Ristretti Orizzonti

 

Elezioni 2008. Sicurezza e criminalità: la sinistra ha sbagliato tutto

di Francesca Carbone, redazione di Ristretti Orizzonti

 

16 aprile 2008

 

"Meno tasse e più sicurezza", questo lo slogan lanciato da Berlusconi per inaugurare la sua campagna elettorale nel gennaio 2008, lo stesso grido di battaglia che ha accompagnato il Cavaliere e la sua squadra sino al 14 aprile, giorno che ha decretato la fiducia degli italiani al Partito delle Libertà.

All’indomani dei risultati elettorali è d’obbligo chiedersi in che misura il modo di affrontare i nodi caldi sulla sicurezza e criminalità abbia influito sulla sconfitta politica della sinistra.

Ne parliamo con Giuseppe Mosconi, ordinario di sociologia del diritto alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova, e docente di condizione carceraria e prevenzione della devianza. Mosconi è anche direttore del Master di primo livello di Criminologia critica, prevenzione e sicurezza sociale, presso il Dipartimento di Sociologia (Facoltà di Scienza Politiche dell’Università patavina).

 

La destra governerà il paese per i prossimi cinque anni. Questione sicurezza e criminalità: quali sono stati gli errori della sinistra italiana?

La sinistra ha gestito questi temi nello stesso modo della destra, dunque strumentalizzando la questione immigrazione e avallando l’ipotesi che gli immigrati in Italia incidano drammaticamente sulla paventata situazione di allarmante criminalità che affligge il paese. Il problema è che la destra è molto più preparata e convincente rispetto a questo tipo di approccio, sono discorsi che le riescono molto meglio e dunque riscuote una maggiore credibilità, com’è stato confermato dai risultati elettorali.

 

Ma la sinistra in campagna elettorale ha anche puntato su temi tradizionalmente a lei cari, come la redistribuzione delle risorse a vantaggio delle fasce più deboli delle popolazione…

E questo è stato un ulteriore punto debole, nel senso che hanno voluto inserire nel quadro di generale conservatorismo con cui hanno trattato la questione immigrazione, elementi più progressisti in tema di interventi a favore di ammalati, carcerati, diversamente abili, etc…

Siccome oggi le aree sociali privilegiate cercano la sicurezza a scapito di tutta la serie di soggetti più deboli (immigrati compresi), è ovvio che queste "due anime" della sinistra contrastavano troppo fra loro e così tutto il palco è crollato. Viviamo una fase storica in cui le fasce forti della popolazione tendono in ogni modo a limitare i maggiori rischi cui - rispetto alle generazioni precedenti – siamo tutti sottoposti a causa dall’attuale crisi del modello di sviluppo, rischi che scaricano quanto più possibile sulle fasce deboli: è chiaro che parlare come ha fatto la sinistra di redistribuzione delle risorse in favore di queste ultime, può aver avuto un effetto negativo in termini di risultati elettorali.

La sinistra avrebbe fatto bene a seguire una linea chiara, e non per metà conservatrice e per l’altra progressista: così facendo si è collocata nel mezzo, né carne né pesce, e questo l’ha danneggiata.

 

Come sarebbero state affrontate - da entrambi gli schieramenti politici - tematiche quali quelle di sicurezza e criminalità, se vivessimo in una sana democrazia?

Dei politici seri avrebbero posto l’accento sui grandi fattori di crisi che minano oggi le società sviluppate: la devastazione dell’ambiente, le guerre che hanno una logica di esplosione incontrollabile, il terrorismo internazionale, la povertà e i flussi migratori che essa produce, il crescente dominio delle politiche neoliberiste con il conseguente ridimensionamento del welfare e dei forti riferimenti politico-istituzionali…I politici seri capiscono che sono questi, e non la criminalità generata dall’immigrazione, i fattori che scatenano lo stato di insicurezza in cui ci troviamo a vivere. I politici seri lo capiscono e fanno di tutto per spiegarlo ai cittadini.

 

Posto che con tutta probabilità la destra non avrebbe mai adottato un approccio del genere, poteva verosimilmente la sinistra affrontate la questione sicurezza e criminalità in modo differente, senza precludersi ogni chance di vittoria?

Sicuramente la battaglia sarebbe stata difficilissima, causa non ultima le costruzioni sociali e dei processi riferibili ai mezzi di comunicazione di massa, che fomentano di continuo l’allarme e i pregiudizi verso la figura dell’immigrato in primis.

Ma credo che la sinistra avrebbe innanzitutto dovuto mettere in luce sin da subito le negatività del precedente governo come cause dei problemi del paese, mentre l’unica denuncia in sede di campagna elettorale è stata quella generica dello "stato di crisi" in cui versava l’Italia.

La sinistra doveva intavolare una discussione seria sulla sicurezza, che offrisse alla richiesta della stessa da parte dell’elettorato mete reali e sostanziose, passando perciò per un’analisi seria dei motivi veri che la generano …

 

Ad esempio?

Prendiamo l’esempio eclatante del "voglio pagare meno tasse" che è diventato un importantissimo fattore di consenso politico, oltre che leitmotif per eccellenza delle rivendicazioni leghiste, partito simbolo della lotta all’immigrato criminale… Bene: "il voglio pagare meno tasse" è una reazione all’insicurezza generata negli anni dalla progressiva scomparsa della protezione dello stato sociale, in conseguenza delle politiche neoliberiste che tolgono sempre più spazio all’intervento del welfare. La sinistra avrebbe assolutamente dovuto mettere in luce il circolo vizioso per cui proprio le forze politiche che promettono oggi meno tasse, sono quelle che maggiormente hanno contribuito allo smantellamento dello stato sociale. Ma non l’ha fatto.

 

Quali gli scenari che si prospettano?

Piuttosto agghiaccianti direi, se la destra realizzerà anche solo la metà delle cose che dichiara di voler fare. In tema di restrizione della libertà, ci sono per fortuna dei limiti strutturali al numero degli individui che potranno essere chiusi, limiti dati dalla capacità di ricezione delle strutture del sistema penitenziario e di reclusione. Anche se le leggi lo prevedono, più di tante persone non puoi controllare e restringere; questo non toglie che assisteremo a un aumento dei detenuti e all’apertura di tutta una serie di strutture detentive sotto forma di caserme dismesse, campi di vario genere…pure, se anche raddoppiasse o triplicasse il numero dei controllati, ciò interesserebbe solo una percentuale minima dell’immigrazione clandestina…

Si verificherà poi una stretta su tutta la sfera dell’esecuzione penale esterna, con la Magistratura che risentirà inesorabilmente del clima politico e che quindi diventerà molto più cauta nei provvedimenti, sottoposta ad una fortissima pressione da parte dell’opinione pubblica.

 

Cosa la preoccupa di più?

Questo diffondersi di una mentalità razzista e sciovinista verso gli immigrati per cui assistiamo già a manifestazioni e azioni di coloro che si interpretano come giustizieri e si danno da fare dando fuoco ai campi nomadi, agli esercizi commerciali dei migranti…

È la ricaduta della strumentalizzazione della questione immigrazione che è inaccettabile sotto il profilo democratico; ha vinto il populismo autoritario.

Assistiamo al paradosso dello stato forte che in realtà scatena la vendetta privata..il contrario di quello che prevedeva Hobbes.