Centro Studi Gruppo Abele

 

Centro Studi del Gruppo Abele

 

Coordinamento nazionale giornali dal carcere

 

Progetto di ricerca-intervento. Responsabile scientifico: Susanna Ronconi

 

"Nuovi bisogni informativi e nuove modalità di comunicazione sul tema dell'HIV nella popolazione detenuta italiana attraverso l'attivazione della rete dei giornali del carcere nella lotta all'AIDS"

(Istituto Superiore di sanità, Accordo di collaborazione scientifica 60b / 1.21)

 

I metodi di lavoro

 

Nel corso del progetto abbiamo lavorato secondo:

 

metodologia dell’empowerment di gruppo e di comunità. Tale metodologia è volta a far scoprire ai soggetti la loro qualità di attori sociali, facilitando la consapevolezza delle risorse in loro possesso, la possibilità di reperire risorse nel loro ambiente, le loro capacità di orientamento e di governo delle loro scelte individuali e di gruppo, il potere sociale che sono in grado di esercitare;

la ricerca - intervento. Una modalità della ricerca sociale che coniuga la lettura di una realtà attraverso specifici strumenti e tecniche con la creazione di un contesto di ricerca in cui i ricercatori e i soggetti/oggetti della ricerca sono entrambi attori attivi. Il processo che ne deriva è quello di uno scenario di cambiamento, in cui l’azione del conoscere non si pone come neutra, ma consapevolmente crea un movimento sulla scena e ri-posiziona gli attori nel contesto e tra di loro. Nel progetto, la ricerca intervento mira a mettere in moto energie collettive sul tema oggetto della ricerca, e a produrre conoscenza sul tema attraverso l’interazione tra ricercatori e soggetti/oggetti della ricerca;

peer education e peer support. Sono metodologie che privilegiano la comunicazione orizzontale tra pari come modalità comunicativa ed educativa ipotizzata più efficace della comunicazione di tipo verticale in situazione asimmetrica tra i soggetti coinvolti.

 

Nel campo della prevenzione del contagio da HIV, la peer education e il peer support hanno internazionalmente dimostrato risultati importanti. Nel progetto, queste metodologie hanno diverse applicazioni. Indicativamente:

nella ricerca intervento, dove i ricercatori (le redazioni dei giornali) appartengono al target della ricerca, e non se ne discostano se non per una specifica, circoscritta e mirata formazione all’utilizzo di alcuni strumenti tecnici di rilevazione;

nella elaborazione dei risultati della ricerca, nella sua restituzione al target, dentro un meccanismo di comunicazione redazioni-popolazione detenuta locale

nella diffusione e gestione dell’informazione all’interno degli istituti, ad opera delle redazioni locali

Le attività svolte e le fasi del progetto

 

Attivazione della partnership Gruppo Abele – Coordinamento nazionale dei giornali del carcere (C.G.C.)

 

In questa prima fase, attraverso contatti mirati con la segreteria del CGC, è stato costruito il gruppo di lavoro dei referenti di area, che avrebbero seguito tutto l’iter del progetto, impegnandosi ad attivare le redazioni delle loro zone (Nord est, Nord ovest, Centro e Sud). I referenti sono quattro e lavorano come facilitatori in altrettante testate del carcere. Il gruppo ha ridefinito e condiviso obiettivi, metodi e esiti attesi del progetto e delineato in prima battuta la diffusione del progetto e della proposta di partecipazione alle testate attraverso riunioni dei coordinamenti locali.

 

Contatto con le redazioni sul territorio nazionale

 

il progetto è stato presentato direttamente ai rappresentanti delle testate durante il convegno del Coordinamento nazionale tenutosi a Firenze nel novembre 2001. In quella sede è stata distribuita una sintesi del progetto e una scheda per l’adesione e la disponibilità alla partecipazione, che prevedeva diverse modalità: partecipazione a tutto il percorso, solo alla ricerca, solo alla diffusione di materiali. Da questo momento decorre un lungo periodo di attesa dell’autorizzazione da parte del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP), che pure aveva dato il benestare nella fase di progettazione, ma che, anche a causa del cambiamento di ruolo del funzionario allora interpellato, ha avuto bisogno di alcuni mesi per giungere ad una decisione positiva.

 

Elaborazione partecipata del questionario (primo meeting organizzativo)

 

Il questionario è stato abbozzato in alcune riunioni del gruppo di lavoro con i referenti del Centro studi del GA e con la responsabile scientifica. Questa prima bozza è stata discussa al primo meeting allargato del progetto (settembre 2002) con rappresentati delle redazioni (sia detenuti in permesso che volontari), operatori penitenziari (un direttore di carcere, un agente, educatori, infermieri, volontari), operatori di Ser.T. attivi all’interno delle carceri.

 

Costruzione della rete dei ricercatori locali e avvio della ricerca

 

Dopo una prima verifica al meeting organizzativo, durante la quale hanno aderito le testate presenti, i referenti di zona si sono attivati per ulteriori reclutamenti, incontrando le redazioni all’interno degli istituti. Al termine di questa fase si sono detti disponibili a svolgere la ricerca i gruppi redazionali delle carceri di Avellino, Bollate (MI), Busto Arsizio (MI), Eboli (AV), Milano - San Vittore, Milano - Opera, Lecce, Massa, Napoli O.P.G., Padova, Prato, Roma - Rebibbia (penale), Rovereto (TN), San Gimignano, Torino – Vallette, Udine, Venezia, Vicenza. In ogni istituto è stata decisa autonomamente la somministrazione del questionario, curata dalle persone detenute delegate dalla redazione e, in alcune situazioni, facilitate da volontari o operatori interni. La somministrazione è stata quindi vincolata ad alcune caratteristiche dettate non dal gruppo di ricerca - che ha negoziato solo a livello centrale con il D.A.P. per l’autorizzazione generale alla ricerca - ma dalla negoziazione locale tra redazioni e direzioni: questo ha disegnato una mappa tanto variegata quanto sono variegate le politiche e l’organizzazione interna dei diversi istituti. In ogni carcere, pertanto, sono state privilegiate alcune sezioni, per la gran parte – come testimoniano i dati relativi alla posizione giuridica degli intervistati – quelle penali, dove per lo più vengono redatti i giornali e dove c’è maggior agibilità e mobilità interna da parte dei detenuti. Fanno eccezione alcune carceri minori e la sezione giudiziaria di San Vittore a Milano. Omogenee invece le modalità di somministrazione decise dal gruppo di ricerca (vedi paragrafo sulla costruzione del campione). Inoltre, al termine della compilazione il facilitatore consegnava un volantino che informa sulle risposte corrette alla sezione del questionario che pone domande sui rischi HIV - correlati, al fine di non suscitare dubbi che non fossero poi chiariti tempestivamente. Impegno esplicito, infine, a restituire i risultati agli intervistati attraverso la pubblicazione di una sintesi del rapporto di ricerca sui giornali e la possibilità di discuterne con le redazioni.

 

Elaborazione di un campione di questionari, restituzione al gruppo di lavoro e prima progettazione materiali informativi (secondo meeting)

 

Nel gennaio del 2003, in un secondo meeting cui partecipa una parte delle redazioni coinvolte, si valuta l’andamento della somministrazione, le reazioni degli intervistati, i problemi emersi. In alcuni casi è stato necessario l’intervento ripetuto dei responsabili del GA presso singole Direzioni o Ispettorati distrettuali che non concedevano l’autorizzazione. Fatta salva la situazione dell’Emilia Romagna, negli altri istituti i problemi sono stati risolti. Durante questo secondo incontro, sono stati presi in esame i primi risultati emersi dalla elaborazione dei questionari e su questa base si è avviata la fase di prima progettazione partecipata dei contenuti dei testi informativi, del linguaggio da utilizzare, del tipo di grafica.

 

Elaborazione dei risultati e elaborazione partecipata del rapporto di ricerca

 

A elaborazione compiuta, una prima bozza del rapporto viene inviata ai referenti esterni delle redazioni che la discutono con i gruppi redazionali interni e mandano ai ricercatori i loro riscontri e le loro osservazioni.

 

Elaborazione dei materiali informativi

 

Contestualmente con lo stesso procedimento di consultazione, procede l’elaborazione dei testi, che pendono forma di pagine da insertare all’interno dei giornali del carcere, che provvederanno alla diffusione nei propri contesti. L’inserto consta di otto pagine, e i messaggi sono incentrati tanto su quanto il gruppo di lavoro ha rilevato dalla lettura dei risultai della ricerca quanto da ciò che espressamente è emerso dalle richieste dei detenuti nella sezione del questionario dedicata ai "bisogni informativi". Insieme alle pagine informative, i giornali si impegnano a pubblicare una sintesi della ricerca, che restituisca agli intervistati il senso ella loro disponibilità, e spieghi in maniera chiara i risultati e le domande che sollevano, fornendo anche la cornice alla presentazione dei materiali informativi. I giornali usciranno con le pagine informative secondo i propri tempi redazionali, ma comunque entro l’anno 2003.

 

Sviluppi "fuori programma": attivazione autonoma della rete

 

Nel corso del lavoro in comune con detenuti e operatori delle testate, è emersa la volontà e l’importanza di continuare questa esperienza soprattutto attraverso una gestione delle pagine informative che vada al di là della semplice distribuzione del giornale delle sezioni e nelle celle. Anche se questo aspetto esula dagli impegni previsti dal presente progetto, tutti i partecipanti al gruppo di lavoro hanno rinnovato la loro disponibilità a facilitare dinamiche di relazioni tra pari, nel solco della peer education, che vedano i gruppi redazionali - e quanti si sono attivati in questo progetto, apprendendo una modalità di lavoro collettivo e acquisendo nuove informazioni sul tema HIV/AIDS - impegnarsi nella promozione di incontri, nella formazione di gruppi che elaborino, gestiscano, rilancino e diano uno sviluppo all’intervento iniziato con il presente progetto.

Riferimenti bibliografici

 

DAP Ministero Grazia e Giustizia, in www.giustizia.it 

AIDS in carcere tra informazione e formazione, di V. Giordano, in "L’AIDS nel carcere e nella società", Carocci, 2001

Third European Conference on the methods and results of social and behavioral research on AIDS, "Towards better practice: European partnership in HIV/AIDS research, policy, prevention an care", Amsterdam, 13-16 marzo 2000; in particolare: "Normalization of AIDS and of AIDS exceptionalism and its consequances in various areas", S. Cattacin, Swiss Forum for Migration studies, università di Neuchatel; "Advances in HIV treatments: Should tratment optimism lead to prevention pessimism?", F.Lert, INSERM, France; "Changing AIDS organization to meet new needs: opportunities and challenges", N.Patridge, Terrence Higgings Trust, UK

Informazione e prevenzione in ambito penitenziario: progetti interventi ed esperienze" di S. Ronconi, in "La prigione malata" a cura di B. Magliona e C.Sarzotti, L’Harmattan Italia, 1996; AIDS in carcere tra informazione e formazione, di V. Giordano, in "L’AIDS nel carcere e nella società", Carocci, 2001

Rappaport J., Studies in empowerment - Introduction to the issue, in "Prevention in human services"n. 3, 1984;

Zimmerman, Empowerment e partecipazione di comunità, conferenza, II Congresso europeo di psicologia di comunità, Lisbona, luglio 1998

"Peer support among drug users: risk reduction by transfering experience, habits and rituals", F. Trautmann, NIAD, 1995;

Peer support manual, a cura di European Peer Support Project, Utrecht, 1995

Il sostegno tra pari e la riduzione del danno, F. Trautmann e C. Barendregt, in Limitazione del danno, suppl. ASPE n. 19, 1995

Oltre l'educazione, S. Friedman, in Limitazione del danno, suppl. ASPE n. 19, 1995

Il peer support interroga il lavoro sociale, S. Ronconi, in Animazione sociale n. 11/2002

Il progetto pilota di Hindelbank, J. Nelles e A. Fuhrer, in Limitazione del danno, suppl. ASPE n. 8, 1996

Un programma di prevenzione, trattamento e cura: l'esperienza del carcere di Edimburgo, L. Bianco, in Limitazione del danno, suppl. ASPE n. 8, 1996

Una comunità di donne si organizza: l'esperienza di Bedford Hills, in Limitazione del danno, suppl. ASPE n. 8, 1996

 

 

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