Situazione carceri del Veneto

 

De Poli: la medicina penitenziaria è in una situazione problematica

 

Redattore Sociale, 16 febbraio 2004

 

Erano 2431 i detenuti presenti nelle carceri del Veneto al 31 dicembre 2003, di cui 162 donne e 2269 uomini; dei 2431 detenuti complessivi 634 erano veneti e il resto provenienti da altre regioni e altri Paesi; i detenuti tossicodipendenti sono 683 di cui 219 veneti. Queste informazioni, fonte Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Provveditorato regionale per il Veneto, sono state fornite oggi a Padova, dall'Assessore regionale alle politiche sociali Antonio De Poli intervenuto, all'Archivio Antico del Palazzo del Bo, alla conclusione del master "Pedagogista in ambito sociale, penale e di prevenzione della devianza" dell'Università di Padova, facoltà di Scienza della Formazione.
De Poli ha sottolineato l'esigenza che i detenuti abbiano diritto, "al pari degli altri cittadini, all'erogazione delle prestazioni sociali e sanitarie di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, così come individuate dal piano sanitario nazionale e dal piano sanitario regionale e - non ultimo - dall'articolo 32 della Costituzione sulla tutela della salute".
"Purtroppo – ha affermato – resta molto da fare per la tutela della salute nel carcere e, per quanto riguarda le dipendenze va detto che non sono un fenomeno in remissione né dentro né al di fuori del carcere. E’ perciò molto importante poter sostenere percorsi di prevenzione ed educazione con operatori preparati in questi settore". L'Assessore ha ricordato che, pur a fronte di positive esperienze e realizzazioni da parte di operatori e servizi all'interno delle carceri, in particolare proprio con i detenuti interessati a qualche forma di dipendenza o malati di HIV, la medicina penitenziaria si trova oggi in una situazione problematica. Ha ricordato, al proposito, che la Giunta veneta per assicurare la continuità delle attività di cura e assistenza ai detenuti tossicodipendenti ospiti degli istituti penitenziari del Veneto, ha dato mandato alle Aziende Ullss di prorogare a tutto il giugno 2004 le convenzioni in atto al 31 dicembre 2003 con il personale medico e paramedico (medici, psicologi, infermieri) che operano nelle carceri.
"Il provvedimento - ha precisato De Poli - stabilisce che le Ullss faranno fronte alla spesa specifica con le risorse assegnate nel riparto del Fondo sanitario regionale 2004, in attesa di eventuali ulteriori risorse finanziarie erogabili alle Aziende Ullss stesse a seguito degli accordi che interverranno tra i Ministeri e le Amministrazioni competenti. Infatti - precisa l'Assessore veneto - nessuna informativa specifica è giunta alle Regioni da parte ministeriale circa le risorse finanziarie per il 2004 e le Regioni stesse si stanno confrontando per trovare una posizione comune ma reputano fin d'ora che sia necessario che tale servizio continui a essere erogato ai detenuti nei livelli di assistenza consueti". De Poli ha ricordato che la competenza sulla medicina penitenziaria era stata trasferita dal Ministero della Giustizia al servizio sanitario nazionale con un decreto legislativo del 1999, attuato a sua volta nel 2002 da un decreto interministeriale Salute e Giustizia che trasferiva competenze e personale alle Uls.

 

 

Precedente Home Su Successiva