Corleone: "Niente galera per i tossici"

 

"Niente galera per i tossici"

Franco Corleone, ex sottosegretario alla Giustizia l'intervista

 

La Repubblica, 4 aprile 2002

 

«Sperimentare nuove idee si può, anzi è auspicabile. Ma l'obiettivo deve essere evitare il carcere ai tossicodipendenti, non tenerli ancora più sotto chiave. In prigione chi ha problemi di droga può avere permessi, corrispondenza, visite, attività. Siamo sicuri che col modello San Patrignano queste piccole libertà non verranno ristrette?». Pone molti interrogativi, l'ex sottosegretario alla Giustizia Franco Corleone quando si parla di «carceri privati», delle strutture detentive che il ministro Moratti pensa di affidare ad alcune comunità di recupero.

 

Qual è il rischio?

 

«Io temo che con queste nuove sperimentazioni, con il progetto lanciato da Muccioli e magari anche con quello di don Mazzi, si cerchi di creare strutture dove rinchiudere i tossicodipendenti più per la loro condizione personale che per i reati commessi. Questi carceri gestiti dalle comunità mi fanno venire in mente i manicomi di una volta, che servivano per nascondere il disagio della malattia mentale».

Che cosa si potrebbe fare piuttosto?

 

«Io penso che andrebbero valorizzate le sperimentazioni come quella del tribunale di Milano che, unico in Italia, ha varato un progetto per evitare il carcere ai tossicodipendenti e per facilitare la commutazione della pena con misure alternative alla detenzione. Quello è un progetto che funziona e che effettivamente svuota San Vittore, evita il carcere al tossico che ruba per procurarsi la dose».

Quindi il progetto delle carceri private è da bocciare?

 

«Quella è una esperienza anglosassone e americana. Per introdurla in Italia ci vorrebbe un dibattito politico che non c'è stato, e una revisione importante della nostra legislazione. Don Mazzi, come Muccioli di San Patrignano devono chiarire, assieme al governo, che cosa hanno in mente. Nessun privato può diventare direttore di un carcere perché quello è un ruolo che spetta a funzionari pubblici».

 

Precedente Home Su Successiva