Giornalismo dal carcere

 

 

Progetto per lo sviluppo del Coordinamento Nazionale

Informazione e Giornali dal Carcere

 

Il giornalismo carcerario molte volte è caratterizzato dalla inevitabile mancanza di professionalità, almeno nelle prime fasi di realizzazione di un giornale, e dalla precarietà, condizioni che ostacolano il raggiungimento di un buon livello qualitativo dei prodotti realizzati e dei servizi offerti.

 

La detenzione comporta inevitabilmente ostacoli e limitazioni nello svolgimento dell’attività giornalistica, tuttavia in molte carceri italiane sono già in atto esperienze significative che richiedono solo di potersi sviluppare e consolidare, mentre in altri Istituti può essere promossa la nascita di nuove realtà informative.

 

La Redazione di Ristretti Orizzonti, dopo aver maturato un’esperienza pluriennale in attività di giornalismo carcerario, propone un programma d’interventi volto al conseguimento dei seguenti obiettivi:

 

fornire ai detenuti che intendono operare in attività di giornalismo sociale le necessarie competenze professionali;

 

fornire agli operatori volontari o istituzionali, che intendono promuovere iniziative di giornalismo in altre carceri, gli elementi indispensabili all’organizzazione dell’attività redazionale;

 

dare indicazioni di massima sulle modalità più opportune per coinvolgere nell’attività di giornalismo carcerario i soggetti sociali operanti sul territorio, per reperire finanziamenti, per rapportarsi con le istituzioni, etc.

 

Questi obiettivi potrebbero essere realizzati attraverso il seguente programma:

Una scuola di Giornalismo Sociale per i detenuti

Uno Stage formativo di tre giorni rivolto agli operatori volontari ed istituzionali

Le iniziative di sostegno e di promozione "a distanza" dei giornali carcerari

Le campagne politiche comuni

Una scuola di Giornalismo Sociale per i detenuti

 

Proponiamo l’attivazione di un corso teorico - pratico di giornalismo sociale rivolto a detenuti che sono impegnati nelle redazioni, presenti in molte carceri italiane, o che intendono entrarvi, o che vogliano attivare nuove redazioni giornalistiche negli Istituti privi di un giornale interno.

Il corso potrebbe essere realizzato avvalendosi degli strumenti normativi che l’Ordinamento Penitenziario ed il nuovo Regolamento di esecuzione delle Pene prevede in materia di formazione professionale, quindi stipulando i necessari accordi con il Ministero della Giustizia e con la Regione (nel nostro caso, Regione Veneto).

Potrebbe quindi essere previsto il trasferimento da altre carceri dei corsisti e la corresponsione agli stessi di un sussidio orario per la partecipazione alle lezioni.

Le lezioni teorico - pratiche dovrebbero fornire insegnamenti di carattere generale sulla professione del giornalista sociale, una formazione di base di tipo giornalistico, alcune nozioni giuridiche e amministrative e permettere così la specializzazione in una delle seguenti mansioni:

articolista

grafico impaginatore

operatore "archivista"

 

Il corso potrà eventualmente essere finanziato, in parte, nell’ambito degli interventi previsti dal Ministero della Giustizia per la formazione professionale dei detenuti. Il numero dei partecipanti dovrà, per ragioni organizzative, piuttosto limitato per ogni sessione del corso.

Le lezioni saranno distribuite, indicativamente, in un arco di tempo di sei mesi ed al termine sarà rilasciato un attestato di partecipazione.

 

Uno Stage formativo di tre giorni rivolto agli operatori volontari ed istituzionali

 

Gli operatori sociali, volontari ed istituzionali, gli educatori e gli operatori provenienti da altri penitenziari che intendono acquisire un’esperienza diretta nell’attività del giornalismo carcerario, possono partecipare a stage di tre giorni, che saranno tenuti, periodicamente, presso la redazione di Ristretti Orizzonti o le redazioni di altri giornali carcerari. Per ragioni organizzative, il numero dei partecipanti ad ogni stage dovrà essere limitato cinque persone per ogni sessione.

 

Programma dello Stage

 

1° giorno

 

Mattino: ore 9.00 - 11.00

 

Conoscenza con i redattori, spiegazione dei ruoli di ciascuno e introduzione agli obiettivi ed alle modalità operative del giornale.

 

Pomeriggio: ore 13.30 - 15.30

 

Partecipazione ad una riunione redazionale con discussione "autentica" su problemi organizzativi e temi di politica sociale.

 

2° giorno

 

Mattino: ore 9.00 - 11.00

 

Approfondimento del lavoro degli articolisti, con possibilità di partecipare all’elaborazione di testi tipo: relazioni, interviste, recensioni, etc..

 

Pomeriggio: ore 13.30 - 15.30

 

Lezione di scrittura creativa e di giornalismo, condotta dal Prof. Stefano Brugnolo, con editing di gruppo di un testo proposto dai presenti.

 

3° giorno

 

Mattino: ore 9.00 - 11.00

 

Approfondimento del lavoro dell’Ufficio Stampa, dei grafici, degli archivisti, con materiali che spiegano l’organizzazione interna, la distribuzione dei compiti, il modo in cui sono strutturati gli archivi (elemento fondamentale in una redazione di giornalisti "forzatamente sedentari" come i detenuti).

 

Pomeriggio: ore 13.30 - 14.30

 

Incontro con rappresentanti dell’Istituto (Direttore, Comandante della Polizia Penitenziaria e educatori) e spiegazione delle modalità di rapporto tra il carcere e la redazione.

 

Pomeriggio: ore 14.30 - 15.30

 

Bilancio dei tre giorni di stage e spazio per domande, approfondimenti, chiarimenti sui metodi di lavoro.

 

 

Le iniziative di sostegno e di promozione "a distanza" dei giornali carcerari

 

Ogni numero di "Ristretti Orizzonti" viene spedito a tutte le testate dei giornali carcerari conosciute, accompagnato dall’invito a concordare un abbonamento di scambio e a scrivere alla redazione.

Tutti i numeri dei giornali carcerari e del "Terzo Settore" che arrivano alla redazione sono catalogati e succintamente recensiti. Ogni redattore é incaricato di curare i rapporti con 2 - 3 testate diverse e di predisporre schede ed eventuali lettere alle redazioni con le proprie osservazioni e con proposte di collaborazione ad iniziative di interesse comune.

Ad ogni redazione con la quale si é stabilito un contatto, viene proposto uno scambio permanente di tutte le informazioni utili allo sviluppo delle reciproche attività: opportunità di finanziamento, referenti e indirizzi di interesse comune, appuntamenti culturali e politici da non perdere, etc…

Per tutte le redazioni che ne facciano richiesta sono disponibili i nostri opuscoli informativi:

- guida alla realizzazione di un giornale carcerario

- guida per i "nuovi giunti"

- guida per i detenuti stranieri

Inoltre, sempre a richiesta, possiamo fornire numerosi studi statistici e giuridici, che sono prodotti dall’Ufficio Stampa e riguardano temi diversi, tra cui:

- l’immigrazione

- la tossicodipendenza

- la qualità della vita in carcere

- la tutela della salute per i detenuti

- il lavoro penitenziario

- le modifiche legislative in materia penale e penitenziaria

- il rapporto tra i mass media e la giustizia

 

 

Le campagne politiche comuni

 

Le iniziative politiche che sono intraprese dai detenuti devono andare oltre le richieste di clemenza e di miglioramento delle condizioni di vita in carcere, avanzate in questo periodo.

Il sovraffollamento e, di conseguenza, le drammatiche condizioni di vita nelle carceri cesseranno di esistere solo quando il numero degli ingressi diminuirà sensibilmente.

Perché questo avvenga é necessario un forte e costante impegno per la limitazione di tutti i fenomeni d’esclusione sociale, che costituiscono il terreno privilegiato per lo sviluppo della devianza.

Dobbiamo quindi tenere "sotto pressione" le forze politiche e sollecitare tutta la società a modificare un approccio culturale repressivo nei confronti della diversità.

Da questa cultura discriminate e punitiva discendono, infatti, le leggi che penalizzano i tossicodipendenti e gli immigrati, relegandoli nella marginalità e spesso nell’illegalità

Vi sono però, fortunatamente, anche movimenti culturali "contro corrente", che chiedono di depenalizzare, di aprire le frontiere, di dare dignità sociale agli emarginati.

A queste forze dobbiamo unire la nostra, naturalmente occupandoci in modo particolare degli aspetti del disagio sociale più strettamente inerenti il carcere: dalle pene alternative per chi é condannato per piccoli reati, al reinserimento sociale dei detenuti, italiani e stranieri, etc..

Questa mobilitazione permanente può trovare espressione anche in momenti diversi, rispetto alle pagine delle riviste carcerarie: dobbiamo organizzare incontri, convegni, manifestazioni culturali, per coinvolgere quanta più gente possibile in una riflessione seria sullo "stato delle cose" nella società italiana.

Anche chi invoca maggiore sicurezza, in questo modo, può convincersi che l’avrebbe se ci fosse maggiore equità nei diritti, cominciando dal mondo del lavoro e dell’accesso ai servizi sociali.

 

 

Precedente Home Su Successiva