Detenuto paraplegico si suicida a Bari

 

Paraplegico suicida in carcere: la famiglia chiede chiarezza

 

Il Messaggero, 9 agosto 2002

 

Una morte "annunciata" quella di Gianluca Frani, 31 anni, con le lettere scritte dal carcere alla famiglia in cui chiedeva di non essere seppellito sotto terra e di aver con sé la maglia della sua squadra, la Roma. L’uomo di Lavinio, che stava scontando una condanna di 8 anni e 9 mesi per un cumulo di pene relative ad una serie di reati, si è suicidato nella notte fra sabato e domenica scorsi nel carcere di Bari dove era stato trasferito due anni fa perché paraplegico. Uno dei pochi istituti di pena, secondo il ministero della Giustizia, dotato di un centro clinico per gente malata come lui.

Ma la famiglia accusa: era depresso, veniva curato solo con il Valium e nessuno ne ha impedito il suicidio. Come può un carrozzellato — si chiedono i parenti — di impiccarsi al tubo dello scarico del water senza che nessuno si accorga di nulla? Gianluca Frani aveva subito una lesione al midollo spinale nel ’97: qualcuno gli sparò contro, proprio sotto casa, e man mano le sue condizioni erano peggiorate fino a costringerlo alla sedie a rotelle.

Poi erano andati a stringersi anche i nodi della giustizia, con l’arresto per il cumulo di pena. E il trasferimento a Bari, dove la famiglia poteva raggiungerlo saltuariamente, aveva acuito la sua malattia fino a spingerlo alla morte. «Ci siamo costituiti parte civile — dice l’avvocato Luca Colaiacomo, legale della famiglia Frani — nel procedimento avviato sulla morte, soprattutto per capire la complessa dinamica dei fatti. Abbiamo fiducia nell’operato della magistratura, che sta indagando per chiarire quanto è accaduto». Sotto sequestro la cella, sentito anche il detenuto che aveva il ruolo "accompagnatore" di Gianluca Frani, data la sua difficoltà a muoversi. E il rammarico della famiglia per il fatto che le richieste di avvicinamento a casa siano sempre state rigettate dal Tribunale di sorveglianza. Certo, le pene detentive vanno scontate, ma qualcuno doveva accorgersi che in questo caso si era imboccata la via del non ritorno.

 

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