In carcere a 80 anni senza cure

 

In cella a 80 anni senza cure

Paolo Di Maggio, condannato per mafia, ha un tumore alla gola

 

La Repubblica, 29 agosto 2002

 

Ha 80 anni e da otto mesi è in carcere, all'Ucciardone, con un tumore che non viene curato. La moglie di Paolo Di Maggio, condannato per mafia, lancia un appello: adesso, le condizioni del marito si sono anche aggravate, e il suo legale, l'avvocato Pietro Milio, ha presentato un'istanza urgente al giudice di sorveglianza. Ma da quasi un mese il fascicolo è fermo in tribunale perché i medici del carcere non hanno ancora risposto alle domande dei magistrati. Paolo Di Maggio deve scontare una condanna a 8 anni per associazione mafiosa: la Corte di Cassazione ha recentemente confermato il suo ruolo di componente del clan di Cinisi: «Tutto ciò - dice l'avvocato Milio - non giustifica le condizioni in cui viene tenuto, in una cella dell'Ucciardone, con la sola assistenza di un altro detenuto».

L'ultimo bollettino su Di Maggio parla di «tumore maligno alla regione faringolaringea»: è stato un medico incaricato dalla famiglia a visitarlo, all'inizio del mese, dopo il via libera del tribunale. La relazione, adesso consegnata al giudice di sorveglianza, parla della «necessità di cure specialistiche per evitare il rischio di degenerazione in tempi brevi con un unico prevedibile infausto esito». «Situazione paradossale» la chiama l'avvocato Milio: Paolo Di Maggio è tornato in carcere il 10 dicembre dell'anno scorso, per la sentenza della Cassazione, dopo quattro anni di arresti domiciliari per motivi di salute.

Ed è subito partita la richiesta al tribunale di sorveglianza per la sospensione della pena (o gli arresti domiciliari): doveva essere un caso urgente, per l'età e le condizioni di salute dell'imputato, ma la prima udienza è stata fissata cinque mesi dopo, il 31 maggio. Ed è stata poi subito rinviata al 4 ottobre perché nel fascicolo mancavano alcune relazioni, e i giudici non avevano tutti gli elementi per decidere. Adesso, un altro intoppo di burocrazia giudiziaria sull'ulteriore «richiesta urgente» presentata dopo l'aggravarsi delle condizioni di salute di Paolo Di Maggio. L'istanza è dell'8 agosto, ma senza le relazioni dei medici dell'Ucciardone, il giudice non può decidere. La signora Giuseppa Brigati, moglie di Di Maggio lancia un appello, tramite il suo legale, perché il marito possa essere assistito e curato.

 

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