Newsletter n° 0 di Antigone

 

Newsletter numero 0 dell'Associazione "Antigone"

a cura di Nunzia Bossa e Patrizio Gonnella

 

Finalmente!, di Patrizio Gonnella e Nunzia Bossa

L’editoriale, di Patrizio Gonnella

Osservatorio parlamentare, a cura di Francesca D’Elia

Iniziate le visite dell’Osservatorio nazionale sulle condizioni di detenzione

Riflettori puntati su Antigone Bari, a cura di Tilde Napoleone

Brevi

Finalmente!, di Patrizio Gonnella e Nunzia Bossa

 

Finalmente, dopo vari tentativi, siamo riusciti a dar vita ad una newsletter telematica che avrà cadenza mensile. È nostra intenzione rispondere ad un’esigenza di informazione e comunicazione sia sull’attività di Antigone sia su ciò che, più in generale, riguarda l’attualità penale e penitenziaria.

Il numero che vi inviamo è sperimentale, si tratta di un numero zero aperto a suggerimenti, proposte, consigli su possibili integrazioni, modifiche e miglioramenti.

La newsletter verrà spedita intorno al 15 di ogni mese e speriamo fortemente che possa supplire a quelle lacune informative che sui nostri temi, spesso, tutti incontriamo. Abbiamo pensato al doppio sguardo, che spesso si incrocia, fra le attività interne associative e quelle esterne dettate dall’agenda politica. In ogni numero vi sarà un editoriale di commento alla notizia per noi più rilevante, un approfondimento proveniente da una sede locale, l’osservatorio parlamentare più varie news concernenti iniziative da noi promosse o in via di realizzazione. Grazie a tutti.

 

L’editoriale, di Patrizio Gonnella

 

Nulla si muove. Il provvedimento di clemenza, seppur nelle sue forme attenuate dell’indultino, spaventa tanto da essere quasi insabbiato a Palazzo Madama. Il tema delle carceri sembra derubricato dall’agenda politica nazionale.

Nel frattempo, dopo il nostro convegno tenutosi lo scorso novembre alla Camera dei Deputati, il disegno di legge nazionale sul difensore civico delle persone private della libertà personale ha fatto qualche timido passo in avanti. Il Presidente della Camera ci ha scritto impegnandosi ad una rapida calendarizzazione del ddl presso la commissione affari costituzionali della Camera dei deputati. Ciò è a ancor più urgente, visto che il nuovo protocollo Onu sulla tortura impone agli Stati l’adozione di meccanismi indipendenti di tutela nei luoghi di detenzione. L’Italia, ad oggi, non ha firmato e ratificato il protocollo, pur essendosi impegnata pubblicamente a farlo. Nel frattempo, al solo scopo di velocizzare l’iter parlamentare e di creare una diffusa rete di promotori dei diritti dei detenuti a livello locale, abbiamo attivato un percorso diretto alla istituzione di figure di garanzia nei Comuni.

Il consiglio comunale di Roma, primo in Italia, con propria delibera consiliare ha istituito questa figura di garanzia, che seppur priva di poteri effettivi, ha l’opportunità di essere strumento utile per rafforzare, comunque e a partire dal basso, una cultura fondata sui diritti.

Qui di seguito trovate il testo della delibera consiliare.

 

Comune di Roma

 

premesso che le linee programmatiche del Sindaco per il mandato 2001-2006, approvate dal Consiglio comunale con la deliberazione n. 52 del 26 giugno 2001, pongono, fra gli altri, l’obiettivo di un’azione amministrativa di sostegno, difesa e garanzia dei diritti delle persone più deboli ed emarginate;

che lo Statuto del Comune di Roma, approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 122 del 17 luglio 2000, dichiara, all’art. 1, che "il Comune di Roma rappresenta la comunità di donne e uomini che vivono nel suo territorio, ne cura gli interessi, ne promuove il progresso e si impegna a tutelare i diritti individuali delle persone così come sanciti dalla Costituzione italiana";

che, in attuazione delle citate linee programmatiche e dell’art. 1 dello Statuto, sopra richiamato, il Comune, per quanto nelle sue attribuzioni, è impegnato a promuovere la partecipazione attiva alla vita civile e ad assicurare effettività dei diritti di cittadinanza, del diritto di accedere ai servizi e del diritto al lavoro;

che le persone variamente private o limitate nella libertà personale rientrano indubitabilmente, per condizione oggettiva, fra i soggetti deboli ed esclusi dalla pienezza dell’esercizio dei suddetti diritti e dalle opportunità di promozione umana e sociale che pure il Comune offre istituzionalmente a tutti coloro che, cittadini e non, hanno domicilio, risiedono ovvero anche solo dimorano nel territorio comunale, anche attraverso le varie forme di partecipazione alla vita della Città e (la fruizione dei) l’erogazione di servizi;

che è altrettanto certo che il coordinamento con lo Stato, titolare delle funzioni amministrative in materia di polizia di sicurezza e di esecuzione della pena, non soltanto rientra fra i doveri istituzionali dell’Ente locale, in attuazione del principio costituzionale di sussidiarietà, ma è altresì necessario per la migliore cura degli interessi pubblici;

 

Il Consiglio Comunale

 

delibera, per i motivi esposti in premessa, l’istituzione del Garante dei diritti e delle opportunità delle persone private della libertà personale del Comune di Roma, approvando, contestualmente, il seguente articolato, che fa parte integrante della presente deliberazione:

 

Articolo 1

Istituzione del Garante dei diritti e delle opportunità delle persone private della libertà personale

 

Nell’ambito del Comune di Roma è istituito il Garante dei diritti e delle opportunità delle persone private della libertà personale del Comune di Roma, di seguito denominato "Garante", con i compiti previsti dalla presente delibera.

 

Articolo 2

Nomina e durata

 

Il Sindaco nomina, con propria ordinanza, il Garante, scegliendolo fra persone residenti nel Comune di Roma di indiscusso prestigio e di notoria fama nel campo delle scienze giuridiche, dei diritti umani, ovvero delle attività sociali negli Istituti di prevenzione e pena e nei Centri di servizio sociale. Il Garante resta in carica per 5 anni e funziona in regime di prorogatio sino alla nomina del successore. L’incarico è rinnovabile non più di una volta.

Il Garante è un organo monocratico. L’incarico è incompatibile rispetto a funzioni pubbliche attuali nei settori della giustizia e della polizia. È esclusa la nomina nei confronti del coniuge, ascendenti, discendenti, parenti e affini fino al terzo grado del Sindaco.

 

Articolo 3

Compiti del Garante

Il Garante:

promuove, con contestuali funzioni di osservazione e vigilanza indiretta, l’esercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile e di fruizione dei servizi comunali delle persone comunque private della libertà personale ovvero limitate nella libertà di movimento domiciliate, residenti o dimoranti nel territorio del Comune di Roma, con particolare riferimento ai diritti fondamentali, al lavoro, alla formazione, alla cultura, all’assistenza, alla tutela della salute, allo sport, per quanto nelle attribuzioni e nelle competenze del Comune medesimo, tenendo altresì conto della loro condizione di restrizione;

promuove iniziative e momenti di sensibilizzazione pubblica sul tema dei diritti umani delle persone private della libertà personale e della umanizzazione della pena detentiva;

promuove iniziative congiunte ovvero coordinate con altri soggetti pubblici competenti nel settore per l’esercizio dei compiti di cui alla lett. a);

rispetto a possibili segnalazioni che giungano, anche in via informale, alla sua attenzione e riguardino diritti violati o a rischio di persone private della libertà personale, il Garante si rivolge alle autorità competenti per avere eventuali ulteriori informazioni e segnala ad esse il mancato o inadeguato rispetto di tali diritti.

promuove con le amministrazioni interessate protocolli di intesa utili a poter espletare le sue funzioni anche attraverso visite ai luoghi di detenzione.

 

Articolo 4

Relazione agli Organi del Comune

 

Il Garante riferisce al Sindaco, alla Giunta e al Consiglio Comunale, per quanto di loro competenza e con facoltà di avanzare proposte e richiedere iniziative e interventi ai fini dell’esercizio dei compiti di cui all’art. 3, sulle attività svolte, sulle iniziative assunte, sui problemi insorti ogni qualvolta lo ritenga opportuno e comunque almeno una volta ogni semestre.

Il Garante può comunque riferire e richiedere iniziative e interventi agli Organi del Comune di propria iniziativa ogni qualvolta lo ritenga opportuno per i fini di cui all’art. 3.

 

Articolo 5

Strutture e personale

 

Per lo svolgimento dei propri compiti, il Garante è assistito da un ufficio dell’Amministrazione comunale, che sarà istituito con successiva deliberazione della Giunta. Per obiettivi specifici e con contratti a tempo determinato il Garante può avvalersi di collaborazioni esterne ad alto contenuto professionale, non superiori a tre.

 

Osservatorio parlamentare, a cura di Francesca D’Elia

 

Patteggiamento allargato

 

Diventa legge la riforma del cd. "patteggiamento allargato". Il 10 giugno l’Assemblea di Palazzo Madama ha infatti approvato in via definitiva (con 126 voti favorevoli e 81 contrari) il provvedimento che prevede la possibilità di patteggiare le pene detentive fino a cinque anni (mentre, fino ad oggi, il limite era fissato a due anni). Il patteggiamento non può essere applicato nel caso di gravi reati quali associazione di stampo mafioso, sequestro di persona, traffico di droga, nonché di delinquenti abituali, professionali, per tendenza o recidivi quando la pena superi i 2 anni da soli o congiunti a pena pecuniaria.

La legge prevede inoltre la possibilità per il giudice di applicare una serie di sanzioni sostitutive della pena detentiva, quando ricorrano particolari circostanze: la semidetenzione, infatti, può sostituire la pena che non superi i 2 anni; la libertà controllata, la reclusione che non superi 1 anno; la pena pecuniaria, quella che non superi i 6 mesi. Le sanzioni sostitutive possono essere applicate anche dalla Cassazione per i procedimenti in corso.

È prevista inoltre la sospensione del processo per 45 giorni quando l’imputato ritenga di dover valutare l’ipotesi di chiedere il patteggiamento.

Infine: dopo l’entrata in vigore della legge, potrà essere richiesto il patteggiamento anche se i termini siano scaduti o se - l’eventuale- precedente richiesta sia stata bocciata, sempre che la nuova non sia una semplice riproposizione di quella passata.

 

Indultino

 

Nonostante le numerose richieste di sospensione dell’esame del cd. "indultino" avanzate negli ultimi giorni dalla Lega, da Forza Italia e da Alleanza Nazionale per rinviare sine die il voto finale sul provvedimento, il 25 giugno, l’Aula di Palazzo Madama ha licenziato il testo.

Certo è che la versione approvata dal Senato (con 84 voti a favore - FI e UDC - e 49 contrari – AN, Lega, Verdi, PRC e Comunisti Italiani) stravolge completamente il senso del provvedimento, soprattutto tenuto conto delle modifiche apportate il 24 giugno nel corso dei lavori in Assemblea.

Il relatore del provvedimento, l’On. Leonzio Borea (UDC) –già presentatore di un maxi emendamento che prevedeva una sospensione della pena di due anni, nonché l’istituzionalizzazione della misura a regime- dopo aver ritirato i suoi emendamenti (seppur restrittivi, in linea però con il testo uscito mesi fa dalla Camera), ha infatti ripreso una proposta emendativa già presentata dall’On. Centaro (FI), quel giorno assente.

Parzialmente modificato dal relatore, l’emendamento è stato poi approvato dall’Assemblea, stravolgendo radicalmente il testo sulla "Sospensione dell’esecuzione della pena detentiva nel limite massimo di tre anni" licenziato dalla Camera il 4 febbraio scorso, che comunque era apprezzabile.

La nuova formula di indultino sarebbe la seguente: solo un anno di pena sospesa per i detenuti definitivi che abbiano già scontato la metà della condanna.

Il provvedimento, come modificato, tornerà alla Camera per la terza lettura, ma considerato che l’ambito di efficacia dello stesso è stato limitato considerevolmente ( finanche a far dubitare molti della sua effettiva utilità e necessità), forte è la sensazione che sia andata persa una preziosa occasione per incidere finalmente sulle drammatiche condizioni di sovraffollamento che caratterizzano le nostre carceri, premessa indispensabile per avviare un auspicabile ciclo di riforme del sistema penitenziario.

 

Iniziate le visite dell’Osservatorio nazionale sulle condizioni di detenzione 2003 dell’Ass. Antigone, a cura di Nunzia Bossa

 

Dopo le travagliate vicende che, nostro malgrado, ci hanno coinvolto, lo scorso febbraio la Direzione Generale dell’Amministrazione Penitenziaria ha rinnovato le autorizzazioni ad Antigone per la visita di tutti gli istituti di pena italiani.

Complessivamente sono coinvolte oltre trenta persone impegnate a visitare le circa 200 carceri italiane. È nostra intenzione in questa prima fase raccogliere una grande mole di informazioni che saranno usate a fine anno per la stesura del terzo Rapporto Nazionale di Antigone sulle carceri italiane, dopo Il carcere trasparente e L’inchiesta sulle carceri italiane.

Per quanto riguarda le attività vere e proprie dell’Osservatorio, quest’anno sono state introdotte novità metodologiche che intendono utilizzare anche modalità di rilevazione scientifica degli standard di qualità di vita penitenziaria. A febbraio c’è stato il primo seminario nazionale di formazione rivolto a tutti gli operatori dell’Osservatorio. Gli osservatori sono già al lavoro da alcune settimane e al momento sono state effettuate 14 visite in varie regioni e sono stati consegnati già 2 rapporti. Qui di seguito trovate il dettaglio delle visite aggiornate ai primi di giugno.

CC Avellino - 21.3.03

CC Regina Coeli di Roma - 10.4.03

CC Latina M. e F. - 02.5.03

CC Viterbo - 15.5.03

CC Vicenza - 20.5.03

CC. Bollate Milano - 15.5.03

CC. CR. Pescara - 15.5.03

CC. CR. Sulmona - 15.5.03

CC. L’Aquila - 27.5.03

Icatt Gozzini (Solliccianino) - 29.5.03

CC Sollicciano - 30.5.03

CC Lucca - 31.5.03

CR Rossano (CS) - 07.6.03

CC Crotone (KR) - 07.6.03

 

Riflettori puntati su Antigone Bari, a cura di Tilde Napoleone

 

Anche a Bari si è costituita una sede regionale dell’associazione Antigone, è successo il 12 febbraio di quest’anno. In realtà alcuni di noi avevano già cominciato a lavorare per l’associazione, ma poi abbiamo deciso di rendere più concreta, attiva e visibile la nostra attività, aprendo la sede almeno teoricamente, dato che, purtroppo, non abbiamo un luogo dove riunirci. Il 16 aprile scorso abbiamo realizzato la nostra prima iniziativa pubblica: è stata presentata l’associazione e il Rapporto Inchiesta sulle carceri italiane.

In questo momento stiamo lavorando per la realizzazione dell’Osservatorio 2003. Stiamo cercando di diffondere l’iniziativa all’interno degli istituti penitenziari, presso il centro di servizio sociale, cercando anche un confronto con la magistratura di sorveglianza. Cerchiamo una collaborazione e un dialogo non facili in realtà dato che, soprattutto in carcere, siamo visti più come l’ennesimo fastidio burocratico che non come una risorsa da utilizzare per migliorare le condizioni di detenzione. Da qualche tempo è più attiva la collaborazione con alcuni insegnanti del carcere, che vorrebbero contribuire a rendere più vivibile l’istituto di Bari in questi mesi estivi, in cui la fine delle attività scolastiche moltiplicherà ozio e senso di vuoto.

Abbiamo iniziato anche a parlare di Difensore Civico. Ci piacerebbe riuscire a realizzarlo a Bari e in questo momento un gruppo di detenuti ha, a sua volta, iniziato una discussione in merito. Noi abbiamo inviato lettere al Sindaco e ai capigruppo di maggioranza; questi ultimi faranno un’analoga richiesta indirizzata al Sindaco. Fino ad ora non è successo niente; abbiamo bisogno di muovere altri passi, ma l’amministrazione è di destra e quindi il dialogo è rallentato.

Ci piacerebbe realizzare anche una ricerca sull’attività della magistratura di sorveglianza, criteri di decisione, ruolo, percezione del proprio compito istituzionale, tassi di concessione delle misure alternative, ma le risorse necessarie per finanziarla al momento non ci sono.

Infine vorremmo entrare nel dibattito sul lavoro in carcere. Un nostro socio, il giudice Michele Emiliano, da molto tempo ha in mente un progetto di realizzazione di un’agenzia pubblica che si occupi di reinserimento dei detenuti ed ex detenuti. Ci piacerebbe, anche qui, almeno iniziare a parlarne! Non siamo molti, il gruppo attivo è composto da 4 persone, 19 sono viceversa gli iscritti.

 

Brevi

 

È uscito il 13 giugno il libro "Il collasso delle carceri italiane. Sotto la lente degli ispettori europei". Si tratta della pubblicazione dell’ultimo rapporto del comitato europeo per la prevenzione della tortura. Il libro, curato da Antigone, sarà in distribuzione in tutte le librerie a partire dalla prossima settimana.

 

È uscito il volume "I diritti globali" a cura di Cgil e Gruppo Abele. Il capitolo su giustizia e carceri è stato curato da Stefano Anastasia, Nunzia Bossa, Patrizio Gonnella.

 

Il prossimo 26 giugno verrà presentato a Roma presso l’assessorato alle politiche per le periferie e per il lavoro in Lungotevere de Cenci, 5 il libro di Alessandro De Giorgi, "Il governo dell’eccedenza".

 

Il prossimo 26 giugno è indetta una giornata contro le politiche repressive del governo sulle droghe. Antigone ha aderito.

 

 

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