Associazione Pantagruel

 

Associazione Pantagruel - Liberarsi
Agenzia d’informazione dell’Associazione Pantagruel

Numero speciale: il caso di Carmelo Musumeci

dal 1° dicembre in sciopero della fame. Sostieni la sua forma di protesta!

 

Chi è Carmelo Musumeci

 

Carmelo Musumeci è nato il 27 luglio 1955 ad Aci S. Antonio, provincia di Catania. Condannato all’ergastolo si trova nel carcere di Nuoro. Quando era all’Asinara in regime di 41 bis riprese i suoi studi e in cinque anni ha terminato le scuole superiori e nei successivi tre anni si è laureato in giurisprudenza con una tesi in sociologia del diritto dal titolo "Vivere l’ergastolo" discussa con il prof. Emilio Santoro.

La sua famiglia vive in Toscana. Per vari anni ha coordinato insieme a Giuliano Capecchi, il periodico "Liberarsi dalla necessità del carcere" e partecipa al progetto Informacarcere dell’Associazione Pantagruel.

Di seguito riportiamo una descrizione di Carmelo, dal libro "Patrie Galere" di Stefano Anastasia e Patrizio Gonnella: "...Lui ha girato come una trottola per le carceri italiane. Nonostante il suo cognome evocasse cosche mafiose, lui si comportava diversamente, molto diversamente da come si sarebbe comportato un uomo d’onore. Un uomo d’onore in carcere accetta le regole interne, si muove in silenzio, prova a fare il boss, è rispettato, è omertoso, saluta con il voi. C.M. non ha mai fatto nulla di tutto questo. Ha rivendicato i suoi diritti. Ha presentato esposti e reclami alle autorità costituite. Ha scritto a giudici, parlamentari, associazioni. Ù

Ha denunciato vessazioni agli organismi internazionali. Ha fatto da portavoce alle proteste di gruppi di detenuti contro l’ozio forzato, contro i trattamenti inumani, contro regole non sempre ragionevoli. Ha scritto poesie, ha realizzato calendari, censurati perché ironici nei confronti del premier Berlusconi. Le sue proteste si sono sempre mosse nei limiti rigorosi della legge, mai offendendo o calunniando. Ogni qualvolta C.M. alzava il tono delle sue proteste veniva trasferito in un altro istituto. Un interminabile, forzato, turismo penitenziario. Il gruppo di osservazione e trattamento, riunitosi in conclave, lo ha definito uno che non partecipa alle attività trattamentali.

L’osservazione ha dato esito negativo. Lui non è stato definito dall’equipe un rieducato, non è stato ritenuto pronto per l’esterno, per la via libera. Ecco le ipocrisie del trattamento. Si esigono scelte esistenziali indimostrabili, si esige un ravvedimento intimo impossibile da provare, si esige che si cammini con la testa bassa, che ci si presenti in modo formale ed educato, meglio ancora se rincoglionito. Si pretende che si diventi come gli altri vogliono che tu sia.

Lo Stato carcerario non ammette e non riconosce le diversità. Lo Stato carcerario ti vuole pacificato, normale, mansueto, acritico. C.M. non si è invece ammansito. Ha continuato negli anni e rivendicare i suoi diritti. Lo ha fatto rivolgendosi a un magistrato e non a un collega della malavita. L’atteggiamento di C.M. ha sempre evidenziato un rispetto naturale, non ipocrita e doppiogiochista, verso le istituzioni. Se alle istituzioni ti rivolgi per far valere un tuo diritto ritenuto violato, vuol dire che credi in quelle istituzioni, credi nella legge, credi nello Stato.

Legge che invece era stata infranta al momento della commissione del reato. In questo senso puoi essere ritenuto definitivamente sulla via della risocializzazione. Il percorso dalla illegalità alla legalità può dirsi compiuto, o quanto meno in fase di compimento, proprio nel momento in cui ti rivolgi allo Stato per vedere tutelati i tuoi diritti. Chi disconosce lo Stato mai si rivolgerebbe ad esso per vedere un proprio diritto garantito. Solo per questa ragione C.M. avrebbe dovuto essere ritenuto rieducato e avrebbe meritato un premio. Invece da lui si vuole un atto di prostazione, o che partecipi con entusiasmo al corso di origami organizzato da qualche benemerita associazione e cooperativa sociale. Sono queste le ipocrisie del trattamento".

 

Lettera del tutore

 

Cara amica e caro amico, ti chiedo di leggere con attenzione questa lettera che riguarda il mio amico Carmelo Musumeci. Carmelo, condannato all’ergastolo, è detenuto da quindici anni e si trova nel carcere di Nuoro.

L’ho conosciuto per lettera circa dieci anni fa quando fu trasferito all’Asinara in regime di 41 bis e di isolamento diurno, decidemmo di riprendere gli studi, facendogli io da insegnante esterno. Quasi quotidianamente ci scambiavamo compiti fatti e compiti corretti. Poi Carmelo fu declassificato dal 41 bis e fu trasferito a Nuoro in una sezione ad elevato indice di vigilanza e lì dette l’ammissione alla seconda superiore.

Trasferito dalla Sardegna nel continente girò varie carceri, in cinque anni concluse le scuole superiori e poi si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza a Firenze, terminata in tre anni. Prima che finisse l’università però era stato nuovamente trasferito a Nuoro.

Io divenni suo tutore per poterlo così incontrare in carcere e la scelta di Firenze come sede degli studi universitari derivava sia dal fatto che per me era più facile contattare i suoi docenti e svolgere il mio compito di tutore, ma anche perché Carmelo ha la sua compagna e i suoi due figli che vivono in Toscana e così poteva fare i colloqui con loro, colloqui che non avrebbero fatto in Sardegna.

Terminata la laurea abbiamo deciso che era bene che facesse la specializzazione sempre a Firenze per continuare un approfondimento dei suoi studi con gran parte degli stessi insegnanti e per ampliare il lavoro svolto con la tesina. Ma dopo aver dato un primo esame il Dap (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) faceva sapere a Carmelo che non lo avrebbero più trasferito per motivi di studio a Firenze e che se voleva continuare la sua specializzazione doveva iscriversi all’università di Sassari. Carmelo ha fatto numerose domande di trasferimento in carceri toscane o del centro Italia ma per ora non vi è stato ancora una risposta positiva.

Per questo Carmelo ha deciso di iniziare il 1° dicembre prossimo uno sciopero della fame e io lo appoggerò per quanto possibile sia con alcuni giorni di digiuno sia soprattutto nel creare un movimento all’esterno in appoggio alla sua lotta che ritengo più che giusta: egli vuole poter continuare i suoi studi e poter incontrare sia i suoi familiari (da qualche mese è divenuto nonno e alla moglie e ai due figli si è aggiunto un nipotino), sia il suo tutore.

Giuliano Capecchi

 

Lettera aperta di Carmelo Musumeci dal carcere di Nuoro – 27.11.06

 

Premesso che vorrei continuare a studiare e finire gli studi nell’Università (Firenze) in cui ho iniziato il mio percorso di studente universitario; che vorrei scontare la pena in un carcere con Polo Universitario ed in un carcere vicino alla mia famiglia, cosa che è prevista dalla legge (territorializzazione della pena); che sono 15 anni che sono detenuto in istituti lontano da casa, 10 anni fra Asinara e Nuoro.

In tutti questi anni di carcere a causa della deportazione in Sardegna, per ovvi motivi di distanza, ho visto poche volte i miei figli e adesso non voglio rischiare di fare lo stesso col mio nipotino.

Le cose non si ottengono solo con la speranza, bisogna lottare per averle, anche rischiando di stare peggio e io sono disposto a rischiare e a soffrire.

Il destino non è immutabile, può essere modificato ed io ho deciso di farlo: desidero continuare e finire gli studi con l’Università di Firenze e desidero essere trasferito in un carcere vicino casa.

La vittoria dipende da me, il buon senso, la legge per una volta è dalla mia parte, non posso perdere, tutto quello che devo fare è non mangiare, non è difficile e se perdo e muoio di fame ho vinto perché ho lottato.

Da venerdì 1.12.2006 inizierò uno sciopero della fame ad oltranza fin quando non mi sarà data la possibilità di studiare e finire il percorso iniziato con l’Università di Firenze e fin quando non sarò trasferito in un carcere vicino casa.

 

Carmelo Musumeci

 

Cosa puoi fare

 

Abbiamo creato presso la nostra Associazione Pantagruel un Comitato di appoggio alle richieste di Carmelo Musumeci a cui chiediamo a singole persone e ad associazioni di aderire.

 

In concreto cosa puoi fare?

 

sottoscrivere una lettera-appello (vedi di seguito un esempio che puoi cambiare) in cui chiedere che Carmelo Musumeci sia trasferito in Toscana per poter proseguire i suoi studi presso l’Università di Firenze e per poter fare regolari colloqui con i suoi familiari e farne avere copia per mail a:

Luigi Manconi, Sottosegretario Ministero Giustizia presso Ministero Giustizia, via Arenula,70 - 00186 Roma: sottosegretario.manconi@giustizia.it; e per conoscenza a asspantagruel@virgilio.it, fare avere questa tua lettera anche per posta a Carmelo Musumeci, via Badu e Carros, 1 - 08100 Nuoro;

far girare questa lettera e questo appello per farlo conoscere ad altre tue amiche e amici;

andare sul sito www.informacarcere.it dove troverai notizie e scritti di Carmelo Musumeci e dove puoi lasciargli messaggi o domande nella rubrica Posta Diretta;

inviare la notizia ad organi di informazione (giornali, radio, televisioni, siti....) perché parlino di Carmelo e del suo sciopero della fame;

digiunare un giorno e farlo sapere alla nostra associazione Pantagruel.

Lettera appello a Luigi Manconi, Sottosegretario al Ministero di Giustizia

 

Il sottoscritto…………….. residente a............ venuto a conoscenza che Carmelo Musumeci ha iniziato dal 1 dicembre uno sciopero della fame nel carcere di Nuoro, chiede che venga al più presto trasferito in Toscana per poter proseguire i suoi studi universitari e per poter avere regolari colloqui con la sua famiglia.

 

Luogo e data

 

 

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