Tutti contro Castelli

 

Sull'indulto.. tutti contro Castelli

 

Liberazione, 24 ottobre 2002

 

In Italia, circa la metà delle persone arrestate per vari reati sono immigrati provenienti da paesi extra - UE, ha fatto sapere ieri il ministro della Giustizia Roberto Castelli, per il quale l’amnistia equivale a una "resa" dello Stato se serve solo a svuotare le carceri.

Così, dai microfoni di Radio Anch’io, il guardasigilli ha bocciato l’ipotesi di un provvedimento di clemenza. "Non entro nel merito se vi siano le condizioni politiche per fare un’amnistia o un indulto. Ma voglio fare una riflessione. Un indulto o un’amnistia ha valore - ha detto Castelli - se interviene su grandi processi di carattere politico, sociale o storico".

Quando è stato fatto notare al ministro, che con l’indulto, si svuoterebbero le carceri di 8.000 detenuti, Castelli ha replicato: "Sì, ci sarebbero 8.000 persone che non hanno scontato la pena cui sono state condannate, che tornerebbero per strada probabilmente per fare danni agente onesta".

Inevitabili le reazioni all’affondo di Castelli contro l’indulto. "Il ministro sembra ossessionato dalla politica sulle carceri della sinistra, sostenendo un teorema tanto ridicolo quando infondato", ha commentato Graziella Mascia (PRC).

"Visitare le carceri per comprendere questa realtà e, di conseguenza, studiare gli interventi più appropriati è una pratica che consigliamo soprattutto a lui. Non si può liquidare il problema del sovraffollamento delle case di pena con parole demagogiche. Castelli sembra dimenticare infatti che sono i proprio le politiche di esclusione adottate dal governo nei confronti dei soggetti deboli della società, come ad esempio gli stranieri e gli indigenti, ad alimentare la criminalità e, conseguentemente, a riempire le carceri".

La realtà è che Castelli, ha ribadito Giovanni Russo Spena, vicepresidente del gruppo PRC alla Camera, "mena il can per l’aia, per non confrontarsi con la piattaforma condivisibile dei detenuti in sciopero e protesta non violenta. Castelli, nel suo giustizialismo ossessivo, vuole anche bloccare ogni dibattito sull’indulto, che pure è aperto nelle stesse forze della maggioranza".

Il guardasigilli "continua a barare sulle carceri e si prende i meriti di aver impedito una rivolta che in realtà non solo non c’è mai stata ma nessuno l’ha mai neppure progettata", ha replicato il parlamentare dei Verdi Paolo Cento.

"Quella delle settimane scorse - spiega Cento - è stata invece una protesta pacifica dei detenuti, che ha avuto il merito di riaprire nel parlamento e nel paese il dibattito sulla questione penitenziaria. E Papillon ha annunciato una nuova protesta carceraria per l’11 novembre".

Fuori dalle aule parlamentari Sergio Segio e Sergio Cusani hanno rivolto un appello al Pontefice: "Il ministro Castelli persegue, nei confronti del problema carceri, la politica dello struzzo. Speriamo che il 14 novembre dal Papa alla Camera possano arrivare parole di solidarietà per i detenuti e la sollecitazione verso un provvedimento di clemenza del Parlamento, come è accaduto quanto il Pontefice ne parlò, nella sua visita a Regina Coeli".

 

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