L'Interlocutore

 

Perché?

 

Gaetano Ziccardi

 

Già da qualche tempo l’attenzione dei giornali e della televisione è rivolta ad una inchiesta della Magistratura che si occupa di un illecito traffico di sostanze stupefacenti e prostituzione. Parrebbe ordinaria amministrazione, se non fosse che gli indagati coinvolti sono Vip, uomini politici e uomini delle Forze dell’ordine.

Certamente la notizia fa clamore perché l’inchiesta non si fonda unicamente sul consumo di sostanze stupefacenti ma sulla loro commercializzazione, collegata, per altro, ad un giro di prostituzione. Sono reati che, se realmente accaduti, stonano con la cariche pubbliche e sociali che gli imputati ricoprono.

Vista dal carcere questa situazione non sarebbe particolarmente clamorosa (la maggior parte dei detenuti è appunto reclusa per reati inerenti allo spaccio di sostanze stupefacenti, quindi poco importerebbe dell’indagato di turno) se la vicenda non si fosse ulteriormente intricata per ciò che viene definito "scandaloso": come gli organi d’informazione sono venuti in possesso di simili informazioni ad inchiesta ancora in corso e la loro successiva divulgazione in violazione della legge che regola la privacy.

Come se non bastasse, i Presidenti di Camera e Senato vogliono accertare che la Magistratura non abbia effettuato intercettazioni telefoniche e indagini nei confronti di uomini politici, poiché, in questo caso, visto che non è stato richiesto nessun permesso al Parlamento, sarebbe stata violata la legge che regola l’immunità parlamentare. Nel suo consueto show, Maurizio Costanzo ha evidenziato questi aspetti, ricordando, in particolare, che una persona non può essere giudicata fin tanto che non ne sia stata accertata la colpevolezza. Mettere in "prima pagina" delle persone, nello specifico del mondo dello spettacolo, che, al momento risultano unicamente indiziate d’aver com-messo un reato senza che sia stata emessa una sentenza di condanna definitiva dopo i tre gradi di giudizio previsti dalla legge, crea loro un enorme danno d’immagine ed economico, e denuncia, di fatto, la mancata applicazione della legge che regola la privacy.

Altrettanto sdegnato si è dichiarato il senatore Emilio Colombo, poiché le sue dichiarazioni spontanee, rese al Pubblico Ministero che segue l’indagine, sono apparse su tutti i mezzi d’informazione violando, così, il segreto istruttorio oltre che la privacy, visto che il senatore ha dichiarato di fare uso, da poco tempo, a scopo terapeutico, di sostanze stupefacenti reperendole per mezzo degli agenti della sua scorta che, a loro insaputa, andavano dallo spacciatore a ritirarle.

Sempre lo stesso Senatore ha aggiunto che le intercettazioni telefoniche non possono costituire fonte di prova, in quanto le autorità giudiziarie non hanno richiesto l’autorizzazione al Parlamento, quindi sarebbero state effettuate in violazione della legge che regola l’immunità parlamentare.

Probabilmente sia Maurizio Costanzo che il senatore Emilio Colombo hanno ragione, perché se sono state stabilite delle regole bisogna rispettarle. C’è però da chiedersi come mai si accorgono dell’anomalia solo quando vengono coinvolti loro o dei loro colleghi o comunque personaggi in vista.

E’ la quotidianità vedere in prima pagina o in televisione la faccia di "Tizio" o "Caio" accusati d’aver commesso un reato malgrado non sia ancora stata emessa nessuna sentenza di condanna e non ci si limita al commento informativo ma vengono divulgate tutte le informazioni raccolte dalle indagini che Magistrati e Forze dell’Ordine stanno ancora svolgendo. Bisogna inoltre ricordare che una persona comune sulla quale grava l’indizio di colpevolezza per la commissione di un reato, spesso, finisce in carcere in custodia cautelare, quindi, "in barba" a tutti i gradi di giudizio e alla sentenza finale, incomincia da subito ad espiare una pena che, in alcuni casi, non gli verrà mai inflitta e, come se non bastasse, un giudizio morale negativo dall’opinione pubblica che non riuscirà mai a cancellare.

A questo punto ci si chiede se tutti i cittadini italiani si rendano conto di come funzionino le cose e, soprattutto, di come vengano considerati i cittadini comuni al confronto dei personaggi del mondo dello spettacolo e politico. Siamo costantemente monitorati dai satelliti, intercettati telefonicamente in ogni momento, allora sorge spontaneamente un dubbio: ma la nostra privacy dov’è? L’hanno solo i personaggi famosi? Forse noi al confronto siamo considerati spazzatura? Perché non abbiamo i loro stessi diritti? Forse qualcuno dovrebbe spiegarci tutto questo.

 

 

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