Gorgona: un polo turistico?

 

Gorgona un polo turistico

 

Ansa, 09.03.2004

 

Dopo i delitti la svolta: a Gorgona un polo turistico, un’idea innovativa e confermata dal provveditore alle carceri della Toscana

 

Detenuti impiegati come operatori del terziario: camerieri, ristoratori, cuochi, addetti alle camere d’albergo, giardinieri, in un polo turistico di eccezione per le attrattive paesaggistiche incontaminate, l’isola di Gorgona. È questo il progetto che il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria della Toscana, Massimo De Pascalis, sta per tirare fuori dal cassetto per rilanciare l’esperienza del carcere aperto, avviata a Gorgona anni fa e recentemente offuscata dai due delitti che si sono consumati sull’isola.

"Non solo i due delitti non interrompono l’esperienza del carcere aperto - spiega De Pascalis -, ma anzi stiamo pensando di dare una svolta e aprire un nuovo capitolo di questa esperienza. I due omicidi, infatti, chiudono una fase che si trascinava ormai più per forza di inerzia che con energie proprie. Per questo, ora vogliamo fissare nuovi obbiettivi, di maggiore qualità. Ciò significa migliorare i processi di recupero e aggiungere ulteriore valore alle attività tradizionali che i detenuti svolgono sull’ isola offrendo loro nuove occasioni di occupazione".

È antica, ma finora mai attuata, l’idea di aprire Gorgona al turismo e di formare i carcerati sul campo trasformandoli progressivamente da agricoltori e pastori - mansioni oggi praticate sull’isola che ospita anche un centro ittico di qualità gestito dagli stessi detenuti - in addetti di un villaggio-carcere con attività eco-turistiche condotte dai detenuti a bassa pericolosità. Nel 1990 fu siglato tra Regione e Ministero un protocollo di intesa che prevedeva la valorizzazione dell’ambiente naturale insulare, in collaborazione con l’ università, aprendo l’isola al turismo sociale e scolastico. Ma il progetto è rimasto nel cassetto e, più volte, negli anni, la Regione Toscana ha richiamato il ministero a rispettare gli impegni previsti nell’intesa. L’isola-carcere ha comunque mantenuto la sua caratteristica di laboratorio per il reinserimento e l’inclusione sociale con un centinaio di detenuti destinati a scontare a Gorgona gli ultimi anni della pena che lavorano fuori dal carcere; i turisti, però, non si sono mai visti.

È storia recente quella degli omicidi sull’isola che hanno fatto pensare a tutta prima ad un definitivo abbandono dell’idea. Dopo anni di relativa quiete, due detenuti vittime di brutali aggressioni nel giro di due mesi. Il primo, Martino Vincenzo Zoroddu, 54 anni, originario del sassarese, ammazzato il 9 gennaio scorso da più persone - secondo gli inquirenti - individuate tra la popolazione carceraria di Gorgona e subito trasferiti. Il secondo delitto il 4 marzo quando Francesco Lo Presti, 64 anni, fu ucciso a colpi di roncola. Il suo assassino, un altro detenuto, ha poi confessato. In seguito ai due episodi, il direttore dell’istituto penitenziario Carlo Mazzerbo, da molti anni responsabile dell’isola, e il comandante della polizia penitenziaria Giovanni Fancellu sono stati sospesi dai rispettivi incarichi dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria. Ora, il provveditore della Toscana - che è intervenuto oggi a Firenze alla presentazione del progetto europeo "Educazione alla sostenibilità e comunità penitenziaria" - annuncia la svolta.

Detenuti destinati a fare le guide turistiche? "Pensiamo ad attività gestite da cooperative sociali che impieghino i carcerati - spiega De Pascalis -: nell’isola potrebbero accedere flussi programmati di turisti, a numero chiuso. Si potrebbe creare una struttura alberghiera, bar, ristoranti, negozi. Manca tutto sull’isola, una farmacia, una banca. Sono tantissime le attività che i detenuti potrebbero svolgere, parallelamente alle attuali mansioni. Per realizzare il progetto chiederemo la collaborazione della Regione e degli enti locali".

 

 

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