Taormina sul GOM

 

Taormina: Il GOM reparto ambiguo

Sulle botte non si saprà mai la verità

 

(Corriere della Sera 27 luglio 2001)

 

“Io quel reparto non lo avrei mai creato. Infatti si è prestato a utilizzazioni eccentriche: occulte finalità di captazione di notizie ed altro sembravano essere le vere ragioni dell’istituzione del nucleo”.

A Genova, durante le perquisizioni alla “Diaz” e nella caserma di Bolzaneto, sono stati temporaneamente cancellati i diritti dei cittadini?

“Per quanto riguarda la ragione dell’intervento, è stata rispettata la legge. Nulla so sulle modalità della perquisizione”.

Dove è finito il garantismo del centro-destra, che solo alcuni mesi fa protestava contro “lo Stato di polizia”?

“C’è un equivoco di fondo. A Genova abbiamo visto devastazioni e aggressioni dei manifestanti. Il problema è stato fare rispettare la legalità”.

Ma ora si discute sul trattamento riservato ai fermati, sul rispetto della legalità da parte delle forze di polizia.

“Anche su questo punto non posso dire nulla, perché non sono a conoscenza di quello che è accaduto”.

Difenderebbe uno dei fermati a Genova?

“L’attività forense è talmente nobile da non potersi sporcare con nulla, tanto più quando si tratta di discutere di diritti e di presunzione di non colpevolezza. Quindi io non vedrei nulla di contraddittorio con la difesa di chiunque. Però, qualora ce ne fosse bisogno, sarei più contento di assistere uno dei poliziotti o dei carabinieri eventualmente accusati”.

Su 93 ragazzi fermati alla “Diaz” tutti tranne uno sono tornati in libertà. È una percentuale di mancate convalide impressionante. O no?

“È un dato che impressiona. Sotto la diversa lente di ingrandimento del magistrato, però, situazioni che in un contesto emozionale portano a una valutazione poi possono condurre ad altre decisioni”.

La Procura ha chiesto i nomi degli agenti e dei carabinieri che hanno partecipato alla perquisizione. Solo un atto dovuto?

“Questi accertamenti sono doverosi. Indubbiamente ci sono delle ipotesi che volgono anche verso un coinvolgimento dei poliziotti e dei carabinieri. Credo, però, che la magistratura non potrà non tenere conto di quello che abbiamo visto in televisione”.

Le è mai capitato un cliente cui è stato impedito di comunicare con famiglia e avvocato?

“Ci sono dei casi in cui la legge prevede il divieto finche non c’è l’interrogatorio”.

E un cliente che è stato percosso a freddo in carcere o in un ufficio di polizia?

“Mi è capitato ed è una brutta esperienza. Quando succedono queste cose scattano subito le coperture. Per accertare quello che è successo si può fare di tutto, ma stia tranquillo che la verità non verrà mai a galla”.

 

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