Progetto Argo

 

Provincia

dell'Aquila

Tribunale

Sorveglianza

l'Aquila

Casa Reclusione

Sulmona

C. S.S. A.

l'Aquila

A.S.L. Sulmona Avezzano

Comune di

Sulmona

Confindustria

l'Aquila

 

Ministero della Giustizia

Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria

Direzione Casa Reclusione – Sulmona

 

Progetto “Argo”

Sulmona, Casa di Reclusione, 4 maggio 2005

 

Il contesto dell'intervento

Gli obbiettivi

Gli ambienti e la fase dell'intervento

Spazi

Risorse umane

Formazione

Costi

Programma di toelettatura

Il contesto dell'intervento

 

Nell’ottica di una più concreta interazione carcere-territorio che costituisce obiettivo primario del Progetto Pedagogico 2005, il progetto Argo si propone di coniugare esigenze territoriali ed esigenze di carattere trattamentale. Il fenomeno del randagismo assume valori di assoluto rilievo all’interno della regione Abruzzo, della Provincia e del Comune di Sulmona, a fronte di un numero estremamente limitato di strutture destinate all’accoglienza degli animali in situazioni di eccessivo sovraffollamento. La previsione di nuove e più efficaci modalità di intervento, anche proiettate sul territorio, appare particolarmente significativa in un’ottica di progressivo sviluppo dei percorsi trattamentali interni fondati su processi di progressiva responsabilizzazione in un contesto di “rete” tra la realtà penitenziaria e quella esterna che lo ospita.

II coinvolgimento del carcere nelle tematiche sociali quali, nello specifico, la tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo, fortemente avvertito dal territorio, consente di effettuare un salto di qualità nella considerazione della realtà Penitenziaria, che così assume caratteri di istituzione attiva, partecipativa, socialmente utile con il consequenziale abbandono di immagini stereotipate di isolamento, di stagnazione, di “ zavorra” sociale.

 

Gli obiettivi

 

Nel perseguire il più ampio obiettivo di mutualità tra carcere e territorio, il progetto si propone di utilizzare ampi spazi esterni della struttura adiacenti la cinta muraria, attualmente inutilizzati, per accogliere, accudire e garantire un’adeguata sistemazione di cani randagi. L’iniziativa soddisfa altresì esigenze di carattere trattamentale, in quanto nell’attività di gestione e cura degli animali, inizialmente a titolo di volontariato, saranno coinvolti detenuti ed internati, accuratamente selezionati, ammessi al regime di articolo 21 Ordinamento penitenziario (lavoro all’esterno), in un’ottica di progressiva “apertura” e sviluppo esterno della pena detentiva.

Il coinvolgimento nell’iniziativa potrà consentire un positivo ritorno in termini di soddisfazione di bisogni riparatori verso la società, di promozione e sviluppo del senso di responsabilità e di autodisciplina nonché la possibilità di espressione di un’affettività inevitabilmente coartata dalla condizione detentiva. I detenuti/internati potranno sperimentare lo sviluppo della consapevolezza, del senso di responsabilità e dell’impegno, e vedere soddisfatto un bisogno cognitivo importante quale è il bisogno di acquisire competenze utili ad altri. Inoltre l’esperienza potrà consentire l’acquisizione di nuove modalità di interazione e relazione, che veicolate attraverso l’accudimento e la cura dei cani, favoriranno anche il recupero e il rinforzo di modalità comunicative non verbali.

Il recupero, dunque, di nuovi canali di espressione dei vissuti psichici, che possano controbilanciare gli stati di ansia, il livello di frustrazione, promuovendo anche un cambiamento rispetto ai tratti personologici, tendenzialmente irrigiditi dalla detenzione. L’acquisizione di competenze specifiche nel settore della cura e mantenimento degli animali potrà inoltre consentire ai detenuti/internati ammessi al progetto l’impiego lavorativo presso canili e strutture specializzate al termine della pena o beneficiando di misure alternative alla detenzione. Importante, infine, il potenziamento del rapporto di collaborazione tra i vari enti istituzionali territoriali e la prosecuzione di un lavoro di rete che riveste sempre più i caratteri della sistematicità.

 

Gli ambiti e le fasi dell’intervento

 

Il progetto, elaborato unitamente al servizio veterinario della ASL di Sulmona, al CSSA dell’Aquila, al Comune ed alla Provincia, alla Magistratura di sorveglianza dell’Aquila, verrà attuato in più fasi successive:

I fase: adozione di un ristretto numero di animali (otto) provenenti dai canili della zona;

II fase: “servizio di accoglienza temporanea” per gli animali dei canili;

III fase: realizzazione di un “rifugio” in senso tecnico;

IV fase: predisposizione e attivazione di un servizio di “pensione”.

È previsto altresì il progressivo impiego di detenuti/internati, sempre in regime di articolo 21 o semilibertà, direttamente presso i canili esterni per un ulteriore attività di supporto rispetto agli operatori del territorio.

 

Il “servizio di accoglienza temporanea” è destinato ai cani ricoverati presso il canile comunale e canili privati. I cani verranno accolti per una o più giornate, secondo le esigenze delle strutture di provenienza. Gli obiettivi che si vogliono perseguire sono i seguenti:

  1. permettere la rigenerazione psico-fisica degli animali, che nell’istituto potranno fruire di più ampi spazi e di cure adeguate da parte dei detenuti che si preoccuperanno di lavarli, disinfettarli, non esclusa un’attività di tolettatura, secondo le indicazioni di carattere didattico formativo che verranno loro fornite da un esperto. Il soggiorno verrà organizzato in modo da garantire il benessere degli animali temporaneamente affidati in un contesto di interazione con gli affidatari basato sul gioco e sul colore. Nell’area, opportunamente attrezzata per avviare i cani al gioco, potranno essere ammessi visitatori interessati all’adozione, individuati in raccordo con le associazioni animaliste ed i canili;

  2. consentire ai canili di provvedere al ripristino (pulizia, disinfestazione e altre opere di manutenzione) degli spazi lasciati liberi dai cani ospitati nel penitenziario;

  3. ricovero temporaneo degli animali sottoposti ad interventi chirurgici o bisognosi di cure particolari.

Particolare attenzione sarà prestata al momento dell’inserimento dei cani nella struttura che li ospita provvisoriamente affinché il cambiamento di habitat e il successivo reinserimento nel canile non siano di impatto troppo forte per gli animali. La consegna dei cani ai detenuti verrà dunque mediata da volontari delle associazioni animaliste presenti sul territorio, che ne seguiranno la sistemazione all’interno degli spazi verdi dell’istituto attrezzati appositamente. In quest’ambito di scambio si potrebbe prevedere anche l’intervento volontario di detenuti in articolo 21 O.P., direttamente presso i canili esterni per un ulteriore attività di supporto rispetto agli operatori del territorio e in modo da ampliare le possibilità formative degli stessi.

In un’ottica di sensibilizzazione verso i cani abbandonati, l’iniziativa potrebbe essere opportunamente pubblicizzata, attraverso i media, la creazione di uno spazio dedicato nel sito internet del Comune e di altri enti istituzionali che dovessero rendersi disponibili, le associazioni animaliste e anche eventuali visite agli spazi dedicati dell’istituto. La realizzazione del rifugio, in spazi aperti, consentirà di ospitare un numero maggiore di cani provenienti dai canili della zona, procedendo al “decondizionamento” ed alla preparazione per l’adozione da parte di privati.

II servizio “pensione estiva” prevederà la possibilità di ospitare per periodi di tempo limitato, cani privati dei quali sia richiesta la cura temporanea in occasione dell’assenza dei “padroni”. È in fase di studio l’inserimento dell’iniziativa in un contesto di “turismo organizzato”, con la previsione di pacchetti vacanze nella zona con possibilità di ospitare il cane, per il tempo necessario, presso la pensione dell’istituto.

 

Spazi

 

Nella fase di prima attuazione i cani adottati verranno ubicati negli spazi adiacenti il muro di cinta ove sono state individuate ampie aree che, opportunamente recintate, saranno attrezzate con basi in cemento per posizionare le cucce dei cani e dotate di acqua corrente. In alcuni locali all’interno del reparto semiliberi, idoneamente separati ed attrezzati, verrà individuato uno spazio per procedere al lavaggio degli animali, dotato di erogazione di acqua calda e verrà altresì allestito un piccolo ambulatorio. Le ulteriori fasi del progetto avranno bisogno di ulteriori spazi, già individuati nella zona posteriore dell’istituto, per i quali è in corso la progettazione tecnica preliminare all’allestimento.

 

Risorse umane

 

I detenuti/internati coinvolti nel progetto.

Nel progetto saranno inizialmente coinvolti 4 detenuti (identificati come detentori-responsabili dei cani) accuratamente selezionati, dall’equipe interna, nell’ambito dei programmi individualizzati di trattamento in corso. Saranno valutati, in particolare, la motivazione al contatto con gli animali, l’atteggiamento equilibrato, la capacità di esprimere ed assicurare affettuosità e nel contempo di assumere un atteggiamento di fermezza e distacco all’occorrenza. I passaggi successivi prevedono il coinvolgimento di un numero maggiore di detenuti/internati, correlato al numero di animali accolti ed alle concrete attività in corso.

 

Operatori di riferimento

Faranno parte del gruppo di lavoro che seguirà l’iniziativa, un educatore, uno psicologo – agenti di Polizia penitenziaria, un volontario esterno. La partecipazione degli operatori avverrà, in piena aderenza con lo spirito del progetto, ove non rientrante nelle attività istituzionali quotidiane, a titolo di volontariato.

 

Volontariato

I detenuti ed internati ammessi al progetto, nell’espletamento dei propri compiti, saranno supportati dalla presenza di una volontaria laureata in Scienze dell’educazione particolarmente sensibile nei confronti delle fasce sociali più deboli ed alla cura degli animali; il numero dei volontari potrà essere incrementato con lo sviluppo ed ampliamento del progetto.

 

Formazione

 

La formazione dei detenuti per l’attuazione del progetto Argo sarà a carattere teorico-pratico e verrà curata gratuitamente dal Servizio sanitario di Sanità ambientale, integrato da due volontari, esperti rispettivamente in toelettatura di animali e normativa e organizzazione del volontariato.

II corso si articolerà in 400 ore di formazione e sarà così strutturato:

 

Prima fase: incontri formativi-divulgativi con i detenuti in regime di articolo 21 O.P. vertenti sui seguenti argomenti

attività di base relativa alla cura e alla gestione di un cane. La formazione teorica verrà alternata all’attività pratica di cura e interazione con i cani, sotto la guida del personale responsabile del progetto;

legge regionale 21.9.1999 numero 86 “Norme di controllo sul randagismo, anagrafe canina e protezione degli animali da affezione”;

attività di toelettatura dei cani – formazione teorica e pratica (vedi programma allegato);

attività di volontariato: analisi normativa di riferimento e realtà operativa.

Seconda fase: valutazione finale mediante la somministrazione di un test ai detenuti circa l’effettivo apprendimento di un corretto mantenimento del cane.

 

Terza fase: incontri periodici di aggiornamento e verifica.

 

Al termine del percorso formativo, strutturato in modo da rispondere agli standard minimi richiesti per la formazione regionale, verrà rilasciato un attestato di qualifica professionale di cui si chiederà il riconoscimento alla Regione Abruzzo. Sono previsti altresì incontri formativi-divulgativi destinati ai detenuti/internati dei vari reparti detentivi, finalizzati alla sensibilizzazione al problema del randagismo ed all’individuazione di soggetti da coinvolgere nelle fasi successive del progetto.

 

L’assistenza sanitaria

I cani accolti in istituto saranno preventivamente sottoposti ai necessari controlli e vaccinazioni a cura del Servizio veterinario ASL di Sulmona. L’assistenza sanitaria e farmaceutica sarà garantita dallo stesso Servizio che assicurerà la fornitura periodica dei farmaci e la presenza in istituto per un’ora alla settimana, fatte salve diverse esigenze ed urgenze.

 

Costi

 

La realizzazione del progetto, prevede, nella sua prima fase, costi limitati. II successivo sviluppo, anche per la necessità di adeguare strutturalmente gli spazi, richiederà finanziamenti ad hoc da parte dell’Amministrazione penitenziaria e degli enti pubblici che aderiscono al progetto.

 

Costo di Start up

- Delimitazioni spazi: reti, verde eccetera (4000,00 euro);

- Accessori: cucce, trasportini, ciotole, attrezzi per pulizia e toelette, eccetera (1500,00 euro). Le cucce saranno realizzate presso la falegnameria dell’istituto.

 

Costo di gestione annuale

- Toelettatura (a cura detenuti coinvolti nel progetto);

- Disinfestazione animali e spazi (a carico dell’ASL);

- Spese veterinarie (a carico dell’ ASL);

- Alimentazione (costo zero per utilizzo cibi idonei non utilizzati provenienti dalle cucine interne).

- Iscrizione Anagrafe canina (a carico ASL);

- Polizza assicurativa per i cani e per danni a terzi;

- I costi di realizzazione e gestione sono inizialmente a carico dell’Amministrazione penitenziaria     e della ASL. Per la fasi successive sono previsti interventi a carico degli enti pubblici progressivamente coinvolti nel progetto (Comune, Provincia, Regione).

 

Valutazioni

Si prevedono valutazioni periodiche da parte degli operatori coinvolti nel progetto dell’intera iniziativa e del livello di partecipazione di ogni singolo detenuto i cui risultati andranno a completare il profilo personologico di ognuno di essi in sede di èquipe di osservazione. Sarà altresì valutato l’impatto/ricaduta dell’iniziativa sull’ambiente esterno.

 

Tempi

    - Attivazione maggio: 2005 con inserimento dei primi 2 cani;

    - Inserimento graduale di altri 4 cani entro luglio 2005;

    - Attivazione servizio di accoglienza temporanea (agosto/settembre 2005);

    - Realizzazione rifugio (2006).

 

Progetto elaborato a cura di:

 

Dr. Ernesto Zuffada, dirigente sanitario servizio veterinario ASL Sulmona

Bice Del Signore, educatore C3

Annalisa Vagnozzi, esperta psicologa

Claudia Di Placido, volontaria laureata in scienze dell’educazione

Maria Assunta  Giansante

Mario Santoro e Vincenzo Lo Casci, referenti nazionali del Progetto Argo

Fabio Zavarella e Patrizia Bagnarol assistenti di Polizia Penitenziaria

 

Programma di toelettatura

 

Il programma di toelettatura si svolgerà in più fasi successive che permetteranno ai detenuti di acquisire una esaustiva conoscenza per la gestione dell’igiene del cane e che farà loro conseguire un attestato a riconoscimento regionale da poter spendere anche all’esterno. Le fasi formative sono le seguenti:

  1. Conoscenza e uso dell’attrezzatura. Si esplicherà circa l’uso e la manutenzione dell’attrezzatura da toelettatura. A titolo esemplificativo si chiarirà l’utilizzo del phon, della macchinetta tosatrice, delle forbici (dritta, curva, dentata) e di tutto quanto necessario alla pulizia del cane.

  2. Conoscenza delle razze.Con richiamo ai vari tipi di razze esistenti e le diverse tipologie di manti: mantelli rasi, mantelli corti a tessitura ruvida, mantelli corti a tessitura soffice più o meno frangiati, mantelli semilunghi a tessitura ruvida più o meno frangiati, mantelli con pelo ricciuto.

  3. Gestione del cane sul tavolo da toelettatura. Finalizzata a conoscere il cane, il suo carattere, e definire il comportamento da adottare con cani mordaci, cani vivaci, cani remissivi eccetera.

  4. Preparazione del cane per il bagno. Inerisce la spazzolatura e la cura generale del cane prima del bagno: pulizia orecchie, occhi, genitali, piedini, unghia.

  5. Bagno e asciugatura del cane. Il bagno e l’asciugatura costituiscono due momenti fondamentali. Si spiegherà come bagnare il cane, insaponarlo ed asciugarlo.

  6. Tosature estive ed invernali solitamente usate in negozio.

 

 

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