Un sito degli ex detenuti

 

Uno sguardo oltre le sbarre

 

Il Mattino, 22 febbraio 2002

 

NarceyBoy è il soprannome scelto da un algerino che scrive dall’Algeria in perfetto inglese. Ex rapinatore a mano armata e condannato per tentato omicidio, nel forum www.convictsreunited.com lancia anatemi a tutti e augura una vita peggiore della sua che a soli 32 anni ne ha già passati 14 dietro le sbarre. Non gli manca comunque la voglia di «lavorare» in un altro Paese e quando gli scrivo di essere appena uscito da Poggioreale, la casa di detenzione di Napoli, mi chiede l’indirizzo e-mail privato perché vorrebbe avere notizie sulle opportunità di lavoro - lui le chiama business opportunities - in Italia. All’ex internato algerino ho fatto credere di essere stato condannato per frode finanziaria, lui dice di essere interessato ai motivi della mia condanna e gradirebbe conoscere le angosce di un ex detenuto in Italia. Quanto NarceyBoy sia in buona fede non sta a noi giudicare e cosa lui intenda per «lavorare» in un altro paese non ci è chiaro ma questo è solo un esempio di ciò che si trova sul sito inglese convicts.com che sta sollevando molte polemiche nel Regno Unito.

Creato per scherzo dai britannici Mike Breach e Chris Harvey il sito è gestito da reclusi ed ex reclusi con lo scopo dichiarato di mantenere i contatti tra ex compagni di cella o detenuti di altri carceri e di altri paesi. «L’idea era quella di seguire il filone dei portali nei quali si ritrovano vecchi compagni di classe o famiglie lontane», racconta Mike, «ma poi ci siamo accorti delle migliaia di accessi generati dal solo passaparola. Siamo stati in pratica travolti da una valanga» e, conclude, «il polverone sulla diffamazione e sulla diffusione dei dati non ci preoccupa perché siamo convinti di essere nel giusto. Noi forniamo un servizio di pubblica utilità a chi ha avuto una sorte avversa». Non sono dello stesso parere molti degli avvocati dello Strand della capitale britannica preoccupati per la possibilità di diffusione dei nomi degli iscritti. Per essere membri del sito bisogna fornire alcuni dati: il numero di matricola da detenuti e il crimine per il quale si è stati condannati. Secondo la legge inglese per la riabilitazione ogni cittadino che sia recluso o che lo sia stato ha diritto alla tutela della privacy ed ecco perché si ipotizza di incriminare i due fondatori del sito.

I sostenitori di ConvitsReunited sostengono che le critiche sono anche dovute al fatto che il forum ospita informazioni e classifiche su qualità del cibo, accoglienza, sovraffollamento e gestione delle carceri, informazioni che hanno gettato benzina sul fuoco delle polemiche sulla gestione del sistema carcerario britannico. Ma convicts.com è anche un osservatorio molto interessante per gli strateghi di web marketing. «Sotto l’aspetto puramente pubblicitario e di marketing siti del genere sono sempre vincenti e non vedo perché non debbano esserlo anche per i detenuti», osserva un esperto. E intanto NarceyBoy mi scrive che anche un suo ex collega vorrebbe venire in Italia a «lavorare».

 

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