Tentativo di suicidio a Bologna

 

Mercedes ha tentato di uccidersi in carcere

 

Il Resto del Carlino, 18 agosto 2003

 

"Non ha ucciso lei, ma non può dirlo perché nel suo Paese, a Santo Domingo, qualcuno minaccia di fare del male a sua figlia". Mercedes Rosario Diaz Rodriguez, la dominicana di 33 anni accusata dei delitti di Giuseppe Casarini, 75 anni, e Cesarina Lelli Tedeschi di 84, sarebbe stata vittima di una trappola. Un’imboscata che una banda di connazionali, coinvolti in un torbido giro di falsi permessi di soggiorno pagati fino a 10mila euro, le avrebbero teso per impedirle di parlare. Questo, almeno, è quanto ipotizza il legale della donna, l’avvocato Anna Agosti, che ora affila le armi in vista della prossima udienza del processo fissata a mezzogiorno del 10 ottobre davanti al Gip Orazio Pescatore. Non sarebbe stata la mano della Diaz, insomma, quella che il 23 e 24 aprile scorsi uccise i due anziani, poi trovati morti nei loro appartamenti di via degli Orti e via Arienti. Quei giorni, inoltre, la dominicana non era sola ma sarebbe stata vista in compagnia di altre due persone nel luogo dei delitti. "E’ impensabile - sostiene il legale - che una giovane donna dai principi cristiani e di così esile corporatura possa, da sola, aver massacrato due persone nei confronti delle quali non aveva nessun motivo di odio o di rancore". Mercedes Rosario, per ora unica indagata per il duplice omicidio, si trova ancora in carcere. Su richiesta della difesa, la Procura ha disposto la perizia psichiatrica per capire se al momento dei fatti fosse capace di intendere e volere. Recentemente, peraltro, la dominicana ha tentato il suicidio. Un agente è entrato nella sua cella mentre, con un lenzuolo legato alle sbarre, stava tentando di strozzarsi. E l’ha salvata. "Mercedes - continua l’avvocato Agosti - è affetta da uno stato di angoscia e terrore persecutorio che potrebbero essere la conseguenza di pressioni e minacce subite, e che la portano a temere per l’incolumità sua e della figlia di 15 anni, Melissa, che vive a Santo Domingo".

La difesa ha affidato a un investigatore privato il compito di scavare a fondo sui due delitti e si appresta a depositare in Procura l’esito delle indagini. L’avvocato Agosti ha richiesto l’acquisizione di tutti i tebulati telefonici di alcuni sospettati, nonché quelli della stessa Diaz nella casa di Santo Domingo. "Il suo rientro in Italia — spiega il legale — avvenne in anticipo a seguito di una telefonata partita da qui". La Diaz stessa all’indomani dell’arresto ammise di aver colpito Casarini ("per difendermi dalle sue attenzioni") ma non la ‘suocera’ Cesarina Lelli Tedeschi, la madre del suo convivente, Roberto Lelli. Le indagini dell’investigatore avrebbero inoltre accertato la presenza di altre due persone, un uomo e una donna, nell’appartamento di Casarini in via degli Orti, e di un uomo (in guanti neri, con una una potente motocicletta) nella casa di via Arienti 38, proprio nell’ora dell’omicidio. L’ipotesi avvalorata dalla difesa è che non la Diaz, ma altri possano avere ucciso per intimidirla e impedirle di svelare i retroscena di un commercio di ‘schiave’ dominicane e permessi di soggiorno pagati a peso d’oro del quale sarebbe stata testimone. Con la minaccia che, se poi avesse fatto i nomi degli assassini, sarebbe successo qualcosa di brutto alla figlia a Santo Domingo. Lo stesso Casarini, peraltro, era stato legato sentimentalmente a una cugina della Diaz. Resta tuttavia da chiarire perché la donna si trovasse sul luogo dei due omicidi.

 

 

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