La Voce nel Silenzio

 

Il carcere e i suoi problemi nella stampa locale

 

L’esponente radicale Stefano Santarossa ha denunciato che negli istituti friulani sono ospitati oltre 80 detenuti per ogni 35 posti disponibili e che negli stessi istituti perciò non esistono spazi per svolgere attività lavorative. E’ stato precisato - con ampi articoli messi in risalto sulla stampa locale - che a Trieste, Pordenone e Gorizia si va ben oltre il livello imposto dai regolamenti, mentre a Udine, prima della ristrutturazione in atto, erano ospitati oltre 210 carcerati in una struttura costruita agli inizi del secolo scorso per 140 persone.

Ovunque, naturalmente, scarseggiano servizi igienici degni di questa definizione.

Molti dati forniti da Santarossa sono stati elaborati da quelli forniti dal Ministero della Giustizia al 30 giugno scorso.

"Sull’indultino" è stata data notizia che ne potrebbero beneficiare - qui il condizionale è assolutamente d’obbligo - novemila detenuti. Il numero esatto di coloro che usciranno grazie alla misura di clemenza forse non lo sapremo mai, grazie alla difficile interpretazione e all’inadeguatezza della stessa legge.

Però è stato dato ampio spazio al primo udinese, che naturalmente si è avuta la delicatezza d’indicarlo con cognome nome ed indirizzo, che ha riconquistato la libertà un grappolo di mesi prima del previsto.

Nell’articolo, apparso il 27 agosto, erano elencati i gravi reati commessi dal detenuto e tutte le restrizioni cui lo stesso deve osservare, pena la sospensione del provvedimento; tutti gli obblighi, valevoli per cinque anni, rassomigliano molto ad un’altra condanna.

Sempre durante la canicola agostana è stato avviato, a Spoleto, il progetto Argo. Si tratta di far adottare cani randagi ai detenuti. Le fortunate bestiole - è stato scritto - potranno godere anche delle attenzioni degli agenti di custodia, di singole piccole celle con bagno annesso, di rancio equilibrato indicato da nutrizionisti.

Non si tratta di ironia a buon mercato. Il tema canino nella nostra bella Italia, almeno in quella messa in mostra dai media, riscuote ormai grande audience, mentre dei problemi dell’umana specie si fa fatica a parlarne.

 

 

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