Organizzazione amministrativa

 

 

L’organizzazione amministrativa del giornale

 

Il vostro giornale, come qualsiasi attività, deve dotarsi di una gestione amministrativa che curi l’aspetto finanziario, il rapporto con le istituzioni e la progettualità aziendale.

Nella prima fase, questa necessità rischia di essere sottovalutata, in quanto nel gruppo prevale l’entusiasmo e le forti motivazioni dei partecipanti sembrano sufficienti per superare qualsiasi problema si presenti. Le modalità del lavoro sono spesso caratterizzate dalla improvvisazione e, alla mancanza di esperienza, si rimedia con l’impegno spontaneo.

Altro motivo per cui, nei primi tempi, sembra tutto più facile, è che l’accordo tra i partecipanti è assicurato dalla condivisione degli obiettivi che li hanno portati ad aderire al progetto.

La fase dell’entusiasmo e della improvvisazione è destinata, però, ad esaurirsi presto e allora emergono i ritardi organizzativi:

confusione nelle competenze;

mancanza, o insufficienza, di programmazione economica;

gestione approssimativa delle “risorse umane”, sia nella selezione dei partecipanti al gruppo, sia nella loro formazione professionale.

In questa condizione, le persone sono soggette a tensioni stressanti, a superlavoro, e facilmente si verificano conflitti interni al gruppo, mentre le risorse economiche, già scarse in partenza, si rivelano inadeguate all’aumento delle spese, causato dall’ampliamento delle attività della redazione.

Per prevenire il verificarsi di questi problemi, o per rimediarvi, se sono già insorti, vanno adottate delle opportunità politiche quasi “aziendali”:

a livello operativo, dentro il carcere, con una maggiore attenzione al reclutamento del personale e all’attribuzione dei compiti, tenendo conto delle caratteristiche e delle esperienze individuali;

a livello amministrativo, fuori dal carcere, con la cura del marketing e della comunicazione, oltre che con un’attenzione specifica alle opportunità previste dalla normativa sulle imprese del “terzo settore”.

L’azienda - giornale, infatti, per poter svolgere le proprie attività deve costituirsi sotto una qualche forma associativa, in considerazione del fatto che, almeno nei primi tempi, il lavoro dovrà essere  svolto a titolo di volontariato.

Le strutture, che permettono di conseguenza i maggiori vantaggi, sono oggi le O.n.l.u.s. (Organizzazioni non lucrative di attività sociale): cooperative sociali, o associazioni di volontariato, che godono di sgravi fiscali e usufruiscono di vie preferenziali per l’accesso ai finanziamenti pubblici.

Per costituire una O.n.l.u.s. serve la disponibilità di persone esterne al carcere, perché i detenuti, avendo l’interdizione legale, non possono rivestire cariche direttive, né partecipare al Consiglio di Amministrazione di queste aziende. Naturalmente si può anche chiedere a una associazione di volontariato di diventare lei stessa l’editore del giornale.

Anche la possibilità di aderire a una cooperativa, in qualità di soci lavoratori, è ancora incerta, in attesa dell’approvazione di una legge (che sta per concludere l’iter parlamentare) che prevede espressamente questo caso. Naturalmente, è consentita l’assunzione, in qualità di lavoratori non soci, e la collaborazione esterna a titolo di volontariato.

La materia, piuttosto complessa, è regolata dalla legge n° 381/1991 (cooperative sociali) e dal Decreto legislativo n° 460/1997 (Disciplina delle O.n.l.u.s.).

Entrambe andrebbero conosciute, per sommi capi, da tutti i redattori e studiate a fondo da qualcuno che si voglia occupare specificamente del settore amministrativo.

 

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