La morte di Francesco Romeo (Reggio Calabria, 29 settembre 1997)

 

Procedimenti avviati

Reati ipotizzati

A carico di

Esito

Procura di Reggio Calabria

Omicidio volontario

12 agenti di P.P.

Sconosciuto

Procura di Reggio Calabria

Favoreggiamento

12 agenti di P.P.

Sconosciuto

Procura di Reggio Calabria

Favoreggiamento

Direttore dell’Istituto

Sconosciuto

 

 

29 settembre 1997: Francesco Romeo, 28 anni, muore nel carcere di Reggio Calabria. Il suo corpo viene ritrovato sotto il muro di cinta.

30 settembre 1999: Il Pm Tagliatatela conclude l’inchiesta chiedendo l’incriminazione di 12 agenti della Polizia Penitenziaria per l’uccisione di Francesco Romeo e di altri 12 per favoreggiamento.

5 febbraio 2000: Davanti al Gip di Reggio Calabria si svolge l’udienza preliminare a carico degli agenti e del direttore del carcere.

 

Rassegna stampa sul caso di Francesco Romeo

 

Clamorose conclusioni dell’inchiesta sulla morte di un carcerato a Reggio Calabria

 

Vita, 31 marzo 2000

 

Francesco Romeo, 28 anni, muore il 29 settembre 1997 nel carcere di Reggio Calabria. Dagli atti giudiziari emerge che Romeo sarebbe stato aggredito da almeno 5 persone; successivamente il corpo sarebbe stato trasportato sotto un muro per simulare un tentativo di evasione. La messinscena è stata smascherata dopo la consulenza medico – legale, che ha dichiarato l’assoluta incompatibilità delle lesioni con la precipitazione dall’altezza di 3/4 metri.

La causa diretta della morte sarebbe invece una serie di colpi di bastone, o manganello, che avrebbero provocato la frattura del cranio. Le lesioni alle braccia hanno invece evidenziato un tentativo di protezione del volto. Risultano lesioni allo scroto ed al coccige. Il Pm, dopo due anni di indagini, ha rinviato a giudizio 24 agenti di polizia penitenziaria, di cui 12 per omicidio volontario e 12 per favoreggiamento e il direttore del carcere per favoreggiamento.

Il Gip di Reggio Calabria ha fissato la prima udienza preliminare il 5 febbraio 2000. Quasi tutti gli imputati negano la propria presenza al momento e sul luogo del fatto. I registri delle presenze risultano alterati con il bianchetto. Nessuno ha attivato l’allarme. Intercettazioni ambientali dimostrerebbero che tutti gli escussi in qualche modo sono a conoscenza di come sono andati i fatti il giorno della morte di Romeo. Le intercettazioni hanno evidenziato, secondo quanto chiesto dal Pm nel rinvio a giudizio "una naturale tendenza al pestaggio all’interno della struttura carceraria (anche) da parte del personale di polizia penitenziaria".