Dossier: "Morire di carcere"

 

Morire di carcere: dossier 2002 - 2003

Suicidi, assistenza sanitaria disastrata, morti per cause non chiare, overdose

 

Rapporto dell’Associazione Antigone: eventi critici 2000 - 2001

 

Anno 2000 

 

Morte per cause non chiare: 21 gennaio 2000, Carcere di Parma

 

Il 15 gennaio 2000 34 detenuti protestano duramente, prendendo un agente in ostaggio per alcune ore, lamentando, fra l’altro, la scarsa qualità del cibo. La protesta si è conclusa con l’intervento del procuratore della Repubblica di Parma, Giovanni Panebianco. Fra i detenuti che avevano partecipato alla rivolta vi era Antonio Fabiani, disabile, da poco giunto da Civitavecchia. Durante le ore della rivolta il Fabiani aveva inviato un fax alla famiglia affermando che "qualsiasi cosa avvenga, fatemi fare l’autopsia". Il 19 gennaio la moglie del Fabiani va a trovarlo in carcere, ma le dicono che lui non vuole parlarle. Il 21 gennaio viene trovato morto nella sua cella, impiccato. Nello stesso carcere, pochi giorni dopo, muore di infarto Giuseppe Mammoliti. Anche lui aveva partecipato alla rivolta del 15 gennaio.

 

Morte per cause non chiare: 23 gennaio 2000, Carcere di Nuoro

 

Luigi Acquaviva muore nel carcere di Nuoro. Le prime informazioni parlavano di suicidio. Acquaviva era stato protagonista qualche giorno prima di una protesta in cui aveva preso in ostaggio per quattro ore un agente di polizia penitenziaria. La procura della Repubblica ha iscritto nel registro degli indagati il direttore, poi rimosso, e alcuni agenti. Acquaviva, secondo gli esami necroscopici, nelle ore precedenti la morte avrebbe subito una brutale aggressione. Nel corpo del detenuto sono riscontrate una infinità di ecchimosi e contusioni. Anche il Comandante di reparto viene rimosso. Nei mesi successivi i detenuti denunciano un aggravarsi del clima interno. I familiari dei detenuti e l’intero consiglio comunale di Nuoro nei primi mesi del 2001 protestano duramente contro quella che chiamano deportazione dei loro parenti detenuti. I parlamentari locali lamentano i trattamenti di eccessivo rigore presenti nel carcere. Il 7 giugno 2001 il procuratore della Repubblica di Nuoro Roberto Faceva e il sostituto Maria Grazia Genovese hanno richiesto il rinvio a giudizio di 8 agenti di polizia penitenziaria. Per uno di essi l’accusa è di omicidio colposo, per gli altri sette di lesioni.

 

Suicidio: 22 marzo 2000, Carcere di Como

 

Si impicca un detenuto in attesa di giudizio arrestato per detenzione di droghe.

 

Assistenza sanitaria disastrata: 9 aprile 2000, Carcere di Rebibbia, Roma

 

Natale D’Ignazi muore di Aids a Rebibbia Nuovo Complesso, nel reparto G9.

 

Overdose: 27 aprile 2000, Carcere di Sassari

 

Dopo cinque giorni di agonia, per una dose di eroina assunta in carcere, muore Giuseppe Piras.

 

Suicidio: 10 luglio 2000, Carcere di Oristano

 

Vitaliano Scanu, 25 anni, detenuto in attesa di giudizio, si impicca con un lenzuolo alle sbarre della sua cella.

 

Suicidio: 12 luglio 2000, Carcere di Sulmona

 

A.M., 30 anni, si uccide in cella con il lenzuolo del letto appeso a un tubo del soffitto. Stava scontando una condanna per tentato omicidio. 

 

Assistenza sanitaria disastrata: 12 luglio 2000, Carcere di Prato

 

Adrian Lefter Kriqui, 29 anni, muore a Pisa nel reparto ospedaliero del carcere, dopo 48 giorni di sciopero della fame. Perduti 17 chili, il suo difensore ne chiese la scarcerazione ed in subordine gli arresti domiciliari. Entrambe le istanze furono respinte.

 

Suicidio: 14 luglio 2000, Carcere di Marassi, Genova

 

Un detenuto di 24 anni, Zitouni El Fellah, probabilmente marocchino, arrestato per spaccio di stupefacenti, si uccide nella sua cella.

 

Tentato suicidio: 21 luglio 2000, Carcere di Opera, Milano

 

Karola Unterkircher, cittadina austriaca condannata a Bolzano per attentati compiuti in Alto Adige negli anni 80, tenta di uccidersi nel carcere milanese.

 

Suicidio: 21 luglio 2000, Carcere di Piacenza

 

Un operaio di 32 anni si uccide dopo aver ammesso di aver violentato la figlia di meno di dieci anni.

 

Suicidio: 21 luglio 2000, Carcere di Biella

 

Giorgio Ramella, 53 anni, si impicca nella sua cella, dove era rinchiuso perché non aveva rispettato l’obbligo degli arresti domiciliari.

 

Suicidio: 25 luglio 2000, Carcere di Taranto

 

Si uccide Osvaldo Cinieri, 41 anni, fratello del boss di un clan della Sacra Corona Unita.

 

Suicidio: 27 luglio 2000, Carcere di Regina Coeli, Roma

 

Si uccide Claudino Cossu.

 

Suicidio: 29 luglio 2000, Carcere di Rebibbia, Roma

 

Guido Tomassini si impicca nel reparto G8 di Rebibbia Nuovo Complesso.

 

Suicidio: 29 luglio 2000, Carcere di Rebibbia, Roma

 

Si uccide Sabrina, transessuale di 28 anni.

 

Morte per cause non chiare: 30 luglio 2000, Carcere di Sulmona

 

Lorenzo Cimino, dopo aver provato, invano, a ottenere un trasferimento, muore nel carcere di Sulmona.

 

Assistenza sanitaria disastrata: 1 agosto 2000, Carcere di Vigevano 

 

Un detenuto di 60 anni G.D.D. muore per emorragia. Due medici vengono indagati, il 10 novembre 2001, per omicidio colposo dalla Procura della Repubblica di Pavia. Non avrebbero tempestivamente disposto il ricovero in ospedale del detenuto. Il detenuto era stato arrestato per furto di auto.

 

Assistenza sanitaria disastrata: 21 agosto 2000, Carcere di Rebibbia, Roma

 

Giuseppe Vannetiello muore a seguito di una malattia nel reparto G9 di Rebibbia Nuovo Complesso.

 

Assistenza sanitaria disastrata: 8 settembre 2000, Carcere di Rebibbia, Roma

 

Placeres Lopez Pastorino muore di Aids nel reparto G11 di Rebibbia Nuovo Complesso.

 

Overdose: 14 settembre 2000, Carcere di Rebibbia, Roma

 

Un detenuto di 30 anni muore per overdose nella Terza Casa del carcere romano di Rebibbia.

 

Suicidio: 15 settembre 2000, Carcere Le Vallette, Torino

 

Carlo Ruggeri, 37 anni, tossicodipendente, si uccide impiccandosi con un lenzuolo legato ad una sbarra della sua cella.

 

Overdose: 15 settembre 2000, Carcere di Rebibbia, Roma

 

A causa di un cocktail di droga, medicinali e vino, nel reparto G11 di Rebibbia Nuovo Complesso muore Ferdinando Putzu.

 

Suicidio: 16 settembre 2000, Carcere di Regina Coeli, Roma

 

Larbi Nalasi, marocchino di 22 anni, si impicca

 

Assistenza sanitaria disastrata: 17 settembre 2000, Carcere di Lecco

 

Pietro Ibba muore per una infezione dopo il trasferimento in due carceri ed un breve ricovero in ospedale. La madre, Barbara Valli, annuncia la presentazione di un esposto in cui chiede l’accertamento di eventuali responsabilità sulla morte del figlio. Ibba fu portato in carcere per scontare una pena di dieci mesi per spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo aver accusato febbre alta per dieci giorni nel carcere di Lecco, invece di essere ricoverato in un ospedale civile, viene trasferito nel carcere di Opera. Qui si aggrava e viene ricoverato d’urgenza all’ospedale milanese Sacco, dove muore. La madre non fu avvisata del trasferimento all’ospedale e gli venne data notizia del ricovero una volta che il figlio era già morto. L’avvocato difensore della madre di Pietro Ibba riferisce di aver notato su un registro sanitario il nome di Ibba con accanto la scritta Aids, pur non essendo sieropositivo.

 

Morte per cause non chiare: 28 settembre 2000, Carcere di Ascoli Piceno 

 

Giuliano Costantini, di anni 40, tossicodipendente, con fine pena a novembre 2000 per tentato furto, muore dopo essere stato di urgenza ricoverato in ospedale con una prima prognosi di addome acuto e retto sfondato. Gli esiti dell’autopsia non hanno confermato questa diagnosi. Il sostituto procuratore della Repubblica Umberto Monti ha aperto un inchiesta per atti relativi al decesso. Il PM ha già fatto interrogare alcuni detenuti e agenti di polizia penitenziaria ma, riferisce il direttore facente funzione Salvatore Ricotta, "nessuno ha visto niente". Il Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria ha chiesto alla direzione del carcere una relazione dettagliata. Molte le testimonianze dal carcere riguardanti i pestaggi che il Costantini avrebbe subito durante la detenzione. Antigone si è costituita parte civile il 9 ottobre del 2000. A fine dicembre c’e stata la chiusura delle indagini con la richiesta di rinvio a giudizio, per omicidio colposo, per tre medici dell’amministrazione penitenziaria. C’è un procedimento penale pendente per lesioni a carico di alcuni agenti di polizia penitenziaria.

 

Il ricordo di don Vinicio Albanesi, Presidente della Comunità di Capodarco

 

Giuliano Costantini è un uomo di 40 anni, originario di Fermo (AP), tossicodipendente. Vive di espedienti. Frequenta comunità e Sert, ma la sua vita va avanti senza la possibilità di una svolta. Non ha padre; e cresciuto in orfanotrofi e istituti. Ha una struttura di "semplice", tanto da non diventare nemmeno un vero "tossico".

Il 5 maggio di quest’anno viene arrestato per tentato furto. Il 19 maggio ottiene gli arresti domiciliari. Il 1° giugno viene riportato nel supercarcere di Marino del Tronto, perché sorpreso fuori casa, sulla via antistante la sua abitazione. Il 28 agosto il Tribunale del riesame di Ancona rigetta il suo ricorso per riottenere gli arresti domiciliari. Chiede al suo avvocato di non ritornare a Marino del Tronto. Il 29 luglio chiede una visita medica perché dichiara di essere stato picchiato dagli agenti. Il 4 agosto gli viene concesso e, contemporaneamente, annullato il trasferimento in altro istituto di pena. Il 5 settembre Giuliano Costantini lamenta dolori addominali. Il medico che lo visita parla, nella cartella clinica, di "simulazione". Il 9 settembre e il 18 settembre viene visitato; gli vengono somministrati Minias e Talofen, farmaci specifici per tossicodipendenti. Il 18 settembre viene trovato un lavandino rotto. Il Costantini dice ai suoi compagni di cella di essere stato picchiato da agenti di custodia. Il 25 settembre visita medica per febbre a 39.8; ore 2.30, si prescrive Flociprin e Sulidamar.

Nello stesso giorno altra visita; la febbre è scesa a 36 (Flociprin per 4 giorni). Il 26 settembre altra visita, ore 12.30. Si ipotizza un disturbo di natura psichiatrica. Il 26 settembre il medico dei tossicodipendenti prescrive un clistere (ore 14.45). Il 26 settembre altra visita (ore 18.00), perché il detenuto vomita "materiale scuro". Si prescrive un clistere. Il 27 settembre, ore 11.30, ultima visita: Il medico diagnostica: "Addome acuto e imminente pericolo di vita". Il 27 settembre viene operato d’urgenza e muore poco dopo l’intervento.

Dal 5 settembre al 27 settembre, giorno della sua morte, nonostante 10 visite mediche, il Costantini non viene sottoposto a nessun esame, a nessun controllo specialistico. La procura di Ascoli dapprima ha aperto un’indagine come "atti relativi" al decesso, poi ha iscritto il procedimento come notizia di reato per omicidio colposo a carico di 4 medici del carcere. Ha aperto un procedimento a carico di una o più guardie carcerarie per lesioni aggravate, ma non ha ritenuto esservi un nesso causale tra i pestaggi e la morte del Costantini. Dalla morte alla celebrazione dei funerali, avvenuta lunedì 9.10, sono arrivate tre lettere di detenuti: una anonima dove si parla di "squadretta" di agenti che nel supercarcere di Marino del Tronto, sezione giudiziaria, picchiano i detenuti. Giuliano sarebbe stato picchiato tre volte; una lettera firmata, dove si parla di due pestaggi del Costantini; una lettera di un detenuto che parla della cella come di un "magazzino sporco, impolverato e pieno di ragnatele, dove non ci sono più neanche i ragni".

 

Suicidio: 29 settembre 2000, Carcere di Forlì

 

Il noto parrucchiere Gino Corvini, accusato di violenza carnale, si uccide in una cella di isolamento del carcere.

 

Overdose: 12 ottobre 2000, Carcere di Torino

 

Muore di overdose Gianfranco Costantini, 22 anni.

 

Morte per cause non chiare: 13 ottobre 2000, Carcere di Brescia

 

Maurizio B., tossicodipendente, viene trovato ucciso. Finiscono iscritti sul registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario i sette compagni di cella del tossicomane accusato di aver costretto la madre di 73 anni a prostituirsi per procurargli la droga.

 

Overdose: 17 ottobre 2000, Carcere di Torino

 

Muore di overdose Nicola Gianturco, 34 anni.

 

Overdose: 17 ottobre 2000, Carcere di Torino

 

Muore di overdose Vittorio Miceli, 31 anni.

 

Suicidio: 3 novembre 2000, Carcere di Viterbo

 

Muore, presunto suicida, un detenuto tunisino. Un operatore penitenziario qualificato afferma che frequenti sono i pestaggi e le vessazioni a carico di detenuti. Uno degli ispettori gerarchicamente posti al vertice della struttura, durante la visita effettuata dagli osservatori di Antigone, ha affermato che "i diritti umani con gli animali [i detenuti, ndr] non c’entrano".

 

Suicidio: 5 novembre 2000, Carcere di Rimini

 

Guido Renato F., 38 anni, si uccide in carcere.

 

Overdose: 12 novembre 2000, Carcere di Rebibbia, Roma

 

Massimiliano Wiecek muore nel reparto G12 di Rebibbia Nuovo Complesso, a causa di un cocktail di droga, medicinali e vino.

 

Overdose: 15 novembre 2000, Carcere di Pisa

 

Muore un detenuto nordafricano per overdose.

 

Suicidio: 15 novembre 2000, Carcere di Como

 

Si impicca in cella Francesco A., 28 anni.

 

Suicidio: 6 dicembre 2000, Carcere di Busto Arsizio, Varese

 

Nicola Simone, 43 anni, detenuto in attesa del processo, si impicca in cella.

 

Assistenza sanitaria disastrata: 14 dicembre 2000, Carcere di Regina Coeli, Roma

 

Adriano Tacchia, 74 anni, muore nell’ospedale San Camillo, dove era stato trasferito dal carcere di Regina Coeli. La vicenda presenta aspetti poco chiari: Tacchia già al momento dell’arresto manifestava un evidente squilibrio psichico. Il 29 ottobre viene ricoverato nel centro clinico del carcere per la frattura di un femore: dopo un’operazione all’ospedale Umberto I, viene riportato in carcere anche se accusava "piaghe da decubito e un marcato deperimento".

 Anno 2001

 

Suicidio: 16 gennaio 2001, Carcere di Messina 

 

A.C. si impicca in cella. Il 31 luglio 2001 il sostituto procuratore Vincenzo Cefalo ha sentito 4 agenti di polizia penitenziaria a seguito di un esposto che allargava l’inchiesta a presunte irregolarità all’interno dell’istituto e a presunti pestaggi a carico di 3 detenuti. A.C. si è suicidato dopo essersi barricato in cella per 3 giorni.

 

Assistenza sanitaria disastrata: 18 gennaio 2001, Carcere Pagliarelli, Palermo 

 

Per la morte di A.L.B., morto dopo un intervento chirurgico, 5 medici vengono indagati dalla procura della Repubblica. Il detenuto aveva precedentemente tentato di suicidarsi. L’autopsia ha evidenziato un errore nell’uso della sonda per l’anestesia.

 

Suicidio: 17 aprile 2001, Carcere di Potenza 

 

Dieci, fra agenti di polizia penitenziaria e operatori sanitari, sono indagati dal sostituto procuratore della Repubblica Henry John Woodcock per i maltrattamenti inferti ad un detenuto tunisino. L’inchiesta era cominciata il 3 agosto 2000, quando Tbini Ama, un giovane tunisino di 21 anni, era salito sui tetti del carcere per protestare contro le percosse subite il giorno prima. Un consulente nominato dal PM avrebbe accertato la compatibilità delle lesioni riportate dal detenuto con i maltrattamenti denunciati. Le ipotesi di reato contestate sono: lesioni gravi e gravissime, falsa certificazione medica. Il giovane tunisino si suicida il 17 aprile 2001. Per due mesi è rimasto nello stesso carcere e con le stesse guardie che lui aveva denunciato per maltrattamenti.

 

Assistenza sanitaria disastrata: 18 maggio 2001, Carcere di Enna 

 

C.G., 59 anni, di professione ambulante e in carcere da meno di due mesi per un vecchia condanna, muore in carcere. I legali preannunciano una doppia denuncia contro il direttore sanitario del carcere e contro il magistrato di sorveglianza di Caltanisetta in quanto, a dire del legale, tutti e due erano a conoscenza delle gravi condizioni di salute del detenuto. Il 13 aprile era stata presentata la prima richiesta di sospensione della pena. Il provvedimento di ricovero all’esterno disposto dal magistrato di sorveglianza è giunto la mattina del decesso.

 

Assistenza sanitaria disastrata: 26 luglio 2001, Carcere di Milano Opera 

 

Il muore un detenuto. Le perizie rilevano che è deceduto per overdose di metadone, che non gli era stato ufficialmente prescritto.

 

Assistenza sanitaria disastrata: 6 settembre 2001, Carcere di Milano Opera

 

P.S. muore per un’embolia. Il giorno precedente si sente male ma solo la mattina del 6 viene ricoverato nel reparto medico interno. Secondo alcuni testimoni sarebbe una suora ad accorgersi che era in gravi condizioni tali da rendere necessario il ricovero esterno. I familiari presentano un esposto alla Procura, perché ritengono che sia stato curato male e non gli siano stati concessi gli arresti domiciliari nonostante le gravissime condizioni di salute pregresse.

 

Morte per cause non chiare: 10 novembre 2001, Carcere di Modena 

 

Antonio Zara è trovato morto nella sua cella, con un sacchetto in testa. Due giorni prima era stato trasferito d’urgenza dal carcere di Bologna. Era stato arrestato a luglio con le accuse di sequestro di persona e violenza sessuale. I familiari non credono all’ipotesi del suicidio.

 

 

Home Su Successiva