Rassegna stampa 22 dicembre

 

Dorigo: Giulietti e Russo Spena incontrano sottosegretario Vietti

 

Ansa, 22 dicembre 2004

 

I parlamentari Giuseppe Giulietti (Ds) e Giovanni Russo Spena (Rifondazione) hanno sensibilizzato, in un incontro, il sottosegretario alla giustizia Michele Vietti sul caso di Paolo Dorigo, il veneziano in carcere dal 1993 per terrorismo e che da tempo ha intrapreso uno sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione. Secondo Giulietti e Russo Spena, Vietti ha dichiarato la sua disponibilità a interessarsi della vicenda.

Dorigo: legali; sospensione pena o arresti ospedalieri

 

Ansa, 22 dicembre 2004

 

Due ore di udienza per esaminare tutte le possibili opzioni sul caso di Paolo Dorigo, dalla sospensione della pena, agli arresti domiciliari o in ospedale, poi il tribunale di sorveglianza di Perugia si è riservato la decisione. Questa, come sempre accade, sarà resa nota nei prossimi giorni. La vicenda del maestro elementare di 45 anni originario di Mestre condannato a 13 anni e sei mesi di reclusione (11 e tre mesi dei quali già scontati) per un attentato alla base Nato di Aviano al quale si è sempre detto estraneo, ha vissuto oggi un momento forse determinante.

I giudici perugini hanno infatti esaminato l’istanza presentata dai difensori di Dorigo, gli avvocati Vittorio Trupiano e Sergio Simpatico, con la quale si chiede la sospensione della pena o in alternativa gli arresti ospedalieri presso una struttura pubblica per il loro assistito, reduce da un lungo sciopero della fame che lo ha notevolmente debilitato.

Dorigo, tra l’altro, sollecita da tempo di essere sottoposto ad alcuni esami medici in un ospedale civile per individuare l’eventuale presenza di corpi estranei nei suoi condotti uditivi. In particolare di una microspia alla quale attribuisce alcuni disturbi fisici e per questo chiede il ricorso a un sintonizzatore universale. "Esami già disposti dal tribunale di sorveglianza - ha ribadito anche oggi l’avvocato Trupiano - ma che non vengono eseguiti.

Eppure basterebbe veramente poco per conoscere la verità sul nostro assistito che in pratica ha già scontato i sei anni di reclusione inflittigli per l’associazione sovversiva (il resto della condanna riguarda infatti la presunta rapina del mezzo utilizzato per l’attentato)". Per protesta Dorigo - recluso nel carcere di Spoleto - ha attuato prima, per circa due mesi, lo sciopero della fame e ora rifiuta il vitto carcerario. Nel corso dell’udienza di oggi ha presentato un documento con il quale ha riassunto la sua vicenda e contestato una perizia psichiatrica alla quale è stato recentemente sottoposto per iniziativa dello stesso tribunale.

Secondo questo esame sarebbe infatti - hanno spiegato i suoi difensori - una persona fragile, votata alla sovversione politico-sociale. Conclusione contestata con decisione anche dagli avvocati Trupiano e Simpatico che hanno depositato le conclusioni di un loro perito secondo il quale non sono stati eseguiti gli esami concordati. L’avvocato Simpatico ha tra l’altro ricordato ai giudici che Dorigo da circa un anno potrebbe lasciare il carcere ricorrendo ai benefici previsti dalla attuale normativa, avendo già scontato i quattro quinti della sua condanna.

"Di fatto è un uomo libero - ha sottolineato - ma si rifiuta di usufruirne perché vuole un giusto processo". Dorigo, vicino agli ambienti dell’estrema sinistra, venne arrestato nell’ottobre del 1993 e condannato circa tre anni dopo. Ha però sempre sostenuto l’estraneità alle accuse e contestato il processo a suo carico. "Il procedimento - ha spiegato ancora l’avvocato Trupiano - si svolse infatti secondo i criteri antecedenti alla normativa sul giusto processo e così la deposizione di chi accusava Dorigo confluì nel dibattimento senza che il nostro assistito abbia mai potuto confrontarsi con lui (come invece previsto dalla nuova normativa)".

Il legale ha poi sottolineato come anche il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa abbia più volte contestato questa circostanza. L’organismo per la tutela dei diritti umani e civili, al quale aderiscono 46 Paesi europei, proprio nei giorni scorsi ha annunciato l’invio di una lettera al ministro degli esteri italiano Gianfranco Fini, "per richiamarne l’attenzione sull’urgenza di mettere fine rapidamente, nel caso Dorigo, alle conseguenze della violazione del diritto ad un equo processo penale, conseguenze di cui il ricorrente continua ad essere vittima oltre cinque anni dopo l’accertamento della violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo".

E per sostenere Dorigo davanti al tribunale di sorveglianza hanno manifestato per l’intera mattina un gruppo di giovani dell’area antagonista. Hanno esposto striscioni con scritto "Paolo libero" e gridato più volte lo stesso slogan.

Bergamo: messa del Vescovo nel carcere di via Gleno

 

L’Eco di Bergamo, 22 dicembre 2004

 

Accompagnato dal direttore Antonino Porcino e dalla vicedirettrice Francesca Fioria, nonché dai cappellani don Fausto Resmini e don Virgilio Balducchi, il vescovo Roberto Amadei ha visitato i detenuti e le detenute della casa circondariale di via Gleno. L’occasione, come ogni anno, è stata quella degli auguri di Natale.

Monsignor Amadei ha condiviso un momento di preghiera con le detenute del braccio femminile, poi è passato alla sezione maschile, dove ha celebrato la Messa cui hanno partecipato circa 200 detenuti. Ha poi incontrato i detenuti della sesta sezione (alta sicurezza) e quelli in isolamento. Il vescovo ha augurato Buon Natale lanciando tre annunci. Il primo, che nessuno può annientare né cancellare il legame che ognuno ha con Dio; il secondo, che Dio ha speranza in tutti e ha fiducia in tutti; il terzo, che tutti hanno la responsabilità, nessuno escluso, di rendere il mondo più vivibile.

I detenuti di via Gleno, all’inizio della Messa, hanno rivolto un messaggio al vescovo, scrivendo tra l’altro: "Abbiamo aderito incondizionatamente al suo decreto di indizio del Sinodo diocesano: ci sentiamo parte integrante di questa Diocesi e desideriamo vivere con Lei questo evento di grazia. Confidiamo, come sempre, nella comprensione e nell’aiuto dell’intera comunità bergamasca, per la preziosa assistenza prestataci in ogni momento, convinti che da questa "attenzione" nei nostri confronti continuino a nascere progetti ricchi di prospettive concrete per ciascuno di noi".

Firenze: concerto di Natale per detenuti di Sollicciano

 

Adnkronos, 22 dicembre 2004

 

Il concerto di Natale dell’Orchestra Regionale Toscana che si terrà il 24 dicembre al Teatro Verdi, sarà trasmesso in video all’interno del carcere di Sollicciano di Firenze. Lo ha annunciato Rosa Maria Di Giorgi nella sua doppia veste di vicepresidente del consiglio comunale di Firenze e di presidente dell’Orchestra Regionale Toscana.

L’ipotesi era stata avanzata dal sindaco Leonardo Domenici e dal consiglio comunale dopo il consiglio che si è tenuto lo scorso 13 dicembre all’interno del carcere fiorentino.

Milano: detenuto-volontario al Cardinale, giorno più bello

 

Ansa, 22 dicembre 2004

 

Ad alcuni il sole che oggi batteva su una Milano spazzata dal vento ha dato quasi fastidio. Troppo per dei detenuti: non erano abituati. Almeno i 100 che sono usciti stamani da diverse carceri della Lombardia per dedicare una giornata di lavoro volontario alla collettività. Nel pomeriggio, in Duomo, hanno incontrato l’arcivescovo della città, cardinale Dionigi Tettamanzi: "Mi ha colpito - ha detto quest’ultimo - un detenuto che durante i saluti mi ha detto che oggi è stato il giorno più bello della sua vita. Sarà una frase fatta, ma io vi leggo dentro una verità profonda".

Per i 100 è stata una giornata sicuramente molto diversa dalle solite: stamani il saluto delle autorità, a partire dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Poi via, sui ‘luoghi di lavorò, a dare un contributo volontario alla collettività. Sempre scortati, si sono divisi per andare a gruppetti ai Giardini Pubblici, al Parco Nord, al Castello Sforzesco e in due case di riposo di Milano. "La libertà è importante - ha detto uno dei carcerati destinati oggi a rendere un pochino più pulito uno dei parchi della città - ma senza un lavoro diventa difficile".

Tutti hanno apprezzato l’esperienza di una giornata fuori dalle mura dove di solito sono costretti a vivere: "Siamo fortunati: oggi c’è il sole e il cielo è limpido". Nel Duomo si sono seduti in silenzio sulle panche ad ascoltare il cardinale, che ha parlato di "reciprocità", ovvero di andare in carcere a far visita ai detenuti, ma anche di "lasciarsi aiutare dagli stessi detenuti". Più tardi, parlando con i giornalisti, Tettamanzi, ha ribadito il concetto: "In una convivenza - ha detto - è impossibile un rapporto a senso unico perché il rapporto fra persone è essenzialmente nel segno della reciprocità". "Senza dire - ha affermato ancora il cardinale - che nello stesso carcere si incontrano, nel cammino verso la libertà sperata, persone disponibili a fare qualcosa per gli altri.

Ad esempio ad Opera ho incontrato dei detenuti che sono impegnati a costruire alcuni pezzi del Duomo di Milano. In questo modo chi è in carcere entra nella società e le dà un contributo". Importante anche l’iniziativa di oggi che, "come altre, ribadisce che la detenzione non è esclusione dalla società, ma può essere una forza che spinge nel loro cammino di recupero". Nel discorso dell’arcivescovo non è mancato un riferimento al Natale, "che in carcere è duro, talvolta durissimo", ma che "ha in sé un invito forte ad avere fiducia, nonostante tutto".

"Il Natale - ha scritto il cardinale in una lettera che sarà recapitata ai detenuti delle diverse carceri - è la manifestazione concreta dell’amore infinito e incarnato dal Signore. Un amore che non ci abbandona mai, che ci è vicino sempre, che ci avvolge con la sua potenza rinnovatrice, che ci dona speranza, gioia e pace. Un amore che ha in sé la forza di cambiare la notte in giorno, la vendetta in perdono, la prigionia in libertà, la morte in vita. Sì, carissimi amici, tutto questo è vero, non è una favola. Non lasciatevi prendere dal dubbio dell’ incredulità o dall’inquietudine della disperazione. Non dite mai: Dio mi ha dimenticato". "Non mi sarà possibile guardare Gesù Bambino - ha concluso Tettamanzi oggi pomeriggio in Duomo parlando ai detenuti - senza che in me nasca una preghiera sincera, per voi e per le vostre famiglie".

Catania: libri e computer ai detenuti di piazza Lanza

 

La Sicilia, 22 dicembre 2004

 

Attrezzature informatiche, computer e libri per i detenuti del carcere di piazza Lanza. "Un grande atto di solidarietà per dare un segnale forte di attenzione verso chi non passerà un Natale come gli altri", ha commentato l’assessore al Bilancio Nino D’Asero, promotore dell’iniziativa "Bilancio e solidarietà". Il progetto, che non si esaurisce soltanto con questa iniziativa, ma che ha in cantiere diverse idee in favore di coloro che soffrono e che non vivono una situazione diciamo "agiata", proprio per dare un segnale ai detenuti del carcere, è stato presentato stamani all’interno della casa circondariale di piazza Lanza. Oltre all’assessore, erano presenti anche il prefetto di Catania, Anna Maria Cancellieri, il direttore della struttura carceraria, Rosario Tortorella, e il vicedirettore Giuseppe Avelli.

"Anche in tempi non certo floridi, come quelli attuali - ha dichiarato l’assessore D’Asero - vi sono risorse che non vengono mai meno perché fanno parte dei principi di vita. E noi vogliamo fare in modo che questi principi non si spengano mai e che la solidarietà sia sempre viva in tutti noi, non soltanto a Natale".

I detenuti hanno così ricevuto in dono più di venti computer e centinaia di libri, omaggio di soggetti privati e istituzionali, 400 dei quali, sono stati donati da Ivana Godino, moglie del commercialista Puccio Giuffrida, scomparsa prematuramente, che aveva espresso il preciso desiderio di fare in modo che i testi della sua biblioteca personale venissero letti dai detenuti, dimostrando così una straordinaria sensibilità e bontà d’animo.

"L’esempio della signora Godino - ha sottolineato l’assessore - così come quello di tutti i soggetti a cui è stata chiesta una mano e che hanno risposto in maniera esemplare donando ciò che potevano -ha rilevato D’Asero- indicano un atteggiamento di eccezionale solidarietà da parte dei nostri cittadini, verso i quali l’Amministrazione non può che essere grata. Il progetto andrà anche oltre perché non ci stancheremo di chiedere a chi ne ha la possibilità, di fare in modo che anche chi è stato meno fortunato, ma che deve rientrare nella società, possa usufruire dell’aiuto dell’intera comunità".

"Iniziative come questa - ha commentato il direttore della casa circondariale, Rosario Tortorella - sono molto importanti, poiché favoriscono l’integrazione tra il carcere e il territorio. Solo lavorando sinergicamente, infatti - ha concluso Tortorella - si possono raggiungere gli obiettivi istituzionali in modo significativo".

Nel carcere di piazza Lanza si è svolta anche un’altra manifestazione di solidarietà, un concerto di Natale offerto ai detenuti dall’Amt. Al concerto ha partecipato il direttore dell’Azienda, Torrisi, che ha portato gli auguri e i saluti del presidente Sineri. I giovani musicisti del gruppo "Evolution Brass" si sono esibiti in un concerto di brani non solo natalizi ma anche del repertorio classico e della tradizione musicale popolare.

Per i detenuti è stata l’occasione di festeggiare il Natale in maniera diversa e "per una riflessione - hanno spiegato i promotori - sui valori umani e civili che senza dubbio la musica, come forma di cultura, offre".

Caltanissetta: vescovo inaugura progetto per ex detenuti

 

La Sicilia, 22 dicembre 2004

 

Il vescovo di piazza Armerina, mons. Michele Pennisi, inaugurerà questa mattina in piazza Umberto I il banco di vendita di prodotti realizzati dall’associazione Magnificat a sostegno del progetto di recupero degli ex detenuti che è stato avviato a Caltagirone dalla diocesi di Piazza Armerina, la fondazione di promozione umana mons. Francesco Di Vincenzo.

Un banchetto con degli oggetti che saranno messi in vendita per tre giorni a partire da oggi allo scopo di raccogliere fondi da destinare alla realizzazione di un’iniziativa ambiziosa: il recupero di venti ex detenuti che vivranno con le loro famiglie, lavoreranno le terre e cureranno il loro spirito.

La raccolta di fondi è un’iniziativa di Magnificat un’associazione gelese che si occupa degli ex detenuti. È nata di recente negli ambienti della parrocchia di San Giacomo quando era lì vice parroco don Luigi Petralia e conta già sull’apporto di una cinquantina di volontari. Responsabile dell’associazione è un giovane agente di polizia Roberto Pace.

"Nelle terre a Caltagirone lavorano già tre ex detenuti e tre volontari due dei quali sono gelesi - dice Roberto Pace - è un progetto importante, innovativo anche perché coinvolge le famiglie. Noi crediamo a questo progetto e perciò contiamo sulla solidarietà dei gelesi e sul loro contributo a realizzare l’opera".

A crederci è anche l’amministrazione comunale che ha avviato per suo conto progetti di inserimento lavorativo per gli ex detenuti secondo il principio che prima chi sbaglia sconta la pena poi viene aiutato a reinserirsi.

L’amministrazione comunale ha promesso al presidente Pace e a don Petralia di dare l’esempio adottando un ettaro delle terre calatine dove sta cominciando a muovere i primi passi il progetto tanto caro al vescovo di Piazza Armerina che oggi non farà mancare il suo appoggio al gruppo gelese.

Più soldi si raccoglieranno, prima il progetto si realizzerà. Sono previste sei fasi per un costo complessivo di 11 milioni di euro. Un’iniziativa pilota, fortemente innovativa nel campo del recupero sociale che ha attirato anche l’attenzione del Congresso degli Stati Uniti.

Mamone: detenuti affascinati dalla musica etnica...

 

L’Unione Sarda, 22 dicembre 2004

 

Sono quasi le 19, il carcere di Mamone è avvolto da una fitta nebbia. E piove. Per arrivare nel salone d?ingresso, ci vuole poco. È enorme, le sedie sono tutte allineate. Di lì a poco, arriveranno i detenuti. Per loro la proiezione del documentario "Talam-Sardegna", girato nell?isola sotto la guida del regista Roberto Minini con la collaborazione di Gavino Murgia, sassofonista, etno-documentarista e attento conoscitore di tutto ciò che riguarda l’universo della musica sarda.

Fuori dalle celle, che sopra quella rete metallica del salone ampio e freddo, con le sedie allineate, custodiscono reati e pene. Ci sono anche i responsabili delle associazioni Arci Solidarietà e Sviluppo, e Icaro, che da sempre lavorano nel mondo carcerario e che insieme hanno organizzato la serata di ieri. Il loro impegno si chiama volontariato attivo. E arriva anche Gavino Murgia. Sono ormai le 19 e arrivano pure loro. I detenuti si avvicinano a gruppi, molti sono reduci da una giornata particolare, rientrano da Lula, da Galtellì dopo l?alluvione e pure da Onanì.

Ci sono andati per iniziare il percorso di reinserimento nella società. E lì, si sono resi utili: manutenzione e pulizia delle strade, aiuti pratici insomma. Si sistemano velocemente, nelle sedie allineate. E c’è chi dice, che questa nuova ventata di apertura verso l?esterno è tutta "merito del direttore Vincenzo Alastra". Intanto la serata inizia. Non prima che Gavino Murgia suoni il sax e riesca a strappare un grande applauso. Il documentario è interamente realizzato in dialetto, con i sottotitoli in italiano. Le immagini sono nitide, chiare: i nuraghi, S’ardia di Sedilo, Nora e Francesco Masala, la musica di Andrea Parodi e il villaggio nuragico di Romanzesu. E i tramonti. Michele, in carcere ci deve rimanere ancora due anni.

"Ma io quel tramonto lo voglio rivedere. Rivoglio anche mio figlio". E su con gli occhi fissi nello schermo. Il video continua. I pozzi sacri, le nenie, Gavino Murgia che suona nel museo Nivola e Elena Ledda che canta e racconta e i tenores di Bitti che parlano di bassu e contra. Molti detenuti sono extracomunitari. É un bel documentario "Talam-Viaggio dentro la civiltà musicale dei sardi". Fa parte di una serie curata dalla televisione svizzera e che ha interessato diverse parti del mondo. Per l?Italia è stata scelta, fortunatamente, la Sardegna. Dura un’ora circa.

La proiezione finisce. Un applauso, forte. Ancora qualche stretta di mano, un saluto e il salone si svuota. Le celle si riempiono, sopra la rete metallica. Cala il sipario, fuori è buio pesto. E c’è tanta nebbia. Da lontano, oltre il pesante cancello la colonia penale di Mamone è solo una grossa luce offuscata dalla notte.

Nuoro: gli Istentales invadono Badu ‘e Carros

 

L’Unione Sarda, 22 dicembre 2004

 

I detenuti hanno accolto Gigi Sanna come una rock star. Il rituale di fine concerto si ripete anche alla conclusione di uno spettacolo davvero particolare. Quel berretto di velluto che vola come un frisbee segnando la fine dell’esibizione e lasciando il suo legittimo proprietario nudo con la sue calvizie, ma soddisfatissimo per quello che considera "il concerto migliore".

Gigi Sanna con i suoi Istentales aspettava da sette anni l’occasione di far sentire la sua musica nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros. Oltre trenta le domande rimaste inascoltate, fino alla volta buona di ieri pomeriggio. Un sì accordato anche grazie al nuovo corso voluto dal direttore Paolo Sanna, da mesi al lavoro per migliorare la qualità della vita nell’istituto di pena favorendo una serie di iniziative capaci veramente di rendere la detenzione davvero meno dura.

Condizioni che hanno permesso al gruppo di varcare l’ingresso del penitenziario concedendo così a quasi ottanta detenuti di godere di una giornata di svago al ritmo di rock "made in Barbagia". Novanta minuti di concerto che i detenuti si godono fino alla fine. Sono i molti a conoscere le canzoni del gruppo nuorese e a scandire assieme a loro le parole di alcuni brani. "È da anni che li seguo - dice un ragazzo ogliastrino - sentirli oggi in carcere mi ha regalato una gioia unica".

Loro nel palco improvvisato nella rotonda del penitenziario, sopperiscono all’assenza del batterista Luca Floris con gli altri componenti della band in gran forma (Tattino Canova al basso e Daniele Barbato alle tastiere). Tutti emozionati per una serata speciale aspettata da tempo. Un’attesa che li ha però abbondantemente ripagati per l’affetto dei detenuti capaci di accompagnare con un entusiasmo inusuale per un luogo chiuso, le loro canzoni fino all’ultima nota.

"Finalmente ci siamo riusciti - ha commentato il leader degli Istentales Gigi Sanna", che anche all’interno del carcere non perde l’ironia. "Non capisco perché abbiamo dovuto attendere tanto - commenta il cantante - eppure c’è un sacco di gente che si trova qui senza averne fatto richiesta". Istrionico come sempre il barbuto cantante-pastore introduce le sue canzoni prima di dare voce al microfono ed energia alla sua chitarra.

Il grosso dei detenuti assiste alla performance da pochi metri, altri più in disparte. Un po’ insomma come accade alle feste di paese, dove i più scalmanati stanno sotto il palco e gli altri si godono ugualmente lo spettacolo a debita distanza. Si va avanti fino alle 18 quando è già tempo di saluti. Giusto qualche minuto ancora per rinnovare a tutti gli auguri per le feste, a pochi giorni da Natale, e un arrivederci a presto in situazioni ed in contesti migliori.

L’obiettivo dichiarato è rendere il carcere con le sue problematiche sempre meno distante dal territorio. Sono tante le iniziative (sportive, musicali e letterarie) che l’amministrazione penitenziaria in collaborazione con amministratori, volontari e le stesse forze economiche del capoluogo sta mettendo in campo.Uno sforzo collettivo per evitare l’isolamento che per troppi anni, ha visto l’ex carcere di massima sicurezza di Badu e Carros come un corpo avulso dal territorio che lo ospitava. Nel nuovo corso, fatto di apertura e iniziative capaci veramente di rendere questa realtà meno brutta e sofferente dopo il valzer dei tanti direttori solo di passaggio, ci crede l’attuale direttore Paolo Sanna. "A volte basta poco per regalare una giornata migliore ai detenuti - ha detto Sanna - noi continueremo ad impegnarci per migliorare la situazione anche con altre iniziative di apertura in un ambiente per definizione chiuso".

Cagliari: i carcerati di Isili diventano giardinieri

 

L’Unione Sarda, 22 dicembre 2004

 

Si è svolta anche a Isili la prima giornata di collaborazione con l’amministrazione comunale e la comunità montana e con il Ministero dell’ambiente in merito all’iniziativa di rinverdire alcune zone del paese con la collaborazione dei detenuti della colonia agricola. Sei detenuti in permesso premio hanno collaborato con gli operai comunali per piantare alberi nell’area della piscina comunale per la creazione di uno spazio verde.

L’operazione si è svolta nel pieno della collaborazione, in un clima sereno. Domani la seconda e ultima giornata per un ulteriore collaborazione che dimostri la volontà di queste persone di non volersi isolare dall’ambiente sociale circostante, ma anzi di voler essere partecipi in maniera attiva della vita del mondo esterno. Anche questa iniziativa si inquadra in un programma più ampio definito dal servizio didattico della colonia per il reinserimento di queste persone nella comunità.

Bologna: Provincia affida lavori a tipografia del carcere

 

Redattore Sociale, 22 dicembre 2004

 

Libri e biglietti di auguri sono più graditi se sono stampati dai detenuti. La Provincia di Bologna ha sottoscritto una convenzione con Sic (Consorzio iniziative sociali di cui fanno parte 15 cooperative sociali) per affidare alla tipografia del carcere della Dozza alcuni dei suoi lavori.

Inoltre, la Provincia ospiterà, nel suo centro stampa, un detenuto in regine di semi libertà per uno stage formativo di 270 ore, grazie alla collaborazione con il Cefal, il Consorzio europeo per la formazione e l’addestramento dei lavoratori. "Dopo lo stage, l’intenzione dell’amministrazione provinciale è quella di stabilizzare il rapporto di lavoro con il detenuto", si augura Stefano Alvergna, assessore alla Comunicazione e ai servizi informativi.

Grazie alle due convenzioni, "Il Profumo delle Parole" , ovvero l’editore e stampatore della casa circondariale "La Dozza", esce dal carcere per aprirsi al territorio, soprattutto grazie al suo sito Internet www.ilprofumodelleparole.it, attraverso cui si potranno ordinare on line i libri pubblicati da questa particolare casa editrice. Suo primo lavoro è un biglietto natalizio con cui la Provincia augura "Buone Feste" a giornalisti e collaboratori, mentre in programma per il prossimo anno ci sono: un concorso letterario, un volume per bambini, quaderni, agende e calendari con il suo logo e una raccolta di immagini sul disagio a Bologna.

"L’attenzione verso le persone detenute fa parte dell’impegno concreto che la Provincia da anni porta avanti, soprattutto nel campo della formazione e del reinserimento socio lavorativo di chi si trova in carcere, con una sinergia tra gli assessorati", spiega la presidente della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti.

Tanto che nel 2005 c’è già l’impegno di "dotare l’istituto penale minorile del Pratello di tre computer e di attivare un corso d’informatica", precisa Alvergna. "Finora la tipografia del carcere della Dozza era utilizzata solo per usi interni - dice Armando Reho, direttore dell’area trattamentale e pedagogica della casa circondariale di Bologna -. Per noi è stato importante sganciare questo tipo di attività dalla dimensione carceraria: si tratta di un’opportunità di lavoro in più. Senza contare la valenza sociale, rieducativa e di reinserimento che un’attività professionale comporta".

Il progetto "Il Profumo delle Parole" è solo l’ultima delle iniziative che la Provincia di Bologna finanzia (249.700 euro per il 2004/2005) a favore dei detenuti della Dozza (852 uomini e 70 donne al 31 dicembre 2003). Tra le altre si segnalano lo Sportello di informazione e orientamento al lavoro all’interno del carcere, le attività sportive e quelle di formazione professionale.

Cosenza: associazione "Insieme" e Caritas per il carcere

 

Quotidiano di Calabria, 22 dicembre 2004

 

Un regalo e un sorriso per i figli dei detenuti che vengono a fare visita ai loro genitori. Questo quanto hanno realizzato per questa settimana di Natale i volontari che operano all’interno del complesso penitenziario di località Castelluccio: i membri dell’associazione "Insieme" e la Caritas diocesana, a cui in questa nobile occasione si sono affiancate la parrocchia di Sant’Onofrio guidata da don Maurizio Raniti, insegnanti e studenti e l’associazione "Diritti e libertà", con sede a Genova. I bambini che ogni giorno, assieme alle mamme, vanno nel carcere a scambiarsi gli auguri di Natale con i papà detenuti, al termine del breve colloquio ricevono dai volontari un giocattolo offerto dalle tante persone di buona volontà. Un segno di solidarietà che è molto apprezzato.

"Negli occhi dei ragazzi che in questi giorni di festa non possono godere a casa della presenza del padre - ha detto Antonio Morelli, presidente dell’associazione Insieme - si legge una luce nuova, di sorpresa nel toccare con mano la solidarietà e l’affetto di chi è concretamente vicino a loro e ai loro genitori. Con questi semplici gesti, non solo regaliamo dei momenti di calore umano, ma riceviamo molto in termini di ricchezza interiore. Quei volti sui quali nonostante tutto si disegna un sorriso sono per noi un incoraggiamento ad andare avanti, a proseguire in queste iniziative a favore dei detenuti".

Un ringraziamento, da parte di Morelli, a chi ha fornito le centinaia di giocattoli, alla direttrice del Carcere Rachele Catalano (nella foto), che permette la realizzazione di simili iniziative, e alla polizia penitenziaria, sempre disponibile nei confronti delle azioni di volontariato.

Paola: detenuti regalano fiabe ai bambini delle scuole

 

Quotidiano di Calabria, 22 dicembre 2004

 

Sono stati due detenuti ad indossare gli abiti rossi e la barba bianca di Babbo Natale, per far dono ai partecipanti convenuti alla cerimonia di fine anno, che si è svolta ieri mattina all’interno della Casa circondariale di Paola, di un originale testo in cui compaiono fiabe e racconti scritti, oltre che dai ragazzi anche dagli ospiti della struttura.. I lavori sono stati realizzati nell’ ambito della seconda edizione del progetto "Giano" di cui sono responsabili le docenti del Ctp, Maria Pedranghelu e Rosa Maria Scalise.

Sono stati momenti di vera partecipazione quelli vissuti dagli studenti di alcune classi delle scuole medie ed elementari di Paola a stretto contato con la realtà carceraria . Hanno risposto all’invito della direttrice della Casa circondariale, Caterina Arrotta, Patrizia Carrozza, responsabile dell’ Osservatorio regionale sulla legalità, il sindaco di San Lucido, Roberto Pizzuti, il sindaco di Fuscaldo,Gianbattista De Seta, l’assessore alle politiche sociali di Paola, Carmen Carnevale, il dirigente scolastico e coordinatore del Centro territoriale permanente, Ornella Grossi, i dirigenti scolastici, Loredana Grossi e Pasquale Perri, gli impiegati della struttura oltre ai rappresentanti delle forze dell’ordine. Hanno fatto gli onori di casa, le guardie penitenziarie con il comandante Antonio Russo.

Hanno partecipato anche i docenti e i responsabili dei corsi che si tengono all’interno del penitenziario, nell’ambito di una azione di recupero e di integrazione sociale dei detenuti. Tra i presenti, l’educatore Domenico Speranza e alcuni volontari del centro culturale Frassati. La funzione religiosa è stata celebrata dal padre provinciale dei Frati minori conventuali di Calabria, Nicola Criniti, dal parroco don Geppino Ramundo e dal cappellano dello stesso carcere, padre Aurelio Marino.

Chieti: detenuti mettono in scena due opere di De Filippo

 

Il Messaggero, 22 dicembre 2004

 

"Cupido scherza...e spazza" e "La scommessa": sono i titoli delle commedie di Peppino De Filippo rappresentate ieri dalla compagnia teatrale "Il cellulare di Tespi" presso il carcere di Madonna del Freddo di Chieti. I personaggi delle commedie sono stati interpretati dai detenuti: Gabriele Biblico (era Vincenzo), Luca Aprea (Salvatore), Francesco Iadonisi (Pascuttella), Domenico De Luca Cotugno (Donna Stella), Giuseppe Scala (Rosina), Michele Ziccardi (La Diavola), Mirejosvsky Vaclan (Carmine), Francesco Erredi (Gennarino), Giuseppe Martino (Don Giovanni), Davide Grimaldi (Nicola La Croce). Una bella e riuscita iniziativa, che è stata promossa dal direttore del carcere Francesco Coscione.

Spoleto: i detenuti "regalano" il loro tempo

 

Il Messaggero, 22 dicembre 2004

 

Non garantisce acquisti, né consente di pagare bollette ma forse regala emozioni e parole: è il cosiddetto "Assegno del tempo", un titolo di credito "ad alto valore umano" che la cooperativa spoletina "Comodo" (Comunicare moltiplica doveri), formata anche da detenuti del carcere di massima sicurezza di Maiano, propone come regalo di Natale.

L’assegno del tempo fa parte di una collezione di regali natalizi realizzati dalla "Comodo" (da acquistare on line sul suo sito oppure sui banchi di molti mercatini) che comprende l’agenda "ottimanale", (i sette giorni tradizionali uniti all’ottavo, da inventarsi), i "Pensieri minuti portatili" (un calendario gigante con i giorni da staccare e regalare), ed il "Quotidiario", agenda per un giorno, primo diario nato per scandire le 24 ore di una giornata, di 15 minuti in 15 minuti.

"È la prima volta - fa notare il presidente della cooperativa Marco Tortoioli, ideatore e grafico della linea di oggetti - che un progetto con valenza sociale portato avanti anche da soggetti svantaggiati propone un prodotto che, per carattere ed originalità, può essere venduto ad ogni livello. Grazie a questa originalità, il Comune di Spoleto ha deciso di firmare con noi la linea e l’Associazione italiana progettisti della comunicazione visiva ha dato il proprio patrocinio".

La cooperativa, in collaborazione con la direzione del carcere, sta lavorando per far nascere all’interno della casa di detenzione un polo di lavoro con la possibilità di coprire l’intero ciclo produttivo degli oggetti da regalare. Per il direttore della casa di reclusione, Ernesto Padovani, "la cooperativa Comodo, formata da grafici, giornalisti e detenuti, è una delle iniziative di eccellenza sulle quali l’amministrazione carceraria ha investito di più negli ultimi anni.

L’utilizzo del computer e dei programmi di grafica consente ai detenuti di condividere nuove forme di comunicazione: loro hanno scelto di lavorare sul tempo di cui sono privati - sottolinea Padovani - e le loro riflessioni sono interessanti proprio perché vengono fuori da persone che fanno fatica a ragionare sul tempo come progetto di vita. Quando il tempo a disposizione non è accompagnato dalla possibilità di auto determinarlo diventa vuoto, inutile ed innaturale. Ed ecco l’esplosione della fantasia che porta a riflettere in modo creativo".

 

 

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