Due suicidi in Rebibbia

 

Rebibbia, due suicidi infiammano il carcere

 

Corriere della Sera, 3 maggio 2003

 

Due suicidi nell’arco di 12 ore hanno reso incandescente la giornata del 1° maggio dentro il carcere di Rebibbia. Il primo è stato scoperto dalle guardie penitenziarie del "Nuovo Complesso" alle 20.30 di mercoledì: un detenuto ventenne, il marocchino Alluad Abdel Rahim, è stato trovato impiccato alle sbarre della sua cella nel braccio G/12. Arrestato per furto, aveva appreso da poco tempo che invece di uscire doveva restare in carcere ancora per un anno per un cumulo di condanne. Poche ore dopo, al mattino, nel vicino reparto psichiatrico dell’istituto "Penale", il nuovo ritrovamento del corpo ormai privo di vita di Marco De Simone, un romano di 41 anni arrivato da sole 48 ore proprio dal "Nuovo complesso". La Procura ha aperto due inchieste, che sono state affidate ai pm Giuseppe De Falco e Francesco Dall’Olio. Proteste anche nel carcere di Civitavecchia: è mancata l’acqua De Simone doveva scontare un "cumulo pena" di 8 mesi e 15 giorni ma, come hanno sostenuto i suoi difensori, non doveva neanche essere rinchiuso in carcere. Alla scoperta del suo tragico gesto, innescato forse da un perverso "effetto domino", alcuni detenuti del reparto psichiatrico (che accoglie 15 carcerati) hanno inscenato una protesta dando fuoco a un magazzino. In tre sono poi saliti sul tetto della struttura, dove sono restati per quattro ore mentre sotto di loro intervenivano i vigili del fuoco con più mezzi. Poco dopo le 16 i tre detenuti sono stati riportati nelle loro celle, mentre una guardia penitenziaria veniva soccorsa per un’intossicazione da esalazioni di fumo.

Poche ore dopo si è presentato in carcere il parlamentare verde Paolo Cento che, dopo aver parlato col direttore dell’istituto di pena Stefano Ricca, si è fatto raccontare dai detenuti dello "psichiatrico" le ragioni della protesta. "Appena arrivato, Marco ha cominciato a dire che si sarebbe ucciso", hanno riferito in tre al deputato. "Più volte ha manifestato questa intenzione. Qui dentro, purtroppo, veniamo abbandonati a noi stessi. Due mesi fa Claudio Menna, un altro di noi, è stato trovato morto nel letto. Poi se protestiamo ci prendiamo le manganellate, come è successo quando ci hanno fatto scendere dal tetto. Poi - hanno aggiunto a Cento - molti compagni hanno battuto a lungo sulle sbarre".

Uno dei problemi del reparto, sarebbe la mancanza di fondi per garantire un’assistenza efficace. Lo ha rivelato lo stesso direttore al deputato dei Verdi, ricordando che per tutto il complesso c’è un solo medico operativo nell’arco delle 24 ore. "Questa è la vera emergenza giustizia", ha ricordato Cento nella sua interpellanza al ministro Roberto Castelli. "Non viene garantito neanche il diritto alla salute".

 

 

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