Bullismo: i consigli pratici

 

Bullismo: i consigli per ragazzi, genitori e insegnanti

 

Progetto Uomo, 30 dicembre 2006

 

Il cosiddetto fenomeno del bullismo è sempre più diffuso nel nostro Paese, come in altre nazioni, e può creare gravi disagi in chi lo subisce. Non si tratta solo di atteggiamenti provocatori o di derisione ma anche di vere e proprie aggressioni, intenzionali e ripetute nel tempo, che coinvolgono soprattutto i giovani tra i 7 e i 18 anni. Ci sono una serie di comportamenti che se ripetuti frequentemente possono essere identificati con il termine di bullismo soprattutto se chi li subisce non riesce a difendersi.

 

Eccoli

 

ricevi insulti o minacce;

ti spingono, ti danno calci e pugni, ti fanno cadere;

ti danno dei soprannomi antipatici e ti prendono in giro;

diffondono voci maligne su di te;

ti offendono per la tua razza, per il tuo sesso o per la tua religione;

fanno sorrisetti e risatine mentre stai passando;

parlano in codice se sei presente;

ricevi sms, e-mail e telefonate offensive;

ti ignorano e ti voltano le spalle se ti avvicini;

ti costringono a fare cose che non vuoi;

ti rubano o nascondono i libri, la merenda, la paghetta o le altre tue cose.

 

Per combattere il fenomeno e sensibilizzare le giovani generazioni molte Questure della Polizia di Stato hanno dato vita ad alcune iniziative tra cui opuscoli, brochure e consigli vari, che riportiamo qui nel dossier.

 

Come difendersi

 

Prima di tutto bisogna non sottovalutare il problema:

perché non si tratta solo di "ragazzate";

perché spesso, dietro il bullismo, si celano vere e proprie azioni criminali (furti, estorsioni, vandalismi, rapine, violenze sessuali);

perché il bullismo danneggia non solo chi lo subisce ma anche la famiglia, gli insegnanti e gli altri ragazzi che ne sono testimoni;

perché è molto probabile che i bulli crescano compiendo prepotenze;

perché subire prepotenze può causare danni alla sfera fisica, emotiva, intellettiva e sociale della vittima.

 

Un decalogo da seguire

 

Cose da non fare:

offendere gli altri, soprattutto i più deboli;

nascondere ai genitori che qualcuno ti fa del male;

dire bugie;

trattare male un compagno che ti sta antipatico;

approfittarsi dei compagni più deboli.

 

Cose da fare:

raccontare sempre tutto ai genitori;

raccontare i comportamenti prepotenti, se ne sei vittima, se ne sei testimone o se ne vieni a conoscenza;

difendere, se possibile, i compagni vittime di prepotenze;

trattare tutti i compagni allo stesso modo;

cercare l’aiuto degli insegnanti, del personale non docente, di altri compagni se qualcuno ti minaccia.

 

Consigli per i ragazzi

 

Difficile per il bullo prendersela con te se racconterai ad un amico ciò che ti sta succedendo.

Quando il bullo vuole provocarti, fai finta di niente e allontanati. Se vuole costringerti a fare ciò che non vuoi, rispondi "NO" con voce decisa.

Se gli altri pensano che hai paura del bullo e stai scappando da lui, non preoccuparti. Ricorda che il bullo non può prendersela con te se non vuoi ascoltarlo.

Il bullo si diverte quando reagisci, se ti arrabbi o piangi. Se ti provoca, cerca di mantenere la calma, non farti vedere spaventato o triste. Senza la tua reazione, il bullo si annoierà e ti lascerà stare.

Quando il bullo ti provoca o ti fa del male, non reagire facendo a botte con lui. Se fai a pugni, potresti peggiorare la situazione, farti male o prenderti la colpa di aver cominciato per primo.

Se il bullo vuole le tue cose, non vale la pena bisticciare. Al momento lasciagli pure prendere ciò che vuole però poi raccontalo subito ad un adulto.

Fai capire al bullo che non hai paura di lui e che sei più intelligente e spiritoso. Così lo metterai in imbarazzo e ti lascerà stare.

Molte volte il bullo ti provoca quando sei da solo. Se stai vicino agli adulti e ai compagni che possono aiutarti, sarà difficile per lui avvicinarsi.

Per non incontrare il bullo, puoi cambiare la strada che fai per andare a scuola; durante la ricreazione stai vicino agli altri compagni o agli adulti; utilizza i bagni quando ci sono altre persone.

Ogni volta che il bullo ti fa del male scrivilo sul tuo diario. Il diario ti aiuterà a ricordare meglio come sono andate le cose.

Subire il bullismo fa stare male. Parlane con un adulto di cui ti fidi, con i tuoi genitori, con gli insegnanti, con il tuo medico. Non puoi sempre affrontare le cose da solo!

Se sai che qualcuno subisce prepotenze, dillo subito ad un adulto. Questo non è fare la spia ma aiutare gli altri. Potresti essere tu al suo posto e saresti felice se qualcuno ti aiutasse!

Se incontri il poliziotto di quartiere, puoi chiedere aiuto anche a lui.

 

Consigli per i genitori

 

I giovani, vittime di questi comportamenti, difficilmente parlano con gli adulti di quello che gli succede. Non si sfogano, si vergognano e hanno paura. Ma i bambini devono imparare che il bullismo è un comportamento sbagliato e che non fa parte del naturale processo di crescita.

 

Perché non rimangano vittime di questo fenomeno bisogna:

Aumentare la loro autostima.

Incoraggiarli a sviluppare le loro caratteristiche positive e le loro abilità.

Stimolarli a stabilire relazioni con i coetanei e a non isolarsi.

 

È inoltre importante sapere che per non diventare bullo bisogna insegnare ai ragazzi a:

Saper esprimere la propria rabbia in modo costruttivo e con maturità.

Comunicare in modo sincero.

Identificarsi con gli altri e capire le conseguenze dei propri comportamenti.

Prendere esempio da ciò che si vede a casa.

 

I genitori devono inoltre imparare a cogliere i segnali che i figli possono mandare o nascondere.

 

Alcuni segnali di chi è vittima di bullismo:

Trovare scuse per non andare a scuola o voler essere accompagnati.

Fare frequenti richieste di denaro.

Essere molto tesi, piagnucolosi e tristi dopo la scuola.

Presentare lividi, tagli, graffi o strappi negli indumenti.

Dormire male o bagnare il letto.

Raccontare di non avere nessun amico.

Rifiutarsi di raccontare ciò che avviene a scuola.

 

Consigli per gli insegnanti

 

Può essere utile far compilare agli alunni un questionario e organizzare una giornata di dibattito e incontri fra genitori, fra insegnanti e fra genitori e insegnanti. Ciò è importante per capire le dimensioni del fenomeno.

Una migliore attività di controllo durante la ricreazione e la mensa metterebbe al sicuro le potenziali vittime. Sono questi i momenti in cui la maggior parte dei bulli agisce indisturbata.

In genere sono gli studenti più grandi a fare i bulli con quelli più piccoli. Si può valutare di dividere gli spazi e i tempi della ricreazione per gli uni e per gli altri.

Elogi, ricompense e sanzioni possono servire a modificare il comportamento degli studenti più aggressivi, ma non sono l’unico strumento per far cambiare atteggiamento al bullo.

Spesso si ha timore o vergogna di raccontare personalmente ciò che sta succedendo. Potrebbe essere di aiuto, per genitori e vittime, avere un numero di telefono al quale rivolgersi.

Si possono istituire "cassette delle prepotenze" dove lasciare dei biglietti con su scritto quello che succede; individuare degli studenti leader che aiutino le vittime; aprire uno sportello psico-pedagogico che sia di riferimento per bambini e adulti.

In classe, tutti insieme, si possono individuare poche e semplici regole di comportamento contro il bullismo. Le regole devono essere esposte in modo ben visibile e tutti devono impegnarsi a rispettarle.

Il silenzio e la segretezza sono potenti alleati dei bulli. È importante abituare i ragazzi a raccontare ciò che accade e a non nascondere la verità.

Se l’insegnante individua un bullo o una vittima, per aiutarlo è necessario parlare subito con lui di ciò che gli accade.

 

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