S.O.S. da Porto Azzurro

 

S.O.S. carcere, a Porto Azzurro vincono i detenuti

Firmato l’accordo tra direzione e una commissione della popolazione reclusa

 

Liberazione, 9 dicembre 2003

 

Ancora nel carcere, per la seconda volta. Il capogruppo del Prc in Regione Toscana Giovanni Barbagli, il segretario regionale Mario Ricci, il responsabile lavoro Paolo Gianardi e io stesso del direttivo del circolo di Rifondazione dell’Isola d’Elba ci siamo recati nuovamente al carcere di Porto Azzurro con l’obiettivo di mantenere una continuità nell’azione politica intrapresa, senza tentennamenti neppure di fronte a trasferimenti "punitivi", pressioni psicologiche o altri interventi che alcuni nell’amministrazione carceraria hanno messo in atto subito dopo la prima visita conoscitiva dello scorso settembre.

I detenuti componenti la "commissione" che, in occasione della precedente visita al carcere, si era costituita, hanno dimostrato la determinazione più grande nell’intraprendere questa battaglia pacifica per la difesa dei diritti democratici nel carcere. Su sei della commissione interna, oggi ne sono rimasti solo due. Altri quattro sono stati improvvisamente trasferiti senza motivazioni credibili. Tra loro Gilberto Brega, punto di riferimento e fondatore dell’Associazione Papillon.

Anche i due rimasti hanno già pronte in cella le ceste contenenti le loro poche cose, preparate nel caso di un improvviso trasferimento; ma sanno già da chi farsi eventualmente sostituire nella commissione, perché hanno capito che la lotta che hanno intrapreso deve continuare a prescindere dalla loro presenza a Porto Azzurro, consapevoli che si tratti di una battaglia collettiva, che si può vincere. I quattro trasferimenti vengono effettuati immediatamente dopo la rimozione definitiva del direttore del carcere D’Andria.

Con lui la delegazione precedente e la commissione avevano preso precisi impegni, verbalizzandoli in un accordo siglato il 17 settembre (cioè quindici giorni dopo la prima visita al carcere).

A questi gravi fatti il Prc aveva prontamente reagito: con un’interrogazione di Giuliano Pisapia a Montecitorio, un’altra in Consiglio regionale, con vari interventi sulla stampa nazionale e locale e un ampio servizio-denuncia su una Tv locale (Tele Elba). Queste azioni hanno aperto una nuova fase. La situazione verificata durante questa seconda visita mostra infatti un nuovo clima. La nuova direttrice Michelini (per ora provvisoria), come primo atto, ha annullato il trasferimento degli ultimi due membri della commissione. E’ stato nominato un nuovo comandante (il dottor Giusti) per volontà del Provveditore regionale alle carceri (dottor De Pascalis).

Si è potuti giungere così ad un nuovo accordo, più circostanziato negli obiettivi, tra amministrazione attuale e commissione dei detenuti. L’accordo prevede infatti: 1) separazione dei detenuti di lunga pena da quelli a breve pena; 2) ripresa delle attività lavorative entro il 7 di dicembre (falegnameria, tessitoria, stamperia); 3) riapertura della biblioteca con una collaborazione volontaria del Prc e l’aiuto dell’educatore interno; 4) la sanificazione della cucina con inizio lavori già fissato per il 16 gennaio prossimo; 5) l’immediato ripristino della possibilità per i detenuti di ricevere e leggere riviste; 6) il rispetto della commissione come parte di rappresentanza dei detenuti e l’impegno che gli stessi non vengano trasferiti; 7) una nuova visita fissata per il 12 marzo prossimo per verificare quanto concordato.

Nella conferenza stampa che ha seguito la visita, è stato poi ribadito l’impegno, a tutti i livelli, per garantire una stabile direzione al carcere, risolvere le croniche carenze di personale e stimolare l’impegno fino ad ora latitante di Regione, Provincia e Comune nei confronti dei cittadini detenuti. "A Porto Azzurro la situazione sta oggi evolvendo in modo positivo - ha dichiarato Vittorio Antonini, vice-presidente di Papillon - grazie alla sensibilità di alcuni funzionari dell’amministrazione penitenziaria e allo stretto rapporto mantenuto tra consiglieri e parlamentari del Prc e i detenuti dell’associazione Papillon che non si sono fatti intimidire.

Purtroppo i casi di trasferimenti "punitivi" non sono così rari: a Rebibbia Penale, ad esempio, un altro associato della Papillon, Angelo Di Gennaro, è stato trasferito all’improvviso e senza spiegazioni al carcere di Civitavecchia. La proposta di Legge sulla libera associazione dei detenuti è sempre più l’unico strumento di garanzia per il rispetto della democrazia nelle carceri".

 

 

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