Carcere e volontariato

 

La IV rilevazione nazionale sul volontariato penitenziario

 

Quarta rilevazione nazionale sul volontariato penitenziario (pdf)

Lettera circolare del 14 giugno 2005 (pdf)

Lettera circolare del 10 maggio 2004 (pdf)

Lettera circolare del 9 ottobre 2003 (pdf)

 

Sono 7.800 gli operatori non istituzionali che collaborano con gli istituti penitenziari italiani in attività rivolte a 58.388 detenuti. Questi e molti altri dati sono stati raccolti nella Quarta rilevazione condotta dalla Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, per la prima volta in collaborazione diretta con il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Il dirigente generale del Dap, Maria Pia Giuffrida, con una lettera circolare del 10 maggio 2004 che fa seguito alla prima circolare sull’argomento del 9 ottobre 2003, ha tracciato le linee guida per la raccolta dei dati, alle quali la Conferenza nazionale del Volontariato Giustizia si è attenuta nel rilevamento relativo al 2004. La più recente circolare in materia, del 14 giugno 2005, ha come oggetto L’Area educativa: il documento di sintesi ed il patto trattamentale ed è stata emanata dal direttore generale per i detenuti e il trattamento, Sebastiano Ardita. I dati sul volontariato penitenziario sono stati resi noti nel corso di una conferenza, lo scorso 17 giugno.

 

Una prima riflessione del Dap sui dati raccolti

 

Il 17 giugno 2005 l’Amministrazione Penitenziaria, rappresentata dal dirigente generale Maria Pia Giuffrida, e la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia hanno presentato la IV rilevazione nazionale, svolta per la prima volta in maniera congiunta, che ha permesso di analizzare la quantità e la qualità dei soggetti che collaborano alle attività di trattamento negli istituti penitenziari.

La collaborazione della comunità esterna all’opera di reinserimento sociale dei detenuti è disciplinata nell’Ordinamento Penitenziario (Legge 354/75) dagli art. 17 e 78 e dagli art. 68 e 120 del Regolamento di Esecuzione (D.P.R. 230/00). In particolare gli artt. 17 e 78 O.P. disciplinano: il primo la partecipazione della comunità esterna all’azione trattamentale ed il secondo le modalità operative dei volontari. Il recente Regolamento di Esecuzione recepisce i cambiamenti avvenuti dal 1975 al 2000 nelle prassi di partecipazione della comunità esterna, e sottolinea, tra l’altro, all’art. 68, la necessità che le iniziative della comunità esterna "…siano svolte in piena integrazione con gli operatori penitenziari…" e all’art 120 prevede che "… l’autorizzazione può riguardare anche più persone appartenenti ad organizzazioni di volontariato, le quali assicurano, con apposite convenzioni con le direzioni degli Istituti e dei Centri di Servizio Sociale, continuità di presenza in determinati settori di attività…".

La rilevanza posta dall’Ordinamento penitenziario alla partecipazione dei volontari, e più in generale della comunità esterna, all’opera trattamentale, e la constatazione che tali risorse agivano spesso in parallelo e non in sinergia con gli operatori penitenziari, ha portato la Direzione Generale detenuti e trattamento, nell’ambito del progetto di rilancio del trattamento penitenziario, affidato alla dr.ssa Maria Pia Giuffrida Dirigente Generale Dap, a prevedere incontri cadenzati con la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, cui è stata presentata in prima battuta la circolare dell’ottobre del 2003, che riformula il significato di trattamento penitenziario, con preghiera di diffonderla a tutti i componenti, incentivando la motivazione degli stessi e dando impulso ad una loro integrazione effettiva con gli operatori istituzionali. Al fine di monitorare con esattezza il contributo del volontariato e la Comunità esterna all’opera trattamentale, si era pertanto convenuto sulla necessità di una nuova modalità di rilevazione dati che consentisse di valutare non solo l’aspetto quantitativo del fenomeno ma anche quello qualitativo, fornendo un quadro realmente esaustivo delle modalità di collaborazione della Comunità all’opera trattamentale. Il modello di rilevazione adottato nel 2004 acquista carattere di stabilità essendo previsto un aggiornamento dei dati da parte degli istituti con frequenza annuale.

La raccolta dei dati è stata concepita in modo tale da fornire una visione il più completa possibile della presenza della comunità esterna negli Istituti penitenziari rilevando, oltre i dati personali e le presenze degli operatori, anche il tipo di attività autorizzata e il grado di integrazione con l’Area educativa.

La stessa consentirà inoltre di verificare il numero di detenuti coinvolti e la loro partecipazione alle attività progettuali. Il censimento effettuato congiuntamente durante ciascun anno dagli operatori penitenziari insieme ai soggetti terzi, così come previsto dalla circolare del 10.05.2004, permetterà alle direzioni degli istituti di avere un quadro chiaro delle risorse da poter utilizzare al fine di realizzare il Progetto Pedagogico, nonché di modificarlo ed arricchirlo, prevedendo altresì con i volontari momenti di verifica congiunta dei risultati della loro opera.

La rilevazione relativa al 2004, pur in presenza di alcune difficoltà dovute alla novità dello strumento di rilevazione e alla nuova modalità di inserimento dei dati, consente già oggi di avere una lettura sostanzialmente ampia in termini sia qualitativi che quantitativi della collaborazione della comunità esterna, ed in particolare del volontariato, al trattamento rieducativo, come si evince dalla relazione presentata dalla Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia.

 

 

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