Newsletter n° 4 di Antigone

 

Newsletter numero 4 dell'Associazione "Antigone"

a cura di Nunzia Bossa e Patrizio Gonnella

 

Cattive notizie, editoriale di Stefano Anastasia

Osservatorio parlamentare, a cura di Francesca D’Elia

Visite dell’Osservatorio Nazionale di Antigone, a cura di Nunzia Bossa

Notizie brevi dal mondo

Notizie brevi dall’Italia

Notizie da Antigone e dintorni

Cattive notizie, editoriale di Stefano Anastasia

 

Cattive notizie. Non è solo la sensazione di triste deja vù che ci sconforta del disegno di legge Fini "contro la droga" (e la noia di dover tornare a ribattere punto per punto alla risorgente illusione repressiva), ma anche il fatto che il presunto liberalismo della sedicente classe dirigente della seconda repubblica si ferma ogni volta di fronte alla possibilità di lucrare qualche voto minacciando un po’ più di legge, ordine e galera. È andato fino a Gerusalemme, per denunciare il male assoluto; ma qualche crudele male minore non disdegna di infliggerlo a chi gli capiti a tiro, per un pugno di voti. Ieri gli immigrati, costretti a morire al largo delle coste italiane da una legislazione che impedisce loro di arrivare pagando un biglietto di linea, come facciamo noi quando andiamo in vacanza nel mediterraneo; oggi i consumatori di droghe, costretti come quelli alla clandestinità e destinati alla repressione.

Cattive notizie. Ne discuteremo il prossimo 9 dicembre in un seminario di studio organizzato a Roma con il Forum droghe e Magistratura democratica. La scelta di un nuovo giro di vite indurrebbe alla clandestinità i consumatori problematici, rendendo più difficili i contatti con i servizi e i percorsi terapeutici. La scelta di un nuovo giro di vite renderebbe problematico il consumo non problematico, non solo quello terapeutico (dietro cui pudicamente si nasconde chi è costretto involontariamente a fare outing), ma anche quello di massa dei derivati della cannabis. La scelta di un nuovo giro di vite aggraverebbe le condizioni di lavoro degli uffici addetti alla repressione – dai commissariati alle prefetture, ai tribunali - che saranno invasi di nuove e inutili carte. La scelta di un nuovo giro di vite potrebbe finire di soffocare il sistema di esecuzione penale, con ulteriori minacce di sovraffollamento penitenziario, subordinate al vaglio di tribunali di sorveglianza che non sanno più a chi dare i resti e che invece dovrebbero mandare la gran parte in terapia coatta, sancendo definitivamente la vittoria delle alternative alla libertà sulle alternative alla detenzione.

Cattive notizie. Alle quali non intendiamo rassegnarci. Cresce la mobilitazione nel paese e giungono notizie di molte e diverse iniziative. Le opposizioni, tutte unite, hanno una proposta comune, chiaramente alternativa a quella del governo, che va nella direzione di una più ampia depenalizzazione e decarcerizzazione del consumo di droghe. Abbiamo passato di peggio, e abbiamo vinto, poco più di dieci anni fa, quando la maggioranza degli italiani votarono contro le norme più odiose della legge allora voluta da Craxi. Il disegno di legge Fini può restare un mero arnese propagandistico di un liberale incompiuto. E questa sarà finalmente una buona notizia.

Osservatorio parlamentare, a cura di Francesca D’Elia

 

La Camera dei Deputati, in data 5 novembre, ha approvato le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Ulivo e Prc sul disegno di legge governativo concernente la "Delega al Governo per l’istituzione delle sezioni specializzate per la famiglia e per i minori nonché per la disciplina dei procedimenti in materia di separazione dei coniugi e di divorzio".

La riforma, bocciata con 252 voti a favore e 221 contrari (voto segreto), proponeva principalmente l’unificazione delle competenze in materia di minori e l’attribuzione delle stesse ad un’unica istituzione giudiziaria specializzata, con la conseguente soppressione del tribunale per i minorenni.

La Lega (nella persona del vicepresidente del Senato, Sen. Roberto Calderoli), all’indomani della bocciatura del provvedimento, dopo aver accusato Casini di aver concesso il voto segreto sulle pregiudiziali, in tal modo "permettendo ai franchi tiratori di far bocciare il testo", ha anche dichiarato di aver ripresentato la riforma Castelli in Senato, chiedendo la votazione delle pregiudiziali a scrutinio palese  accompagnata dalla richiesta di un voto di fiducia da parte del governo; peccato, però, che non sia possibile, se non dopo sei mesi, presentare in un ramo del Parlamento un provvedimento già bocciato dall’altro...e poi che senso avrebbe ripresentare un disegno di legge già dichiarato incostituzionale?

 

La proposta di legge Cirielli "Modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi e di termini di prescrizione del reato" (A.C. 2055).

La proposta di legge Cirielli sta per approdare nell’Aula di Montecitorio. Il provvedimento ha suscitato molte polemiche, e non solo perché potrebbe riaprire la strada alla norma "salva - Previti" (per cui il magistrato sarebbe obbligato a riconoscere la prevalenza delle attenuanti sulle aggravanti per gli incensurati con condanna inferiore ai 20 anni, riducendo così al massimo i tempi di prescrizione dei reati), già presentata da Mario Pepe di Forza Italia come emendamento all’analoga proposta di legge dell’On. Dussin (poi ritirata per le polemiche); ma soprattutto perché, oltre a limitare fortemente la concessione delle attenuanti generiche, "stravolge" l’istituto della recidiva, irrigidisce il sistema del computo della pena per i recidivi reiterati, inasprendo più in generale il regime penitenziario anche in termini di concessione delle misure alternative e benefici (obbligando i recidivi, ad esempio, a periodi di detenzione più lunghi prima della concessione).

Il testo, in particolare, introduce forti rigidità nella concessione delle attenuanti generiche, che viene vietata nei casi di recidiva reiterata, di omicidio, di reati sessuali, di delitti commessi per finalità di terrorismo, di eversione dell’ordine democratico. E ancora, nei casi di sequestro di persona a scopo di estorsione, associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Per tali reati, dunque, si reputano sufficienti le attenuanti comuni.

Ma non basta. Si prevede anche il divieto di comparazione delle circostanze aggravanti ed attenuanti per i casi di recidiva reiterata, "quei delinquenti condannati già tre volte e che non meritano certamente vantaggi nell’applicazione delle pene per nuovi reati commessi", come riportato nella relazione alla proposta di legge.

Stravolto, inoltre, il sistema dell’applicazione della recidiva: viene infatti eliminata la discrezionalità in materia del magistrato (rispetto alla contestazione, ma anche al calcolo dell’aumento di pena). La recidiva, quindi, scatterebbe automaticamente per chi ha già commesso un reato. E vi è di più. La proposta Cirielli introduce forti limitazioni alla concessione dei permessi premio, della semilibertà, dell’affidamento ai servizi sociali, della detenzione domiciliare (che, ad esempio, può essere concessa ai recidivi reiterati solo una volta e nel caso che la pena inflitta non superi i due anni).

Assume particolare rilievo che, in sede consultiva, la Commissione Affari Costituzionali, abbia sottolineato che l’inasprimento in via generale della normativa in tema di recidiva e, in particolare, la disposizione che prevede l’automatica applicazione dell’aumento di pena -senza, quindi, lasciare al giudice la possibilità di valutare anche altri elementi nel comminare in concreto la pena- ben potrebbe porsi in contrasto con il terzo comma dell’art. 27 della Costituzione (le pene devono tendere alla rieducazione del condannato).

C’è chi parla della legge Cirielli come una vera e propria "bomba legislativa"; non è difficile immaginare, infatti, che l’approvazione di tale provvedimento segnerebbe drammaticamente la già allarmante condizione di sovraffollamento in cui versano le carceri del nostro Paese.

 

Il Consiglio dei Ministri, in data 13 novembre, ha approvato all’unanimità  il disegno di legge Fini sulle droghe che, sin dalle prime anticipazioni (risalenti ad aprile scorso) aveva già scatenato polemiche sia in Parlamento, che nel Paese. Il provvedimento rispecchia chiaramente una logica repressiva: nessuna distinzione  tra droghe leggere e pesanti (per Fini, "fuorviante"); vietato in ogni caso l’uso e l’impiego delle sostanze stupefacenti; inasprite le pene per spacciatori e consumatori (per i quali vengono, tra l’altro, previste sanzioni identiche); ripristino del concetto della "dose minima giornaliera", pure abolito con il referendum del 1993.

Viene, quindi, punita la detenzione di droga e fissata la linea di confine fra la detenzione che rappresenta illecito amministrativo e quella che costituisce illecito penale: la soglia sotto la quale le sanzioni saranno solo amministrative È di 50 milligrammi per l’anfetamina, 150 per cannabis e derivati, 200 per l’eroina, 300 per le droghe sintetiche (ecstasy e pasticche), 500 per la cocaina; oltre questa soglia scatterebbe la sanzione penale.

Viene abolita l’ammonizione del prefetto per il primo fermo, ed i possessori di droghe dovranno seguire programmi di recupero presso strutture pubbliche o private. Si allungano anche i tempi delle sanzioni amministrative: la sospensione dei documenti passa da un massimo di 4 mesi a un massimo di 1 anno.

In particolare, chi illecitamente importa, esporta, acquista, riceve a qualsiasi titolo, o comunque detiene, sostanze stupefacenti o psicotrope rischierebbe almeno una delle seguenti sanzioni: sospensione (o divieto di conseguimento) della patente, del passaporto, del porto d’armi e del permesso di soggiorno. La misura scatterà immediata. Inoltre, il prefetto può disporre misure di sicurezza nei confronti di persone condannate anche non in via definitiva, laddove si possa ipotizzare la loro pericolosità sociale. Tra le misure previste, l’obbligo di presentarsi con scadenze costanti da polizia o carabinieri, l’obbligo di rientro nella propria abitazione a un’ora precisa, il divieto di frequentare alcuni locali pubblici o di lasciare il comune di residenza. Per chi trasgredisce a queste disposizioni scatterebbe l’arresto da 3 a 18 mesi, ma i provvedimenti possono essere revocati se il soggetto ha seguito con successo programmi riabilitativi. Non solo: si dà ampio spazio alle comunità terapeutiche, anche in contrasto con il ruolo dei servizi pubblici delle tossicodipendenze, quasi in direzione di una privatizzazione del trattamento terapeutico.

Peraltro, rispetto alla definizione del programma terapeutico e socio-riabilitativo, viene meno la libertà del medico di agire secondo scienza e coscienza, e dunque il trattamento personalizzato; viene, infatti, prescritto per legge il tipo di trattamento a cui i medici dovranno comunque attenersi, indipendentemente dal caso concreto: "i medicinali stupefacenti prescrivibili dovranno essere utilizzati a dosaggi decrescenti in ogni occasione possibile".

Ci sembra di tornare indietro di decenni: la proposta governativa vanifica qualsiasi sforzo per prevenire e ridurre il danno delle tossicodipendenze, nonché per ridurre i tassi  di sovraffollamento carcerario. Le opposizioni, contro il disegno di legge Fini sulle droghe definito "pessimo, inefficace e controproducente", rilanciano con una proposta di legge alternativa che ruota attorno a tre capisaldi: depenalizzazione, misure alternative alla detenzione, politica di riduzione del danno. La proposta di legge (Atto Camera 4208), che porta le firme di circa settanta deputati, È stata presentata in una conferenza stampa a Montecitorio proprio mentre il Consiglio dei Ministri approvava il disegno di legge del vice-premier.

Visite dell’Osservatorio Nazionale di Antigone, a cura di Nunzia Bossa

 

Ultimo giro di boa per gli osservatori di Antigone impegnati a visitare le circa 200 carceri italiane. A dicembre, infatti, con lo scadere delle autorizzazioni del Ministero, si concluderà la prima parte del lavoro dei volontari impegnati per l’Osservatorio.

Il registro delle visite non è mai stato così ricco: non abbiamo le statistiche comparate ufficiali, ma pare che davvero quest’anno siano state effettuate molte più visite che negli anni precedenti e resta ancora un mese intero per arricchire il carnet degli osservatori.

Riportiamo, di seguito, uno schema riassuntivo delle visite effettuate fino a questo momento, sottolineando che alcune visite sono state condotte, ma non è giunta comunicazione presso la sede dell’associazione e non è stato, quindi, possibile inserirle all’interno del registro che segue.

 

Lombardia

Bollate Milano Cc

15-5      

Cremona  Cc

19-8       

Castiglione Delle Stiviere Opg

20-8       

Mantova Cc

21-8       

Brescia Cc

22-8        

Brescia Cr

22-8

Liguria 

La Spezia

27-10 

Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige 

Vicenza Cc

20-5  

Verona Cr

5-6                           

Verona Cc

18-6           

Padova  Cr

14-7          

Venezia Crf

17-7   

Bolzano Cc

18-11 

Trento   Cc

5-12 

Rovereto

2-12  

Trieste

9-12        

Emilia Romagna

Bologna Cc

30-6       

Parma Cr

1-7               

Piacenza Cc

9-7               

Forlì Cc

10-7

Toscana

Firenze  Gozzini Solliccianino Icatt

29-5                             

Firenze  Sollicciano Cc

30-5                      

Lucca Cc

31-5            

Arezzo Cc

26- 8            

Siena Cc

27-8            

Empoli Icatt

28-8            

Montelupo Fiorentino Opg

29-8 

Umbria

Perugia Cc

7-7

Lazio

 

Roma Regina Coeli  Cc

10-4                        

Latina Cc

2-5                        

Viterbo Cc

15-5                       

Civitavecchia Cc

10-7            

Civitavecchia Icatt

10-7            

Rieti Cc

4-9            

Velletri Cc

11-9           

Frosinone Cc

12-9           

Paliano Cr

12- 9          

Roma Rebibbia Cr

8-1         

Cassino Cc

16-10 

Abruzzo e Molise

Pescara Cc

15-5     

Sulmona Cc

15-5              

L’aquila  Cc

27-5                       

Teramo Cc

17-6

Campania

Avellino Cc

21-3                                              

Lauro Cr

 

Pozzuoli Cc

 

Secondigliano Cp

 

Poggioreale Cc

 

Opg S. Eframo

 

Opg Aversa

 

Puglia

Bari Cc

20-5

Basilicata

Matera Cc

18-6                

Melfi

22-9 

Calabria

Rossano Cr

7-6         

Crotone Cc

7-6                          

Catanzaro

13-8        

Vibo Valentia

13-8        

Castrovillari

18-8        

Cosenza

19-8        

Paola

19-8

Sicilia

Palermo  Ucciardone

21-7       

Palermo  Pagliarelli

22-7   

Catania  Lanza

23-7    

Catania  Bicocca

24-7    

Messina Gazzi

25-7    

Brevi dal mondo

 

I detenuti nelle carceri dello Swaziland, ultima monarchia assoluta dell’Africa sub-sahariana, chiedono di non essere più percossi nudi con le catene per il rischio di contagio dell’Aids: "Le catene si macchiano di sangue e quindi contagiano il detenuto successivo", ha affermato Boyce Gama, ergastolano del penitenziario di massima sicurezza di Matsapha, portavoce di questa iniziativa nell’incontro avuto in carcere con rappresentanti della Croce Rossa nazionale. Gama ha presentato un elenco di richieste per tutelare la salute del detenuto. Il commissario alle carceri, Mnguni Simelane, ha affermato di non essere al corrente che negli istituti di pena siano messe in atto punizioni corporali, esplicitamente vietate dal codice. I detenuti chiedono anche farmaci retrovirali per i sieropositivi e la scarcerazione dei malati terminali ed ispezioni periodiche delle celle da parte del personale sanitario.

 

A Montreal il legale di un uomo accusato di aver sparato ed ucciso un poliziotto, rischia di essere espulso dal Foro per avere fischiettato, prima di lasciare l’aula, le note di una famosissima canzone di Bob Marley, "I Shot the Sheriff". L’avvocato Christian Gauthier aveva spiegato ad un giornalista che la canzone di Marley racconta una storia analoga a quella vissuta dal suo cliente che, secondo la linea della difesa, aveva sparato per legittima difesa. Per la cronaca, l’imputato è stato condannato a 25 anni di reclusione.

 

Problemi di bilancio stanno spingendo parecchi stati americani ad approvare nuove misure per ridurre il numero di detenuti presenti nelle loro carceri. Tra le iniziative intraprese vi sono la depenalizzazione di una serie di reati, meccanismi per accelerare i rilasci per buona condotta, rinuncia al "three strikes" (tre reati e vai dentro). Per ciò che concerne i reati per droga, sempre più giudici tendono a ordinare soggiorni in centri di recupero, anziché in carcere. Magari le ragioni statunitensi non sono proprio puramente ideologiche, ma è già qualcosa…

 

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di discutere il ricorso presentato da 16 prigionieri stranieri del carcere di Guantanamo sulla legalità della loro detenzione. I ricorrenti - 2  britannici, 2 australiani  e 12 kuwaitiani -  fanno parte dei circa 660 detenuti di oltre 40 nazionalità che si trovano nel carcere costruito all’interno di una base militare americana. La Corte Suprema dovrà decidere se i tribunali americani possono giudicare della legittimità della loro detenzione. Gli Stati Uniti considerano i detenuti di Guantanamo "combattenti nemici" e non "prigionieri di guerra", ai quali spettano precisi diritti, nel caso specifico ignorati.

 

La Corte europea per i diritti umani ha condannato la Turchia per il trattamento disumano e degradante, fino alla tortura, riservato ad un gruppo di avvocati che avevano fatto ricorso al tribunale di Strasburgo. La denuncia era stata presentata da 16 legali arrestati nel 1993 con l’accusa di essere coinvolti in attività criminali. Durante il periodo di detenzione professionisti in questione  avevano dovuto subire pesanti vessazioni. Secondo gli stessi, inoltre, il vero motivo del loro arresto era stata la loro attività a tutela dei diritti umani e la difesa di imputati finiti davanti ai tribunali speciali. 

Brevi dall’Italia

 

Depenalizzata la diffamazione a mezzo stampa, escluso definitivamente il carcere per i giornalisti. Questo prevede il testo appena presentato in commissione giustizia dalla relatrice Isabella Bertolini (Fi). Nel nuovo testo si prevede anche un tetto massimo per il risarcimento del danno di 25 mila euro. Nella nuova formulazione del provvedimento, si prevede che il competente ordine professionale stabilisca delle sanzioni disciplinari in seguito alla trasmissione degli atti da parte della magistratura. Anche l’ingiuria viene punita con una multa fino a 650 euro, la pena aumenta a 950 euro se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato. Le pene aumentano ulteriormente nel caso in cui l’offesa avvenga davanti a più persone. Anche la diffamazione semplice, cioè quella non a mezzo stampa, sarà punita con una multa che può arrivare fino a 1500 euro (2500 per attribuzione di un fatto determinato). Se l’offesa è arrecata in atto pubblico si applica la pena della multa da 500 a 2500 euro. Il testo risulta comunque debole e la parte che riguarda la rettifica risulta piuttosto confusa.

 

Il Sappe, la più rappresentativa sigla sindacale del corpo di Polizia Penitenziaria, ha chiesto le dimissioni del ministro della Giustizia Castelli, per  la disomogeneità di trattamento nel Comparto Sicurezza: un poliziotto penitenziario e un appartenente al corpo Forestale dello Stato riceveranno un incremento inferiore di due terzi rispetto agli altri colleghi del Comparto Sicurezza. Il segretario generale del SAPPE Donato Capece ha affermato: "Ci auguriamo che Berlusconi proceda presto a un rimpasto di Governo e sostituisca l’attuale ministro della Giustizia con un politico più attento, un ministro più competente che sappia risolvere le tante questioni del sistema carcere in Italia". Se lo dice il Sappe…

 

Maria Cioffi, la madre di Marcello Lonzi, il detenuto livornese di 29 anni morto alle Sughere lo corso 11 luglio, ha denunciato il personale che era in servizio nel carcere di Livorno il giorno della morte del figlio, facendo aprire un procedimento contro ignoti per omicidio presso la  procura della città. Nella denuncia la donna ha affermato di aver saputo che suo figlio il giorno della morte si trovava in isolamento e non in cella insieme a un altro detenuto, come invece risulta dalla versione ufficiale dei fatti. Secondo questa ricostruzione, Lonzi cadde pesantemente a terra, in seguito a un malore, sbattendo violentemente il capo sul termosifone della cella.

 

Nel carcere maschile per i giovani detenuti di Sollicciano, il cosiddetto Solliccianino, istituto di custodia attenuata di Firenze, è stata inaugurata la mostra dedicata alla Ferrari. L’iniziativa s’intitola "In corsa per la vita".

 

I detenuti della C.C. di Velletri hanno prodotto un vino bianco e due qualità di rosso, ma principalmente un novello, che è stato chiamato "Fuggiasco". Pare che i vini siano solo l’inizio, presto verranno proposti anche altri prodotti, come ad esempio l’olio.

 

Partito il "Progetto Contact-Pensiero Attivo", che prevede la collocazione di due impianti di trattamento di rifiuti sanitari all’interno del carcere "Le Vallette" di Torino. Vi saranno impiegati 25 detenuti. L’impianto di sterilizzazione sarà in grado di trattare complessivamente 616 tonnellate all’anno di rifiuti prodotti prevalentemente da ospedali e case di cura della provincia di Torino.

 

Un ragazzo rumeno di 16 anni si è suicidato la notte del 18 novembre impiccandosi in una cella dell’IPM di Casal del Marno a Roma. La notizia è stata diffusa da Luigi Manconi, neo garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Roma che si è immediatamente recato in visita all’istituto insieme all’Assessore alle Politiche per le Periferie, per lo Sviluppo Locale, per il  Lavoro del Comune, Luigi Nieri, e a Patrizio Gonnella, coordinatore nazionale dell’associazione Antigone. Il ragazzo era stato appena trasferito a Casal del Marmo dal centro di prima accoglienza dell’Aquila, in seguito ad una rissa avvenuta per strada con alcuni ragazzi italiani, nella quale erano stati coinvolti anche altri connazionali del ragazzo, dai quali, però, era stato separato una volta raggiunto Casal del Marmo.

Notizie da Antigone e dintorni

 

Martedì 9 dicembre alle ore 9.30 presso l’ex Hotel Bologna in via Santa Chiara a Roma, si terrà il seminario "Droghe e diritto penale massimo: la proposta Fini e le alternative possibili", con interventi di Stefano Anastasia, Angelo Caputo, Giuseppe Cascini, Franco Maisto, Alessandro Margara, Livio Pepino, Grazia Zuffa. Il seminario è stato organizzato in collaborazione con Forum Droghe e Magistratura Democratica.

 

Sempre martedì 9 dicembre, ma alle ore 15.30, presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università Roma Tre, in via Ostiense 159 a Roma, l’Assessorato alle Politiche per le Periferie, per lo Sviluppo Locale, per il Lavoro del Comune di Roma in collaborazione l’associazione Antigone, l’Università degli Studi Roma Tre e Progetto Diritti, organizzano una giornata di studi sul tema "Lavoro, migranti e nuova cittadinanza". Interverranno, in ordine di intervento: M.V. Tessitore; Arturo Salerni; Francesco Pompeo; Mario Angelelli; Anna Crisà; Massimiliano Smeriglio; Enrico Pugliese; Lorenzo Trucco; Luigi Nieri; Tom Benettollo; Fausto Bertinotti; Cesare Damiano; Alì Baba Faye; Paolo Morozzo Della Rocca; Giovanni Palombarini; Bruno Tabacci. La sera alle ore 21 al Teatro Palladium in Piazza Bartolomeo Romano, concerto con ingresso gratuito "Fogli Volanti", inni e canti politici.

 

Ricordiamo nuovamente che sabato 13 dicembre dalle ore 9 alle 14 a Bari, presso la Facoltà di Giurisprudenza Università di Bari  in  Piazza Cesare Battisti, Aula Aldo Moro, in occasione della giornata internazionale sui diritti umani, convegno di Antigone "Per un difensore civico delle persone private della libertà", organizzato con il patrocinio del Comune di Bari, Provincia di Bari, Ordine degli Avvocati di Bari. Interverranno: Vito Nanna, Marcello Vernola, Domenico Doria, Enrico Calamai, Stefano Anastasia, Enrico Buemi, Francesco Carboni, Don Angelo Cassano, Emilio Di Somma, Michele Emiliano, Livio Ferrari, Claudio Giardullo, Michele Laforgia, Franco Maisto, Erminia Mazzoni, Marzia Monciatti, Luigi Nieri, Mauro Palma,Giuliano Pisapia, Patrizio Gonnella,  Eligio Resta. Il programma completo del convegno è disponibile sul sito dell’associazione (http://www.associazioneantigone.it/) nella sezione iniziative.

 

Venerdì 5 dicembre alle ore 15.30 presso il Palazzo del Bo, Aula E, Via VIII Febbraio, 2 a Padova, il Fondo speciale regionale per il volontariato "Sportello Giustizia", in collaborazione con Gruppo operatori volontari carcerari Padova, presentano il convegno regionale "Aiuto: ridateci i nostri diritti". Interverranno: Ornella Favero, Leda Bonaguro, Massimo Guglielmo, Giovanni Maria Pavarin, Giorgio Ronconi, Leonardo Signorelli, Ettore Ziccone, Albino Bazzotto, Rita Borsellino, Ettore Cannavera, Livio Ferrari, Francesco Morelli, Vincenzo Scalia.

 

 

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