Surge et ambula

 

Surge et ambula

Mensile di cultura, informazione e relax

Redatto dai ragazzi dell’O.P.G. di Castiglione delle Stiviere (MN)

(Anno 7, numero 4, gennaio 2006)

 

 

La mia storia

 

di Ketty

 

Sono una ragazza di ventinove anni internata in O.P.G. in osservazione. Sono molto triste anche se mi mancano pochi mesi: Natale sta per arrivare ed io sento che mi manca qualcosa, non ne conosco bene il motivo ma la festa qui dentro mi rende più triste. Forse è la lontananza della mia famiglia che mi fa questo effetto. Ho qualcosa dentro che non va, non mi sento libera, a volte mi sembra di soffocare e intorno a me vedo tutto nero, non vedo via d’uscita. Spero che in un futuro prossimo la mia vita possa cambiare, in meglio. Per il momento non va per niente bene, non so se dipende da me o da quello che mi circonda. Ci sono momenti in cui l’aria che respiro si taglia col coltello, e io la vivo male. Ma penso che col tempo tutto possa migliorare, riavrò la mia Libertà, è questione di avere pazienza, cosa che io non ho proprio, sono una persona molto difficile da gestire, ho un carattere molto strano ma soprattutto sono permalosa e pessimista. Ho conosciuto tante ragazze e ragazzi, ma non credo molto nelle amicizie, per me sono solo conoscenze temporanee, perché uscita di qua non vedrò più nessuno di loro. Per concludere voglio solo dire che questo incubo finirà.

 

 

In ricordo di…

 

di Paola

 

La morte di Katyuscka è passata in sordina, forse per l’estrema forma di crudeltà scelta per morire: il suicidio. L’O.P.G. l’ha fatta passare in sordina. Di recente si è saputo che è scattata un’indagine per ricostruire l’accaduto e trovare il movente. Si capiva giusto che si era impiccata, appesa ad una rete di recinzione e che i tentativi di rianimarla sono stati vani. Il direttore dell’O.P.G. voleva notizie utili a comprendere il tempo che scandisse il fatto – una piccola postilla in quel marasma di tragici momenti. In questo caso gli psicofarmaci sono serviti a ben poco. Nessuno immaginava che Katyuscka si sarebbe sottoposta ad una morte così crudele. In tutto silenzio ha agito con determinazione. Più avanti è arrivata l’autoambulanza, la polizia e/o i carabinieri. Noi non abbiamo più capito nulla; un’infermiera è venuta a chiudere le tapparelle delle due nostre finestre. Noi ricordiamo Katyuscka per la sua personalità brillante e testarda: quasi un comportamento da bambina capricciosa che non si arrende di fronte a nulla. Era pure una persona compassionevole, comprensiva, divertente e profonda. Ora tutto questo è un ricordo amaro e tragico, e dai nostri operatori e dalla direzione ci aspettiamo la loro collaborazione per giungere a fare piena luce sull’accaduto.

 

 

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