Assistenza zero ai detenuti

 

Sardegna: assistenza zero ai detenuti tossicodipendenti

S.O.S. di medici e psicologi, da tre mesi lasciati senza stipendio

 

L’unione Sarda, 11 ottobre 2003

 

Il rischio di perdere l’opportunità di poter provvedere al riordino della medicina all’interno delle carceri, viene denunciato, in una interrogazione al presidente della giunta regionale e all’assessore competente, da parte del consigliere di rifondazione comunista Walter Vassallo. La denuncia nasce dalla constatazione che a tutt’oggi la Regione, vera Cenerentola in Italia, non ha provveduto ad accogliere la normativa nazionale in materia di riordino della medicina penitenziaria.

"A causa di tale mancato recepimento da parte della Regione - lamenta l’esponente di Rc - si aggiunge il rischio di cessazione dell’assistenza medica da parte dei presidi tossicodipendenze negli istituti carcerari".

La certezza delle diminuite opportunità sanitarie all’interno delle carceri sono state confermate dai risultati della visita che il consigliere ha effettuato nella scorsa settimana nel penitenziario di San Sebastiano, dove le "immutate condizioni strutturali provocano, al di là di ogni iniziativa dell’amministrazione penitenziaria e della buona volontà degli operatori, persistenti difficoltà per il raggiungimento degli obiettivi di rieducazione e reinserimento sociale".

Sulla carenza normativa della Regione, tenuto conto che l’accoglimento della legge nazionale avrebbe dovuto portare al trasferimento del presidio dei detenuti tossicodipendenti alle dipendenze delle Asl locali dal primo di luglio, erano intervenuti anche i consiglieri regionali Giacomo Sanna e Pasqualino Manca con una interpellanza dove ricordavano all’assessore competente che il termine ultimo per il passaggio delle competenze sui detenuti tossici al Servizio nazionale era stato fissato al 30 giugno 2003.

Nell’interpellanza, i due esponenti sardisti riportavano anche le drammatiche statistiche sulla presenza dei detenuti tossicodipendenti nelle carceri isolane: circa il 40 per cento degli ospiti dei penitenziari sardi sono tossicodipendenti - sostenevano Giacomo Sanna e Pasqualino Manca - e di questi il 25 per cento è rappresentato da stranieri, mentre il 14 per cento risulta ammalato di Aids, o quanto meno in condizioni di sieropositività. Da ricordare, infine, che l’accoglimento delle norme sanitarie nazionali per le carceri consentirebbe di inserire nel bilancio regionale le somme trasferite dallo Stato.

 

 

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