra quota 60 mila e con la prospettiva di potere raddoppiare entro pochi anni, grazie ad alcuni articoli figli della demagogia di destra sulla sicurezza e inzeppati alla bene e meglio nella legge cosiddetta ex Cirielli. Per non parlare del potenziale dirompente della legge Fini sulle droghe se e quando passerà. Per l’intanto 56 suicidi, 20 morti per malasanità carceraria e altri 28 per cause da accertare, ma probabilmente assimilabili alle prime due, rappresentano una vergogna per un Paese del primo mondo, sia pure con la "giustizia all’italiana" che si ritrova, come il nostro. E poiché parlare di tempi brevi per il varo di un piano di edilizia carceraria (tra parentesi nonostante le promesse del ministro Castelli pochi giorni fa fu proprio il sottosegretario dell’Udc alle Finanze Vietti a dire che per il 2006 non sarebbe stato costruito nulla perché soldi non ce ne stavano in cassa) sarebbe solamente ipocrisia, è chiaro che oggi come oggi non c’è altra possibilità che l’amnistia, magari legata a un robusto indulto, per sfollare un po’ le strutture, prima che siano gli stessi agenti di custodia, presi da qualche complesso di colpa verso quei poveri cristi che devono sorvegliare, ad aprire le porte delle celle per protesta.

Anche perché le continue epidemie di meningite e tubercolosi dovute al taglio totale della medicina penitenziaria rischiano di portare al contagio anche del personale di custodia. Il 16 novembre, solo per fare un esempio, un sospetto clonatore di carte di credito di 51 anni, tale Alberto D.F. è passato a miglior vita una settimana dopo avere atteso per settimane il trasferimento al centro clinico di Regina Coeli e adesso i familiari chiedono un’inchiesta. Ancora più drammatica la sequenza senza fine di suicidi, 56, e tentati suicidi, forse 150 in un anno, tutti con una tipologia casistica ben stabilita: giovani tossicodipendenti tra i 20 e i 35 anni, spesso al primo ingresso nel circuito penitenziario. Molti si domandano che cosa succederà con una legge sulla droga che equipara la cannabis all’eroina. Magari una strage, anche se non di veri e propri innocenti. Con queste premesse come stupirsi se ben 95 firme per una sessione parlamentare straordinaria da tenersi il 28 dicembre prossimo siano già state raccolte dal deputato Roberto Giachetti della Margherita in pochissimi giorni a supporto della marcia del suo ex datore di lavoro a Radio Radicale? Ne mancano ancora 109 per arrivare al terzo di deputati necessario ma non dovrebbe essere impossibile farcela prima di Natale. E ieri Pannella ha potuto sperimentare la potenza mediatica dei suoi nuovi compagni di percorso politico a sinistra.

Ad esempio chi avrebbe mai detto solo poco tempo fa che quelli di "Articolo 21", capitanati da Giuseppe Giulietti, avrebbero mai un giorno chiesto la diretta tv della Rai per una marcia organizzata da Pannella e dai radicali? Eppure ieri tutto ciò è avvenuto. "Sin da oggi chiederemo alla Rai (io lo farò in Commissione di vigilanza) - ha detto il membro della Vigilanza parlamentare in quota correntone dei Ds - che dedichi una diretta a questa straordinaria iniziativa e che non solo i Tg ma anche le trasmissioni di approfondimento illuminino le ragioni della marcia, le ragioni dell’amnistia, le ragioni di un segno di pace. Mi pare un approccio laico molto giusto a quella che è considerata, giustamente, una grande festa del mondo cristiano". Giuseppe Giulietti, ha annunciato anche che la sua associazione, "Articolo 21", ha aderito alla marcia di Natale per l’amnistia. C’è ancora qualcuno che si chiede perché Pannella alla fine della Fiera abbia scelto di buttarsi a sinistra? Il problema è che la destra sta lasciando liberi interi settori, praterie, dell’ideale campo da gioco politico dove gli avversari oramai creano costantemente superiorità numerica. Nota soddisfatto Giachetti che "al momento hanno firmato 11 deputati Ds su 130, 49 deputati Margherita su 80, 10 deputati Sdi su 11, 10 deputati di Rifondazione su 12, 6 deputati Pdci su 10, 4 deputati Verdi su 7, 2 deputati Udeur su 13, 1 deputato dei Repubblicani europei su 2, 1 deputato del Gruppo misto, 1 deputato dell’Udc su 37. Evidentemente il centro destra non ritiene elettoralmente pagante tutto ciò".

Ed è significativo che sinora dell’attuale maggioranza, che pure non dovrebbe avere un enorme feeling con i magistrati, si siano fatti avanti solo quei pochi garantisti per libera scelta o per scelta del destino. Come ad esempio, rispettivamente, il senatore dell’Udc Luigi Compagna e il suo collega Alessandro Forlani. Che hanno anche stilato un comunicato in cui si dice che "nella storia del nostro Parlamento né durante la monarchia né durante la Repubblica, si erano lasciati passare 15 anni senza alcun provvedimento di clemenza. Ragione, quindi, più che sufficiente per essere a Natale al fianco di Pannella per testimoniare con lui rispetto per il mondo delle nostre carceri". Rimane da sciogliere il nodo istituzionale che ha permesso il verificarsi di una simile situazione e che era facilmente prevedibile illo tempore quando gli allora giustizialisti di sinistra, più qualcuno sparso di destra, decisero che per varare una nuova amnistia sarebbe stata necessaria una maggioranza dei due terzi del Parlamento. È chiaro che la Costituzione va di nuovo cambiata e che si deve tornare a una maggioranza assoluta e non qualificata per l’emanazione di questi provvedimenti di clemenza.

Quasi quasi varrebbe più la pena di marciare per una modifica bipartisan di questo meccanismo che per un’amnistia che chiunque e in qualunque momento potrà bloccare in Parlamento magari facendo ricorso ai franchi tiratori sulla pelle dei detenuti e del personale carcerario in genere. Che negli ultimi due mesi di ottobre e novembre ha dovuto constatare la propria impotenza a prevenire 19 nuovi morti di galera, 11 a ottobre e 8 a novembre. La media è di uno a settimana e su base annua si sposta su oltre un suicidio a settimana, mancando ancora dal computo, come si diceva, il mese di dicembre, particolarmente triste per chi è recluso durante le festività natalizie.

Amnistia: per ora nessun accordo in commissione giustizia

 

Ansa, 21 dicembre 2005

 

In commissione Giustizia della Camera non si trova accordo su amnistia e indulto. La Lega non vuole sentirne parlare. An neppure. Soprattutto ora che si attende di capire bene quali saranno gli effetti dell’ex Cirielli. L’Udc dice che sull’amnistia ci potrebbe anche stare, ma non dovrebbe riguardare i reati più importanti e dovrebbero dire di sì tutti. "Non possiamo dire sì in questa situazione - spiega la responsabile Giustizia del partito Erminia Mazzoni - in un clima che ricorda quello di quando si arrivò all’indultino. Si può parlare di amnistia se c’è la serietà per farlo. E ora non mi sembra ci siano le condizioni". La Margherita è assolutamente contraria all’amnistia, spiega il responsabile Giustizia Giuseppe Fanfani. Mentre sottolinea l’importanza dell’indulto: quello graduale per un massimo di pena di due anni per il quale lo stesso Fanfani ha presentato di recente una proposta di legge. "Io - spiega ancora ai cronisti - non ci sto a liberare i tavoli dei Pm. Su quei tavoli ci sono cose di grave allarme sociale, che fanno male all’opinione pubblica. Cose, ad esempio, come falso in bilancio, truffa e appropriazione indebita. Pensiamo piuttosto ad aiutare i detenuti, a migliorare la situazione nelle carceri...". E sull’indulto puntano anche i Ds. "Stiamo assistendo alla stessa tecnica di due anni fa - dichiara la capogruppo della Quercia in commissione Anna Finocchiaro - mentre si profila cioè l’ipotesi di dire sì ad un’ipotesi di indulto che potrebbe davvero servire ai detenuti, loro dicono o amnistia o niente...". "È chiaro - aggiunge Kessler - che se si vuole dare una mano ai carcerati che vivono in condizioni di sovraffollamento l’unica strada percorribile è quella dell’indulto..". Contrari i Verdi che invece, informa il vicepresidente Paolo Cento, chiedono chiarezza e vogliono arrivare ad un provvedimento di amnistia e indulto. Vogliono cioè entrambe le cose. Assenti invece Rifondazione e Pdci. FI è sostanzialmente favorevole anche se divisa al proprio interno. Pertanto la seduta di commissione durata più di due ore oggi pomeriggio si è conclusa con un nulla di fatto. Il presidente Gaetano Pecorella ha proposto di affidare tutto al giudizio dell’Aula che il deputato dei Dl Roberto Giachetti sta cercando di convocare con la raccolta delle firme. Nel tentativo di non far ricadere sulla commissione la bocciatura del dibattito caldeggiato da Pecorella sin da quando venne sollecitato da Marco Pannella. Poi la commissione è stata interrotta dai lavori dell’Aula e riprenderà probabilmente in serata. "Ma non credo - spiega Mormino - che ci saranno sorprese. Ripeto: al momento non ci sono le condizioni...".

Amnistia: in pochi la vogliono, se ne riparla giovedì alla Camera

 

Ansa, 21 dicembre 2005

 

Su amnistia e indulto nessun passo avanti. La commissione Giustizia della Camera discute per ore, ma non approda a nulla. L’iter parlamentare della proposta di legge sull’indulto che giace nei cassetti della commissione dal 2003 non riprende. E alla fine si decide di non decidere. Dopo ore di dibattito, infatti, il presidente della commissione Gaetano Pecorella propone di rinviare tutto a giovedì. Al termine del voto di fiducia sul ddl Risparmio che dovrebbe venire richiesto dal governo domattina. L’obiettivo è uno solo: non far ricadere sulla commissione la responsabilità di mettere la pietra tombale sull’ipotesi di concedere i due provvedimenti di clemenza, un’ipotesi da lui sostenuta sin dall’inizio della legislatura. Così preferisce aspettare, anche per vedere se nel frattempo Roberto Giachetti (DL) riesce nella sua impresa. Il deputato della Margherita infatti sta continuando imperterrito da circa 48 ore a raccogliere le firme dei colleghi nella speranza di arrivare a mettere insieme quelle necessarie (un terzo dei componenti) ad ottenere la convocazione di una seduta straordinaria dell’Aula da dedicare tutta all’amnistia. Ma al momento solo in 108 hanno aderito. Di cui due appena della Cdl e nemmeno una ventina dei Ds. È quindi molto difficile che si riesca prima di Natale a dire qualcosa di concreto sul provvedimento di clemenza chiesto a gran voce, prima da Giovanni Paolo II, e poi da Marco Pannella. Alla marcia di Natale promossa dal leader radicale però in molti annunciano la propria adesione. A cominciare dal diessino Giuseppe Giulietti che, per seguire l’evento, chiede la diretta Tv. "Al momento - spiega Nino Mormino (FI) incaricato dalla commissione di sondare le varie forze politiche per vedere se ci sono dei margini per arrivare ad un’intesa su amnistia e indulto - non ci sono le condizioni". La Lega infatti dice no e oggi non si presenta nemmeno in commissione. An idem. Anche se interviene. "Non intendiamo assumere una posizione su questo tema - spiega Sergio Cola, deputato del partito di Fini - se prima non si capisce bene quali saranno gli effetti della ex Cirielli", la legge che inasprisce condanne e trattamenti penitenziari per i recidivi e che, a detta dell’opposizione, rischia di far scoppiare le carceri per l’enorme flusso di detenuti che potrebbe determinare. L’Udc, con la responsabile Giustizia Erminia Mazzoni, dice sì all’amnistia a patto però che non riguardi i reati più gravi e ottenga il consenso di tutti. In pratica: no. FI, invece, è divisa. Mentre la Margherita, a parte Giachetti, è categorica. "O si fa l’indulto - spiega il responsabile Giustizia Giuseppe Fanfani - o niente. Io non ci sto a liberare i tavoli dei Pm. Su quei tavoli ci sono cose di grave allarme sociale, cose che fanno male all’opinione pubblica come falso in bilancio, truffa e appropriazione indebita. Pensiamo piuttosto ad aiutare i detenuti, a migliorare la situazione nelle carceri...". E quando Fanfani parla di indulto si riferisce alla sua proposta di legge che prevede uno sconto di pena graduale che può arrivare sino ad un massimo di due anni. Una proposta che però piace poco a Erminia Mazzoni ("Si respira lo stesso clima di quando si arrivò all’indultino ed è per questo che diciamo no...") e ai Verdi che, come spiega il vicepresidente della commissione Paolo Cento, puntano a tutti e due i provvedimenti: amnistia e indulto. Analoga la posizione di Prc e Pdci. Che però in commissione non si fanno vedere. I Ds in sostanza concordano con la Margherita. "Se si vuole davvero dare una mano ai carcerati che vivono in condizioni di sovraffollamento - dichiara Giovanni Kessler (Ds) - l’unica strada percorribile è quella dell’indulto...". In attesa che la situazione si sblocchi il gioco dei veti incrociati continua, così come le accuse e gli attacchi. "Sono la Lega e An che vogliono affossare l’amnistia", dichiara Pierluigi Mantini (DL). "I sicari - gli fa eco Cento - sono la Lega, An, ma anche la Margherita...". E ancora: "Vogliono fare tutti i furbi - tuona Anna Finocchiaro (Ds) - stiamo assistendo alla stessa tecnica di due anni fa... Mentre si profila cioè l’ipotesi di dire sì ad un provvedimento di indulto, che potrebbe davvero servire ai detenuti, loro dicono o amnistia o niente...". Ds e Margherita intanto decidono di fare il punto della situazione: per domani dovrebbero riunirsi gli uffici di presidenza dei due gruppi alla Camera.

Giustizia: appello alle associazioni aderenti alla Marcia di Natale

 

Comunicato stampa, 21 dicembre 2005

 

Mancano pochi giorni ormai alla Marcia di Natale che abbiamo convocato insieme nella speranza di veder tradotte le nostre buone ragioni in un provvedimento di buon governo, tanto necessario quanto non più rimandabile. Vi preghiamo di far circolare in tutti i modi possibili, anzitutto tramite le vostre newsletter dirette ai vostri iscritti, l’invito a partecipare alla marcia. Vi preghiamo anche di risponderci per confermarci la vostra presenza e, se possibile, preannunciarci il numero di persone che prevedete di riuscire a portare alla marcia. Grazie.

 

Il Comitato promotore della Marcia di Natale per l’amnistia, la giustizia e la libertà

 

Marcia di Natale per l’Amnistia, la Giustizia e la Libertà

Roma, 25 dicembre, da Castel Sant’Angelo (ore 9.30) a Via 24 Maggio (Quirinale)

 

La prima manifestazione di e per una grande questione sociale

 

È la prima volta che in Italia si manifesta - e si manifesta per - quella che consideriamo la più grande questione sociale del nostro paese, determinata dalla non-amministrazione della giustizia e dalla disastrosa situazione delle carceri, fatti per cui lo stato italiano è stato condannato dalla giustizia europea, sin dal 1980 e ripetutamente, per violazione di diritti umani fondamentali.

Non si tratta solo della condizione delle carceri nelle quali 60.000 detenuti sono ammassati in celle che potrebbero ospitarne al massimo 42.000, si tratta anche e soprattutto della vita di almeno 18 milioni di cittadini italiani e delle loro famiglie che sono parti in causa negli attuali 9 milioni di processi pendenti, molti dei quali destinati a risolversi per prescrizione (come è accaduto a 1 milione di processi negli ultimi cinque anni). Secondo il recente rapporto del Consiglio d’Europa, circa il 30% della popolazione italiana è in attesa di una decisione giudiziaria.

 

Gli obiettivi della Marcia

 

Una amnistia, la più ampia possibile, che possa immediatamente ridurre di almeno un terzo il carico processuale della Amministrazione della Giustizia perché essa possa, liberata da processi meno gravi, proficuamente impegnarsi a concludere quelli più gravi. Un indulto, di almeno due anni, che possa sgravare di un terzo il carico umano che soffre - in tutte le sue componenti, i detenuti, il personale amministrativo e di custodia - la condizione disastrosa delle prigioni.

Dopo 5 anni dal Giubileo e 3 anni da quando il Parlamento applaudì ripetutamente Giovanni Paolo II mentre invocava un atto di clemenza, atto che in Italia non viene promulgato da ormai 15 anni, è ora di cominciare a dare risposta alla massima crisi istituzionale, sociale e politica del nostro paese.

 

Percorso della Marcia

 

Parte da Castel Sant’Angelo alle ore 10 e passando davanti al Carcere di Regina Coeli, il Senato, la Camera dei Deputati, Palazzo Chigi e Santissimi Apostoli, arriva in Via 24 Maggio (Quirinale).

 

Per aderire alla Marcia e per informazioni

E-mail: amnistia2005@radicali.it

Adesioni: http://www.radicali.it/amnistiaxnatale/form.php

Blog: http://blog.radioradicale.it/blog/data/amnistia/

Tel. 06.6826

 

Il Comitato promotore della Marcia

 

Don Antonio Mazzi, presidente della Fondazione Exodus Onlus (presidente)

Giulio Andreotti, senatore a vita

Emilio Colombo, senatore a vita

Francesco Cossiga, senatore a vita

Rita Levi Montalcini, senatrice a vita

Giorgio Napolitano, senatore a vita

Sergio Pininfarina, senatore a vita

Antonio Baldassarre, Presidente Emerito della Corte Costituzionale

Giuliano Vassalli, Presidente Emerito della Corte Costituzionale

Margherita Boniver, Sottosegretario per gli Affari Esteri

Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele

Don Andrea Gallo, fondatore Comunità San Benedetto al Porto di Genova

Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio

Cesare Salvi, presidente dei senatori DS

Lanfranco Turci, senatore DS

Luigi Manconi, responsabile Area Diritti DS

Enrico Boselli, presidente dello SDI

Enrico Buemi, deputato della Rosa nel Pugno

Maria Rosaria Manieri, Senatrice SDI, membro della Presidenza del Senato

Emma Bonino, parlamentare europea radicale

Benedetto Della Vedova, presidente di Riformatori Liberali

Giuliano Pisapia, deputato RC

Massimo Barra, presidente della Croce Rossa italiana

Angiolo Marroni, Garante dei detenuti della Regione Lazio

Paolo Beni, presidente nazionale ARCI

Patrizio Gonnella, presidente nazionale Antigone

Stefano Anastasia, presidente Conferenza nazionale volontariato giustizia

Roberto Della Seta, Presidente nazionale di Legambiente

Ciro Pesacane, portavoce nazionale Forum ambientalista

Riccardo Bonacina, direttore di "Vita"

Lucio Babolin, presidente Comunità Accoglienza

Francesco Ceraudo, presidente dei Medici Penitenziari Italiani

Ignazio Marcozzi Rozzi, presidente Agenzia Comunale Tossicodipendenze di Roma

Luca Coscioni, presidente di "Radicali Italiani" e dell'Associazione Coscioni

Sergio D’Elia, segretario di "Nessuno tocchi Caino"

Rita Bernardini, tesoriera di "Radicali Italiani"

Irene Testa, segretaria de "Il Detenuto Ignoto"

Sergio Segio, direttore di SocietàINformazione e Gruppo Abele

Cagliari: fiaccolata per gli ultimi davanti al carcere

 

Sardegna Oggi, 21 dicembre 2005

 

Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con la Fiaccolata di solidarietà con i detenuti del Carcere cagliaritano di Buoncammino. Un corteo si snoderà dalla Cattedrale sino alla pian di fonte alle finestre delle celle per porgere gli auguri di Buon Natale ai carcerati. Il messaggio fondante che gli organizzatori vorrebbero mandare è quello cristiano e universale della fratellanza e dell’amicizia verso gli ultimi e verso coloro che soffrono..

Un comitato spontaneo di cittadini e associazioni di volontariato promuove a Cagliari per il quarto anno consecutivo la fiaccolata di solidarietà con i detenuti del carcere di Buoncammino e con le loro famiglie. L’appuntamento è per giovedì 22 dicembre alle 19.30 davanti alla Cattedrale della città in piazza Palazzo. Il corteo percorrerà via Martini, piazza Indipendenza, Porta Cristina e viale Buoncammino fino ai due bracci del penitenziario. Da qui si porgeranno gli auguri di Buon Natale ai carcerati e si manifesterà attraverso letture e messaggi spontanei la solidarietà della cittadinanza verso chi deve ricominciare.

Numerose le associazioni e le comunità coinvolte che stanno partecipando attivamente all’organizzazione dell’iniziativa: Mondo X Sardegna di Padre Morittu, l’associazione di volontariato "Oltre le sbarre" e la comunità "La Collina" di don Ettore Cannavera, l’Oftal, l’Unitalsi, la comunità missionaria di Villaregia, l’Azione Cattolica e la comunità parrocchiale di Sant’Elia. Ma quest’anno l’iniziativa si allarga in un’ottica ecumenica, anche ad altre confessioni. Hanno aderito infatti i Cristiani Evangelici, guidati dal Pastore Herbert Anders e sono stati invitati a partecipare altri gruppi religiosi presenti in città. Animeranno la fiaccolata con i loro canti, la comunità parrocchiale di Santo Stefano di Quartu Sant’Elena e i volontari dell’associazione Oltre le sbarre, guiderà il Francescano Padre Franco Murgia, già cappellano del carcere di Buoncammino.

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di vivere un momento forte di pace e amore gratuito, cercando di andare oltre il pregiudizio e l’atteggiamento di condanna, per lanciare un messaggio di speranza. Per dire ai detenuti che al di là delle sbarre, se vorranno ricominciare, c’è anche chi li accoglie lasciando indietro il loro passato.

Toscana: siglata intesa per l’assistenza fiscale ai detenuti

 

Fisco Oggi, 21 dicembre 2005

 

Continua l’impegno dell’Agenzia delle Entrate per rendere concreta l’assistenza tributaria ai cittadini che versano in particolari condizioni di disagio e che pertanto sono impossibilitati a recarsi presso gli sportelli degli uffici e a utilizzare i servizi di assistenza offerti. Questa volta l’attenzione è rivolta ai cittadini reclusi in carcere. Il 2 dicembre scorso, infatti, il direttore dell’ufficio di Pontedera, Carlo Ciccarelli, e il direttore della Casa di Reclusione di Volterra, Mariagrazia Giampiccolo, hanno sottoscritto un protocollo di intesa per l’assistenza fiscale ai detenuti.

L’obiettivo della collaborazione è offrire ai detenuti un ventaglio di servizi da utilizzare in modo flessibile e in maniera commisurata alle loro esigenze contributive e agli adempimenti tributari a cui, di volta in volta, sono tenuti. Un funzionario delle Entrate di Pontedera, in accordo con la casa circondariale di Volterra, farà una prima visita ai detenuti per valutare l’assistenza e l’informazione fiscale di cui necessitano e, sulla base delle loro richieste, pianificherà le visite successive.

L’assistenza fiscale verterà principalmente sull’adempimento degli obblighi tributari, compilazione e trasmissione telematica della dichiarazione dei redditi, comunicazioni di irregolarità, avvisi bonari, cartelle esattoriali, rimborsi. Previsto anche un servizio di informazione e assistenza per il rilascio del codice fiscale o per l’attribuzione, la variazione e la cessazione della partita Iva.

L’intesa con la casa circondariale di Volterra apre le porte del carcere al fisco, ma non c’è da stupirsi. Se è vero, infatti, che l’assistenza fiscale può dirsi riuscita non solo quando si offre un servizio, ma soprattutto quando questo diventa accessibile al cittadino, l’Agenzia delle Entrate non può certamente permettere che tale opportunità venga preclusa a quanti in ufficio proprio non possono andarci: la restrizione della libertà personale non deve necessariamente essere un ostacolo alla fruizione dei servizi messi a disposizione della collettività.

Ferrara: progetti e sinergie per la vita sociale ai detenuti

 

Estense.com, 21 dicembre 2005

 

Il carcere di via Arginone ha aperto le porte alla città e ha vissuto questa mattina momenti intensi fatti di spiritualità di calore umano di atmosfere artistiche. Dopo la celebrazione della messa, cui hanno preso parte detenuti e autorità civili e militari cittadine, e dopo i saluti e lo scambio di auguri con i detenuti, gli invitati hanno assistito alla messa in scena di uno spettacolo teatrale, frutto del lavoro di laboratorio curato da Horacio Czertok. Ne è seguita una conferenza stampa di presentazione delle attività previste dal piano di zona 2005 - 2007 all’interno della casa circondariale di Ferrara. Sono intervenuti, tra gli altri, il direttore della struttura penitenziaria Francesco Cacciola, il provveditore vicario regionale dell’Amministrazione penitenziaria, dottoressa Buscemi, il sindaco Gaetano Sateriale e l’assessore comunale Maria Giovanna Cuccuru che hanno sottolineato come da diversi anni la collaborazione fra enti locali territoriali e carcere stia portando frutti positivi sia per quanto riguarda l’integrazione e il rapporto con i cittadini, sia per le prospettive future di chi attualmente vive all’interno della struttura. Unanimi i consensi e l’apprezzamento per i risultati del laboratorio teatrale, "un’esperienza veramente toccante e qualificante - ha affermato il sindaco Sateriale - che ci auguriamo possa essere portata avanti con altre occasioni di incontro e con repliche degli spettacoli aperte ai cittadini, magari in spazi teatrali convenzionali".

Il complesso di attività e servizi in favore dei detenuti, presentate questa mattina, riguarda quattro macro ambiti (lavoro e formazione professionale, attività di laboratorio e sportive, istruzione – formazione – informazione – promozione, assistenza sanitaria) e coinvolgono numerosi soggetti del territorio, dal Comune alla Provincia, dall’Amministrazione penitenziaria al Centro servizi alla persona e volontariato, dalla Formazione professionale al Centro Servizi Amministrativi e il Terzo Settore. Questo in dettaglio il Piano di Zona 2005 – 2007 – Comitato Carcere

 

La finalità generale

 

La programmazione delle azioni nel corso del 2005, ha reso possibile l’intensificazione di rapporti tra l’Istituto Carcerario di Ferrara, le Istituzioni locali, gli organismi del Terso Settore, al fine di favorire la conoscenza reciproca circa i bisogni e le risorse, dall’altra parte di facilitare il percorso di reinserimento delle persone nel contesto sociale allo scadere del loro periodo di detenzione.

Questo metodo di lavoro, permette di valorizzare le varie iniziative e dall’altro permette di costruire e sistematizzare un quadro programmatorio condiviso. Tale percorso, viene formalizzato attraverso la costituzione del Comitato Carcere in cui tutti i soggetti sono rappresentati , stabilendo indirizzi e obiettivi del lavoro, dall’altro il lavoro del Piano sociale di Zona che raccoglie e rende organiche tutte le iniziative poste in essere.

 

Soggetti coinvolti

 

Assessorati del Comune di Ferrara, Amm.ne Penitenziaria, Amm.ne Provinciale, Centro Servizi alla Persona, Formazione Professionale, C.S.A., Forum Terzo Settore, Centro Servizi Volontariato.

 

Ambiti di intervento

 

La finalità generale di cui sopra si può tradurre in tre ambiti di intervento (per ciascuno dei quali si indicano obiettivi prioritari e alcuni esempi): Ambito lavoro/formazione professionale. Obiettivo prioritario: sperimentare un approccio che veda i detenuti come fornitori di manodopera.

Esempi: Comune di Ferrara: Programma Finalizzato al Contrasto della povertà e all’Inclusione sociale - Progetto Regionale Monopati (continuità); Progetto europeo Equal - Pegaso (Enaip - Comune di Ferrara): laboratorio di serigrafia digitale già esistente all’interno del carcere (con l’obiettivo di trovare commesse esterne o punti vendita, in modo da dare a questa attività il carattere di un vero e proprio lavoro, collegandolo all’esterno tramite la possibilità di mettere i prodotti sul mercato, non solo locale); (avvio delle attività a gennaio 2006)

Progetto europeo Equal - Pegaso (Enaip - Comune di Ferrara): laboratorio di ceramica, già esistente all’interno del carcere, con l’obiettivo di sistematizzare l’intervento di inserimento lavorativo, renderlo stabile e continuativo nel tempo e collegarlo con le risorse presenti a livello locale nel campo della vendita e della distribuzione dei prodotti; (avvio delle attività a gennaio 2006). Corso di formazione (finanziato da Bando provinciale specifico) di RAEE, per il riciclare elettrodomestici e altri materiali elettrici, con il collegamento con realtà della cooperazione sociale locale, che possa favorire un inserimento lavorativo stabile e agganciato alle necessità del mercato del lavoro locale; (attività già avviata a partire da fine novembre 2005). Progetto europeo Equal – Pegaso (Enaip - Comune di Ferrara): modulo sperimentale di accompagnamento al lavoro, attraverso la creazione di 10 tirocini formativi esterni di altrettanti detenuti, che verranno impiegati presso la ditta Basell di Ferrara, con la prospettiva di continuare la collaborazione anche dopo la fine della pena; (avvio delle attività a gennaio 2006)

Ambito attività laboratoriali – sportive. Obiettivo prioritario: migliorare la qualità della vita e delle relazioni all’interno del carcere (anche ai sensi delle direttive regionali in materia di piano di Zona 2005 . D.C.R. n.615/04). Attività sportive e di animazione, attraverso la presenza in carcere delle associazioni sportive di promozione sociale e la realizzazione di attività diversificate: calcio, pallavolo, ginnastica, tennis, ecc; (attività attualmente in corso). Laboratorio teatrale (Centro Servizi Volontariato, Comune di Ferrara). Il progetto, ha durata pluriennale, indispensabile per ottenere risultati qualitativamente significativi. Il lavoro si sviluppa con cadenza di due incontri alla settimana, di 3 ore ciascuno, ed è condotto da due operatori del Teatro Nucleo, con il contributo di alcune altre figure di riferimento all’interno del carcere (in particolare volontari e agenti di custodia). La metodologia del lavoro adottata è quella dell’imparare facendo" (learning by doing).

Risultati attesi: Creazione di una compagnia con cui poter intraprendere un percorso creativo di produzione teatrale, in grado di confrontarsi con altre esperienze a livello sia nazionale che europeo. Incidere nel tessuto culturale della comunità ferrarese al fine di agevolare un cambiamento di prospettiva sulle tematiche relative ai detenuti, e contribuire all’attivazione di un processo, anche in collaborazione con le istituzioni, che avvicini la comunità al carcere, e che, soprattutto, ponga le condizioni per un’accoglienza delle persone detenute al momento della loro uscita dal carcere. (attività attualmente in corso).

Ambito istruzione, formazione, informazione, promozione. Obiettivi prioritari: promuovere nella città una maggiore conoscenza della realtà carceraria; organizzare un piano di sensibilizzazione tramite allestimento di iniziative pubbliche; formare, nelle persone detenute, delle competenze.

Esempi: predisposizione di un corso di primo soccorso, (Centro Servizi Volontariato), attraverso la presenza di professionisti della Croce Rossa Italiana sezione di Ferrara. (avvio delle attività a gennaio 2006). Sviluppo delle biblioteche interne al carcere (detenuti e agenti), attraverso la collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato di Ferrara, tesa a favorire il loro sviluppo e la collaborazione con il territorio. La collaborazione viene attivata nell’ambito di un progetto del (CASV) "Consorzio Ferrara documentazione sociale" che vede la partecipazione dei centri di documentazione attivati da varie associazioni con la rete delle Biblioteche pubbliche locali.

Il servizio è stato organizzato attorno ai seguenti punti: allestimento di una postazione informatica e formazione del personale della casa circondariale (catalogazione, ricerche bibliografiche, ecc). Accesso al servizio di prestito interbibliotecario presso la Biblioteca della Casa sia in entrata che in uscita. Organizzazione di iniziative, anche pubbliche, per implementare la dotazione libraria delle Biblioteche della Casa e sensibilizzazione del territorio (avvio delle attività a gennaio 2006). Predisposizione di un kit per l’uscita dal carcere, per detenuti in stato di bisogni estremi (borsa contenente ad esempio: tessera telefonica, buoni pasto, biglietti dell’autobus ecc…..); (avvio delle attività a gennaio 2006). Avvio di brevi percorsi di formazione-informazione congiunta tra Carcere, Istituzioni e Terzo Settore, che portino tutti ad una maggiore conoscenza reciproca (bisogni, risorse, leggi e regolamenti….) e alla definizione di procedure di collaborazione che assumano ufficialità, a partire dalla verifica dell’applicazione degli strumenti già disponibili, come il Protocollo d’Intesa tra Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria dell’Emilia Romagna, Conferenza Regionale del Volontariato Giustizia e Regione Emilia Romagna (sottoscritto a Bologna in data 1 dicembre 2003). Progetto "Il Sistema In Formazione: l’integrazione dei saperi per un’offerta formativa integrata" (titolarità: Enaip). Favorire l’acquisizione da parte dei partecipanti di competenze interdisciplinari e sovrafunzionali concernenti le abilità in materia di progettazione integrata; Acquisire le capacità di: apprendere e coprogettare; costruire percorsi formativi integrati ed adeguati ai bisogni; valutare in modo integrato tra i diversi soggetti; (attività avviata a inizio dicembre 2005). Comune di Ferrara: Progetto di mediazione culturale per detenuti stranieri e italiani: Realizzazione di un servizio di mediazione interculturale e di informazione, anche legale (secondo quanto stabilito dal Protocollo d’Intesa siglato tra RER e Ministero di Grazia e Giustizia), a favore dei detenuti stranieri e italiani, teso a facilitare la comprensione, la comunicazione e la fruizione di opportunità trattamentali intra ed extramurarie; tale attività viene effettuata in collaborazione con gli operatori del trattamento della Casa Circondariale; (attività attualmente in corso). Sportello lavoro interno al carcere: progetto regionale gestito dalla Cooperativa "Progetto Sociale" di Modena. Predisposizione di uno strumento flessibile di aiuto e sostegno alla popolazione carceraria nella ricerca di una attività formativa e di opportunità di inserimento lavorativo. Erogazione di un servizio unitario di informazione, orientamento alla formazione, supporto alla ricerca del lavoro, per l’integrazione di detenuti; (attività attualmente in corso)

Assistenza sanitaria. Obiettivi: Mantenimento, ai sensi della Legge n. 740/70, di un sanitario incaricato e di un servizio di guardia medica attivo nell’arco delle 24 ore, nel cui ambito operano sei medici. Mantenimento di un’assistenza specialistica all’interno dell’istituto per le seguenti branche: cardiologia, odontoiatrica, infettivologica, otorino laringoiatra, dermatologica, psichiatrica, neurologica.

Mantenere all’interno del carcere la figura di un sanitario cosiddetto medico del lavoro competente anche per i detenuti. Mantenere l’assistenza ai tossicodipendenti tramite un’equipe del Ser.T., con impegno di spesa anche di questa Amministrazione. Mantenimento di un servizio di guardia infermieristica con sette infermieri dipendenti az. Usl. Realizzazione di una convenzione per fornitura farmaci. Per problematiche che non possono essere risolte in ambito interno, si provvede presso il locale nosocomio cittadino a norma dell’art. 11 della Legge 26.07.1975, n. 354.

Nuoro: Badu ‘e Carros, ultimatum Cisl per la ristrutturazione

 

Ansa, 21 dicembre 2005

 

O si riparano i danni e si mettono gli operatori del carcere Badu ‘e Carros di Nuoro nelle condizioni minime di sicurezza, oppure la Cisl chiederà ai propri iscritti che sono incaricati del servizio di vigilanza al muro di cinta di rifiutare tale assegnazione sino a quando le garitte saranno messe a norma. È l’ultimatum lanciato all’Amministrazione carceraria dal segretario territoriale della Fps-Cisl, Giorgio Mustaro. "Lo stato di degrado della struttura di Badu ‘e Carros - sostiene Mustaro - è arrivato al limite massimo perché da anni non sono state effettuate neanche le semplici manutenzioni ordinarie. Tutto l’Istituto ha necessità di interventi massicci e straordinari. Questo significa che occorrono consistenti investimenti finanziari, ma tutto ciò proprio nel momento in cui il Governo ha deciso una politica di tagli che vede proprio il settore penitenziario fortemente penalizzato". "Quello che affermiamo può essere verificato da ogni cittadino osservando lo stato del muro di cinta. Ma ciò che maggiormente si è degradato in questi anni di abbandono sono le garitte dove i poliziotti penitenziari prestano servizio. I posti di guardia - ha continuato il segretario della Fps-Cisl - sono completamente inabitabili: quando piove, piove anche dentro, quando c’è vento non ci si può riparare perché porte e vetrate sono solo un bel ricordo, quando c’è freddo non ci si può riscaldare perché l’uso delle stufe viene esercitato sotto la responsabilità personale di ciascuno a causa dell’impianto elettrico pericolosissimo: si corre il rischio di rimanere fulminati. Questo d’inverno. Si capisce da soli cosa accade d’estate". Il dirigente sindacale ha sollecitato l’adozione di soluzioni intermedie, sempre respinte finora dall’Amministrazione carceraria perché sarebbero troppo costose e inutili in vista dell’appalto dei lavori per la ristrutturazione completa.

Giustizia: 2.858 donne in cella, single, mamme e straniere

 

Redattore sociale, 21 dicembre 2005

 

Sono per la maggior parte single, hanno commesso perlopiù piccoli furti o rapine e tra loro, in carcere, ci sono laureate, analfabete, molte straniere (quasi la metà), donne incinte e mamme con bambini. È il mondo delle 2.858 detenute italiane, appena il 4,8% della popolazione carceraria e per questo spesso dimenticate. Tra loro è andata Antigone, l’associazione che da anni si batte per il rispetto dei diritti nelle carceri, per conoscere le loro esigenze, le loro richieste ed ha scoperto che le donne, proprio perché Poche" in carcere vengono spesso discriminate o, peggio, diventano invisibili: "i loro bisogni non vengono neppure presi in considerazione". Per questo Antigone ha lanciato la proposta di istituire all’interno del Dap un ufficio che si occupi esclusivamente dei loro problemi, dall’assistenza sanitaria al rapporto con i figli, al reinserimento nel mondo del lavoro.

2.858 donne in cella, la metà straniere: Il gruppo più consistente è in Lombardia (660), nel Lazio (434) e in Campania (305), ma le donne detenute sono distribuite un po’ su tutto il territorio, in 63 sezioni di carceri maschili e cinque istituti femminili. Le detenute straniere sono 1.247 e provengono per lo più dall’Europa dell’est (414), dall’Africa (325) e dall’America del sud (224).

Furti e rapine i reati delle donne: Sono 1.497 i reati contro il patrimonio compiuti dalle donne italiane in cella e 917 quelli in violazione della legge sulla droga. Stessa classifica per le straniere: reati contro il patrimonio al primo posto (810), seguiti da quelli legati alla droga (810). Secondo Antigone "la composizione della popolazione detenuta femminile è caratterizzata dal 40% di donne ancora in attesa di giudizio e da donne condannate prevalentemente a pene brevi".

In cella laureate accanto ad analfabete: Le donne laureate sono 67 e la maggior parte di loro è detenuta in Lombardia (21), Lazio (13) e Veneto (6). Accanto a loro molte donne analfabete: 167, la maggior parte delle quali, ancora una volta, si trova in Lombardia (40), Lazio (32) e Veneto (16). Tra di loro, una moltitudine fatta di diplomate (439) e donne con la licenza media inferiore (1.074) ed elementare (499).

Anche 45 bimbi dietro le sbarre: Sono 45 i bambini con meno di tre anni che si trovano in carcere con le loro mamme. Tredici di loro sono "detenuti" nel Lazio, 8 in Toscana e 8 Campania. Sono appena 16 gli asili nido funzionanti negli istituti penitenziari e 44 le detenute madri con i figli vicini. Trentotto inoltre le detenute in gravidanza. In carcere, le donne nubili sono 1.295, 786 quelle sposate, 220 le separate legalmente, 167 le vedove e 139 le divorziate.

Un ufficio ad hoc per i problemi delle donne: Il suo compito, secondo la proposta di Antigone, dovrebbe essere quello di cercare una soluzione al problema della separazione delle donne dai propri affetti e dai propri figli; garantire alle detenute madri colloqui più frequenti con i figli di quanto non stabilisca l’attuale Regolamento; dare alle donne la possibilità di partecipare a corsi di formazione spendibili all’esterno; assicurare una presenza maggiore dei servizi sociali sul territorio, con più assistenti sociali; garantire l’apertura, in ogni istituto femminile, di un consultorio per fornire "una serie di prestazioni che attualmente sono totalmente assenti": dalla prevenzione dei tumori femminili, all’informazione sul controllo delle nascite

Antigone: un ufficio ad hoc per le donne detenute

 

Redattore sociale, 21 dicembre 2005

 

Sono 2.858 in tutta Italia, appena il 4,8% della popolazione carceraria. Poche. Un numero troppo esiguo perché ci si occupi veramente di loro, perché si prendano in considerazione i loro problemi. Sono le donne detenute, che spesso scontano la loro pena senza alcun intervento in loro favore, dai bisogni primari, come un’adeguata assistenza sanitaria, al rispetto degli affetti con la possibilità di vedere i propri figli. Ad occuparsi di loro è Antigone che ha organizzato il convegno "Anche le donne stanno in carcere, analisi e proposte per migliorarne le condizioni di vita" e proposto l’istituzione di un ufficio dedicato alle donne detenute, all’interno del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. "La mancanza di risorse e l’esiguo numero di donne detenute -spiega il presidente di Antigone Patrizio Gonnella - fanno sì che, in ogni aspetto della vita in carcere, le donne siano soggette non solo a continue discriminazioni e disattenzioni, ma anche alla totale non considerazione dei loro bisogni specifici". Di qui l’idea di un ufficio ad hoc, che cerchi una soluzione al problema della separazione delle donne dai propri affetti e dai propri figli "problema attualmente fortemente presente e non risolto"; che garantisca alle detenute madri colloqui più frequenti con i figli di quanto non stabilisca l’attuale Regolamento; che garantisca anche alle donne la possibilità di partecipare a corsi di formazione spendibili all’esterno. Ma non solo: ascoltando le detenute, distribuite in 63 sezioni femminili all’interno di carceri maschili e appena cinque istituti interamente femminili, Antigone ha scoperto che "urge una presenza maggiore dei servizi sociali sul territorio, con più assistenti sociali che possano aiutarle, nel periodo in cui sono in carcere, con le difficili situazioni familiari che lasciano fuori. E poi ancora, l’ufficio per le donne detenute potrebbe assicurare l’apertura, in ogni istituto femminile, di un consultorio "per garantire una serie di prestazioni che attualmente sono totalmente assenti": dalla prevenzione dei tumori femminili, all’informazione sul controllo delle nascite. "L’esigenza di un ufficio specifico -spiega ancora Gonnella- nasce proprio dalla constatazione della totale mancanza di politiche di genere che affrontino le questioni relative alle donne in carcere in una prospettiva non standard e partendo dai loro tratti specifici. Mancano politiche integrate che comprendano politiche sociali, penali, penitenziarie, economiche, del lavoro ma anche politiche sull’immigrazione e sulla droga. Le politiche sociali, infatti, sono in generale ancora concepite per tamponare i danni prodotti da politiche penali ed economiche. Va invertita questa tendenza". Ed ha aggiunto che esiste un ordine del giorno approvato alla Camera su questo tema, ricordato anche dal presidente Casini quando visitò il carcere romano. D’accordo con la proposta di antigone, anche Alba Sasso (ds), Tana De Zulueta (Verdi) e Daniele Capezzone (Radicali), tutti presenti al convegno.

Milano: con "progetto danza" San Vittore esporta musical

 

Ansa, 21 dicembre 2005

 

A San Vittore, il Natale 2005 regala una nuova iniziativa, un inedito progetto di teatro e danza che riporta dentro un carcere il musical e ne riscopre le "eccezionali virtù riabilitative e sociali". Il progetto, ideato a Milano, non si limita alla messa in scena di uno spettacolo (che sarà pronto per la prossima estate) dentro le mura del penitenziario: la speranza è, infatti, nel lungo periodo, di dar vita a una compagnia stabile, prevedendo di riuscire a creare, con la formazione dei detenuti, veri e propri ruoli professionali nel campo teatrale. Un progetto che, in questi termini, non è stato mai tentato e che pone il carcere milanese all’avanguardia nella riabilitazione e nel recupero. A San Vittore, da un paio di mesi, il progetto musical è oggetto di grande interesse. I detenuti hanno invaso la segreteria di richieste, ma per ora è limitato il numero di coloro, uomini e donne, che potranno parteciparvi. "Certi progetti vanno inseriti gradualmente - dice Gloria Manzelli, direttore del penitenziario milanese - valutando attentamente le reazioni dei detenuti". È prudente, la direttrice che ha preso il posto di Luigi Pagano, figura di primo piano dell’Amministrazione penitenziaria e ora nuovo direttore del Dap lombardo. Ma, fuori dall’ufficialità, Manzelli non nasconde il suo entusiasmo per un progetto che potrebbe, un domani, portare i ballerini di San Vittore prima in tour in altri istituti di pena e poi, ma qui il condizionale è veramente d’obbligo, nei teatri veri. "Per ora ci concentriamo sulla preparazione dei detenuti per il prossimo spettacolo e basta" precisa la direttrice che però, nel suo precedente incarico, a Brescia, aveva già reso possibili iniziative dentro e fuori dal carcere. "Quelle due si sono trovate" è il commento che giunge attraverso "radio-carcere". La persona che ha ideato il progetto, infatti, è un’ altra donna di tempra, Antonella Baldo Capilvenere, già reduce da un’esperienza simile nel carcere di Opera (Milano), dove tra i ballerini-attori c’era, allora, anche Pietro Maso. Proprio quello che apparve come un eccesso di interesse da parte della stampa per la presenza del veronese condannato per l’omicidio dei genitori infastidì la direzione, che preferì interrompere il progetto. Impossibile, quindi, stavolta, sapere se ci siano nomi ‘eccellenti’ tra i ballerini: "Di nomi non se ne faranno proprio - dice Antonella, ex coreografa e ballerina con un passato in Rai, Mediaset e Teatro alla Scala - Il progetto è aperto a tutti, ma serviranno continuità e serietà ". "Interpretare i ruoli e imparare a danzare - prosegue Antonella - non sono infatti compiti da poco. Anche perché lo spettacolo, che sarà messo in scena la prossima estate, non intende essere da meno di quelli che si possono vedere in piccoli teatri veri". Antonella è presidente dell’associazione culturale "Oltre l’Immagine" di Milano, il cui co-fondatore è Don Antonio Mazzi, personaggio storico del volontariato religioso. L’associazione, nata il 3 Marzo 2003, ha già portato a termine diversi progetti: compagnia stabile del teatrino dell’Ospedale Macedonio Melloni di Milano, primo musical ‘esternò nel 2004, con volontari, bambini ed ex detenuti; rappresentazioni teatrali al Parco Lambro e in altre scuole e case di riposo, a Milano e in Provincia; collaborazioni con l’Accademia d’Arti e Mestieri del Teatro alla Scala, con l’Istituto Martinitt e con il Pio Albergo Trivulzio; recentemente ha dato il via al progetto "Il teatro oltre l’immaginabile", che promuove un’iniziativa simile a quella di San Vittore nella vita civile, finanziato dalla Provincia di Milano perché a favore di classi disagiate. Progetti, questi, che per quanto possibile mirano a mantenere un rapporto con chi esce dal carcere: è il caso di un detenuto che, dispiaciuto per l’avvicinarsi della fine della sua pena (che segnerà il termine della sua partecipazione al Musical) ha già chiesto ad Antonella di poter partecipare ai corsi esterni non appena tornerà libero.

 

 

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