Il lupo racconta...

 

''Il lupo racconta''

 

Redattore sociale, 18 marzo 2004

 

Un libro e un cd di fiabe scritte dai detenuti di San Vittore e dedicate idealmente ai propri figli

 

Scritte e raccontate pensando ai propri figli. Sono nate così le storie contenute nel libro "Il lupo racconta": raccolta di undici fiabe e testi scritti da altrettanti detenuti del carcere milanese San Vittore coadiuvati dallo scrittore Francesco d'Adamo, responsabile del corso di scrittura creativa che si tiene all'interno del carcere. Il libro, accompagnato da un cd audio in cui gli stessi detenuti leggono le proprie storie, è stato presentato questa mattina all'interno del carcere. Gli autori sono tutti detenuti della "Nave", il braccio in cui si trovano le persone detenute con problemi di tossicodipendenza. "Il lupo racconta" è stampato in 500 copie, costa 12 euro e può essere acquistato on line al sito www.lacuravalelapena.it.

Un'iniziativa presentata alla vigilia della Festa del papà, volta a sottolineare l'importanza del rapporto genitori-figli, anche laddove i primi siano in carcere e le occasioni di incontro siano poche. Solo a San Vittore si stima che circa il 30 per cento dei detenuti uomini e il 50 per cento  delle donne abbiano almeno un figlio. Un aspetto della vita carceraria spesso sottovalutato e che anche con l'iniziativa di oggi vuole essere riproposto all'attenzione delle amministrazioni penitenziarie. "Nel 2000 su 54.800 detenuti, 19.844 erano genitori - dice Sacerdoti, dell'associazione "Bambini senza sbarre", che da anni lavora a San Vittore -. I dati statistici ci dicono che se non si incide sul rapporto genitori detenuti e figli, se non si riesce a ricomporre la frattura e la divisione tra padri e figli, anche i figli sono destinati a vivere situazioni di disagio che possono diventare pericolose. Ecco l'importanza di lavorare proprio sulla ricomposizione di questo rapporto".Qualcosa da questo punto di vista è cambiato: "Il nuovo regolamento dell'amministrazione penitenziaria in vigore dal 2000 favorisce il rapporto genitore-figlio - spiega Teresa Mazzotta, vicedirettrice del carcere di San Vittore -: la direzione può aumentare il numero dei colloqui tra detenuti e familiari e il regolamento non prevede più, come accadeva in precedenza, che si possa negare il diritto al colloquio tra genitori e figlio". 

"Il lupo racconta" è stato finanziato dal Servizio Area penale e carceri della Asl ed è una delle iniziative promosse dal "Progetto Relais", nato dall'incontro tra alcune associazioni che si occupano di carcere con lo scopo di favorire l'incontro tra figli e padri e madri in carcere. Un' attività che ha portato alla nascita della "Stanza verde", uno spazio dove verranno ospitati i bambini e familiari dei detenuti nelle lunghe attese prima di incontrare i propri cari. La Stanza Verde si trova all'interno del Museo della Scienza e della Tecnologia (a due passi dal carcere) ed è stata attrezzata specificatamente per accogliere i bambini in visita ai genitori detenuti. Lo spazio sarà gestito da personale con competenze pedagogiche e consentirà di alleviare i disagi che incontrano i familiari ogni volta che si recano in visita al carcere. Il progetto Relais ha per obiettivo la tutela delle relazioni tra genitori e figli in carcere ed opera concretamente per realizzare migliori spazi di accoglienza per famiglie in visita ai parenti detenuti, offrire sostegno a padri e madri in carcere sostegno alla relazione genitoriale (attraverso l'attività di facilitatori e consulenze pedagogiche e legali), formare il personale delle carceri a una maggiore sensibilità nella tutela delle relazioni genitori-figli all'interno delle carceri.

 

 

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