Raccontamela giusta

 

Un dvd e un cd-rom con storie dal carcere

 

Raccontamela giusta: un dvd e un cd-rom con storie dal carcere

 

Raccontamela giusta: perché riguarda la comunicazione e la giustizia; perché riteniamo che sulla pena, il carcere, i carcerati sia frequente la comunicazione "non giusta", che non rispecchia i fatti, le situazioni, soprattutto le persone coinvolte.

Su molti aspetti della pena ci sono pregiudizi diffusi quanto privi di fondamento, falsificazioni che rimbalzano dalla gente comune ai vertici politici, con i mezzi d’informazione, appunto, in mezzo.

 

Il cofanetto contenente il dvd e il cd-rom è disponibile presso: Associazione "La Fraternità" - Via A. Provolo, n° 28

37123 Verona - Tel. e fax: 045.8004960 E-mail: lafrat01@lafraternità191.it

 

Raccontamela giusta: un dvd e un cd-rom con storie dal carcere

 

Raccontamela giusta: perché riguarda la comunicazione e la giustizia; perché riteniamo che sulla pena, il carcere, i carcerati sia frequente la comunicazione "non giusta", che non rispecchia i fatti, le situazioni, soprattutto le persone coinvolte. Su molti aspetti della pena ci sono pregiudizi diffusi quanto privi di fondamento, falsificazioni che rimbalzano dalla gente comune ai vertici politici, con i mezzi d’informazione, appunto, in mezzo.

Il guaio è che sono in gioco valori fondamentali, visioni della persona e della solidarietà. I reati devono essere puniti e la certezza della pena è e deve essere un fondamento di ogni stato di diritto. Nelle 207 carceri italiane ci sono quasi 62 mila detenuti. Dovrebbero essere, in base alle strutture e alle convenzioni, al massimo 43 mila. Di questi 62 mila il 33,3% sono extracomunitari, il 27% tossicodipendenti e il 19,8% affetti da patologie del sistema nervoso e da disturbi mentali.

I dati fotografano una situazione di sovraffollamento (che aggiunge alla condanna inflitta un sovrappiù di sofferenza ingiustificata), di profondo disagio (57 i suicidi in carcere nel 2005), spesso con l’unica possibilità, per il detenuto, di passare almeno 20 ore su 24 in cella, sdraiato a letto. Questi semplici numeri, questi fatti aprono inevitabili interrogativi.

Chi sono oggi la maggioranza dei carcerati? Chi finisce in carcere? È "delinquenza" la povertà che affronta migrazioni dolorose per sopravvivere e resiste nelle pieghe delle nostre città? Quanti reati nascono dalla volontà di sopraffazione e quanti da una situazione di bisogno? Il carcere è un luogo adatto per un tossicodipendente che commette reati legati alla sua condizione? Siamo ad un bivio, ognuno di noi, con le sue scelte personali, può influire sulla società da una parte o dall’altra: respingiamo gli assalti al nostro benessere con l’espulsione, il carcere e l’indifferenza alla sorte dei più svantaggiati, o condividiamo margini di ricchezza per garantire anche ad altri la dignità umana? Interpretiamo la giustizia e la nostra sicurezza con atteggiamenti contraddittori: ci sentiamo minacciati da chi potrebbe entrare da noi per rubare, ma non altrettanto dall’evasore fiscale, dal truffatore di risparmi, dal corruttore, dal devastatore dell’ambiente, in combutta con le mafie.

C’è poi quel macigno culturale sul senso della pena, che più è feroce più proteggerebbe dai reati. Di qui i luoghi comuni che le carceri sono hotel a cinque stelle, che se ne esce dopo poco, che la legge penitenziaria è dalla parte di Caino contro Abele. Un fondamento della nostra Costituzione (e del nostro proclamarci cristiani) è il riconoscimento in ogni persona della possibilità di cambiamento, della pena come ricostruzione (magari lunga, faticosa, sofferta) di convivenza.

Con il progetto "Raccontamela giusta" siamo entrati nel carcere di Verona - Montorio facendo parlare i detenuti, i loro familiari, le persone che in diverso modo hanno a che fare con il mondo della pena. C’è chi ha consapevolmente scelto l’illegalità e assunto la menzogna come stile di vita. Ma ci sono anche persone che semplicemente hanno sbagliato, che provengono da situazioni difficili, che sono state ingannate, che hanno fatto a pugni con la vita e hanno perso.

E ci sono vite che si stanno ricostruendo. Raccontamela giusta vuole aiutare a rendersi consapevoli di tutto questo, vuole intervenire e mettere in discussione certi pregiudizi, soprattutto a partire dai giovani, cercando di "raccontarla giusta" con strumenti non più occasionali, ma sistematicamente diffusi, che propongano immediatezza di comprensione ed impatto anche emotivo, come le testimonianze filmate del DVD, e che facilitino approfondimenti e percorsi didattici con i testi riprodotti nel CD Rom. Il progetto va oltre il cofanetto che avete in mano e comprende anche altre iniziative: un sito internet, un ufficio stampa, la formazione di volontari che andranno a "raccontarla giusta" nelle scuole, nelle parrocchie e ad ogni altro incontro che sarà organizzato grazie alla rete di associazioni aderenti e al patrocinio degli Enti locali.

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