Nuovi lavori per i detenuti

 

Detenuti e lavoro, nuove possibilità

L'ospedale di Seriate affiderà le sue lavanderie, la Caritas aprirà due alloggi

 

L’Eco di Bergamo, martedì 10 giugno 2003

 

Carcere non più solo come luogo di pena, ma anche come spazio di apertura e rieducazione alla vita facendo leva sul lavoro. Una politica di investimento sociale quindi per ostacolare la recidività al crimine e preservare il detenuto in quanto persona dall'annichilimento. Questo quanto evidenziato ieri mattina nel corso del convegno organizzato dal settore Politiche sociali della Provincia di Bergamo sul tema della giustizia "in-divenire".

Un obiettivo raggiungibile solo grazie alla cooperazione tanto delle istituzioni locali quanto della società civile, chiamata a superare i tabù che la legano al mondo dei detenuti. Su questo fronte ci sono importanti novità, emerse nel corso del convegno: le lavanderie dell'Azienda ospedaliera Bolognini potrebbero essere affidate al lavoro dei detenuti, mentre la Caritas si sta impegnando per trovare nuovi alloggi e favorire i lavori domiciliari.

"Il carcere - ha spiegato il prefetto di Bergamo Cono Federico - non deve essere considerato luogo fine a se stesso, bensì come un ambiente in cui si coniughi il principio dell'espiazione della pena con quello della rieducazione, garantendo degli spazi di detenzione più umani". Proprio per i brillanti risultati conseguiti nella costruzione di didattiche di formazione e nell'attuazione di progetti finalizzati all'inserimento dei carcerati nel mondo del lavoro e nel contesto sociale - così come evidenziato anche dall'assessore provinciale al Lavoro e formazione professionale Benedetto Maria Bonomo - Bergamo appare quindi come un piccolo osservatorio e modello preso ad esempio. Gli ha fatto eco Maurizio Bonassi, assessore alle Politiche sociali del Comune.

Bonassi ha fatto il punto sull'impegno del Comune nei confronti della realtà carceraria, tramite soprattutto gli inserimenti lavorativi con le cooperative. "Il carcere - ha detto - deve essere un investimento della società perché l'uomo torni a fare il bene". Dodici Comuni dell'alta Valle Seriana a giorni replicheranno l'esperienza messa in atto l'anno scorso (progetto Albatros), offrendo un'attività lavorativa ad altrettanti detenuti. Le attività cui i carcerati sono chiamati a prestare il loro contributo in questi contesti spaziano dai lavori di manutenzione a quelli che coinvolgono le mansioni degli uffici amministrativi. "Anche l'Azienda ospedaliera Bolognini - ha aggiunto il direttore generale della struttura sanitaria di Seriate Amedeo Amadeo -, in collaborazione con la Cooperativa sociale Calimero, sta attuando da circa due anni un progetto di sperimentazione (archiviazione cartelle cliniche e materiale radiologico).

Stiamo ora lavorando per la concretizzazione di un altro ambizioso obiettivo: riuscire ad "esternalizzare" tutta l'attività di lavanderia dei sette ospedali dell'azienda, coinvolgendo nell'attività proprio i detenuti". E della partita fa parte anche l'Aspan di Bergamo (Associazione panificatori artigiani), che non ha mancato di sposare la medesima causa sociale: nel settembre del 2002 ha infatti avviato un corso per panificatori all'interno della Casa circondariale (coinvolgendo circa 15 dei 460 detenuti totali). "La premessa alla base di tali interventi - ha sottolineato il sostituto procuratore Tommaso Buonanno - deve essere quella di garantire un equilibrio tra la tendenza "perdonistica assoluta" di alcuni e quella "forcaiola di altri". "Nel 2002 - ha spiegato Gino Gelmi, presidente del Comitato Carcere e Territorio - sono stati realizzati 52 inserimenti lavorativi di detenuti tramite cooperative e 20 borse lavoro".

Il convegno si è chiuso con una tavola rotonda cui hanno partecipato anche il direttore della Casa circondariale Antonino Porcino , il direttore sociale dell'Asl Renato Bresciani , la presidente della Conferenza dei sindaci Zaira Cagnoni , il cappellano don Virgilio Balducchi della Caritas Diocesana e Orazio Amboni in rappresentanza di Cisl, Cgil e Uil di Bergamo.

Don Balducchi ha annunciato i nuovi impegni della Caritas. "Da un lato - ha detto - una rinnovata collaborazione tra cooperative e parrocchie per andare incontro al disagio giovanile. Ma vogliamo anche stilare un protocollo d'intesa col Centro servizi per gli adulti di Brescia perché chi è per esempio agli arresti domiciliari possa rendersi utile lavorando in casa. Infine, Caritas, San Vincenzo e Opera pia Calepio stanno rendendo disponibili due nuovi alloggi per i detenuti che escono con le misure alternative alla detenzione".

 

 

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