Castelli e l'edilizia penitenziaria

 

Castelli: 23 nuovi penitenziari modello

Il panorama carcerario italiano è destinato a essere rivoluzionato

 

La Padania, 21 novembre 2003

 

Il panorama penitenziario dell’Italia, e della Lombardia in particolare, cambierà completamente entro dieci anni. Ben 23 nuove e avanzate strutture per ospitare i detenuti, sul modello già operante di Bollate (Milano), porranno il Paese all’avanguardia mondiale (i primi appalti partiranno a giorni). I metodi di gestione e i programmi di recupero del detenuto dovranno tutti essere improntati sullo studio e sul lavoro. Oltre 100 milioni di euro (pari a 2.000 miliardi di lire) sono già stati stanziati per i prossimi due anni. Non è; un sogno, non è "politica dell’annuncio", ma il risultato concreto di due anni di lavoro al ministero della Giustizia, guidato da Roberto Castelli.

Ieri, il ministro ha visitato il nuovo penitenziario di Bollate, pronto da anni ma che non si riusciva ad aprire. Solo grazie al costante interessamento del suo ministero si è potuto renderlo funzionante. Si tratta di una struttura completamente innovativa, capace di vasti spazi interni, niente a che vedere con raggi oscuri di San Vittore. La sua apertura ha anzi consentito di alleggerire il vecchio carcere ultra affollato di circa mille detenuti (ne aveva 2.400), di cui 761 trasferiti qui, a Bollate, il carcere vuoto alle porte di Milano.

"Oggi è un momento felice, per me, una giornata di gioia", ha commentato Castelli. "Quando ho assunto l’incarico, la Lombardia soffriva più di ogni altra regione del problema del sovraffollamento e contemporaneamente della carenza di personale. Oggi posso dire che la situazione è molto cambiata"

Insieme alla direttrice del penitenziario, Lucia Castellano, e ad altre autorità della Provincia, della Regione, Castelli ha assistito alla presentazione del programma di lavoro elaborato da una società, la PC Det, grazie al quale i detenuti di Bollate apprendono come riparare e rigenerare computer, monitor e stampanti, professione ritenuta interessante per chi ha, più degli altri, il problema di ricollocarsi sul mercato.

Il ministro ha così premiato un cittadino detenuto della Slovacchia, Soki Lodovit, che presto tornerà al suo Paese grazie al mestiere imparato qui e potrà da lì avviare la relativa attività. Hanno aiutato il progetto alcune aziende, come BNL, Montepaschi, Banca Intesa, Enel. Su questa falsariga, Castelli è intenzionato a continuare il programma di rinnovo del sistema penitenziario italiano, creando per il ricollocamento del detenuto vere e proprie aziende, le quali "dovranno state in piedi da sole, reggersi grazie al contributo pionieristico e qualificato degli operatori".

Riguardo la situazione complessiva delle carceri italiane, il ministro ha spiegato: "Soffre di gravi carenze, ma non è l’inferno dipinto dai media, spesso umiliando il lodevole impegno degli educatori e degli addetti. Le carenze ci sono, anche gravi, ma troppo spesso si è presentato il nostro panorama penitenziario come luogo incivile e sofferente. Ebbene, è falso e noi siamo quotidianamente impegnati a migliorarlo".

In generale, ha poi osservato il Guardasigilli, "nelle carceri italiane si svolgono molte attività ricreative, ma servono a poco per il reinserimento. Quando con miei collaboratori ho visitato le carceri degli Stati uniti, ho potuto apprezzare che tutti i detenuti o studiano o lavorano". Questa è la strada maestra da intraprendere. In due anni, continua Castelli, "ci siamo impegnati a fondo, nonostante le critiche che abbiamo subito. Il carcere di Bollate, che era chiuso all’inizio del mio incarico, rappresenta quanto c’è di meglio nel campo dell’edilizia carceraria, è un esempio di come i detenuti possono partecipare ai gruppi di lavoro che consentiranno, ultimata la detenzione, di svolgere lavori qualificati all’esterno".

Bollate sarà un modello per altri 23 nuovi penitenziari in programma. Rivelando lo stanziamento di 2 mila miliardi di lire per la loro costruzione, Castelli ha detto: "Mai come in questi anni è stato presentato un bilancio così ampio per la giustizia". E altre iniziative, definite "clamorose" dal ministro, sono in previsione. Il loro annuncio è imminente.

Infine, a margine, il ministro si è detto invece "abbastanza insoddisfatto" per come vanno avanti le riforme della giustizia. Non ho nessuna imputazione da fare all’opposizione - ha precisato - se le riforme non vanno avanti. L’opposizione fa solo il suo mestiere e anzi devo dire che in Commissione Giustizia c’è un clima di confronto civile. Se le riforme non vanno avanti la responsabilità è anche della maggioranza".

Riguardo le dichiarazioni del presidente dell’Anm, Bruti Liberati, secondo il quale non ci sarebbe stato un dialogo sulla riforma dell’ordinamento giudiziario proposta dal governo (martedì arriva in Aula al Senato), e minaccia un’altra giornata di sciopero dei magistrati, Castelli ha replicato: "È una polemica stucchevole. Bruti Liberati, che è organico alla sinistra, dice che io dico bugie. Io dico lo stesso di lui. Al governo ci stiamo noi, qualcuno ci ha votato e abbiamo la necessità di portare a termine il nostro programma".

 

 

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