Carceri vecchie e insufficienti

   

Edifici vetusti e sovraffollamento

 

Giornale di Brescia, 7 marzo 2003

 

 

Prendo spunto dalla lettera del dottor Zappa, presidente dell’Associazione carcere e territorio, pubblicata sul suo giornale in data 25 marzo. La situazione carceraria a Brescia e, presumo, in tutta Italia, è estremamente problematica per mancanza di posti e quindi con penitenziari super-affollati.

Io sono un cittadino inesperto del settore, però, da profano, mi pongo alcune riflessioni. Le carceri italiane, mi pare di capire, sono insufficienti al fabbisogno nazionale per due motivi: sovraffollamento e vetustà degli edifici. Per il primo punto credo che la causa principale, lo leggiamo su tutti i giornali, è causata dalla delinquenza extranazionale che, oltre a impegnare le forze dell’ordine nella cattura, usufruisce del denaro pubblico, e quindi dei contribuenti italiani, per il mantenimento nelle carceri nostrane.

A questo proposito mi chiedo perché i nostri politici ed i nostri magistrati non adottino, per tutti questi personaggi, la formula della estradizione con l’obbligo di scontare la pena nei loro Paesi d’origine; meglio ancora sarebbe, tramite l’Interpool, intercettarli alla frontiera o nei centri di raccolta, qualora entrassero come profughi, impedendo loro di varcare il nostro confine.

Per il secondo punto, cioè la vetustà degli edifici carcerari e la inadeguatezza degli alloggi, invece di costruire nuovi fabbricati in periferia che toglierebbero aree all’agricoltura, non si potrebbero ristrutturare e quindi utilizzare quelle strutture statali, ormai vuote da anni che un tempo erano le caserme dei nostri soldati? Quando passo nei pressi della "Ottaviani" e della "Papa" mi domando quale ruolo futuro potrebbero svolgere quegli edifici ormai abbandonati.

La risposta potrebbe essere proprio, come ho detto sopra, la loro trasformazione in carcere, magari solo per chi sconta pene brevi: le finestre hanno già le sbarre; i muri di cinta hanno già il filo spinato; le camerate potrebbero essere trasformate in comode celle più piccole come è già avvenuto per "Canton Mombello" (l’ha scritto il dottor Zappa nella sua lettera). Gli stanzoni per il refettorio o per i luoghi di svago certo non mancano: si sentono ancora echeggiare, tra le loro pareti, le voci e gli schiamazzi dei nostri bravi "marmittoni", che hanno popolato per più di un secolo queste caserme.

All’interno del perimetro di quei grossi fabbricati ci sono vari ed ampi cortili, veri piazzali; quelle aree potrebbero essere utilizzate per costruire edifici moderni ed efficienti ad integrazione di quelli già esistenti, secondo le esigenze del nuovo ruolo che potrebbero svolgere. Sarebbero penitenziari più piccoli ed abbastanza vicini al centro della città, per venire incontro a quei carcerati pendolari che in prigione hanno l’obbligo solo di trascorrervi la notte, accontentando così anche la segreteria della Federazione di Rifondazione comunista, che ha pubblicato una "lettera" per questo problema.

 

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